♤6

Wooyoung

Arrivò presto novembre, l'aria era più fredda e a breve ci sarebbe anche stato il mio compleanno. Quell'anno non volevo festeggiarlo, dal momento che le uniche persone che sarebbero state presenti e a cui sarebbe importato di me davvero le potevo contare sulle dita di una mano, mentre altre persone sarebbero state solo in cerca di un guadagno personale da trarre.

Quel pomeriggio ovviamente ero all'ufficio, mancavano soltanto un paio d'ore prima che finisse la mia giornata lavorativa, ma non ero riuscito a resistere a Yunhe. Quando era arrivata avevo visto la sua gonna e il maglioncino che aveva indosso, cosa che faceva vedere le sue clavicole in maniera perfetta. Fortunatamente era domenica, ciò significava che non c'era quasi nessuno e che quindi potevo fare quel che volevo con più tranquillità.

Per questo avevo chiamato la mia segretaria, perchè da quando l'avevo vista non riuscivo a smettere di pensarla e in quel momento mi serviva proprio una...distrazione. Infatti l'attimo dopo sentii bussare alla porta e io immediatamente sorrisi e chiusi il mio portatile, per poi spostarlo su un mobile accanto ad essa.

«Yunhee, entra pure.»le dissi e non appena aprì la porta io mi occupai di abbassare le serrande, in modo da non far vedere a nessuno quello che sarebbe successo a breve, come facevo di solito.

«Voleva vedermi?»mi domandò, facendo qualche passo avanti verso di me e io mi alzai in piedi, girando attorno alla scrivania ed andandole incontro, fino a quando non fummo l'uno davanti all'altra. Per un attimo mi domandai come fosse possibile che quella ragazza non avesse qualcuno, ma poi scossi leggermente la testa cercando di non pensarci.

«Si, tesoro.»dissi allora e per la prima volta
mi feci sfuggire un nomignolo che non fosse relativo al sesso. Non seppi esattamente da dove mi uscì ma non me ne importò, o almeno fino a quando non vidi i suoi occhi sgranarsi. Allora ghignai sentendomi colpevole di quella reazione e poi mi avvicinai ancor di più a lei, scostandomi leggermente alla sua destra.

«Vedi la mia scrivania com'è ordinata e pulita?»le chiesi, indicandole con la mano di cosa stessi parlando, poi la guardai mentre mi annuì e io mi avvicinai a lei allora, per poi toglierle una ciocca di capelli dal viso. Non mi era mai capitato di essere così gentile con qualcuno ma negli ultimi due mesi avevo notato dei cambiamenti dei miei atteggiamenti, anche se non riuscivo a spiegarmeli.

«Che ne dici di sporcarla un po'?»le domandai poi all'orecchio, facendo attenzione a far sfiorare le mie labbra col suo lobo, per farle capire di cosa stessi parlando, anche se sapevo perfettamente che se lo fosse immaginato già quando l'avevo fatta entrare qui. Non che la chiamassi solo per averla fisicamente, ovviamente la chiamavo anche per parlare di lavoro.

«Cosa vuoi che faccia?»mi chiese lei a bassa voce e girando leggermente la testa verso la mia, io le afferrai il viso con una mano e la guardai negli occhi per qualche secondo in più del necessario, ma rimanendo incantato nel vedere la sua bellezza.

«Alzati la gonna e sdraiati su di essa.»ordinai allora, facendole un cenno per farle capire di avanzare e lei annuì soltanto, per poi eseguire quello che le avevo appena chiesto. Si alzò la gonna sulla vita e io riuscii subito a vedere le sue gambe e il suo intimo bianco, poi lei si voltò verso di me e fece per sedersi su di essa, ma io la bloccai quasi subito.

🔞

«A pancia in giù.»le dissi allora e lei si fermò per un attimo, guardandomi per qualche secondo prima di annuire di nuovo e voltarsi per darmi le spalle. Poi semplicemente si abbassò col busto sul legno della scrivania, girando la testa di lato in modo tale da poter stare più comoda.

Davanti a me ora c'era una visuale paradisiaca, il suo sedere perfetto messo in alto e coperto soltanto da un paio di slip che la nascondevano ai miei occhi. Mi avvicinai poi a lei e mi misi dietro, appoggiando il mio bacino contro il suo, per poi prendere ad accarezzarle le natiche e a stringerle di tanto in tanto.

«Mmh, perchè non indossi quelle bellissime mutandine di pizzo per me?»le chiesi, ricordando quelle che aveva indossato la sera in cui l'avevo incontrata in discoteca, anche se mi aveva già detto il motivo per cui non lo faceva.

«Certo, sarebbe un vero peccato se anche loro facessero questa fine.»aggiunsi poi, per poi afferrare i lembi del leggero tessuto tra le dita e iniziando a tirarlo via, arrivando a strapparlo e a renderlo un cumulo di fili slacciati tra loro. Lei ovviamente reagì immediatamente quando sentì l'aria esterna colpirla direttamente sulla pelle delicata della sua intimità, tremando dalle spalle al fondoschiena, e io sorrisi, lasciandole delle ultime palpatine su tutto il suo corpo.

