Capitolo 9

La mattina inizia con la quiete della nostra routine condivisa, un momento che ha ormai il sapore familiare e confortevole delle cose semplici. Ci svegliamo piano, lasciando che il silenzio della casa ci avvolga, e ci muoviamo in sincronia, senza bisogno di troppe parole. Lui si alza per primo e, con gesti misurati, va in cucina e inizia a preparare il caffè. Il rumore dell'acqua che bolle e l'aroma che inizia a diffondersi nella stanza mi danno una sensazione di benessere, come se quei piccoli dettagli rendessero la mattina più luminosa.

Io intanto prendo il latte dal frigo, lo verso in un pentolino e lo riscaldo piano, mescolandolo per non farlo bruciare. Le nostre mani lavorano vicine, con una naturalezza che non avrei mai pensato di poter trovare in questa quotidianità condivisa. C'è un'intesa che si percepisce nei piccoli gesti: nel modo in cui io gli passo la zuccheriera senza bisogno che lo chieda, o nel sorriso che mi regala mentre prendo le tazze e le sistemo una accanto all'altra sul tavolo.

Ogni cosa, per quanto piccola, ha un ritmo e un significato speciale. È come se queste mattine, scandite dai nostri piccoli rituali, fossero un modo per dirci che ci saremo sempre l'uno per l'altra, anche nei gesti più semplici. In quei momenti mi sento protetta, serena, come se quel caffè e quel latte fumante fossero il nostro modo di fermare il tempo, di renderlo solo nostro.

Ci sediamo l'uno di fronte all'altra, scambiandoci sguardi complici, mentre il silenzio continua ad avvolgere la casa. È una quiete che non rompe il nostro dialogo silenzioso, fatto di sorrisi e piccoli cenni. Ogni sorso è un modo per assaporare la tranquillità, e sento che questo momento, per quanto ordinario, è un dono prezioso. Ogni mattina condivisa, ogni caffè versato, ogni attimo così semplice ma perfetto, sono l'essenza della nostra felicità, una promessa silenziosa di continuità.

Mentre lui mi porge la tazza, solleva un sopracciglio.

"Che facciamo oggi, professoressa?" scherza, sapendo che passerò la mattina sui libri.

"Cerchiamo di sopravvivere," rispondo ridendo e prendendo un sorso di caffè. "E tu, signor lavoratore?"

Lui sorride, sollevando la sua tazza in un brindisi. "Sopravviviamo insieme." ridiamo

Dopo aver finito, mi preparo a immergermi nello studio mentre lui si sistema con il portatile sul divano e si mette le cuffie e io prendo i libri e il computer appoggiandoli sul tavolo e mi siedo. Iniziamo la mattinata...

Ogni tanto alzo lo sguardo e lo vedo concentrato, intento a scorrere le dita sulla tastiera, ma appena lo guardo troppo a lungo, sorride come se avesse sentito i miei occhi su di lui.

"Studia... poi ti lamenti che non hai avuto tempo di farlo" mi ammonisce bonariamente, nascondendo un sorriso divertito.

"Mi distrai tu," rispondo, cercando di ritornare sui miei appunti, ma sento il calore del suo sguardo su di me, e sorrido.

La mattina vola in questo modo, tra pagine di libri e fogli di lavoro sul suo computer. Sto studiando per avanzare al livello successivo come insegnante di danza, un obiettivo che mi appassiona e richiede tutta la mia concentrazione. Alberto ogni tanto si interrompe per lanciarmi uno sguardo o farmi una domanda distratta, come per verificare che io sia ancora lì.

"Quindi, come va la preparazione? Pensi che riuscirai a passare il test?" chiede, senza distogliere lo sguardo dal computer.

"Sto facendo del mio meglio," rispondo con un piccolo sorriso, cercando di mantenere la calma mentre penso a tutto ciò che dovrò dimostrare per ottenere la certificazione. "Devo fare pratica in più stili, e ho un programma piuttosto intenso."

Alberto annuisce, come sempre attento ai miei obiettivi. "Se hai bisogno di un modello per le dimostrazioni, io sono qua."

