Un'altro attimo ancora

È un mite pomeriggio di primavera e il sole sta ormai iniziando a tramontare, scomparendo pian piano dietro le montagne che si ergono ai confini del regno di Clarines.

Sono seduta davanti alla finestra della mia stanza, mentre aspetto con ansia il momento in cui per me sarà ora di andare.

Guardo l'orologio per la centesima volta in quel pomeriggio: è meglio che inizi ad incamminarmi.

Mi alzo velocemente e, dopo essermi assicurata di essere in perfetto ordine, esco dalla mia camera, cercando di passare inosservata.

Tenendo a mente le indicazioni di Zen mi dirigo verso il luogo del nostro incontro...quello stesso luogo dove ci siamo dichiarati il nostro amore e dove ci siamo promessi di rimanerci accanto.

Sorrido ricordando quel momento e aumento la velocità dei miei passi quando entro nel bosco, voglio arrivare da lui il prima possibile...

Svolto a destra del sentiero appena visibile grazie alla poca luce del sole che riesce ad arrivare, cercando di non inciampare in qualche sasso o buca.

Il bosco è abbastanza fitto e ogni tanto si sentono versi di animali e fruscii da dietro i cespugli, devo assolutamente arrivare da Zen prima che faccia buio o potrei perdermi.

Si può sapere cosa gli è preso all'improvviso? È venuto stamattina di corsa mentre lavoravo e ha chiesto di parlare con me, mi ha portata fuori dalla stanza, mi ha detto luogo e ora e poi è corso via senza nemmeno il tempo di chiedergli niente.

Sono curiosa e felice di poter passare del tempo con lui ma allo stesso tempo sono preoccupata per il modo in cui è venuto a dirmelo, sembrava nervoso ed agitato... e anche un po' triste.

Manca poco ormai...

Mi faccio strada tra alcuni rami intrecciati e finalmente sono arrivata.

Mi fermo per riprendere fiato, non mi ero accorta di essermi messa a correre ad un certo punto del percorso.

Alzo la testa per guardarmi in torno: gli alberi circondano "un'innalzatura" dove sopra c'è una specie di panchina decorata con ai lati due colonne e poi più niente, nessuna traccia di Zen.

È strano, eppure l'ora dovrebbe essere questa... e se avessi sentito male? No, sono sicura che l'orario sia questo.

Ad ogni modo, non posso fare altro che rimanere qui, ormai il sole è tramontato del tutto e sarebbe pericoloso attraversare il bosco nella più completa oscurità, mi perderei di sicuro.

Aspetterò, sono certa che da un momento all'altro lui sarà qui.

Mi siedo e mi porto le ginocchia al petto, rivolgendo lo sguardo verso il cielo.

È uno spettacolo meraviglioso, sembra quasi di essere in una favola.

Mi metto a pensare al passato, in particolare al giorno in cui il mio destino e quello di Zen si sono intrecciati. È stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, per nulla al mondo cambierei quegli eventi.

Ogni singolo momento che ho passato insieme a lui è stato prezioso e li ho incisi uno per uno nella mia memoria.

Ma allora perché in questo momento mi sento così vuota?

Una lacrima scende solitaria sulla mia guancia.

Perché sto piangendo?

"Zen..."

questo nome esce dalla mia bocca quasi come un sussurro.

"Shirayuki!" Lo vedo apparire da dietro un albero.

Mi volto di scatto e corro verso di lui.

"Scusami se ti ho lasciato sola" mi dice con un sorriso un po' triste e si porta una mano sulla nuca.

"Perché mi hai fatto venire qui?"

Senza dire niente, mi prende per mano e mi fa sedere.

"Ti ricordi quello che è successo qui?" Inizia a parlare e volge lo sguardo al cielo stellato.

"Certo, come potrei dimenticarlo? Ci eravamo promessi di rimanere insieme per sempre" Accenno un sorriso.

"Mi dispiace di non essere riuscito a mantenere quella promessa" si volta verso di me e mette la sua mano sopra la mia.

"Ma cosa stai dicendo? Ora sei qui con me"

"Si, hai ragione" distoglie lo sguardo e stringe più forte la mia mano.

"Il cielo è stupendo, non trovi? Sembra un mare fatto di stelle" dico con voce sognante e punto il dito verso le stelle.

"Si, è proprio vero. Però io preferisco i tuoi occhi" sorride dolcemente.

"Z-Zen..." arrossisco mentre lo dico.

"Ti amo Shirayuki, vorrei che tu sia felice. Promettimi che non perderai mai il tuo sorriso qualunque cosa accada" il suo viso si fa improvvisamente serio.

"E-ecco...io... te lo prometto"

"Ora sono più tranquillo" si porta una mano al cuore e abbassa lo sguardo.

"Zen, oggi sei strano... è successo qualcosa?" Lo costringo a guardarmi negli occhi.

"No, va tutto bene... ma ora vieni un attimo con me, ti devo mostrare una cosa"

Si alza e io lo seguo. Quando vedo che sta per entrare nel bosco, lo fermo, ma lui mi rassicura e prosegue, inoltrandocisi sempre di più.

Con passo incerto, lo seguo. Non capisco cosa gli passi per la mente.

Dopo qualche minuto sbuchiamo in un'area aperta e spaziosa priva di alberi.

È qualcosa di unico: una radura piena di fiori e piante di ogni tipo e colore, visibili grazie alle numerose lucciole.

Rimango immobile davanti a quello spettacolo, come se volessi fotografarlo, con gli occhi spalancati.

"Come ti sembra?"

