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Cinque anni dopo...
Scatto l'ultima fotografia alla ragazza che ho davanti.
È il giorno della sua cresima, e il sorriso emozionato è ormai impresso nelle fotografie.
-Saranno pronte per mercoledì.- dico al padre che mi guarda interrogativo.
-Grazie mille del lavoro, signorina Martins.- mi ringrazia.
Esco fuori dal locale del ricevimento, pronta per raggiungere la fermata dell'autobus che mi porterà fino a casa.
Stasera è umida, e sono troppo stanca per andare a piedi.
Un uomo mi sorride dall'altra parte della strada.
All'inizio non lo riconosco, ma poi sorrido anch'io.
Aspetto che il traffico impazzito di New York si calmi, poi attraverso le strisce pedonali e gli vado incontro.
Malcom mi saluta baciandomi sulle labbra dolcemente.
-Ho finito il turno in caserma prima del solito. Ho pensato di passarti a prendere, così eviti di prendere il pullman di notte.- dice.
-Grazie mille. Sei il ragazzo migliore che esista. Sono così fortunata ad averti.
Sorride, poi mi prende per mano e mi accompagna alla macchina.
Guida con calma verso casa nostra, e dopo un quarto d'ora indosso già il pigiama.
Mi accoccolo contro di lui, e il contatto con il suo corpo caldo mi dà sollievo dal freddo.
Stiamo insieme da due anni, ma conviviamo solo da un paio di mesi.
Mi accarezza la schiena, e sto per addormentarmi quando lui inizia a parlare.
-Ho una notizia.- dice.
Mi metto a sedere, guardandolo.
Indossa il suo pigiama nero e grigio, e i capelli castani, tagliati cortissimi, come i veri marines.
Mi guarda con i suoi occhi scuri, chiedendomi silenziosamente di non perdere la calma.
Indugia qualche istante sul tatuaggio sul mio braccio.
Non mi ha mai chiesto cosa significhi, e io non gliel'ho mai detto.
Fa male parlarne.
Non sa neanche di Bonnie. Non penso di essere mai guarita completamente da quella ferita.
Troppo profonda.
-È una bella notizia o devo preoccuparmi?- chiedo.
-Dipende dai punti di vista.- risponde, mettendosi seduto anche lui.
Mi prende una mano, la stringe.
-Mi hanno promosso.- dice.
È una bella notizia, ma non esulto, non ancora.
Lo lascio continuare.
-Ma insieme alla promozione, mi hanno dato notizia di un trasferimento, a Los Angeles.
Parto la prossima settimana, e... Vorrei che tu venissi con me.
Sorrido:- Malcom, sono così felice per te. È una notizia straordinaria.
Ma non so se potrò seguirti.
-Perché?- chiede, stringendomi un po' di più la mano.
-Qui ho un lavoro, tanto per cominciare, e i miei contatti per i documentari, John, la mia famiglia...
-Loro possono venire a trovarti, e aprire uno studio di fotografia non può essere così difficile.
John ha il tuo numero, per qualsiasi emergenza. E a Los Angeles c'è Frederick, il tuo migliore amico. So che ti manca molto.
Già. Ma in fondo sospetto che Frederick non sopporti Malcom.
Temo che sia reciproco.
Faccio un respiro profondo:- Non posso decidere adesso.
Vorrei sentire anche il parere della mia famiglia. Sai quanto tenga a loro.
Malcom annuisce, poi si sdraia sul fianco e chiude gli occhi.
Capisco che è arrabbiato con me, ma cosa vuole che faccia?
Buttarmi in una nuova vita, ricominciare da capo per l'ennesima volta?!
Un tempo lo avresti fatto, mi dice una voce nella mente.
Per qualcun'altro lo avresti fatto.
Mi alzo dal letto e mi tolgo il pigiama.
So che Mal ancora non dorme, e che probabilmente mi sta osservando dagli occhi socchiusi.
Ma non posso farne a meno: ho bisogno di andare via da casa, per qualche ora. Devo pensare.
***
È in momenti come questi che sento terribilmente la mancanza di Bonnie.
Lei, che era così presente in ogni momento della mia vita, pronta a sostenermi e a consigliarmi.
Ma lei adesso non c'è, e il camionista ubriaco che l'ha uccisa giace in qualche carcere umido e freddo.
Due anni fa ho fatto amicizia con Lenny, il custode del cimitero in cui riposa Bonnie.
È un tipo sulla cinquantina, calvo e tracagnotto, ma ha sempre avuto un'aria simpatica.
Mi vedeva spesso sulla sua tomba, ed un giorno abbiamo iniziato a parlare.
È per questo che adesso sono davanti alla porta di casa sua, a mezzanotte, e sto bussando disperata.
-Lenny, aprimi ti prego!- urlo ancora. La porta si spalanca velocemente.
Vedo subito la faccia stanca del mio amico, sul viso un accenno di barba.
-Cosa vuoi, Jenna? È l'una di notte.
-Ho bisogno di vedere Bonnie.
-Scordatelo. Non ti farò entrare nel cimitero nel bel mezzo della notte solo perché hai angosce esistenziali.
-Ti prego Lenny!- chiedo, inginocchiandomi e pregandolo.
Alza gli occhi al cielo:-Ti do dieci minuti. Niente di più.
Mi rialzo, e lo abbraccio forte:- Grazie Lenny, sei il migliore.
Borbotta qualcosa, poi mi lancia un paio di chiavi e si dirige verso la sua auto.
Salgo con lui.
Il cimitero dista dieci minuti, e sebbene sia molto tardi New York non pensa proprio di andare a dormire.
Mentre siamo fermi al semaforo, Lenny si volta verso di me.
Sembra stanco, ma la mano è sicura sul volante.
-Cosa è successo di così importante da voler consultare Bonnie?- Mi chiede.
Nel frattempo scatta il verde, e lui spinge l'acceleratore.
-Malcom mi ha chiesto di trasferirmi con lui a Los Angeles.- dico.
Fa un fischio:- E cosa ti frena dall'accettare?
Distolgo lo sguardo dalla strada, tormentandomi le mani.
-Ho così tante cose qua. La mia famiglia, un lavoro, Bonnie. Mi sento al sicuro qua.
-Lo ami?- chiede ancora.
Siamo appena entrati nel parcheggio del cimitero. Ferma l'auto davanti al cancello chiuso, aspettando una mia risposta.
-Certo che lo amo.- dico infine.
Lenny sorride:-Lo ami, ma non come si ama per sempre.
Ecco qual è il problema. Sai che tra voi finirà, e non vuoi spingerti troppo oltre.
È per questo che avete aspettato tanto per andare a convivere, è per questo che aspettate sempre tantissimo prima di fare qualsiasi cosa che per le altre coppie è normale.
Hai paura dei sentimenti che non provi per lui.
Scuoto la testa:- Non è vero, Lenny. Lo amo, è solo che l'ultima volta che ho amato incondizionatamente non è andata a finire proprio bene.
Essere prudenti con il proprio cuore non significa non amare qualcuno.
Lui mi guarda, soppesando le mie parole:-Se lo dici te.- risponde, poi scende dall'auto.
Lo seguo, e dopo qualche istante sto già correndo verso Bonnie.
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