Parte 16 alta marea
"Tu sei dentro di me come l'alta marea
che scompare e riappare portandoti via
Sei il mistero profondo, la passione, l'idea
sei l'immensa paura che tu non sia mia."
Risuona nella sala mentre entro dalla parte della dependance, e Alice dalla porta principale. Ancora una volta Venditti dava parole al mio pensiero.
Al centro del salotto mia madre e Carlo con C.J. in mezzo a loro due a ballare questa canzone, e mia madre più stonata che mai a cantarla a squarcia gola.
"oh ragazzi unitevi a noi...Ah Alice, Mark é stato chiamato dal lavoro ed é dovuto ripartire per Milano. Ti ha cercata al cellulare ma lo avevi lasciato qui..."
"dai mammina balla con Antonello"
Tu per me sei sempre l'unica
straordinaria, normalissima
vicina e irraggiungibile, inafferrabile, incomprensibile
Ma amici mai
per chi si cerca come noi
non e' possibile
odiarsi mai per chi si ama come noi stiamo
sarebbe inutile
Risuona nella stanza mentre ci avviciniamo, poso le mani sui suoi fianchi e lei posa le sue sul mio collo e piega la testa. Ha un luccichio negli occhi, le nostre labbra sono così vicine. Che devo chiamare in raccolta tutto il mio autocontrollo per non baciarla.
lei biascica un " mi dispiace".... Io a bassa voce" lo sai che non riesco ad odiarti" lo so sono un coglione quando sono con lei, il mio cervello va in pappa, perché l'amo più della mia stessa vita. Le accarezzo i capelli lunghi, é cosi frustrante non essere libero di accarezzarla come vorrei, di baciarla senza destare sospetti. Non credo di essere bravo a nascondere i miei sentimenti per lei perché mi sento tirare dai boxer, mi abbasso e con una vocina piena di tenerezza C.J dice " hai fatto pace con la mammina! Anche tu ami la mia mammina. Vorrei te come papà" mi prende il panico " C.J ma che dici? Mark é un bravo papà. Non lo dire più!" Sono così confuso, e arrabbiato con me stesso per aver risposto così ad un bambino che me ne vado.
Esco dalla casa, ho un attacco di panico, respiro affannosamente come se avesse corso non so quanti kilometri, non riesco a reggermi che devo appoggiare le mani alle ginocchia <respira Antonello, dai dentro e fuori, Antonello respira> guardo verso la porta, mamma non si é accorta di niente, infatti dal patio scorgo un po' di salone. Da quello che riesco a vedere lei continua a ballare, i suoi occhi se fosse un fumetto uscirebbero tanti cuoricini. Alice balla con C.J, ma percepisco che ha lo sguardo lontano, lei come me ci sta pensando. Sta pensando a noi, forse il mio atteggiamento é passato inosservato a mia mamma ma non a lei, che mi conosce meglio di chiunque altro.
Esco, non riesco a respirare quindi l'unico posto dove mi posso sentire bene é il belvedere. Mi siedo sulla mia solita panchina <quanto mi é mancato questo posto a Parigi , la Senna non è la stessa cosa>
Quando rientro é tardi, le luci sono spente nella casa di mia mamma e Carlo. Un po' calmo di come ne sono uscito, decido di farmi una doccia. Esco dal bagno con un asciugamano in vita. Mi sdraio sul letto e accendo la TV. Mi sento depresso <é niente> sono le parole che mi girano in testa.
La porta si apre e davanti a me nella stanza illuminata solo dalla luce che emana la tv si materializza Alice con un vestitino che lascia poco all'immigrazione
"Alice che fai?"
"shh" dice con un dito sulla labbra. Si avvicina come una pantera che sta per circuire la sua preda, tira giú una bretellina e poi l'altra e fa scivolare il suo vestitino a terra, mentre avanza piano e decisa. Ai piedi del mio letto e sale a carponi, é cosi sensuale e sexy posa le sue labbra carnose sui miei piedi e va salendo lasciando una scia di baci bollenti sulla mia pelle, ogni bacio é accompagnato da un " mi dispiace", "tu sei mio", "io sono tua", "ti amo" . Prende le mie mani e le porta sulla mia testa, é a cavalcioni su di me, e lentamente mi faccio strada dentro di lei, ogni affondo é una fetta di paradiso, lei tiene il ritmo, lentamente crudele, i suoi seni ondeggiano sul mio viso, sono sodi e grandi e io amo ogni centimetro di lei. Come potrebbe essere altrimenti? La sento, il suo respiro comincia ad essere più affannoso e la vedo davanti a me che sta arrivando alla pura gioia che può comportare la fine dell'atto. <guardami Alice> penso lei spalanca gli occhi e sul suo volto si disegna un sorriso così libero, e urla il mio nome, al vederla così persa nei suoi sentimenti vengo anch'io. Esausta poggia la testa nell'incavo del mio collo mentre i nostri respiri si calmano. Alza lo sguardo su di me e un sorriso grandissimo ha sulle sue labbra rosee. Mi bacia, piccoli baci su tutto il mio viso.
" Perdonami, Antonello!" E mi bacia " non volevo dire quello che ho detto sulla spiaggia" un altro bacio" mi dispiace"
Non riesco a dire niente. Me ne sto zitto mentre accarezzo la sua schiena nuda, ho le palpebre pesanti e cado addormentato.
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Come avete capito amo Venditti, spero che vi stia piacendo. grazie a chi mi legge!!
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