"Ma...ma è stupendo! Non ho mai visto niente di più bello!"

"Sono felice che ti piaccia. Ma le sorprese non sono finite"

"Cosa vuoi dire?" Lo guardo incuriosita.

Tira fuori da una tasca una scatola e me la porge, un po' imbarazzato.

La apro delicatamente e dentro ci trovo una collana con un ciondolo a forma di cuore incorniciato da un bordo d'oro.

"Ti piace?"

"Si, molto. Grazie mille"

Lo prende gentilmente dalle mie mani e lo appende in torno al mio collo.

"Ti sta benissimo" la sua mano mi accarezza una guancia, e in un attimo mi ritrovo le sue labbra a contatto con le mie.

È un bacio dolce e pieno di amore, del suo amore per me.

Dopo qualche secondo ci separiamo e ci andiamo a sedere al centro di quella radura "incantata", e rimaniamo a guardare le lucciole che volano da una parte all'altra in modo tranquillo e leggero, che sembra quasi si lascino trasportare da quel leggero venticello.

Inizio ad avere freddo e Zen se ne accorge.

"Va meglio così?" Dice dopo avermi circondata in un caldo abbraccio.

Annuisco senza dire niente e nascondo il viso nella manica della sua maglietta.

"Volevo che questa serata fosse indimenticabile, non passiamo molto tempo insieme per via dei miei impegni e volevo farmi perdonare in qualche modo..." mi accarezza i capelli

"Non è colpa tua, non ti devi preoccupare. Comunque sei riuscito nel tuo intento, questi momenti li ho impressi nel mio cuore e nella mia memoria"
Gli sorrido. Sono davvero felice di essere qui con lui vicino.

Mi stringe ancora di più a sé.

Dopo un po' di tempo i miei occhi iniziano a farsi pesanti.

"Addio, Shirayuki"

Queste sono le ultime parole che riesco a sentire prima di cadere in un sonno profondo.

Il mattino dopo al mio risveglio mi ritrovo nella mia camera da letto.

Mi stropiccio gli occhi, per poi alzarmi e dirigermi verso la finestra. Mi sento strana, come se avessi dormito per settimane.

Il sole sembra sia sorto da ormai molto tempo e quindi, dopo essermi cambiata, decido di andare a fare colazione.

Ad un certo punto i miei occhi cadono su una busta bianca sul comodino in legno affianco al mio letto. La prendo e la osservo con attenzione, cercando di capire cos' è... Una lettera? Chissà chi può avermela mandata.

Il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi distrae dai miei pensieri, riportandomi alla realtà.

"Avanti!" Nascondo in fretta la lettera nel cassetto.

"Shirayuki? O mio Dio, finalmente ti sei svegliata, eravamo tutti molto preoccupati per te! Per fortuna stai bene..." È Kiki, un'amica di Zen.

"Che è successo?" Non ci sto capendo niente...

"Non te lo ricordi? Probabilmente dopo che sei entrata in coma hai dimenticato l'accaduto"

"Eh? In coma? Di cosa stai parlando?" Sono sempre più confusa.

"Tu e Zen un mese fa siete usciti per andare in città, ma purtroppo la carrozza su cui stavate viaggiando è precipitata da un burrone, per via di una frana del sentiero, mentre stavate attraversando il bosco. Non si è potuto fare niente per evitarlo e siete stati travolti. Tu sei stata ritrovata in una specie di radura piena di lucciole e fiori in una notte di qualche giorno dopo, svenuta. Sei sopravvissuta grazie a Zen, che ti ha protetto in parte dalle rocce" le parole sembrano quasi morirle in bocca, come se stesse faticando a parlare.

"Zen come sta? Sta bene vero?"

Appena finisco la frase, riaffiorano uno per uno tutti i ricordi collegati all'incidente... le urla, i sassi che ci cadevano addosso, il precipizio... anche se non in modo del tutto chiaro riesco a vederli nella mia mente e non ho più bisogno di una risposta alle mie domande. Mi sento come se il mio cuore stesse per fermarsi.

"Lui... lui... non ce l'ha fatta. Mi dispiace" si asciuga una lacrima che minaccia di uscire e distoglie lo sguardo.

Le mie gambe cedono e mi ritrovo il viso pieno di lacrime che non vogliono proprio fermarsi.

"Puoi lasciarmi sola per favore?"

Lei annuisce ed esce, chiudendosi la porta alle spalle.

Mi porto una mano al petto, pensando al ciondolo che Zen mi aveva regalato la notte prima nel sogno.

Rimango stupita nel vedere che si trovava ancora lì.

Quindi non è stata un'illusione?

All'improvviso mi ricordo della lettera che avevo trovato poco prima e corro a leggerla, Kiki non aveva accennato niente su una lettera... cosa significa?

La prendo dal cassetto e la apro con mani tremanti.

Questo è il suo contenuto:

Inizierò a correre spinto dal desiderio di vederti.

La tua voce diverrà la mappa che mi guiderà da te!

Vorrei tenerti stretta e lasciare andare queste lacrime che trattengo.

Inciderò il tuo ricordo nella mia memoria prima che mi lasci.

Il calore di queste redini che sento tra le mani ci lega dal giorno in cui ci siamo conosciuti...

In un istante mi ritrovo a pensarti.

Voglio trovarti, perciò inizierò a correre.

Dentro al mio cuore riesco a sentire la tua voce!

Affronterò il tempo e le intemperie a testa alta.

La tua voce diverrà la mappa che mi guiderà da te!

-Zen

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E questa è la mia one-shot per il concorso di InLoveWithYato, spero vi sia piaciuta :-)

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