Capitolo 34.
Se si va ascoltate questa canzone mentre leggete.
CARA'S POV.
-Allora, adesso brindiamo a noi e al nostro successo!- Sollevo l'ennesima pinta di birra insieme a quelle dei due miei uomini preferiti. Non credevo sarebbe stato possibile non sentirsi sola anche quando Barbie non sarebbe più stata qui con me, ma è così e lo devo a loro; non potrei essere più felice di adesso, nonostante noto con quanto sforzo Liam stia tentando di sorridere e divertirsi.
Mandiamo giù tutto d'un sorso ridendo a squarcia gola assuefatti dalla situazione e dalle birre, si sicuramente quelle hanno un ruolo principale in tutta situazione nel quale ci siamo ritrovati, forse per caso o forse perché volevamo davvero svagarci un po'. Adesso non ricordo più come siano andate le cose.
-Su ragazzi, selfie per ricordare il momento!- Immortalo il momento migliore della serata proprio ognuno di noi sembra avere lo sguardo dovunque tranne che all'obiettivo: questa la mando a Barbie, ne sarà sicuramente felice di vederci tutti quanti felici. Aggiungo un messaggio: "Serata da ricordare e tu ci manchi!"
Ovviamente non dico nulla di quanto stia combinando perché Liam non sarebbe della mia stessa opinione, ma alla fine so che anche lui manca; a prescindere da tutto comunque si sono voluti e si vogliono ancora un mondo di bene. Louis ride di gusto finalmente dopo continue assenze nonostante fosse con me al mio fianco; ci sono abituata, è una sua abitudine farlo, ma nelle ultime settimane è diventata un habitué e la cosa ha iniziato a puzzarmi, sono sicura che dietro a tutto quel suo silenzio c'è il suo problema: il dover tornare a casa sua e affrontare la sua famiglia. Anche io dovrò affrontarla, ma sono certa che insieme ce la caveremo come abbiamo ormai imparato a fare nell'ultimo periodo della nostra vita insieme.
-Allora...- Louis si alza in piedi e con se porta l'ennesimo bicchiere. -..Io dico che dovremmo fare un brindisi a...-
-A..?- Incalza Liam. Incerto arriva al suo bicchiere e lo solleva in aria. -Io sono pronto!- Poi aggiunge.
Louis annuisce e schiarisce la voce. -Amico, anche io ho un discorso importante da fare e vorrei che due delle persone più importanti ascoltassero attentamente quanto ho dirvi con estrema cura ai particolare, perché..!- Enfatizza l'ultima parola con un maggior picco nel tono di voce. -Perché come abbiamo potuto constatare tutti quanti.. i particolari fanno la dif-fe-ren-za!-
-E su questo siamo tutti d'accordo- Prosegue Liam, poi Louis riprende la parola rifilandogli un'occhiataccia per averlo ancora una volta interrotto.
-dicevo.. io voglio solo dirvi che vi voglio un mondo di bene, anzi no!- Mi guarda sorridendo. -Amore mio io ti amo in realtà!-
-Ti amo anche io- dico.
-Bene.. sono felice!-
-Lo sono anche io- Ribatto, si avvicina baciandomi velocemente e infine bacia anche la sua pinta.
-Ecco dicevo appunto, che io vi amo e vi voglio bene e che... comunque vadano le cose in questa vita io sono profondamente legato a voi da un legame indissolubile!-
Liam scoppia a ridere proprio perché in quel momento Louis casca sulla sua sedia forse fin troppo ubriaco per reggersi anche in piedi. Sembra strano vederlo così fuori dai suoi canoni rigidi, lui non sembra essere quel tipo di ragazzo che si lascia mai andare davvero ma negli ultimi sto iniziando a rivalutare Liam e tutto ciò che lo circonda, compresa Barbie.
Liam si solleva aiutandosi con le mani sul tavolo. -Ragazzi..- Ci chiama. -Io vado a casa, chiamo un taxi e vado a dormire..-
-sei sicuro di non voler ancora rimanere con noi?- Sia io che Louis non volevamo farlo sentire fuori luogo e credevamo anche di esserci riusciti, ma lui sorride scuotendo la testa e poi un dito.
