Capitolo 10
Sono passati, alcuni mesi...
Mi sveglio nel cuore della notte, una sensazione di nausea che mi attanaglia lo stomaco. Mi alzo lentamente, cercando di non svegliare Alberto, e mi dirigo in bagno. La luce fioca del lampione fuori si riflette nel vetro, creando ombre inquietanti. Quando raggiungo il lavandino, il mondo intorno a me sembra sfocato. Non appena mi piego in avanti, il vomito mi travolge, un'onda di disgusto e paura.
Dopo aver vomitato, mi lavo la faccia e mi rimiro nello specchio. I miei occhi sono gonfi e il viso pallido. Faccio un respiro profondo, cerco di tranquillizzarmi e mi dirigo nuovamente verso il letto. Quando mi sdraio, sento il corpo di Alberto che si muove accanto a me.
"Amore, tutto bene?" chiede, la sua voce ancora impastata dal sonno ma intrisa di preoccupazione.
"Non so," rispondo, cercando di mettere insieme i pezzi. "Ho solo... un po' di nausea."
Lui si siede, e il suo sguardo diventa serio. "Perchè non chiami il dottore."
"No, per favore," dico, cercando di tranquillizzarlo. "Magari è solo un'influenza, che ore sono"
"le 7"
Ma nonostante le mie parole, lui sembra irremovibile. Ci alziamo insieme e ci dirigiamo in cucina. Preparo una tazza di tè mentre Alberto cerca di mettere insieme una colazione semplice.
"Ehi, cosa vuoi mangiare? Toast? Cereali?"
"Solo tè," rispondo, mentre cerco di resistere alla nausea che continua a tormentarmi. La sua espressione si fa un po' più seria, ma non insiste ulteriormente. Sa che non ho voglia di mangiare, e rispetto il mio bisogno di essere gentile con il mio corpo.
Mentre il tè si infonde, Alberto comincia a preparare dei toast, il profumo del pane che si tosta riempie la cucina. Mi fa piacere vederlo muoversi con tanta naturalezza, e per un momento riesco a dimenticare il malessere. La routine quotidiana, così semplice, ha un effetto calmante su di me.
"Sei sicura di stare bene?" mi chiede, voltandosi verso di me con il cucchiaio in mano. "Non voglio che tu ti sforzi."
"Lo prometto," dico, cercando di apparire più serena di quanto non mi senta. "È solo un momento passeggero."
Mentre sorseggio il tè, Alberto si ferma un attimo e mi guarda, come se stesse raccogliendo il coraggio per dire qualcosa. "Ah, giusto... volevo dirti che oggi arriverà la mia famiglia..."
Le parole mi colgono di sorpresa e una sensazione calda mi attraversa il cuore. Nonostante non li conosca dal vivo, sono innamorata della sua famiglia. Ho sentito così tanto parlare di loro, ci siamo già conosciuti in videochiamata, e ogni volta che Alberto ne parla, il suo sguardo si illumina di affetto e nostalgia.
"Davvero? Non vedo l'ora di conoscerli!" esclamo, cercando di mascherare la mia ansia con entusiasmo.
"Anche loro sono entusiasti di incontrarti," risponde Albi, un sorriso affettuoso che gli illumina il volto.
"Questo è fantastico," dico, il cuore che batte più forte. "Spero di farli felici."
Alberto si avvicina e mi bacia sulla fronte, come per rassicurarmi. "Non devi preoccuparti. Sono sicuro che ti adoreranno."
"Per favore, mangia qualcosa," insiste, posando il toast sul tavolo di fronte a me. "So che non ti senti bene, ma un po' di cibo potrebbe aiutarti."
Annuisco, ma non riesco a ingoiare nulla. Ogni tentativo sembra pesare nel mio stomaco. La nausea torna, e l'idea di mangiare sembra impossibile. "Davvero, non ho appetito," dico con una smorfia.
Alberto si siede di fronte a me, la preoccupazione negli occhi. "Non voglio che tu trascuri la tua salute, specialmente adesso. Dobbiamo essere attenti."
In quel momento, sento un ondata di gratitudine. Anche se non voglio ammetterlo, ho bisogno di lui. La sua presenza mi rassicura, e so che posso contare su di lui in questo momento difficile.
