- Capitolo Trentadue -
Tornai dai ragazzi, pronta a fare guerra a una persona lunatica.
Si erano spostati un pochino, lasciando libera l'entrata da dove eravamo arrivati.
Individuai, con difficoltà, Crystal e Celine con bicchieri pieni, ballare nel mezzo della pista.
Scesi la piccola rampa di scale e cercai di raggiungerle, ma la calca di persone intorno a me cercava sempre di respingere il mio corpo indietro, non facendomi mai raggiungere la meta.
«Benvenuti! Diamo inizio alle danze? Che ne pensate?!»
Mi bloccai di colpo e indirizzai lo sguardo verso il DJ che, dall'alto della sua postazione, fomentava la folla. Un boato di affermazione si propagò per tutto il bunker.
«E così sia! Benvenuti all'inferno!!»
Trovai un buco tra la folla e riuscii a raggiungere i ragazzi.
Crystal e Celine notarono subito il mio viso pallido.
Nonostante le mille accortezze per respirare meglio, lì sotto, a me mancava l'aria.
«Stai bene?!» scorsi il labiale di Crystal.
« Sì! » strillai per farmi sentire al di sopra del caos, per poi continuare fra me e me « più o meno ».
Volsi lo sguardo alla grande scatola nera.
Dalla prospettiva dove eravamo prima sembrava un quadrato, ma invece era un immenso rettangolo. Scorsi un gancio attaccato al soffitto, che aveva agganciato un anello al centro del telo. Con lentezza lo vidi trascinare la grande nube nera, rendendo noto a noi comuni mortali cosa celasse all'interno.
« E allora! Siamo pronti? Siete carichi? The Heeeeeeeeell! »
Vidi il gancio muoversi velocemente, rivelando una grande gabbia avvolta in nuvole di fumo.
La gente urlò alla vista di quell'ammasso di ferraglia, io invece sbiancai ancor di più, diventando un foglio di carta.
La rabbia lasciò il posto alla paura che mi avvolse nel momento in cui notai un grande ovale all'interno.
Era come se la gabbia contenesse un'altra gabbia, talmente grande da contenere tutti noi messi insieme.
« Ebbene! Sapete tutti come funziona. Tre, due, uno! »
La folla cominciò a urlare all'unisono "THE HELL, THE HELL" come se fosse una canzone.
Le prime note della chitarra di "Highway to Hell" degli AC/DC rimbombarono nelle casse.
Nel momento in cui la batteria, il basso e la voce di Bon Scott entrarono in azione, cannoni posizionati ai lati della gabbia ovale cominciarono a sputare fuoco a ritmo. Contemporaneamente, rombi di motori accesi diedero gas tra le urla della gente.
«Non ci posso credere! Questa volta Lux ha scelto artiglieria pesante!»
«Porca miseria!», disse Celine mentre la folla vicino a noi intonava il ritornello.
«Ancora non avete visto nulla.» urlò saltando sul posto Miki.
«E allora, signori e signore, che inizino le danze. Concorrenti, siete carichi? Ho detto, siete carichi? Go!»
Due ragazze in topless si posizionarono vicino all'entrata della prima gabbia.
Notai subito che tra le due c'era la ragazza che aveva chiamato Noah prima. Si agitava sorridente mentre vedeva motociclisti entrare accompagnati da urla di incitamento.
Mi sorprese però quando cominciò a dare il meglio di sé, tra urla e balletti provocatori.
Questa è pazza.
«Ed ora! Lo aspettavamo! Abbiamo ruggito per farlo tornare! E lui, non si è fatto pregare! Il ritorno... dell'unico e solo... CARTER MIRROR!!»
O forse no, non è pazza.
Un rombo mi distrasse dalla folla e dalla eccitata bionda. Era chiaro come il mare che le urla, le sue e quelle di tutti gli altri, erano per Noah.
Lo vidi sorridere alla sua ragazza e varcare l'arco di ferro, in sella alla sua bestia e con il casco attaccato al braccio.
Mentre il fuoco continuava a bruciare, lanciando fiumi di calore, le porte della prima gabbia si chiusero.
Il DJ continuava a parlare, ma frastornata da tutto quello che vedevo, non riuscivo a seguirlo.
«MIRROR?» Sentii urlare da Celine, un po' perplessa, verso David.
«Non vuole far sapere il suo cognome e nome, quindi ha scelto diversamente.» tagliò corto David, tornando a guardare l'enorme prigione.
«Gente! Sapete bene le regole. Non potete avvicinarvi alla gabbia, non potete entrare. Potete solo assistere. Sono stati installati bocchettoni di aria fredda in modo che il caldo non si propaghi oltre il ferro. Quindi mi raccomando, mantenete comunque le distanze. Altrimenti fuori dai coglioni. Non c'è spazio per deboli di cuore.»
Ci facemmo più vicine, loro incuriosite da quella banda di squilibrati, io con il pilota automatico per paura di perderle.
