Capitolo 52
È il mio compleanno, ma quest'anno la giornata è diversa, quasi surreale. Non ci troviamo a casa, niente torte o festeggiamenti come quelli che avevamo sempre immaginato. Invece, sono ad Agrigento, inviata dal fanclub de Il Volo per partecipare al loro attesissimo concerto di Natale. Un'occasione unica, che dovrebbe riempirmi di gioia, ma che mi trova invece combattuta tra l'emozione del momento e un'ansia sottile che mi stringe il cuore.
Ho deciso di non affrontare questa esperienza da sola e sono venuta con mia sorella, che in realtà è la mia migliore amica. La sua presenza è un conforto, un punto di riferimento, ma non basta a cancellare del tutto il senso di solitudine che mi accompagna. La mancanza di Alberto si fa sentire in ogni istante. Non è solo la distanza fisica, ma quella sensazione di vuoto che nasce dall'assenza di chi ami nel giorno in cui più vorresti averlo accanto.
Il concerto è tutto ciò che avevo immaginato e anche di più. Il Volo si esibisce con la passione e il talento che li rendono unici. Ogni nota, ogni armonia, sembra trasportarmi altrove, in un luogo dove la musica diventa una cura per l'anima. Per qualche ora riesco a lasciarmi andare, ad assaporare l'aria del Natale che riempie il teatro. Le luci soffuse, le melodie natalizie e la voce potente di Ignazio mi avvolgono, regalandomi momenti di vera pace.
Eppure, non appena il concerto termina e il brusio del pubblico lascia spazio al silenzio della notte, l'ansia torna a farsi sentire, più forte di prima. È un turbinio di emozioni contrastanti: l'energia del concerto e la bellezza della serata si scontrano con il senso di solitudine che mi porto dentro.
Sento il bisogno irrefrenabile di parlare con Alberto. Lo chiamo appena trovo un momento di tranquillità, e il suono della sua voce è come una carezza. "Amore, respira. Sono qui. Pensa a tutti i momenti belli che abbiamo vissuto, a quelli che ci aspettano," mi dice con una dolcezza che solo lui sa trasmettere. Ma non è facile. Mi manca il suo abbraccio, il calore rassicurante della sua presenza. Gli racconto tutto, della paura che mi invade quando penso a Ignazio, dei miei attacchi di panico, delle emozioni contrastanti che provo.
Alberto ascolta con pazienza, come sempre. Non mi giudica, non cerca soluzioni immediate. Mi offre invece il suo sostegno, con parole che, pur a distanza, riescono a calmare il mare in tempesta dentro di me. "Vedrai che andrà tutto bene. Non sei sola," ripete, e una parte di me gli crede.
Ma la mia mente continua a correre. Mi ritrovo a pensare a Ignazio, alla nostra storia passata, a ciò che eravamo e a quello che potremmo ancora essere. Mi chiedo se un giorno riusciremo a superare ogni ostacolo e a trovare un equilibrio, come una famiglia allargata che possa davvero funzionare. È un pensiero che mi consola e mi tormenta allo stesso tempo, perché so quanto sia difficile realizzarlo.
Mentre mi preparo per la notte, guardo il cielo di Agrigento, limpido e stellato. La bellezza del momento si mescola alla malinconia che mi accompagna, ma dentro di me sento una piccola scintilla di speranza. Forse, tra tutte le complicazioni e le incertezze, c'è ancora spazio per costruire qualcosa di autentico, per ritrovare quella felicità che tanto desidero.
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