19

Jenna

La prima cosa che vedo quando apro gli occhi è il viso di Marc.
Sta dormendo serenamente, e mi tiene stretta a lui come non ha mai fatto.
Abbiamo passato praticamente tutta la notte a baciarci, ed è stato un po’ come tornare a sei anni fa.
Mi ero quasi dimenticata cosa si provasse a baciare qualcuno cui si tiene dannatamente tanto, cui affideresti la tua stessa vita e che non ti fa mai sentire sbagliata.
Non è mai stato così con nessun altro, neanche con Malcom.
Quando ero con lui stavo bene, ma a volte mi sentivo completamente fuori posto.
Le cene con i suoi compagni militari erano sempre una tortura, anche se non mi lamentavo vai.
Fuori sta nevicando e spero quasi che annullino il volo per stasera.
Non sono pronta per tornare a Los Angeles.
Avvicino il mio viso a Marc, e lo bacio con dolcezza.
Piano piano riemerge dal sonno, e ricambia, anche se ancora titubante.
È come se fosse ancora presto per sbilanciarsi troppo, come se non conoscesse affatto ogni centimetro del mio corpo, come se il mio cuore non gli fosse mai appartenuto prima.
Ogni volta che ci baciamo è una riscoperta, e mi piace dannatamente tanto.
-Che ore sono?- mi domanda, passando poi a baciarmi la mascella e il collo.
Chiudo gli occhi perché adoro quando lo fa, e Marc lo sa perfettamente.
-Le 10.30. Dovremo ordinare qualcosa al il servizio in camera, se hai fame.
Lo sento sorridere contro la mia pelle, e mi vengono i brividi.
-Mi hai fatto diventare pigro, Jenna Martins.
Scoppio a ridere, poi lo allontano da me quanto basta per guardarlo negli occhi.
-Non dare la colpa a me se siamo a malapena andati a dormire, stanotte.
-Ammettilo, ti è piaciuto restare sveglia.- risponde, sorridendo sornione.
Arrossisco perché so quanto ha ragione.
-Non cambierei nulla di questa notte, Marc Juves. Nemmeno un dannatissimo secondo.
I suoi occhi brillano, stamattina.
Si china nuovamente su di me, imprigionandomi tra le sue braccia e baciandomi il naso.
-Anche io non cambierei nulla, Jenna Martins.- sussurra, poi mi bacia di nuovo.
Non so per quanto tempo ci smarriamo l’uno nell’altra, so soltanto che probabilmente non sarà mai abbastanza per recuperare gli anni in cui siamo stati lontani.
Se ripenso a tutto quello che è successo, mi viene quasi da ridere.
Come avrei mai potuto pensare che il destino avesse in serbo per me qualcuno diverso da Marc, quando lui è l’unico che abbia mai amato veramente.
Adesso capisco perché non ha mai funzionato con nessun’altro. È come se il cuore fosse un pezzo del puzzle della mia vita, e Marc è l’unico che combacia perfettamente.
E tutto il resto vien da sé.

***

Quando esco dalla doccia, Marc mi ha lasciato un biglietto sul cuscino.

George voleva vedermi prima che partissi. Ci vediamo a pranzo? Aspetto un tuo messaggio.