Rido, immaginandolo mentre tenta passi di danza. "Voglio vedere come te la cavi salsa e bachata. Preparati!"

"Per te... farò anche questo, non sarà difficile" risponde con un tono di sfida scherzoso, e lo vedo tornare a scrivere, anche se non riesce a trattenere un sorriso.

Mi sento grata di poter condividere i miei obiettivi e le mie ambizioni con lui, sapendo che mi supporta anche nei momenti di studio e preparazione.

Immersa nello studio, non mi accorgo che si sono fatte le 12.30. La quiete viene interrotta da una presenza dietro di me.

"Amore, che fai? Stacchi che pranziamo?" mi chiede sussurrando, con quella voce dolce che mi fa sorridere.

Mi stiracchio, guardando l'orologio e rendendomi conto di quanto tempo sia passato. "Va bene, hai ragione... oggi ho fatto anche molto," ammetto, sentendomi un po' stanca ma soddisfatta. Gli do un bacio veloce sulle labbra e poso i libri, mentre lui inizia a cucinare con quella sua grazia naturale.

Osservo Alberto mentre si muove in cucina, con i gesti decisi e sicuri. Mi piace vederlo così, intento a preparare qualcosa di buono. "Cosa stai preparando?" chiedo, curiosa.

"Un semplice risotto, ma prometto che metterò un tocco speciale," risponde con un sorriso complice, come se stesse per rivelarmi un segreto culinario.

Rido e lo incoraggio. "Non vedo l'ora di assaggiarlo! Speriamo sia all'altezza delle tue aspettative."

"Ne sarà valsa la pena, vedrai," dice, e mi piace sentire la sua fiducia. Mentre lui si concentra sulla cottura, io prendo un momento per respirare profondamente e riflettere su quanto sia bello condividere questi momenti insieme.

Quando il pomeriggio arriva, è tempo di un po' di ginnastica insieme. Stendiamo i tappetini sul pavimento del soggiorno e iniziamo la nostra sessione. Lui è molto più allenato di me e, da buon motivatore, non perde occasione per darmi qualche consiglio.

Dopo una serie di esercizi, arriva il turno degli squat, il mio nemico numero uno. Ne faccio qualcuno con fatica, ma Alberto si ferma, mi osserva e sorride: "Dai, ce la fai! Solo altri dieci! Anzi, fai altri venti come i miei!"

Lo guardo con un misto di incredulità e stanchezza. "Venti? Sei pazzo?" sbuffo, ormai senza fiato.

"E dai, principessa!" incalza, trattenendo a stento una risata. "Se vuoi ti faccio vedere come si fa!"

Alberto si mette a fare gli squat con una naturalezza disarmante, continuando a incitarmi. "Uno, due, tre... forza!"

"Facile per te!" ribatto, ridendo a mia volta. Provo a seguirlo, ma ogni squat sembra una salita infinita. Le gambe mi tremano e mi lascio cadere a terra, esausta, mentre lui continua imperterrito. Scoppiamo a ridere "Basta non fanno per me" mi stende la mano per rialzarmi

"proveremo domani" mi dice con ottimismo

"si si, certo" dico con tono sarcastico

La serata, poi, ci trova sul divano, ancora un po' acciaccati ma felici.

"che cosa vuoi fare?" mi chiede

"prendi mediaset" lui prende il telecomando e mette Mediaset Infinity

"ok, ora prendi amici" lui esegue "perfetto, ora prendi dove c'è scritto Edizione 19 scendi e premi edizione 18"

Mi alzo prendo una coperta e qualcosa da mangiare e bere, che gà ho preparato prima

"ma è la mia edizione" mi dice sorpreso

"posso conoscerti sotto quest'altro aspetto... prometto che ti amerò lo stesso" gli dico innamorata

"grazie" mi dice lui

Avvio il primo video che risale a 1 dicembre 2018... ovvero quando lui entrò ad Amici

Guardiamo insieme le sue performance, abbracciati, commentando il tutto a ogni fine puntata. Concludiamo la giornata tra ricordi e risate, e mentre ci abbracciamo, realizzo quanto sia speciale condividere con lui questi momenti, costruendo insieme piccoli ricordi che porteremo sempre con noi.

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