Parte 9 sorpresa...
Dopo la sfuriata di Alice, mi ritrovo tra le braccia Desi e Pat, un abbraccio che vale mille parole, loro i miei amici di sempre. Facciamo colazione insieme e poi scappo a casa, apro la porta e seduto al tavolo della cucina trovo Carlo, il papà di Alice e mia mamma, il terrore mi gela le vene, <avranno scoperto tutto?>penso <no, non credo non che sarebbero così tranquilli>
"Tesoro dobbiamo parlare, siediti prendi il caffè" mi porge la tazzina e noto che a mia mamma gli tremano le mani, <che succede? perchè sarà così nervosa'> "dimmi"
"Stiamo aspettando anche Alice dopo di che parleremo" <Alice? merda, allora ci hanno scoperto, questa sarà la calma dopo la tempesta, aiutooo!>
Suona il campanello, e il mio cuore manca un battito. "Eccola" dice mia mamma tutta agitata, <ma che le prende?>
Carlo la saluta con un bacio, che lei ricambia con affetto, ma non guarda mai verso di me mentre tutti e quattro ci sediamo intorno al tavolo.
"beh ragazzi..." inizia Carlo "conosco Stefania da una vita, ma quest'anno ci siamo avvicinati molto...cavoli com'è difficile" ride nervosamente e continua " ci siamo innamorati e ieri sera ho chiesto a Stefania di sposarmi e lei ha detto di si, così ora chiediamo la vostra benedizione"
"io...io.." inizia Alice evidentemente turbata
"Su ragazzi che ne pensate?" dice mia mamma ancora nervosa
"Mamma sono felice per voi!! Congratulazioni Carlo! su Alice...!" la sprono a dire qualcosa è evidentemente sotto shoc. Io che la conosco bene lo vedo
"non ti preoccupare Alice abbiamo deciso di sposarci in comune, niente di grande non vogliamo rubarti il tuo momento.. un'altra cosa ragazzi vogliamo voi come testimoni!" aggiunge mia mamma ormai entusiasta. "purtroppo tua sorella, non può venire, ma andremo noi a Londra da lei, non appena Alice si sposerà ovviamente..."
Già Alice si sposa..."Poi..." aggiunge mia mamma " abbiamo trovato una casa abbastanza grande per tutti, così quando tornerete dall'università a trovare i vostri cari vecchi genitori avrete un posto tutto vostro" <e vai pure il trasloco> sto impazzendo troppe notizie, ma l'unica cosa che mi esce dalla bocca è "figooo!" visto cme mi guarda mia mamma gli dovevo una risposta altrettanto allegra, altrimenti avrei rovinato tutto. Alice si limita ad abbracciare il padre e mia mamma prende la borsa ed esce.
Trascorrono i giorni, tra gli esami di maturità, i preparativi per l'eminente matrimonio di mia mamma e ovviamente il trasloco di Alice nemmeno l'ombra. Non la beccavo mai, tra la sofferenza della perdita di Alice, ancora una volta, prendo una decisione radicale, mi trasferirò a Parigi con mio padre.
"mamma ti devo parlare" ci sediamo in cucina , amo questo posto è sempre accogliente. gli dico di Parigi, che ho già prenotato un biglietto aereo l'indomani del suo matrimonio. gli spiego che in Italia non ci sono vie d'uscite per me. che papà mi aveva già inserito nella sua azienda ed era felicissimo di ospitarmi e avermi accanto.
Lei è triste alla notizia e mi dice:" Antonello sei cresciuto e devi cominciare a volare da solo, ti lascio libero nel mondo...ma chiamami, la nuova casa ricordati che è anche tua potrai tornare quando vorrai" e gli scendono le lacrime " tanto ti verremo a trovare!" anch'io mi commuovo, come lei vuole sempre il mio bene, pero non posso dire a mia mamma che vado a Parigi per scappare, non so quanto ancora avrei sopportato a vivere senza Alice, di lì a poco sposa di un altro.
Sono angosciato, mi cresce l'ansia, l'unico modo per calmarmi è uscire e passeggiare sul belvedere che ha la nostra città, una terrazza che si affaccia sul mare, da dove posso scorgere le isole Tremiti. qui è stato sempre il mio rifugio, seduto su una panchina con lo sguardo all'orizzonte. La tachicardia latente, pensando a tutto quello che mi sta succedendo, il matrimonio, il trasloco, Parigi e Alice...
Da piccolo venivamo spesso con Alice su questa panchina, sua mamma portava con se una scatoletta di biscotti per fare merenda lì davanti a quello spettacolo che è il mare. <respira Antonello, dentro e fuori l'aria, respira> ricordo che dopo facevamo la salita e andavamo alla villa, un parco enorme, pieno di alberi e giochi, con una fontana in mezzo. Io e la mia Alice quando eravamo più grandicelli, ci nascondevamo dietro gli alberi a baciarci. C'era un albero in particolare, nascosto nel piccolo bosco dove avevamo inciso le nostre iniziali e avevamo suggellato il patto che non ci saremo mai lasciati, ovunque la vita ci conducesse. D'impulso mi alzo e comincio a correre tutta la salita del belvedere, entro nella villa cercando disperato quell'albero, lì nella parte più alta non lontana dai giochi, quello con le fronde appese dal magico profumo. L'ho trovato e ai suoi piedi, ecco Alice, seduta tutta rannicchiata con le amni sul suo viso.
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