-Si, sono sicuro. Ho bisogno di starmene insieme al mio letto per qualche ora, sai...?- Conclude in modo allusivo, ma nessuno di noi capisce. Sarà che il locale è affollato, sarà che siamo tutti troppo ubriachi per rendercene conto eppure qui qualcosa non sta andando bene e lo dimostra Liam e la sua voglia di voler andare a casa.
-Scusate!- Fa un inchino salutandoci mentre i presenti, vicino al nostro tavolo, lo guardano ridendo.
-Bene, eravamo in quattro, poi in tre e infine in due!- Louis mi avvicina baciandomi sulle labbra. -Dovremmo andare anche noi piccola!-
-Ma io non voglio salutarti!- Mi lamento.
-Si, va beh dobbiamo solo spostarci questo per noi due è fin troppo affollato- Ha ragione. Stiamo con la gente quando siamo con i nostri amici, ma quando siamo io e lui a noi basta solo il suo appartamento; in quel posto abbiamo tutto ciò che ci occorre per essere felici chiusi nel nostro mondo perfetto fatto di musica e amore. Di recente abbiamo anche scritto una canzone, cioè una semi canzone, un ritornello che ci ricorda di noi e di questo momento. Stiamo costruendo dei ricordi e Louis tiene cari tutti questi dentro casa sua; sa di noi e di quello che fino ad oggi c'è stato. E' strano però è così.
Uscendo chiamiamo anche noi un taxi preferendo evitare l'auto e baciandoci mentre attendiamo. Alcuni ragazzi di scuola ci salutano e sorridono, alcuni di questi bisbigliano qualcosa del tipo "Quei due sono bellissimi insieme" oppure "Sono una di quelle coppie che non puoi non notare!" e poi tornano per il loro cammino, mentre noi sorridiamo felici di essere quello che siamo ed esserlo solo perché siamo insieme.
Non smetto di guardarlo, di sorridere quando lo fa anche lui: se questo è amore, amore vero, vorrei non potermi svegliare mai più perché sembra un sogno, un sogno ad occhi aperti che vivo ogni giorno al suo fianco. Abbiamo fatto l'amore ed è stato fantastico, lo abbiamo rifatto e lo è stato ancora di più; ci siamo conosciuti, scoperti, voluti e desiderati, abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare cercando di viverla come ogni qualsiasi altro ragazzo della nostra età, nonostante in realtà non mi senta tale; quando sono con lui, oltre al fatto di sentirmi in paradiso, mi sento adulta, matura, pronta ad affrontare qualsiasi cosa. Non so usare parole che possano esprime ciò che provo, ma ci sono fatti che lo dimostrano chiaramente.
-Hai pensato al fatto che si potrebbe prendere un appartamento insieme a Londra?- entro in casa tirando via le mie scarpe in un angolo come faccio sempre, lasciando la borsa ai piedi del piccolo divano. Raggiungo il pianoforte intonando qualche nota attendendo la sua risposta.
-Beh si, ma non credo sia fattibile Cara, siamo ancora così giovani, cosa dobbiamo capire noi di una relazione di convivenza?-
-Non mi pare che negli ultimi abbiamo fatto qualcosa di diverso, o sbaglio?- Ascolto le note sul piano porgendo l'orecchio a questo e osservando Louis che strofina gli occhi con il palmo della mano un po' ubriaco e un po' stanco; questo periodo per lui inizia a gravare molto, le preoccupazioni iniziano a crescere e il giorno del suo ritorno a casa è ormai prossimo.
-Lo so, ma è diverso, qui puoi rimare quanto vuoi ma sai bene che tornerai sempre a casa da tua nonna-
Non rispondo alla sua affermazione lasciando il discorso cadere, non voglio sicuramente discutere di ciò adesso né tanto meno voglio discutere. Non mi piace, quando discutiamo sembra che tutto si fermi e un forte peso allo stomaco grava senza lasciarmi pace: è una delle tante emozioni che provo, ma che non so spiegare. Sospiro continuando a suonare quelle due tre note che mi cullano quando chiudo gli occhi, mi fanno sentire in pace con me stessa. Sento i suoi occhi su di me, mi sta guardando e immaginano lo stia facendo serio, come fa di solito quando rimane in silenzio, quando il suo sorriso svanisce e lui si perde in un mondo dove io non sono ammessa.
