15
Jenna
Quando mi chiudo la porta alle spalle, sorrido.
Mi sento… felice, per la prima volta da un mese. Non so nemmeno dire cosa mi renda così, però mi piace. Mi piace dannatamente tanto.
Chiudo gli occhi e mi appoggio con la schiena alla porta, poi lentamente scivolo sul pavimento.
Rivedo gli occhi di Marc che mi guardano, il suo sorriso, ed il cuore accelera.
Se solo volessi farlo scomparire, potrei aprire gli occhi, ma non voglio. Mi piace quando sorride, mi piace quando lo fa per una mia battuta, o quando sorride semplicemente per far sorridere anche me.
Rifletto sull’accaduto che sia io sia Marc abbiamo fatto finta che non sia mai accaduto, come se fosse ortica
Questa sera, con la luna che splendeva sopra di noi, l’odore del mare e la sabbia sotto le scarpe… avrei davvero voluto che mi baciasse. Ma perché, all’improvviso, provo queste emozioni nei suoi confronti? Possibile che il cuore abbia memoria? Possibile che il mio subconscio abbia capito che, in fondo, non ho mai smesso di amare Marc?
Riapro gli occhi quando il cuore comincia a battere troppo velocemente, e decido di alzarmi.
Vado in bagno ed inizio a prepararmi per andare a dormire.
Mentre mi sto lavando i denti, mi arriva un messaggio.
E’ Marc.
“Sono stato bene stasera.”
Mentre lo leggo prendo un respiro profondo.
Semplice, nulla di complesso e senza alcuna pretesa. Devo rispondergli.
“Anch’io.”
Finisco di lavarmi i denti, e sto andando in camera quando arriva un altro messaggio.
“Dovremo andare in spiaggia più spesso.”
Sorrido, perché sono completamente d’accordo con lui.
“Hai ragione, ma possibilmente non dove è vietato.”
“Vero. Non sai mai cosa può accadere nelle spiagge private.”
Sgrano gli occhi. Si sta veramente riferendo al nostro quasi bacio?
Decido di non rispondergli più, e metto il telefono sul comodino. Stanotte avrò decisamente un mucchio di cose cui pensare.
Mi sdraio sul letto, ma dopo qualche secondo squilla nuovamente il cellulare.
Sento il cuore in gola quando vedo che è Marc.
-Pronto?- dico, cercando di sembrare naturale.
-Ehi, stai già dormendo?- mi domanda, e sento qualcosa sbattere.
-Cosa? No, sono sveglia, ma tra qualche minuto andrò a dormire. Perché?
-Abbiamo ancora un film in sospeso. Ti va di vederlo stasera?
-Marc, sono le quasi le due. Domani devi prendere un aereo e io devo andare al lavoro.
-Il problema è che mi è venuta in mente una cosa assurda, e devo assolutamente parlatene. Sto venendo da te, e non sentirò un no come risposta.
Mi alzo in piedi di scatto, e corro alla finestra.
Sono sicura che tra cinque minuti vedrò la sua auto fermarsi nel vialetto. Fantastico. Proprio ora che avevo bisogno di riflettere.
-Marc, non dovresti essere al telefono mentre guidi.
-Infatti sei in vivavoce. Tranquilla, tra cinque minuti sono là. Ho il film, quindi te prepara i popcorn.
Sbuffo e corro in cucina a cercare i semi di mais, sempre con il telefono incollato all’orecchio.
-Non so nemmeno se ho i popcorn! E poi sono in pigiama, e non ho intenzione di mettermi i jeans.
-Non preoccuparti, sei carina anche con il pigiama.
Trattengo il fiato, poi lo saluto frettolosamente e metto giù il telefono.
***
Puntuale come un orologio, cinque minuti più tardi è seduto sul mio divano, mentre io inserisco il DVD del film.
Mi siedo accanto a lui, e proprio all’inizio quando Rosie sta dichiarando implicitamente il suo amore ad Alex, mi volto verso Marc, incapace di trattenermi.
-Cosa c’è di così importante da farti precipitare qua alle due del mattino?
Lui distoglie lo sguardo dalla TV e lo punta su di me.
Mi prende una mano e, prima di cominciare a parlare, la stringe.
-Vieni con me a Chicago.
Sgrano gli occhi, in preda all’incredulità:- Cosa? Marc, sei completamente impazzito.
-Mai stato più serio di così.- risponde, e poi si volta completamente verso di me.
-Sarà divertente. Visiteremo una città in cui non siamo mai stati, ed io non sarò preoccupato tutto il tempo per te.
-Non sono una bambina. Puoi andartene in giro quanto vuoi, so badare a me stessa.
-Non raccontarmi balle. Quando…
Mi alzo in piedi, infuriata:- So perfettamente cosa ho fatto, d’accordo? Ma non sono più così debole psicologicamente.
Ho rivisto Frederick e Camila, ho persino fatto amicizia con Madison!
Non risponde, ma si alza anche lui.
Intanto in televisione Alex e Rosie stanno per andare al ballo della scuola. È quasi consolatorio che non sia l’unica con una disastrosa vita sentimentale.
Marc si alza dal divano, e per poco non fa cadere la ciotola colma di popcorn.
-Ti va di essere sincera?- mi chiede, avvicinandosi un po’. Non mi muovo, riesco a sentire il suo profumo. È strano come sia sempre lo stesso anche dopo molti anni.