"Grazie, amore," dico, stringendo la tazza tra le mani. "Apprezzo che ti prendi cura di me."
"È quello che farei sempre," risponde, sorridendo dolcemente. "E ora, cosa ne dici di rilassarti un po' sul divano dopo colazione? Magari un film?"
"Va bene," dico, immaginando di rifugiarmi nel suo abbraccio, lontano dalla nausea.
Ma proprio mentre penso a come vorrei passare la giornata, un altro attacco di nausea mi coglie di sorpresa. Mi alzo rapidamente e corro in bagno, il cuore che batte forte. Alberto si alza in fretta, e sento la sua mano sulla mia schiena mentre mi raggiunge.
"Rimani qui, va tutto bene," mi dice, mentre mi piego sopra il lavandino. "Riposati," dice mentre mi metto a letto, sistemando le coperte intorno a me..
Inizia parlarmi dei suoi genitori e di sua sorella, raccontandomi aneddoti divertenti e ricordi d'infanzia. La sua risata è contagiosa e mi sento sempre più coinvolta.
"E poi c'è mia sorella," dice Alberto, gli occhi che brillano. "È una vera forza della natura. Ha sempre avuto un talento per il canto."
"Canta davvero bene?" chiedo, sorridendo.
"Certo, è fantastica! Dovresti sentirla," dice, il suo volto che esprime orgoglio. "Non so se lo sai, ma abbiamo una tradizione familiare: ogni volta che ci riuniamo, facciamo karaoke."
"Sei serio? Io sono stonata, non so come fai a stare con me," esclamo, ridendo mentre scuoto la testa.
Alberto sorride, divertito. "Ma dai! La mia famiglia non è mai stata giudicante. È più una questione di divertirsi insieme che di cantare bene. E poi, chi non ama un po' di karaoke in famiglia? È uno dei momenti più belli!"
"Deve essere divertente," dico, immaginando la scena. "Che tipo di canzoni cantate?"
"Un po' di tutto! Da classici italiani a pop internazionale."
"Dovresti portarmi alla prossima riunione di famiglia! Prometto di portare le mie doti di stonata," dico, ridendo.
"Ci sarà sicuramente un posto per te. Non puoi immaginare quanto sia accogliente la mia famiglia," risponde Alberto, i suoi occhi brillanti di affetto. "Mia mamma è un'ottima cuoca, e ogni volta che ci riuniamo, ci delizia con i suoi piatti speciali"
"E tu, come sono i tuoi genitori?" chiede, cambiando leggermente argomento.
"Beh, i miei sono un po' più riservati," rispondo, pensierosa. "Ma anche loro hanno i loro momenti divertenti. Mio padre ha un senso dell'umorismo incredibile."
"Sembra che i nostri genitori siano abbastanza simili in un certo senso."dice Alberto
"Già! Magari un giorno ci sarà l'opportunità di farli incontrare," suggerisco, immaginando un incontro tra le nostre famiglie.
"Dovremmo preparare qualcosa da mangiare per loro," suggerisco, un po' più energica. "Magari un dolce? Cosa ne pensi?"
"Buona idea! Potremmo fare una torta," risponde Alberto, apparentemente felice della mia proposta.
"Perfetto! Ho una ricetta fantastica," dico, sentendomi ispirata. "La farò insieme a te."
Mentre ci mettiamo al lavoro, l'atmosfera in cucina diventa gioiosa e frizzante. Sperimentiamo con gli ingredienti e ridiamo insieme, mentre il profumo della torta comincia a diffondersi.
Poco dopo, sento il mio telefono vibrare sul tavolo. È un messaggio da parte di Alberto, che lo legge prima di me. "Sono in arrivo! Ci vediamo tra poco," scrive sua madre.
"È ufficiale!" annuncia Alberto, gli occhi che brillano di eccitazione. "Arriveranno a breve!"
La mia ansia aumenta. Non posso credere che stiamo per incontrarli. Mentre ci prepariamo, mi sento nervosa, ma anche ansiosa di conoscerli. Alberto sembra notare il mio stato d'animo.
Le sue parole mi rassicurano, anche se la nausea continua a farsi sentire. Decido di distrarmi con i preparativi, cercando di ignorare il malessere. Quando finalmente suona il campanello, il mio cuore batte forte nel petto.
