Capitolo 22

E' notte fonda e credo di non aver mai dormito cosi bene in vita mia...il letto é cosi soffice e caldo che mi sento a casa, ma non casa quella del quartiere, un'altra che non so...anche se devo ammettere che mi manca la mia camera e tutti i miei svaghi.

Le coperte sono talmente calde che mi sembra di essere stesa sotto il sole...sono davvero calde.

Il sole si alza in cielo e dalle mia finestre iniziano ad entrare i primi raggi...e ovviamente  che faccio io....mi giro dalla parte opposta...

-No...non voglio alzarmi- dico coprendomi totalmente con le coperte...

Dopo un po, non sapendo che orario sia, sento bussare alla porta.

Purtroppo sono costretta ad alzarmi anche se ne farei a meno.

Mi alzo da quel morbido letto che sembra fatto di nuvole, mi metto il mantello e mi dirigo verso la porta.

Appena la apro vedo Mark, Jessy e Jeson d'avanti a me,

-Allora? Sei pronta?- mi chiede Jeson,

-Pronta per cosa?- chiedo un po confusa e stordita per il sonno,

-Credevo che Mark ti avesse detto che oggi andiamo agli studio di Hollywood...- mi risponde rivolgendo lo sguardo verso il figlio,

-O si certo me lo ha detto...- dico stropicciandomi gli occhi,

-Se non volete aspettarmi andate pure...io vi raggiungo dopo- dico guardando Jeson,

-Ma no, figurati, ti aspettiamo al piano terra d'avanti alla reception- dice Jeson,

-Okay, allora tra un minuto scendo- rispondo

-Fai pure con calma- a quel punto, dopo la ormai classica occhiataccia da parte di Jessy, Jeson si dirige verso l'ascensore seguito da Jessy e Mark.

Io rientro in camera e mi sistemo, mi pettino, mi do una bella lavata al viso, mi sistemo il mantello, prendo la borsa ed esco.

Scendo con l'ascensore fino a piano terra dove mi aspettano gli altri,

-Wow che velocità- dice Jeson,

-Non volevo farvi aspettare troppo- dico sorridendo, a quel punto arriva la limousine che ci porta fino agli studios di Hollywood.

Impieghiamo circa dieci minuti prima di arrivare e durante il tragitto sto tutto il momento a guardare fuori dal finestrino, ci sono un sacco di negozi, l'HardRockCaffé e lo StarBugs,

-Sentite, em...che ne dite di tornare a piedi dopo? Tanto per vedere qualche negozio...- chiedo guardando Mark e Jessy,

-Ora finalmente parli la mia lingua, si mi andrebbe proprio di comprare qualche prodotto cosmetico- mi risponde Jessy guardandosi allo specchietto che si é portata dietro,

-I trucchi li trovi ovunque e poi scusa quale lingua credi che abbia parlato fino ad ora...giamaicano?- dico facendo ridere Jeson,

-Sei simpatica ragazza, mi piaci, e sei anche molto sveglia...- mi dice guardandomi,

-Grazie- rispondo.

Arriviamo agli studios e io non posso ancora credere di esserci anche se ho una strana sensazione...mi sembra di esser osservata...

Non faccio caso alle mie strane sensazioni ed entro insieme a Jeson e gli altri.

L'entrata é spettacolare, all'esterno ci sono tutte persone in costume dei film più famosi, erano un po inquietanti...

Entriamo e un duomo si avvicina velocemente a Jeson,

-Signor Jeson, che piacere vederla...em...avremo un piccolo problema tecnico, le dispiace aspettare qualche minuto fiori?- chiede questo a Jeson,

-Che tipo di problema?- chiedo attirando l'attenzione praticamente di tutti,

-Bé é complicato e di certo non vengo a dirlo a una ragazzina...-

-Signor Seseman, lavora in questi studi ormai da una vita, sposato, tre figli e gestisce non solo tutto l'impianto degli studios di tutta Hollywood, ma gestisce anche il set cinematografico ed é anche vice-direttore- dico concludendo.

Come previsto Seseman non dice una parola, rimane a bocca aperta a guardarmi come del resto Mark, Jeson e Jessy.

-Entra pure- é l'unica cosa che dice conducendomi dentro la zona chiusa col nastro giallo della polizia.

-Furto- dico guardando il piedistallo d'avanti a me con i vetri per terra,

-Già, i ladri sono entrati e...-

-Niente- dico interrompendolo,

-Come scusa?- mi chiede,

-Due ladri per l'esattezza, ma non sono entrati per rubare, ho visto il telegiornale ieri e ho notato che avevate annunciato che all'interno di questo piedistallo non c'era nulla, insomma non era destinato ancora a nessun oggetto...- dico chinandomi sui vetri rotti,

-Esatto, il piedistallo aveva dato segni di cedimento dopo la fabbricazzione, cosi avevamo pensato di metterlo al centro della stanza e di tenerlo in piedi tenendolo leggermente sospeso con ganci attaccati al soffitto- mi spiega Seseman,

-Anche se lo aveste sostenuto con dei ganci non sarebbe servito a nulla, insomma, sarebbe stato troppo ingombrante. Quello che non capisco é, perche rompere un vetro se all'interno non c'è niente da rubare? Insomma se io fossi stato un ladro avrei puntato più su altre aule degli studios, magari quelle contenenti oggetti di valore e originali.- dico dando una rapida occhiata al soffitto e guardandomi attorno,

-Hai ragione, se fossi stato un ladro avrei fatto la stessa cosa che hai appena detto, e allora perche rompere un piedistallo che non contiene nulla al duo interno?- mi chiede Mark all'esterno del nastro giallo, io non dico nulla, non capisco, cosa vogliono?, per quale ragione hanno fatto questo gesto,

-Sicurezza!- dico alzandomi da terra, in pochi secondi un addetto alla sicurezza si avvicina a me,

-Ha bisogno di qualcosa?- mi chiede,

-Si, ho visto che ci sono delle telecamere piazzate ad ogni angolo della stanza, e tutte puntano verso il centro, é possibile dare un'occhiata veloce?- chiedo puntando tutte le telecamere presenti nella stanza,

-Certo, mi segua prego- mi risponde l'addetto alla sicurezza.

L'addetto mi accompagna fino alla stanza delle telecamere, all'interno ci saranno una ventina di monitor...

-Da qui controlliamo tutto l'impianto di sicurezza- mi dice,

-Certo, é possibile vedere tutti i nastri?- chiedo,

-Ma certo- l'uomo si avvicina ai computer e mi mostra tutti i nastri...

-E' strano molto strano, molto strano...- dico appoggiando le mani sulla scrivania,

-Già non capiamo cosa abbiano fatto- mi spiega l'uomo,

-Io forse si- dico avvicinandomi ai monitor, tutti tacciono, nessuno dice una parola,

-Un messaggio- sussurro,

-Cosa?- chiede la sicurezza accanto a me, non dico una parola e con uno scatto corro dirigendomi verso la stanza, ora tutto a senso...

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