Capitolo 55
Dopo giorni di riflessione e di lavoro su me stessa, arriva finalmente il momento in cui sento di dover far pace con Ignazio. È stato un cammino lungo e doloroso, ma ora mi sento pronta a chiudere quel capitolo della mia vita con serenità. Ignazio, che un tempo è stato una parte importante di me, ora ha trovato la sua felicità, e io ho trovato la mia.
Questa sera, abbiamo una cena a casa di Ignazio e io prendo la palla in balzo per fare pace. Stasera saremo tutti riuniti, i suoi genitori e Piero con Claudia. Manca Gian, ma non è riuscito a venire. Alberto era accanto a me, e spingeva la carrozzina Mia, che osservava tutto con occhi curiosi. La casa, una villetta accogliente dai colori chiari e con un ampio portico, mi trasmetteva sempre una sensazione di calore, anche se stavolta c'era una leggera tensione nell'aria.
Ignazio ci accolse alla porta con un sorriso che nascondeva un'emozione trattenuta. "Ciao," disse semplicemente, mentre ci invitava a entrare. La sua voce era tranquilla, ma i suoi occhi tradivano una punta di nervosismo. Mi sentivo allo stesso modo. Alberto mi guardò e mi accarezzò la schiena con un gesto di incoraggiamento.
Dopo i saluti iniziali, mentre Alberto giocava con Mia nel soggiorno e gli altri erano impegnati a sistemare la tavola, mi ritrovai in cucina con Ignazio. Era il momento che aspettavo, e sapevo di dover essere sincera.
"Ignazio," iniziai, fermandomi accanto al bancone. La cucina era luminosa e ben organizzata, con piastrelle bianche e dettagli rustici "Devo parlarti."
Si voltò verso di me, appoggiandosi al bancone. "Dimmi," rispose con una calma che mi diede coraggio.
"Non è stato facile stasera" ammisi, stringendo le mani per trovare le parole giuste. "Ma ci tenevo a dirti che ho lavorato tanto su me stessa. Voglio mettere da parte ogni rancore. Sei stato una parte importante della mia vita, e non voglio che tra noi rimanga del dolore."
Lui sospirò, incrociando le braccia. "Melina, anche io ci ho pensato molto. Non nego che sia stato difficile, ma ora sono felice dove sono, con la mia famiglia. E voglio che anche tu sia felice con Alberto."
Quelle parole mi sollevarono il cuore. Sorrisi, sentendo gli occhi inumidirsi. "Grazie, Igna. Questo significa tanto per me."
Lui si avvicinò e mi abbracciò. Fu un abbraccio breve, ma carico di significato. Una chiusura del passato e l'apertura di una nuova fase per entrambi.
-
Poco dopo, mi trovai sul divano con Michelle, mentre Mia si era addormentata tra le mie braccia. La sala era accogliente, con fotografie di famiglia appese alle pareti e una luce calda che illuminava ogni angolo.
"Hai parlato con Ignazio?" mi chiese Michelle, con il suo solito sorriso rassicurante.
"Sì," risposi, tirando un sospiro di sollievo. "Era una cosa che dovevo fare. Ora mi sento più leggera."
Michelle mi prese la mano. "Ignazio ha sempre avuto grande rispetto per te, anche nei momenti difficili. È bello vedere che ora potete essere amici."
"Sono felice anche io," ammisi. "E sono grata di averti conosciuta meglio. Sei davvero una persona speciale, Michelle."
Ci scambiammo un sorriso complice, come se fossimo legate da una comprensione silenziosa.
-
Quando ci sedemmo tutti a tavola, Mia dormiva tranquilla nel passeggino vicino a me, e Alberto mi guardava con complicità. Sentivo che era il momento giusto per condividere la notizia. Mi schiarii la voce
"Vorrei dire una cosa importante," iniziai, attirando l'attenzione di tutti. "Io e Alberto ci sposeremo presto, e ho riflettuto molto su chi vorrei al mio fianco in quel momento."
La stanza si fece silenziosa, ma non in modo scomodo. Guardai Ignazio e presi un respiro profondo.
"Ignazio, so che il nostro percorso non è stato semplice, ma questa cena dimostra che siamo cresciuti e siamo riusciti a superare tutto. Vorrei che tu fossi uno dei miei testimoni di nozze."
Ignazio rimase per un attimo senza parole, poi sorrise, visibilmente commosso. "Non me lo aspettavo, ma accetto con piacere. Grazie per questo onore."
Poi mi rivolsi a Piero, seduto accanto a Ignazio. "E tu, Piero, sei sempre stato come un fratello per me. Non potevi che essere l'altro testimone."
Piero rise, alzando il bicchiere. "Non te ne pentirai, promesso!"
Infine, guardai Nina, che mi osservava con un sorriso timido. "Nina, con te ho sempre avuto un legame speciale. Vorrei che fossi una delle mie damigelle."
Lei si alzò e mi abbracciò. "Sarà un onore. Grazie, Meli."
L'atmosfera si riempì di risate e brindisi. Sentivo il cuore leggero, come se tutto fosse finalmente al suo posto. Era una serata che segnava non solo un nuovo inizio per me e Alberto, ma anche un capitolo di pace e amicizia ritrovata.
La cena si svolgeva in un'atmosfera sempre più rilassata. Mia, di soli due mesi, osservava curiosa dal passeggino, mentre le sue sorelle maggiori, Caterina e Aurora, le facevano mille moine. Aurora, che ha tre anni, si divertiva a farle ridere con le sue smorfie, mentre Caterina, di sei anni, le dondolava il passeggino con delicatezza.
"Caterina, vuoi giocare con Mia?" chiesi io
"Si mamma" mi risponde
Io prendo in braccio Mia e lei gli fa vedere il giocattolo che aveva in mano.
Aurora si mise a sedere accanto a Caterina, Mia agitava le manine con entusiasmo. "Guarda, mamma! Le piace il giochino!" disse sollevando un piccolo sonaglio.
Mentre le bambine erano assorbite dal gioco. Lascio la piccola ad Alberto ed entro dentro portandomi Caterina.
Ci mettiamo in cucina e parliamo
"Caterina," chinandomi per essere alla sua altezza. "Volevo chiederti una cosa molto importante."
"Che cosa, mamma?"
Gli sorrido, cercando di contenere l'emozione. "Tu sei speciale per me, sempre. E sai che io e Alberto ci sposeremo presto. Vorrei che tu fossi una delle mie damigelle. Che ne dici?"
Gli occhi di Caterina si illuminarono di gioia. "Davvero, mamma? Io? Oh sì, sì!" esclama abbracciandomi stretta.
"Grazie, amore mio. Allora che sarai perfetta." rispondo io
Caterina tornò di corsa dalle altre bambine, raccontando loro con entusiasmo della notizia. Aurora batté le mani, e persino Mia sembrava felice, ridacchiando al suono delle voci gioiose delle sue sorelle.
Quella scena di armonia e felicità, con le bambine che giocavano insieme e la famiglia riunita, segnava davvero un nuovo inizio per tutti noi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top