Un tempo era il mio preferito.
-Sono sempre stata sincera con te, Marc.- rispondo, incrociando le braccia al petto.
Sospira, poi mi prende le mani e mi costringe a disincrociarle.
Sento dei brividi, ma sono troppo arrabbiata per farci caso.
-Sei turbata per quello che stava per succedere stasera, prima che il guardiano ci sorprendesse?- mi chiede, ed il cuore inizia a battere furiosamente. Perché ne stiamo parlando?
-Non devi essere preoccupata. È stato solo un momento di debolezza. Non succederà più.- mi dice, poi aspetta che io dica qualcosa. Ma non lo faccio. Cosa dovrei dire? Che sono terrorizzata da quello che forse non ho mai smesso di provare per te? Che ho paura di ciò che potrebbe accadere se dovessimo baciarci?
Marc non prova più niente per me, lo ha detto tantissime volte. Se mi innamorassi di nuovo di lui, soffrirei ancora. E penso di essermi fatta male innumerevoli volte per colpa sua.
Ora basta.
-Non verrò con te a Chicago.- dico solo, omettendo ciò che la testa non fa altro che urlarmi. Ho bisogno di tempo, ho bisogno di una pausa da lui e da tutto ciò che sto iniziano a sentire per lui.
La delusione nei suoi occhi è così evidente che per un attimo sto seriamente per cambiare idea. Non sono mai stata a Chicago, e Marc rende ogni cosa molto più bella.
Ma resto ferma sulla mia posizione, e quando si volta per andarsene non lo fermo.
Rimango immobile anche quando sbatte la porta alle sue spalle.
Intanto, Rosie e Alex si salutano prima che lui parta per l’America.
***
Il mattino dopo sono a pezzi.
Marc non è passato a prendermi per accompagnarlo all’aeroporto, ma va bene così. Ho bisogno di stare qualche giorno senza lui.
Madison non fa altro che cercare di estorcermi qualche notizia su ieri sera, ma non ho intenzione di dirle nulla, e mentre sto prendendo una macchina fotografica per andare a scattare un servizio, mi arriva un messaggio.
“Hanno ritardato il volo di un’ora. Sei ancora in tempo per cambiare idea.”
Chiudo gli occhi per un secondo, e decido di non rispondere. Distacco totale. Devo mantenere un distacco totale. Questo è l’importante. Altrimenti non riuscirò a fare chiarezza con me stessa.
Poso il telefono sul tavolo e guardo la ragazza di fronte a me. E’ una modella, ed ora sta indossando un costume per la prossima stagione estiva.
Grazie alle ottime recensioni lo studio fotografico sta salendo di livello e questo è tutto quello che conta.
Inizio a scattare fotografie, evitando di pensare a qualsiasi altra cosa.
***
-Jenna, stasera usciamo.- dice Madison, con un tono che sembra sempre di più un ordine piuttosto che una richiesta.
Siamo sedute sul divano di casa sua, intente a guardare uno dei suoi film preferiti, Città di Carta.
Alla fine sono stata costretta a raccontarle cosa è accaduto ieri sera, e ovviamente lei se fosse stata al mio posto sarebbe partita per Chicago. Senza alcun dubbio.
Secondo lei stargli lontana non servirebbe a molto, in quanto se sentissi la sua mancanza sarebbe normale, dato che siamo amici.
È la vicinanza, a suo dire, che può essere rivelatrice.
Ma io rimango sempre scettica.
-Dove vuoi andare?- le domando, e lei sorride. So già che devo preoccuparmi. Molto.
-Vedi, ti offro un bivio. O andiamo nella discoteca in cui lavora Luana Decastillo, oppure prendi il primo volo per Chicago e raggiungi Marc. Che ne pensi?
Sgrano gli occhi. Mi ha veramente proposto una di queste due cose? Deve essere impazzita.
-Madison…
-Non dirmi che non puoi per via del lavoro. Sai benissimo che sei la cocca del capo, e qualsiasi cosa ti serva è disposto a concedertela. E l’ultimo volo per Chicago parte fra quattro ore. Hai tutto il tempo per fare le valigie e partire.
Alzo gli occhi al cielo, in preda all’indecisione.
Natale si sta avvicinando, anche se non sembra, e a Chicago fa veramente freddo durante il periodo invernale.
-Ascoltami.- tenta di nuovo Madison- Se rimarrai qua cosa succederà? Assolutamente niente. Resterai ferma emotivamente, e non è quello di cui hai bisogno. Chicago è una città stupenda, e aspetta solo te. Marc aspetta solo te.
Sbuffo, perché so che ha ragione.
-Mettiamo che io voglia partire.- inizio, e già vedo i suoi occhi illuminarsi di trionfo.-Come faccio a sapere in che albergo alloggia?
-Chiama suo fratello. Sicuramente può scoprirlo senza destare sospetti. E per Marc sarà una sorpresa stupenda trovarti là.
Mi alzo in piedi e soppeso le sue parole.
Riesco solo a pensare che in questo momento vorrei solo un consiglio da parte di Bonnie, ma ora qui con me c'è Madison, la persona più simile a Bonnie che io abbia mai incontrato.
Sorrido:- Prenota un biglietto per il primo volo per Chicago. Si parte.
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