Parte 22 viaggio
Amo viaggiare, la trepidazione del check - in, quando l'hostess ti guarda con aria di superiorità saettando lo sguardo dal documento alla tua faccia, avendo solo il bagaglio a mano si prende tempo con le domande assurde su chi mi abbia fatto la valigia e tante altre, che se fossi un terrorista te lo direi proprio che ho un coltello con me.
E'tremendamente assurdo,e perfino fastidioso le mani dell'hostess durante la perlustrazione del mio corpo, cercando in modo imbarazzante qualcosa che non troveranno mai.
Ho un sonno assurdo, di certo non ho dormito. Non mi sono preparato per niente a questo viaggio come faccio di solito. Infatti ho la sensazione di dimenticare qualcosa. La borsa preparata in fretta e furia di sicuro non aiuta, e nemmeno il fatto che mi sono precipitato in aeroporto. Sto aspettando che aprono il mio gate e ripenso alla nottata appena trascorsa, è incredibile che avevo tra le mani una donna fantastica come Natalie che piangeva per me. Una donna che mi supplicava di sradicare dai miei pensieri, di amare Alice. Per me è impossibile pensarlo. Alice da quando ho memoria è stata sempre presente nella mia vita, anche se per un periodo non lo è stata fisicamente ma nella mia mente sempre.
Nessuno capirà quanto io la possa amare, e nonostante la distanza questo sentimento cresce in me, a volte mi sfiora il pensiero di esserne ossessionato, ma passano gli anni e quando siamo uno di fronte all'altra, gli anni trascorsi separati, cercando in tutti i modi di dimenticarci sono spazzati via. Perchè il nostro amore è completo,siamo oltre l'amicizia, è un amore che mi consuma. Mi riempie di orgoglio amare una donna così brillante, che nella vita si sta facendo strada in modo esemplare. Di certo abbiamo tante cose di cui rimproverarci, non ne abbiamo mai parlato con il cuore in mano, ci sarà mai un attimo per guardarci negli occhi e parlarci apertamente,senza darci le colpe: io che scappo a Parigi, lei che si sposa, io che faccio di tutto per non rincontrarla, lei mi scivola tra le dita di nuovo per andare verso il suo futuro, lei sposa e madre <oddio non ci posso pensare>.
Chiamano il mio volo e salgo sull'aereo, appena poggio la testa sul sedile cado addormentato.
"dai Antonello, vieni! Non avere paura, ci sono io con te!" Alice a otto anni, sulla spiaggia, mi chiede di buttarmi in acqua senza paura, lei sempre bella con i capelli sciolti, quel Nero corvino che mi acceca a contatto con il sole. "non mi lasciare la mano Alice!" "scherzi? Io non ti lascerò mai. Te l'ho giurato, tu sarai il padre dei miei bambini" "mi sposerai Alice?" "certo che no! Io voglio essere libera, non c'è bisogno di sposarsi per avere figli!" "ma..ma come si fa?" "Antonello non lo so, ma di certo voglio figli da te, con gli occhi come i tuoi, hai il sole negli occhi, ti voglio bene!" "e io voglio che abbia i tuoi capelli...ti voglio bene anch'io" - Alice non andare...<Alice> mi sveglio di soprassalto e sulla linea aerea si diffondono le note di Antonello Venditti:
....C'è un diavoletto nel mio cuore,
c'è un'altro uomo chiuso dentro di me.
Lui si nasconde con il sole,
la notte grida che ha bisogno di te.
E quante notti sono ad aspettare,
e quante scuse per dire no,
e quanti inganni, quante tentazioni....
...Quando ritornerai...
Quando ritornerai...
Era solo un sogno, me lo ricordo, Alice sempre indipendente. Aveva sempre le idee chiare, era bella la mia Alice sempre determinata, e il blu dei suoi occhi fissi su di me, non abbassava mai lo sguardo, lei era una furia. Ti travolgeva coi suoi pensieri e i suoi modi di fare.Alice dove sei? Mi passo le mani sui capelli e mi stiracchio, e in un sospiro mi sfugge un <quanto mi manchi!> non lo voglio mai dire perchè lo rende reale.
Dopo l'atterraggio, mi precipito alla stazione di treni, e dopo un'ora sono arrivato a destinazione. Come sempre ad aspettare i passeggeri dei treni ci sono gli autobus, che ti portano al centro della città.
Osservo il panorama, che per essere Dicembre c'è un sole che spacca le montagne, infatti si intravedono sulla spiaggia della gente. Come sempre, è tradizione che se esce il sole la gente si precipita in spiaggia, anche se un giorno lavorativo e i più audaci fanno il bagno. L'aria è tiepida, si sta proprio bene, non c'è bisogno del cappotto, ma di sicuro la sera mi servirà quando scenderà l'umidità. Molta gente in giro, per gli acquisti, a correre per quelli che si vogliono mantenere in forma prima del periodo natalizio.
Alla mia fermata scendo, cammino verso la casa dei miei. Davanti alla loro porta, ora mi ricordo cosa ho dimenticato, le chiavi! Suono anche se mi rendo conto che è un po' presto, non ricevo risposta. Penso di aspettare non so proprio dove potrebbero essere, prendo il cell e vengo travolto, quasi cado a terra "ecchecazz..ragazzino attento!"un ragazzino con la tutta nera, il cappellino e gli occhiali con in mano un'I'Pod mi è addosso, alza le mani, mi spinge un po' indietro per reggersi, si leva il cappellino e cadono come cascata dei capelli corvino, lui muove la testa per sciogliergli, abbassa gli occhiali e un blu penetrante mi fissano "mi...mi dispiace"
Non riesco a credere ai miei occhi, dallo stupore, mi sento mancare e mi appoggio al muretto.
"tutto ok?" si avvicina posa una mano sul mio braccio e mi tolgo gli occhiali anch'io.
"Ah,Antonello!" e si mette una mano sulla bocca e ora sembra lei che sta per svenire, ma l'afferro al volo e la stringo forte a me.
Con il suo viso nel mio petto e la mia testa tra i suoi capelli, la stringo forte "Alice mi sei mancata"
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