Li riapro lentamente osservandolo mentre è li immobile: è bello, così bello che mi perdo in quei suoi tratti che ho imparato a riconoscere dovunque, in mezzo alla folla o nel buio. -Va tutto bene?- Domando.
-Si- dice, ma non credo sia così. -Sono solo un po' stanco, ti va se ci mettiamo a letto?- Allunga una mano sorridendo leggermente, così lascio il mio posto aggrappandomi a questa in un balzo. Mi stringo al suo braccio avvolgendomi a questo, lasciando che mi trascini in una stanza che sa di noi, con foto e ricordi costruiti in poco tempo; ho tentato di dare uno spessore a questo posto perché vederlo così spoglio non mi sapeva di casa né tanto meno di lui, ha una personalità così forte ed eccentrica che non era reale.
-La tua famiglia non era presente alla cerimonia del diploma- Constata come ho constato anche io quel giorno, quando seduta tra la folla c'era solo la nonna nel suo cappellino inglese e il suo abito color pastello a distinguersi tra tutti.
-Nemmeno la tua-
-Beh i miei sono impegnati con il lavoro e diciamo che il mio diploma non è un evento che va festeggiato- Scivola sul letto lasciandomi poggiare la testa al suo petto, facendo si che ascolti il suono del suo cuore pulsare.
-Credo che sia lo stesso concetto per i miei- Ammetto. -Siamo due sfigati in questo-
Sorride. -Effettivamente si!- Le sue dita giocano con alcune ciocche dei miei capelli regalandomi una dolce sensazione di pace. -Mio padre ha chiamato però, mi ha ricordato i miei impegni in azienda da settimana prossima-
-Quindi è deciso che torni settimana prossima?- Mi aveva accennato a questo ed ero già preparata, ma sentirlo pronunciare ad alta voce con sicurezza non può che farmi balzare in piedi e cercare quella stessa sicurezza nei suoi occhi. Lo guardo con attenzione e tento di leggere una bugia, ma questa non c'è.
-Si, ne avevamo già parlato. ricordi?-
-Lo so..però..-
-Niente però.- Mi zittisce. -In questo siamo sempre stati onesti e sempre molto sicuri del mio ritorno a Londra. Lo sai per la mia famiglia è importante il lavoro e io non posso permettermi di deluderli.-
-Si, ma non capisco perché tu non possa..cosa c'è che non va? Tutti deludiamo almeno una volta la nostra famiglia. Tu perché non puoi?- Ho le lacrime agli occhi e il buio mi aiuta a nasconderle, ma la voce mi tradisce. E' spezzata da un tono fragile e incerto.
-Perché non posso!- la sua, al contrario della mia, è sicura. Scivola sul letto allontanandosi da me mettendo i piedi a terra e i gomiti alle ginocchia, fissando qualcosa nel buio della stanza e sospirando pesantemente. -Vorrei che questo fosse chiaro, capisci vero?-
No, non lo capisco. -Si-
-Tornare a Londra per me significa molto, è un passo importante e io ho da prendere decisioni importanti, ho un futuro e una famiglia da cui dipendere e su questo non posso svincolarmi in alcun modo- Ascolto in silenzio in ginocchio sul letto, con le mani chiuse in due pugni che stringono forte quando mi sento sul punto di crollare. -Sono le ragioni che mi hanno tenuto lontano da te quel tanto che ho potuto e sono le stesse ragioni che ho ripetuto mille volte e che tu hai sempre conosciuto dal primo momento che te ne ho parlato, non ho nascosto nulla e non ho mai detto che sarebbe stato per sempre..- Poi si volta e si avvicina a me. -Io ti amo su questo non dovrai mai pensare-
-Anche io- Mi getto tra le sue braccia stringendolo più forte che posso e lasciando che tutto faccia il suo seguito: i nostri corpi nudi, le nostre pelli umide, i nostri respiri affannati, le lenzuola fresche e calde e il nostro amore che si consuma e si rafforza.
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