Alberto si dirige verso la porta, e il suo entusiasmo è contagioso. Mentre lo osservo, il cuore mi batte forte, mischiando eccitazione e nervosismo. Non riesco a credere che finalmente incontrerò la sua famiglia. Sento un po' di ansia, ma anche una grande voglia di farli conoscere e di mostrare loro chi sono.
La porta si apre lentamente, e vedo i suoi genitori e sua sorella, tutti con espressioni sorridenti e calorose La sua mamma è una donna con gli occhi vivaci e una dolcezza che traspare anche da lontano. Il padre, alto e robusto, ha un'aria affettuosa che mi mette subito a mio agio. E poi c'è sua sorella, con lunghi capelli ondulati e un sorriso radioso..
"Alberto!" esclamano in coro, avvicinandosi a lui per abbracciarlo. Vedo la felicità nei loro volti mentre lo accolgono a braccia aperte.
"Ciao, ciao! Entrate, vi presento Melina! Anche se già la conoscete" dice Alberto, indicando me con orgoglio.
Le loro attenzioni si rivolgono a me e mi sento un po' sopraffatta. Alberto fa un passo indietro, e vedo la sua famiglia che si avvicina, gli occhi curiosi e aperti.
"Ciao, Melina! È un piacere conoscerti finalmente di persona" dice sua madre Antonella, avvicinandosi per abbracciarmi. La sua voce è calda e accogliente, e sento subito che mi fa sentire a casa.
"Alberto Ha una luce diversa da quando è con te." aggiunge il padre Alessandro, stringendomi la mano con fermezza.
"Sì, proprio così!" ride sua sorella Ramona. "Non lo abbiamo mai visto così entusiasta di qualcuno. Benvenuta nella nostra famiglia!"
Le parole affettuose della sorella mi toccano profondamente. "Grazie, non sapete quanto significhi per me essere qui," dico, sentendomi sempre più a mio agio.
Ho preparato nel salone una lunga tavolata, con le varie cose che hanno portato. Il pranzo prosegue tra battute e aneddoti. Alberto racconta storie della sua infanzia, e vedo il suo volto illuminarsi mentre parla della sua famiglia. C'è un legame così forte tra loro, e sento di volerne far parte.
Dopo il pranzo, ci sediamo nei vari divani e continuiamo a parlare del più e del meno. La musica di sottofondo crea un'atmosfera calda e accogliente, e io mi sento sempre più a mio agio.
Tuttavia, nel corso del pomeriggio, la nausea che avevo provato in mattinata inizia a tornare. Cerco di ignorarla, ma sento che mi tormenta, facendomi venire un leggero capogiro. Decido di alzarmi e andare in bagno, sperando che un po' d'acqua possa aiutarmi.
"perdonatemi, ma ho dimenticato di fare una cosa" dico
"Tutto bene?" mi chiede Alberto, notando che mi allontano.
"Si arrivo" rispondo, cercando di mantenere un tono tranquillo.
Mentre mi dirigo verso il bagno, la nausea diventa sempre più intensa. Non riesco a trattenere il senso di disagio e mi piego sopra il lavandino, cercando di calmarmi. Dopo aver vomitato, mi lavo il viso e guardo il mio riflesso nello specchio. I miei occhi sembrano più scavati, e mi preoccupo per come sta andando questa giornata.
Dopo un po', riesco finalmente a tornare nel soggiorno. Alberto è seduto sul divano con sua madre, e noto che stanno chiacchierando in modo riservato. Appena entro, Alberto si alza subito, visibilmente preoccupato. "Stai bene?" mi chiede, avvicinandosi a me con passo affrettato.
"Sto meglio, solo un po' di nausea," rispondo, cercando di rassicurarlo. Ma è evidente che la mia espressione non lo convince completamente.
La madre di Alberto, vedendo la mia espressione, interrompe la conversazione e si avvicina. "Melina, tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?" chiede, con una nota di preoccupazione nella voce.
"Sì, grazie. È solo... un brutto momento," dico, cercando di smorzare la situazione.
Poi, con un gesto gentile, la mamma di Alberto si sposta per parlare con lui in privato, mettendosi nel corridoio, mi siedo vicino a Ramona e vedo che continuano a guardarmi
-
Albi
"Alberto, devo dirti una cosa," dice mia madre, abbassando la voce come se stesse per rivelare un segreto importante. Il suo tono mi mette subito in allerta. "Secondo me Melina è incinta..."
