Capitolo 2.

BARBARA’S POV.

Il test è più difficile di quanto io stessa credessi. Osservo Cara che sta entrando nel pallone, spero possa superarlo. Nonostante ci abbia impiegato più del previsto, ha studiato ed è stata diligente; le ho dato una mano quando non riusciva a capire qualcosa e ha dato ottimi risultati a fine studio. Adesso serve solo che lei si concentri e riesca a farcela.

So che può farcela.

-Palvin-. Chiama facendomi sobbalzare. -..ha qualcosa da dire alla sua compagna di banco?-. La professoressa mi costringe a tornare a fissare il mio foglio mentre invece vorrei poter aiutare Cara in qualche modo.

-Mi scusi-. Sussurro gettando un’ultima occhiata veloce sulla mia migliore amica sperando possa ritrovare la lucidità che le occorre per superare egregiamente questo test.

So che può farcela.

Io sono ormai giunta alla fine, sto tentando di perdere tempo nel caso in cui Cara abbia bisogno del mio aiuto ma la professoressa sta guardando nella mia direzione con una certa insistenza, come se aspettasse solo una mia mossa falsa per annullare il mio compito. Ce l’ha con me da quando al primo anno mi ha trovata negli spogliatoi con Zayn; a quei tempi ero così tanto presa da quello che ci stava succedendo da non capire più la differenza tra ciò che fosse razionale o meno. Ogni momento era buono per stare insieme, quella volta non stavamo facendo nulla di male ma lei ha travisato completamente la situazione incolpandomi di un qualcosa privo di fondamento ma formato solo da pensieri malvagi. Zayn non era certamente il miglior ragazzo della scuola ma ho sempre tentato di rimanere me stessa, evitando di farmi trascinare nei suoi brutti affari da ragazzo ribelle quale lui era.

In quel preciso momento Cara si volta sorridente. –Vai tranquilla, ce la posso fare-. Sussurra facendomi immediatamente tranquillizzare, se lei dice così mi devo fidare e posso sperare che tutto vada bene.

-Ho finito-. Annuncio scattando in piedi e consegnando il foglio. Una volta finito il test è d’obbligo lasciare l’aula e non farvi rientro fino alla dell’ora, così raccogliendo le mie cose lascio l’aula gettando un’ultima occhiata a Cara.

I corridoi sono vuoti, tutti stanno affrontando questo periodo di studi presi dai propri sogni. Scrivo un messaggio a Zayn sperando possa trascorrere una serata con me anche questa volta.

Ceniamo insieme?

Da quando ha annunciato ufficialmente la sua partenza e il motivo di questa, non ho fatto altro che cercarlo, stargli vicino e sperare davvero che non voglia davvero lasciare tutto per sempre. Non ne capisco la ragione del resto, che senso ha abbandonare tutto solo per conoscere una sorella mai vista prima? Vorrei davvero capire, vorrei cercare di essere il più ragionevole possibile ma mi viene difficile in questo momento. Mi sento stupida ad essere così egoista eppure non riesco a pensarla diversamente.

Certo amore. A più tardi.

Lascio cadere il cellulare in tasca organizzando tutto nei minimi dettagli per questa serata insieme. Zayn ama molto mangiare cinese, magari potrei prendere del cinese e guardare un film da me. Papà questa sera hail turno di notte in ospedale, non c’è ragione per cui debba uscire di casa quando abbiamo un’intera casa a disposizione per fare quello che più ci piace. Pensando a tutto questo mi avvio verso il giardino esterno al mio edificio scolastico, prendendo posto in una delle panchine di legno su cui molto spesso trascorro del tempo. 

CARA’S POV.

L’ultima domanda e sono salva.

Se rispondo a questa dannata ultima domanda, posso sperare nella promozione, nella possibilità di superare l’anno scolastico e prendere quel dannato diploma. Ammetto di aver sottovalutato il test durante il mio studio ma posso farcela, se mi concentro e ricordo esattamente tutto quello studiato supererò questo test, con qualche soddisfazione molto probabilmente. Già immagino l’espressione di soddisfazione dei miei, non appena mi presenterò a casa con questo ottimo risultato; sento già il profumo del premio e della vittoria. La nonna darà di sicuro una festa e io so già cosa indossare per quel giorno.

-Ragazzi rileggete e consegnate, siamo ormai giunti al termine-. Sento già il profumo della vittoria e del tempo, il quale è trascorso più velocemente di quanto immaginassi.

