52- 5 anni dopo
Tornare in Abruzzo, ogni anno, per le feste comandate, è sempre una tortura, spero sempre che ci sia Antonello ma lui non c'è mai. Girare per la casa di Stefania e papà è un tormento, appena entri c'è un corridoio dove Stefania ha appeso tutte le nostre foto. Un promemoria del passato, è straziante rivedere foto di mia mamma da piccola e di Antonello nei suoi viaggi, pensare che il nostro desiderio da piccoli era viaggiare per poi tornare qui e aprire un agriturismo. Non potremmo mai realizzare i nostri sogni, insieme almeno, perché tu li stai realizzando senza di me. Mi fa male il pensiero che mi abbia lasciato andare.
Mi sono appena laureata, Stefania ha insistito che dovevamo scendere prima che la vita lavorativa vera e propria prendesse tutto il nostro tempo. Lo stress del periodo di preparazione della tesi, mi aveva portato ad esagerare con il cibo, ero ingrassata, Mark lo puntualizzava a mo' di scherzo ogni volta e non facevamo che litigare. Mi sentivo un po' in colpa per C.J. nostro figlio. Decisione di Mark di chiamarlo come mio padre, Carlo. Io per renderlo più simpatico lo chiamavo al modo inglese C.J. intelligente bambino, aveva preso il colore dei miei occhi ed è biondo come...Mark. Chiacchiera tantissimo come il padre, ma gli dedico poco tempo. Desi mi rimprovera ogni volta sul fatto che non conosco i suoi gusti e quando fa i capricci vado nel panico e chiamo Mark che conosce il modo per tranquillizzarlo.
"Una mamma lo sa, lo sente" mi ripete spesso. Io ci provo raramente ma l'istinto non mi appartiene. Lori, la mia amica di Milano, è diventata la migliore amica di C.J. spesso si propone per portarlo al parco dove li raggiunge Mark non appena torna dall'ufficio. Ma io non mi piace perdere così il mio tempo, preferisco stare nel laboratorio, con i miei appunti. Dora mi ha proposto di fare domanda per la specializzazione che si svolge in Australia e poi se rientro tra le migliori del corso si prevede di seguire un tirocinio presso un gruppo di ricerca a Tokio. Mark non è stato felice dell'idea di sua mamma. Il suo desiderio era che io rimanessi dopo la laurea a Milano a gestire il laboratorio che mi ha intestato la madre. Dora per questioni burocratiche che non ho capito, mi ha intestato il suo laboratorio analisi. Lei mi aiuta tanto in questo lo ammetto, avere una suocera nel campo scientifico apre molte porte. Lo so, per dove voglio arrivare io professionalmente, tolgo molto alla mia famiglia. Per questo abbiamo accettato di partire per l'estate in Abruzzo a casa di papà e Stefania.
Mark ha insistito che dobbiamo almeno provarci ad essere una famiglia, se la domanda viene accettata dovrò stare 5 anni fuori. Ne abbiamo parlato e per le feste mi raggiungeranno. Quindi questo viaggio sarà per ritrovarci.
Abbiamo preso il treno, perché anche se abbiamo deciso di provare a stare insieme, è un trauma, almeno per me viaggiare in macchina con un bambino che canta tutto il tempo e il padre che lo segue a ruota libera. Il bambino si è distratto con il panorama che è spettacolare, il mare adriatico, con i trabocchi, e dall'altra parte la Maiella, tutto molto pittoresco.
Stefania ci sistema nella solita matrimoniale con bagno privato, e C.J. ha una camera tutta per sé. A cosa gli serva non lo so visto che dorme sempre con Mark.
Attraversare quel corridoio prima o poi sarà la mia morte, le lacrime mi scendono ogni volta che ci passo, per dissimulare faccio finta di piangere davanti al quadro di mamma. C.J. mi tira dai pantaloncini.
"Mamma quando ho fatto questa foto?"
"Quello non sei tu tesoro, quello è mio figlio Antonello, ma aveva la tua età in questa foto" dice Stefania sorridendo
"Mamma, mamma c'è un uomo strano alla porta" C.J. che non sta mai fermo, da tirarmi i pantaloncini era già corso alla finestra dell'ingresso forse attirato da qualche ombra.
Mentre mi sto muovendo in direzione della porta per vedere di cosa sta parlando C.J. suonano. Apro senza pensarci di vedere prima chi è.
"SI?" Antonello non ci posso credere, rimango a fissarlo invece di farlo entrare
"Oddio, Alice sei tu?"
"Antonello caro...." lo stringo a me e mi sento già a casa.
"Mi sei manc...."
"Mamma chi è?" questo momento idilliaco, viene interrotto dalla cruda realtà
"Antonello ben tornato" La voce di Mark, tuona dietro di me. Ne seguono battute, vuole fare il simpaticone Mark. Ho la sensazione che voglia marcare il territorio, odio questo suo atteggiamento. Sarà una lunga estate
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