Un brivido mi percorre la schiena. Le parole di mia madre mi colpiscono in modo inaspettato. "Cosa? Sei sicura?" chiedo, mentre il mio cuore inizia a battere più forte.
"L'ho notato nel suo sguardo," continua, con un'espressione seria. "C'è qualcosa in lei che parla, e la sua nausea non sembra solo un'influenza. La conosciamo bene, Alberto. È cambiata."
Cerco di trovare una logica. "Ma ci conosciamo da così poco tempo, e Melina ha solo accennato a un malessere. Non possiamo essere così veloci."
"Mio caro, non è mai troppo presto per le sorprese della vita," dice mia madre, con un sorriso affettuoso. "Se c'è anche solo una possibilità, dovete essere pronti ad affrontare questa nuova avventura insieme."
La possibilità che Melina possa essere incinta mi fa sentire un mix di gioia e paura. "Devo parlarne con lei," dico, cercando di mantenere la calma mentre un turbinio di pensieri mi invade la mente. "Ma ho bisogno di essere sicuro. Non voglio saltare a conclusioni."
"Mettiti nei suoi panni, Alberto," aggiunge mia madre. "Se è davvero incinta, avrà bisogno del tuo sostegno. Parla con lei e scopri cosa prova."
Annuisco, consapevole della responsabilità che potrei avere. "Grazie, mamma. Farò del mio meglio." Con un respiro profondo, mi sento pronto ad affrontare la situazione, qualunque essa sia.
Decido di allontanarmi un attimo per riorganizzare i pensieri. La casa di Melina è piena di voci e risate, ma il mio cuore è in tumulto. Mi rifugio sul balcone, cercando di prendere un po' d'aria fresca mentre osservo la piccola piazzetta sottostante. Le luci dei lampioni illuminano dolcemente il luogo, e sento il profumo di fiori provenienti dai vasi che decorano il balcone.
Mentre guardo la piazzetta, il pensiero che Melina possa essere incinta non smette di frullarmi in testa. Mi immagino con lei, una famiglia, tutto ciò che comporterebbe. Ma poi mi tornano in mente i nostri momenti insieme: ci conosciamo da così poco tempo. La possibilità mi spaventa.
"Alberto?" La voce di Melina mi fa voltare. La vedo avvicinarsi con un'espressione curiosa, i capelli che le svolazzano leggermente nel vento. "Dove sei andato? Ti cercavo."
"Ehi, stavo solo prendendo un po' d'aria," rispondo, cercando di mantenere un tono casuale. "Tua madre ha detto che vi siete divertiti a chiacchierare."
"Sì, ci siamo messi a raccontare storie imbarazzanti," dice, ridendo. La sua risata è contagiosa, ma io non riesco a dimenticare ciò di cui ho parlato con mia madre.
"Mmm, spero che non siano troppe!" scherzo, ma il mio sorriso è forzato.
"Non ti preoccupare, non ho rivelato nessun tuo segreto," dice, giocando con una ciocca di capelli. C'è un'aria di leggerezza, ma dentro di me sento che dovrei dirle quello che penso.
"Melina," inizio, esitando. "Posso chiederti una cosa? Come ti senti davvero?"
La sua espressione si fa seria. "Beh, a parte un po' di nausea, tutto bene. Perché?"
"Ho solo... la sensazione che ci sia qualcosa di più," dico, cercando di esprimere la mia preoccupazione senza spaventarla. "Non voglio che tu ti senta costretta a dirlo, ma se c'è qualcosa, voglio sapere."
La guardo, i suoi occhi diventano più intensi. "Alberto, non ci sono segreti. È solo un'influenza, te lo prometto. Ma... perché lo chiedi?"
In quel momento, mi rendo conto che non posso mentirle. "Mia madre ha detto che ha notato qualcosa in te. Ho pensato... insomma, potresti essere incinta. So che ci conosciamo da poco, ma..."
Sento il suo respiro bloccarsi per un attimo. "Incinta? Alberto, ma... come potrebbe essere possibile? Ci conosciamo da così poco tempo!"
