Capitolo 19

Siamo in macchina, diretti a Los Angeles, non posso credere che io Lily del quartiere dei potenziati, che nessuno sa della sua esistenza, sto andando a Los Angeles, a Hollywood.

Sono seduta vicino al finestrino appoggiata con la mano sul bordo del finestrino, da quando siamo partiti Mark e Jessy non si sono mai chetati un solo momento, lei é cosi fastidiosa, la sua voce stridula mi fa saltare i nervi...c'è stato un momento dove mi stava per venire il mal di testa.

Passano le prime due ore, per arrivare a Los Angeles con la macchina ci vorranno...5 ore...credo...

Il paesaggio é uno spettacolo, tanto che prendo il blocco, che ho fatto apparire senza farmi vedere, nella borsa che mi sono portata dietro, cioé, me l'ha prestata la nonna di Mark, e mi metto a disegnare.

La limousine si Mark ha dentro di tutto sono quelle classiche limousine da super ricconi.

Passa una buona mezz'ora, e ho fatto due disegni, nessuno mi distrae e riesco a concentrarmi, nel primo disegni ho rappresentato il centro di New York, con schermi ad alta definizione, macchine per la strada, persone ecc..., nel secondo invece ho rappresentato New York da fuori città.

Improvvisamente una mano afferra il mio blocco e me lo strappa di mano,

-Hey!- dico subito girandomi, Jessy é li che sta sfogliando il blocco,

-Chi ti ha dato il permesso di prenderlo?- dico riprendendomelo,

-Nessuno- mi risponde credendosi superiore a me,

- Non ne avevo dubbi...- rispondo chiudendolo e posandolo sulle mie gambe.

Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi prendo il cappuccio del mantello e me lo metto appoggiandomi con la testa sul finestrino,

-Ti togli quel mantello per favore? Mi dai sui nervi...-

-Ma che problema hai? Chi ti ha interpellato? Che vuoi da me? Da quando sono arrivata non fai altro che starmi a d'osso...- dico alzando la voce, toglie tomi il cappuccio e rivolgendomi verso Jessy,

-Il mio problema sei tu!- mi dice lei,

-...Come scusa?-

-Da quando sei arrivata il MIO Mark non ha fatto altro che passare tutto il tempo con te...-

-Ma che centra, io a quest'ora non dovevo nemmeno essere su quest'auto ma altrove.- rispondo mentre Mark si intromette separandoci,

-Andiamo ragazze ora basta! Jessy se non fosse stato per lei mia nonna sarebbe finita sotto una macchina...e poi nessuno mi vieta di fare nuove conoscenze.- dice Mark rivolgendosi a Jessy,

-Si ma ieri non mi hai Mao chiamato- risponde lei,

-Me lo sono dimenticato, ti ho già detto che mi dispiace!- risponde Mark,

-Che c'è Jessy astinenza dal proprio ragazzo?- dico io facendo un piccolo sorrisetto maligno,

-Hey bella tu sta zitta non ti intromettere-

-Io mi intrometto?-

-Si tu e...- Jessy viene interrotta da Mark che gli tappa la bocca con una mano,

-Ora basta- io mi giro di nuovo verso il finestrino e mo rimetto il cappuccio.

Mark e Jessy parlano e discutono per una buona ora e io ascolto ogni singola parola, mi verrebbe da rispondergli ma non ne vale veramente la pena...

Dopo qualche minuto mi crollano gli occhi, ho un sonno da paura, nelle prime ore di viaggio ho pensato e ripensato al discorso che ci siamo fatto io, Vector e Mary, dopo pochi minuti mi sistemo il mantello e mi addormento.

Sento qualcuno che mi scuote e sono costretta ad svegliarmi, Mark é d'avanti a me intento ad svegliarmi mentre Jessy é dietro di lui che lo sorveglia come un avvoltoio,

-Coraggio svegliati. Siamo arrivati- mi dice Mark allontanandosi leggermente,

-Davvero?- rispondo io stropicciandomi gli occhi.

Mi alzo, mi sistemo il mantello ed esco dalla macchina.