Tuo, Marc

Sorrido quando la vedo, e l’improvvisa consapevolezza di ciò che sta realmente succedendo mi colpisce in pieno petto.
Non posso a fare a meno di arrossire un po’.
Devo chiamare Madison.
Mando un messaggio a Marc per dirgli che sono d’accordo a pranzare insieme, poi compongo il numero di Madison e aspetto pazientemente che mi risponda.
-Era ora che ti facessi sentire, dannazione.- la sento sbuffare, e sorrido automaticamente.
-Buongiorno anche a te, Maddy.
-Ho fatto delle ricerche su Luana Decastillo.- mormora, e il tono con cui me lo riferisce mi fa impazzire il battito cardiaco.
-Cosa hai scoperto?
-Sono andata al locale in cui lavora. Ho preso un drink, poi le ho detto che ero nuova in città e cercavo qualcuno che fosse bravo a disegnare, o a dipingere.
Lei mi ha sorriso, poi mi ha dato un numero di telefono. A questo punto le ho domandato se questo ragazzo fosse carino, e sai cosa mi ha risposto?
L’esigenza di saperlo mi stava facendo impazzire, e Madison interpretò il mio silenzio come un assenso a proseguire.
-”Ha gli occhi azzurri più belli che abbia mai visto, ed i capelli biondi gli donano molto. E per fortuna è il mio ragazzo.”. Ti rendi conto? Ha praticamente descritto Marc, senza fare il suo nome.
Rimango in silenzio, incapace di proferire parola.
Il cuore sembra aver iniziato una strana danza, indeciso se fuoriuscire dal petto o rimanere a tamburellare contro le costole.
Respiro profondamente, in un vano tentativo di recuperare la calma.
-Credi…- comincio- credi che possa trattarsi di Marc?
-Non sono un’esperta, ma tutte le carte che abbiamo vanno in quella direzione. Te hai qualche novità? Come sta andando questa gita a Chicago?
Chiudo gli occhi per un secondo.
Non posso dirle quello che è successo ieri sera, sembrerei una stupida.
-Devo andare, Madison. Fammi sapere se hai qualche novità.- attacco senza lasciarle il tempo di dire altro.
Il cuore batte talmente forte da farmi girare la testa, e credo quasi che potrei svenire. O vomitare.
All’improvviso corro in bagno e rigetto i resti della cena precedente, talmente poco che inizio a tossire.
Ho la gola in fiamme, e vedo sfocato.
Le lacrime si uniscono ai colpi di tosse, e per un attimo il dolore che provo è così intenso che credo di stare per morire.
Mi lascio cadere completamente distrutta accanto alla vasca da bagno, e mi ci appoggio con la schiena.
Mi prendo la testa fra le mani e, silenziosamente, continuo a piangere.

***

Una cosa mi ha sempre colpito della vita. O forse sarebbe meglio dire del destino.
Non siamo altro che sue marionette, e ogni giorno indirizza le nostre azioni, ci guida verso qualcosa di bello. O di tremendo.
Il destino ha il potere di farci cadere il mondo addosso il più silenziosamente possibile.
E quando ci chiudiamo nel nostro dolore, non ci rimane che questo silenzio, così penetrante.
Spesso il dolore è caratterizzato proprio da questo silenzio.
E questo silenzio è ciò che rimane dopo che hai deciso di lasciar andare la persona che, più di chiunque altra, hai amato con tutta te stessa.
Se qualcuno ora mi chiedesse cos’è l’amore, probabilmente risponderei che è un sentimento dolceamaro.
Lo avevano capito anche gli antichi, Catullo ne è la piena dimostrazione.
L’amore è tutto ciò per cui vale la pena vivere, persino quando non ci regala altro che dolore. In qualche modo ci rende più vivi di quanto siamo mai stati prima.
Amare Marc rispecchia alla perfezione la descrizione di sentimento dolceamaro.
Mi sono innamorata di lui perché riusciva a capirmi, a farmi sentire bene anche quando non volevo saperne di sorridere.
Mi faceva sentire bella, mi faceva sentire giusta anche quando pensavo di essere un pesce fuor d’acqua.
E adesso non mi rimangono altro che i ricordi.
Sento ancora il suo odore addosso, nonostante abbia provato a cancellarlo strofinandomi la pelle sotto la doccia fino a farla arrossare.
Marc si è preso ogni cellula del mio cuore, ma non sono disposta a permettergli di restare ancora a lungo.
È per questo che, solo con il silenzio a farmi compagnia, preparo la valigia e chiamo un taxi per andare all’aeroporto. È ora di andarmene da Chicago, persino da Los Angeles.
Ricomincerò altrove la mia vita. Per l’ennesima volta.

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