"Lo so, ma ho dovuto dirti cosa penso," rispondo, con una nota di frustrazione. "Dobbiamo essere pronti per qualsiasi cosa, non credi?"
Melina si passa una mano sulla fronte, visibilmente scossa. "Non posso credere che siamo arrivati a questo punto. Sì, sono nauseata, ma questo non significa che sia incinta. È solo una fase."
"Ma non puoi essere sicura, giusto?" dico, cercando di non sembrare accusatorio. "Dovremmo fare un test per essere tranquilli. Non voglio che tu ti senta sotto pressione, ma è importante sapere la verità."
"Va bene," risponde, alla fine. "Se questo ti farà stare meglio, possiamo farlo insieme. Ma per favore, non preoccuparti troppo."
Ritornando dentro, una parte di me è sollevata che abbiamo avuto questa conversazione. Ma un'altra parte è in ansia, consapevole che questa potrebbe essere una svolta importante nelle nostre vite. Continuando come se non fosse nulla
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Meli
Ci sediamo sul divano io e Ramona. Iniziamo a scherzare, condividendo battute e risate che riempiono l'aria di gioia.
"Sapete, non pensavo che così presto poteste legare," dice Alberto, osservando il nostro rapporto con un sorriso divertito.
"Beh, ci sentiamo da quando ci siamo viste in videochiamata," risponde Ramona, con un'aria di complicità.
"Shh, non dovevi dirlo a nessuno! Era il nostro piccolo segreto," dico, facendo finta di protestare. La verità è che, nonostante la mia nausea, mi sento felice di ridere con lei. La leggerezza di quel momento è un balsamo per il mio stato d'animo.
"Mannaggia,vero " ribatte Ramona, ridendo insieme a me.
"Ci siamo capite subito," aggiungo, guardando Ramona negli occhi. "C'è qualcosa di speciale nella tua famiglia, e mi sento davvero a mio agio con voi."
Purtroppo la nausea non mi lascia, un promemoria scomodo che non posso ignorare.
"Scusate, devo... , scusatemi un attimo," dico, alzandomi in fretta. Vedo che Alberto e sua mamma si guardano, mi sa che appena vanno via è meglio che facciamo un test
La luce del sole filtra attraverso le tende mentre mi dirigo verso il bagno, il cuore che batte forte nel petto.
Mentre mi chino sopra il lavandino, la mia mente corre a mille. Che cosa sta succedendo? Spero davvero che sia solo un'influenza e non qualcosa di più serio. Dopo aver vomitato, mi lavo la faccia e mi guardo nello specchio. I miei occhi riflettono una preoccupazione crescente.
"Scusate, devo... um, scusatemi un attimo," dico, alzandomi in fretta. La nausea mi colpisce di nuovo, ma cerco di nasconderla. Mentre mi allontano, vedo Alberto e sua mamma, Antonella, scambiarsi uno sguardo preoccupato. Non è un buon segno, penso tra me e me.
Mi dirigo verso il bagno, il cuore che batte più forte. Cosa farò se davvero sono incinta? La mia mente corre veloce mentre mi chino sopra il lavandino, cercando di calmarmi. Dopo aver vomitato, mi lavo la faccia e mi guardo nello specchio. I miei occhi rivelano un misto di ansia e confusione.
Quando esco dal bagno, il cuore mi batte forte. Mi sento ancora un po' instabile, ma cerco di rimanere calma. Proprio in quel momento, mi imbatto in Antonella, che mi guarda con un'espressione seria ma affettuosa.
"Melina," inizia, avvicinandosi. "Posso parlarti un momento?"
"Sì, certo," rispondo, cercando di mantenere un tono leggero.
"Volevo dirti che... beh, ho notato alcune cose," dice, con una certa delicatezza. "Quando ero incinta, avevo la tua stessa espressione. È come se i tuoi occhi parlassero per te. E tu hai quel... quel luccichio che conosco bene."
Sento un nodo alla gola. "Cosa intendi dire?" chiedo, il battito del mio cuore che accelera.
"Intendo dire che credo che tu sia incinta," afferma, con sincerità. "E quando ti ho vista entrare in bagno, ho pensato che avresti dovuto fare il test subito. Non devi sentirti in ansia per questo, Melina. È una cosa bella."