Appena esco rimango a bocca aperta, Los Angeles é stupenda, ci siamo fermati proprio d'avanti all' Hollywood Boulevard, é semplicemente fantastico, quasi provo pena per Vector e Mary che hanno rifiutato la mia proposta di venire a Hollywood, Los Angeles.

-E' UNA COSA FANTASTICA!- dico continuando a guardarmi a torno,

-Andiamo non dirmi che non hai mai visto Los Angeles?- quella sbruffona di Jessy inizia a tormentarmi,

-Senti bellezza non ho voglia di rincominciare a discutere, tanto con te é solo fiato sprecato- lei non dice una parola sta li a guardarmi male ma io non la degno di uno sguardo.

Siamo a Hollywood negli stend dive girano i film, cioé é tutti un set cinematografico, case e strade sono finte ma sono fatte talmente bene che sembrano vere, fa veramente impressione camminarci sopra.

Arriviamo all'Hotel che Jeson aveva prenotato qualche giorno fa, ovviamente quando io non c'ero ancora.

L'Hotel é fantastico, cinque stelle, ha praticamente tutto.

Ci avviciniamo alla reception,

-Signor Williams, ben venuto, le camere che ha prenotato sono pronte- dice la ragazza la receptionist,

-Grazie mille, sente non avrebbe una camera in più, c'è una persona in più- dice Jeson mentre si fa dare le chiavi delle stanze,

-Ne abbiamo una singola a disposizione, é una delle migliori- spiega la ragazza porgendo a Jeson la chiave,

-Per te va bene?- mi chiede Jeson porgendomi la chiave,

-Si certo...grazie- rispondo io sorridendo,

-La prego di seguirmi allora- mi dice la ragazza guardandomi.

Seguo la receptionist fino all'ascensore, nel frattempo noto che Jessy mi guarda soddisfatta mentre Jeson e Mark non intenti a seguire un altro receptionist, ma quali problemi affliggono quella ragazza?

Sono nell'ascensore e la ragazza della reception non mi degna di uno sguardo,

-Allora...em...a che piano si trova a mia stanza?- chiedo cercando di non essere tanto scortese,

-All'ultimo piano- mi risponde la ragazza sempre non guardandomi,

-E Jeson e gli altri?- chiedo guardando verso terra,

-Al penultimo, al Signor Williams piacciono molto i servizi che offrono al penultimo piano- mi spiega,

-In che senso?-

-Vedi signorina ogni piano del nostro hotel offrono dei servizi speciali, più in alto si va e più i servizi aumentano di qualità-

-E come mai Jeson preferisce quelli del penultimo piano? Insomma se fissi stata in lui avrei preferito quelli di classe.-

-Sei una ragazzina molto perspicace, nessuno sa il motivo, molti sostengono che al penultimo piano abbia incontrato la sua donna perfetta, ricordo perfettamente che si sposarono sulle spiagge private che abbiamo-

-E adesso lei dov'é?-

-La donna purtroppo é deceduta quando a partorito il primo e unico figlio-

-Accidenti mi dispiace-

-So che ieri hai salvato la madre di Jeson...-

-Esatto, ... Wow le notizie qui volano- esclamo sorridendo,

-Già, forse é per questo che il Signor Williams ha accettato di darti la nostra stanza migliore-

L'ascensore si apre e seguo la ragazza fino ad una grande porta in numero che c'è inciso anche sulla chiave, apro la porta e mi sembra di vivere un sogno, la stanza é enorme e c'è praticamente tutto, dalla vasca idromassaggio alla piscina nella terrazza, accessibile da una porta a vetro.

-Wow- é l'unica parola che dico,

-E' davvero per me?- chiedo, ma la ragazza non mi risponde,

-Spero che la stanza sia di suo gradimento, in questo piano si trova solo questa stanza e può usufruire di tutti i trattamenti di benessere presenti in questo piano-

-Certo e grazie per le informazioni, a e senta se per caso incontra Jeson tornando indietro le dica grazie da parte mia- dico entrando nella stanza,

-Certo signorina, per qualsiasi cosa saremo a sua disposizione, richiesta del Sogno Williams- poi la ragazza si gira e si dirige vero le scale,

-Grazie ancora- dico, poi metto il cartello “non disturbate" alla porta (per sicurezza) e chiuso la porta.

DIAMO IL VIA ALLO SBALLO!

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