«La gara consiste in resistenza, prestazione e tempi. Il fuoco è un'arma letale, le temperature schizzano alle stelle, rendendo caldo e infuocato tutto ciò che lo circonda. Soltanto chi porterà a termine tutta la sfida vincerà. E quindi... Che vinca il migliore, teste di cazzo!»
Non persi di vista Noah per nessun motivo. A cavallo della sua moto, continuava ad aggiustarsi i guantoni. Una tuta nera con bande blu neon gli fasciava il corpo. Era rilassato, concentrato e metodico.
Continuava a infilar bene i guanti, sistemando ogni dito stretto nella propria fessura, seguendo sempre lo stesso metodo per entrambe le mani.
Trinse e aprì due volte per vedere se tutto era a posto e prese il casco che aveva poggiato sul serbatoio.
Una due ruote rossa fiammante si accostò a lui.
Il casco dello stesso colore gli copriva l'intero viso, ma si avvicinò lo stesso al biondo come se volesse confidargli il suo segreto più intimo.
Tra loro passò una strana energia, che indusse Noah a guardare verso di noi, ma soprattutto verso di me.
In un nanosecondo, volevo essere da tutte le parti tranne che qui.
Mi sentivo come un granello di sabbia portato via dal vento.
Insicura, debole e dispersa.
Vidi Noah stringere un pugno sul serbatoio, distogliere lo sguardo e nello stesso istante la macchia rossa del pilota dietro Noah scomparire.
Il mio istinto seguì il ragazzo color rubino e lo vidi parlare con uno degli scagnozzi di Lux, indicandomi con la mano fasciata dal guanto.
No, no, no, ti prego Dio, fa che non stia indicando me.
Cominciai a vedere lo scagnozzo acconsentire con la testa.
Brutto segno.
Lo vidi alzare lo sguardo dietro di me e fare cenno a qualcuno.
Ero in trappola.
Vidi il pilota in rosso indicarmi e di conseguenza mi indicai.
«Io?»
Fece segno di sì con il casco e mi salutò con il saluto militare, per poi riaccendere il motore e tornare al suo posto.
Cazzo.
Non sapevo dove guardare, avevo occhi puntati addosso.
Mi sentivo piccola, ancor più piccola di quello che ero.
«Tu!»
Sentii due braccia forti stringermi una spalla.
Mi girai di scatto terrorizzata e un omone alto e grosso, come una montagna, mi guardava con sguardo asettico.
«Io?»
«Vieni con me, ragazzina!»
Ecco qua, volevano farmi allo spiedo.
Era logica la cosa, sarei morta senza vivere veramente.
«Ehi, giù le mani! Lascia stare mia sorella.»
Sentii i ragazzi imprecare e le gemelle prendere a pugni l'omaccione.
«Ragazze, è stata scelta, non può rifiutarsi», disse David.
«Scelta?»
L'omone mi diete uno scossone e cominciai a camminare accompagnata da lui, come se dovessi recarmi a scuola e non volessi andare.
«Bella gente! La ragazza è stata scelta... e voi sapete benissimo cosa succederà adesso.» Continuai a sentire il DJ parlare di me in terza persona come se fossi un pacco postale.«Il pilota che vincerà avrà un premio dalla bella mora, ma dovranno raggiungerla.»
«Ma che cazzo sta dicendo. Ehi tu! Riportala qui subito, razza di decerebrato.»
Mentre camminavo, sentii Crystal urlare verso di noi e mi scappò un sorrisino, nonostante l'ansia e la paura erano mie migliori amiche in quel momento.
Chi è colui che parla ancora così? Decerebrato? Non lo sentivo da decenni!
Lei. Solo lei.
Avvolta nei miei pensieri, continuavo a camminare verso un lungo tunnel e mi accorsi che la musica assordante di prima non c'era più.
Non mi ero nemmeno resa conto che avevano sorpassato tutti e tutto per finire qui.
«Cosa ci faccio qui? Posso sapere chi siete?»
«Non ti interessa, resta qui e non ti muovere.» Disse un altro ragazzo totalmente vestito di nero come un bodyguard e con uno sguardo terrificante.
Continuai a farmi piccola e ad ammutolirmi. Non so che cosa ci facessi in quella stanza, ma speravo che qualcuno mi salvasse.
#SpazioAutrice!
Ciao cari lettori,
mi fa piacere avervi qui, nonostante le pubblicazioni altalenanti.
I capitoli ci sono, ma è il tempo per revisionare che non c'è.
Spero che la storia vi stia piacendo.
La situazione è un gran casino, ma Felicity verrà messa in mezzo a qualcosa di grande e capirete anche il motivo per cui Noah non la volesse lì.
Spero di vedervi ancora tra le visualizzazioni e i commenti, ma anche solo nelle stelline.
Vi penso e vi abbraccio.
Ma soprattutto vi ringrazio per aver portato Destiny così in alto.
Bacioni
BluEvelyn 💙
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