"Antonella, io..." inizio a dire, ma la interrompo, sentendomi sopraffatta. "Non volevo che lo sapeste. Voglio farlo da sola, per il mio bene. Voglio prendermi un momento per capire."
La madre di Alberto annuisce, ma la sua espressione è una miscela di comprensione e preoccupazione. "Capisco, ma ricorda che non sei sola. Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, io ci sono. E non preoccuparti, ti sosterrò qualunque cosa accada."
"Sì, lo so," dico, sentendo un peso sollevarsi, ma la pressione di quella situazione mi fa sentire vulnerabile. "Volevo solo un attimo per me stessa prima di affrontare questa realtà."
Antonella sorride dolcemente. "Prenditi il tempo che ti serve. Ma ti prego, non ignorare il tuo istinto. Gli occhi non mentono mai."
La ringrazio con un sorriso timido e la guardo mentre si allontana, lasciandomi sola con i miei pensieri. Torno dagli altri, stavolta sarà la volta buona dove posso stare finalmente in famiglia?
Arriva il momento dei saluti e, mentre i genitori di Alberto si preparano a partire, un misto di ansia e attesa si fa strada nel mio stomaco. Antonella e Alessandro abbracciano Alberto con calore, poi si rivolgono a me con affetto. "È stato un piacere conoscerti, Melina," dice Alessandro, sorridendo. "Speriamo di rivederti presto."
"Grazie, a voi!" rispondo, cercando di sembrare rilassata nonostante il tumulto di emozioni che sento.
"Ciao fratellino," dice Ramona, abbracciando Alberto con affetto.
"Ciao sorellina," risponde lui, sorridendo. È bello vedere il loro legame così forte e sincero.
"È stato davvero bello vederti di persona," dice Ramona a me, con un sorriso caloroso. "Spero che ci rivedremo presto."
"Anche per me!" rispondo, sentendo che il nostro legame si sta rafforzando. È stata una giornata ricca di emozioni e condivisioni, e il pensiero di rivederli mi fa sorridere.
Ci salutiamo, e mentre Alberto abbraccia di nuovo i suoi genitori, io mi giro verso Ramona. "Mandatemi un messaggio appena arrivate a Messina"dice Alberto ai suoi genitori
"Certo!" risponde sua mamma
Una volta che siamo finalmente soli, la tensione nell'aria aumenta. "Alberto, ho bisogno di fare quel test," dico, guardandolo negli occhi. "Puoi andare a comprarlo, per favore?"
Lui mi passa la busta.
"Li hai già comprati?" chiedo, sbalordita.
"Sì," risponde lui con un sorriso, come se avesse previsto la mia richiesta.
Lui annuisce, ma vedo un accenno di preoccupazione nel suo sguardo. "Sei sicura di volerlo fare da sola?" chiede.
"Sì" rispondo. "Mi servirà un momento per capire."
Alberto si allontana e io mi dirigo verso il bagno. La stanza è piccola e il suo odore di pulito mi circonda. Chiudo la porta e il mondo esterno scompare. Questo è il momento, penso, mentre il cuore mi batte forte.
Prendo il test dalla confezione e leggo le istruzioni con attenzione. Ogni secondo sembra un'eternità, e l'ansia si accumula nel mio petto. Cosa succederà? Chiedo a me stessa, sentendomi sopraffatta. Le immagini del nostro futuro, di un bambino, di una famiglia, affollano la mia mente. La paura di essere troppo presto si mescola con la speranza.
Dopo aver fatto ciò che devo, metto il test su un asciugamano e attendo. Ogni secondo sembra un'ora. La luce del bagno si riflette sullo specchio e il mio riflesso appare teso. Posso farcela, cerco di ripetermi, mentre il silenzio intorno a me diventa assordante.
Finalmente, il timer suona e il mio cuore salta un battito. Mi avvicino al test e leggo i risultati. La mia mente è in subbuglio, la realizzazione che potrebbe cambiare tutto. Positiva! Gli occhi si riempiono di lacrime e un misto di paura e gioia mi travolge.
Quando esco dal bagno, vedo Alberto che mi aspetta con un'espressione ansiosa. "Come è andata?" chiede, avvicinandosi.