Cazzo.

Bene Cara, pensa, pensa per quale assurdo motivo Freud penserebbe che l’inconscio è una parte della mente.

-Signorina Delevingne ha finito?-.

Stronza.

-Solo un momento professoressa-.

Scrivo di getto tutto quello che mi salta alla mente senza riflettere, senza ragionare; se questo test andrà male la mia vita smetterà di esistere e potrò fare le valigie per un possibile convento di suore pronte ad attendere il mio arrivo. Già le vedo tutte infila con i loro sorrisi e le loro doppie punte coperte da quei veli che rovinano il capello. Ma le sue fanno la ceretta? Senza quella non potrei vivere.

Non posso permettermi una fine del genere.

-Sign..-.

-Finito!-. Sollevo il foglio consegnandolo alla donna insopportabile, nonché mia professoressa di filosofia. Julian Smith. Una di quelle donne che dovrebbe crearsi una vita sessuale decisamente più animata, piuttosto che inveire su noi poveri studenti.

Spero di non diventare come lei un giorno.

Ma ci sono davvero pochissime probabilità che ciò accade per svariate ragioni:

1. Non credo che diventerò mai un’insegnate.

2. Se dovessi mai diventarlo di sicuro non sarebbe filosofia la mia scelta.

3. Detesto profondamente la materia, chi la pratica, chi la studia e chi la fa studiare.

La campanella suona in quel preciso momento, così abbandono l’aula per mettermi alla ricerca di Barbara; sarà sicuramente preoccupata per me, lei è fatta così. Si preoccupa per me da sempre, da quando ci conosciamo e credo che non smetterà mai di farlo.

Cammino tra i corridoi osservando la gente attorno alla disperata ricerca della mia migliore amica, so esattamente dove cercarla però. Barbara è un tipo abitudinario, non fa mai nulla di diverso o pazzo; potrebbe percorrere le stesse strade e fare le stesse azioni senza mai stancarsi, solo perché sa che così non rischierà mai.

Perciò, decisa mi precipito verso l’esterno salutando qualche viso conoscente. Esco fuori e la trovo li, seduta nella solita panchina di legno con lo sguardo perso nel vuoto, molto probabilmente ad organizzare la sua ennesima serata con Zayn, prima della sua imminente partenza.

-Allora, hai predisposto tutto nei minimi dettagli?-. Le dico risvegliandola dai suoi pensieri e sedendomi al suo fianco con un sorriso soddisfatto stampato in viso.

-Cosa?-.

-Dico: hai predisposto tutto per questa serata con Zayn?-. Sorride innocente arrossendo, segno che devo aver azzeccato tutto.

Si pizzica la guancia interna facendomi intendere che c’è dell’altro. -Ho paura che voglia lasciarmi. So perfettamente cosa pensa dei rapporti a distanza Cara e non voglio sentirmi dire quelle parole che conosco perfettamente-.

Abbozzo un sorriso accarezzandola una guancia per darle conforto. –Piccola-. I suoi occhi sono ricolmi di lacrime, credo che questa situazione stia mettendo a dura prova i suoi sentimenti e le sue fragilità. Barbara per certi aspetti è una ragazza fragile, è cresciuta senza una madre e con un padre che ha tentato in tutti i modi di essere presente nonostante il dolore lo ha sempre fatto star male. Mike è un brav’uomo, ha amato troppo sua moglie riuscendo ad andare avanti per il bene della sua unica figlia. –Fidati che non lo farà. Lui ti ama-.

Solleva lo sguardo osservando quelle nuvole grigie sopra di noi che minacciano un imminente temporale. –Pioverà!-.

-E noi useremo l’ombrello-. Entrambe sorridiamo sapendo che in realtà le nostre parole non hanno nulla a che vedere con il tempo.

SALVE A TUTTI, 

ECCOMI QUI CON UN SECONDO CAPITOLO DI DESTINATI3. QUANDO HO TEMPO E VOGLIA DI SCRIVERE, PENSO SIA GIUSTO RENDERVI PARTECIPI DEL MIO BUON UMORE CON QUESTI PICCOLI REGALI, CHE SPERO POSSIATE APPREZZARE. 

RICORDO, COME SEMPRE, CHE SIA PIù CORRETTO SEGUIRE L'ORDINE DELLA TRILOGIA SE SI VUOLE CAPIRE QUALCOSA IN QUESTA TERZA STORIA. 

A PRESTO <3 

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