"bhe... è positivo," dico, la voce tremante. La sua espressione cambia immediatamente, un misto di sorpresa e felicità. "Siamo... siamo in attesa."
Non posso evitare di abbracciarlo forte, mentre le emozioni ci travolgono. Alberto mi stringe a sé, e in quel momento il mondo intorno a noi sembra svanire. La mia mente è un vortice di pensieri e sentimenti contrastanti: la gioia, la paura, l'incertezza.
"Non ci posso credere," mormora, mentre ci separiamo appena per guardarmi negli occhi. "Stiamo davvero... per avere un bambino?"
Annuisco, cercando di contenere le lacrime. "Sì, amore. Ma... è tutto così veloce, non so se sono pronta."
Lui si avvicina e mi accarezza dolcemente il viso. "È normale avere paura, Meli. Ma siamo insieme in questo. Affronteremo tutto insieme, te lo prometto."
Le sue parole mi danno conforto, ma la realtà di quello che significa essere genitori ci colpisce entrambi. "Dobbiamo dirlo ai tuoi genitori," dico, un po' esitante.
"Lo faremo," risponde, determinato. "Ma prima, godiamoci questo momento." Mi abbraccia di nuovo, e in quel calore mi sento un po' più tranquilla, anche se l'ansia resta.
Mentre ci sistemiamo sotto le coperte, Alberto prende il telefono e avvia una videochiamata con i suoi genitori.
"Ciao, ragazzi! Come state?" risponde Antonella, il viso illuminato sullo schermo.
"Bene! Volevamo darvi una notizia, però prima... dov'è Ramona?" chiede Alberto.
"Eccomi!" risponde lei, apparendo accanto a sua madre.
"Allora... Melina e io... aspettiamo un bambino," annuncia Alberto, il sorriso che non riesce a nascondere l'emozione.
Antonella e Alessandro si guardano, e poi Antonella sorride, felice. "Lo sapevamo già! I tuoi occhi ci avevano già raccontato tutto, Meli" dice, ridendo.
La conversazione si trasforma in un momento di celebrazione, e io non posso fare a meno di sorridere. Nonostante sapessero già la notizia, l'emozione che condividiamo è palpabile.
Mentre Alberto e io parliamo con i suoi genitori, sento il sonno che inizia a prendermi. Mi accoccolo più vicino a lui, abbandonandomi al calore del suo corpo, e lentamente mi lascio andare. La sua voce continua a risuonare dolcemente nell'aria, un sottofondo rassicurante mentre il mondo intorno a me svanisce.
"Ti giuro, mamma, non puoi capire quanto io la ami," dice Alberto, la sua voce carica di emozione.
"Lo so, figliolo," risponde Antonella, con un sorriso nel suo tono. "Si vede. Siete una bellissima coppia e presto sarete una bellissima famiglia."
Alberto si illumina al suo commento, gli occhi che brillano mentre riflette sulle parole della madre. "Pensi che stiamo correndo troppo?" chiede, una nota di preoccupazione nel suo tono.
"Forse," ammette Antonella, "ma che cosa importa? L'importante è che voi siate felici. La vita è troppo breve per aspettare, specialmente quando si tratta di amore."
Le parole di Antonella mi avvolgono come un caldo abbraccio, e mi fanno sentire parte di qualcosa di speciale. Sento il battito del cuore di Alberto mentre continua a parlare, la sua voce dolce e affettuosa che trasmette tutto il suo amore per me.
"Abbiamo tanto da vivere insieme," dice Alberto, ed è come se stesse descrivendo un futuro che si dipinge vividamente nella mia mente. "Non voglio altro che vederla felice, e so che insieme possiamo superare qualsiasi cosa."
Il suo amore per me è palpabile, e non posso fare a meno di sorridere, anche se gli occhi si chiudono.
"Sei così fortunato, Alberto," dice Antonella. "E Melina è altrettanto fortunata ad avere te. Promettimi che la tratterai come merita."
"Lo prometto, mamma. Farò di tutto per renderla felice," risponde, la determinazione nella sua voce che mi fa sentire un misto di gioia e sicurezza.
Mentre ascolto questa conversazione, il dolce suono delle loro parole mi culla in un sonno profondo e sereno. Mi abbandono a questo momento di pura felicità, sapendo che il nostro futuro insieme è luminoso e pieno di amore.
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