Poi feci di nuovo il giro della scrivania, arrivando quindi al lato dove c'era la mia sedia girevole e mi occupai di spostarla, per poi mettermi direttamente davanti al suo viso. Mi abbassai quanto necessario per afferrarle il mento e tirarla su, cosicchè potesse vedere davanti a sè.

«Adesso succhiamelo, fai la brava.»le dissi mentre iniziavo a spogliarmi dei miei indumenti il più velocemente possibile, facendomeli scivolare lungo le gambe e a terra. La mia erezione spuntò subito in cerca di attenzioni e lei non aspettò alcun istante prima di allungare la testa e aprire la bocca.

«Guardami.»affermai poi e lei immediatamente aprì gli occhi e li puntò nei miei nel momento stesso in cui si precipitava a prendermi in bocca e a iniziare a fare su e giù con la testa, per quanto le fosse possibile data la posizione scomoda in cui si trovava in quel momento.

«Ti piace avermi mentre ti riempio in ogni modo, vero?»chiesi facendomi prendere dall'eccitazione, mentre la guardavo con uno sguardo totalmente perso. Così sottomessa al mio volere era stupenda, mentre mi recava piacere in ogni modo possibile per lei.

«Ma mai quanto sentirmi parlarti in questo modo.»aggiunsi di nuovo quando l'avvertii gemere a causa delle mie stesse parole e io le portai una mano tra i capelli, accompagnandola lungo la mia intimità e in un certo senso aiutandola a prendermi totalmente in bocca.

«Posso immaginare già quanto ti troverò bagnata una volta che avrai finito qui.»commentai ancora e subito dopo la sentii deglutire e quindi succhiare più forte, incavando anche le guance attorno a me e ciò mi mandò immediatamente in tilt il cervello. Non ero un grande fan di lavoretti a mano e a bocca, ma devo dire che in quel momento l'unica cosa che volevo era venirle in bocca.

«Cazzo...»mugolai infatti, buttando la testa all'indietro e continuando a spingerla fino a quando la punta del suo naso non toccò il mio pube, cosa che la fece gemere nuovamente e mandare di conseguenza delle vibrazioni lungo tutto il mio corpo.

Ci volle soltanto qualche altro movimento di testa, accompagnato dai suoi osceni che la sua bocca stava facendo attorno a me e dall'evidente saliva che scendeva sul suo mento e le bagnava quel maglioncino, e in breve fui sorpreso completamente dal mio orgasmo. Mi svuotai al suo interno e l'attimo dopo uscii dalla sua bocca, poi dopo aver ripreso fiato mi allontanai e feci per l'ennesima volta il giro della scrivania, mettendomi poi dietro di lei. Non mi privai di portarle un dito sulla sua apertura, sfiorandola lentamente con il polpastrello e avvertendo immediatamente quanto fosse bagnata in quel momento.

«Oh, proprio come me l'aspettavo.»commentai infatti portandomi il dito alle labbra e succhiandolo, sentendo a mala pena il suo sapore sulla lingua, per poi riportare la mano dove era stata poco prima, prendendo ad accarezzarla leggermente, puntando la mia attenzione sul suo clitoride e compiendo su di esso diversi movimenti circolari.

«Wooyoung...»la sentii dire il mio nome e un sorrisetto spuntò sul mio viso senza che nemmeno me ne accorgessi, allora andai ad accarezzare la sua apertura e poi, quando fui certo che tutte quelle torture fossero necessarie, le infilai la prima falange dentro di lei.

«Oddio...»rispose immediatamente alla prima penetrazione, sia vocalmente che fisicamente, dal momento in cui avvertii immediatamente come le sue pareti iniziarono ad avere degli spasmi attorno al mio dito, che ben presto venne accompagnato da un secondo.

«Ah- Wooyoung!»si lasciò scappare un gemito più alto degli altri e io fui tentato dall'allungare una mano per tapparle la bocca ma volevo fin troppo sentire ogni suo suono, perciò mi trattenni dal farlo e mi lasciai andare all'ennesima risata.

«Che c'è, piccola? È troppo per te?»le domandai, chinandomi poi sul suo corpo e facendo di conseguenza strofinare i nostri bacini e le nostre intimità tra di loro, infatti avvertii la punta della mia nuova erezione toccare il mio polso che ora stava lavorando per sforbiciare il suo interno e prepararla a quello che sarebbe venuto a breve.

«E così invece?»chiesi ancora una volta sempre continuando a prenderla in giro quando aggiunsi un terzo dito che insieme agli altri due si piegava e si allargava, entrando il più affondo possibile dentro di lei.

«Oh mio Dio, ti prego!»quasi urlò questa volta e io a questo punto le afferrai i capelli e glieli tirai all'indietro, fino a metterla in piedi davanti a me con ancora le mie dita dentro di lei che la penetravano senza pietà.

«Che cosa vuoi, Yunhee?»le domandai all'orecchio e la sentii sospirare e gemere, poi la guardai in viso e notai che stava tenendo gli occhi chiusi e un labbro incastrato tra i denti. Nel vederla in quel modo avvertii immediatamente il bisogno di essere dentro di lei, ma quel bisogno aumentò ancora di più quando sentii le sue parole poco dopo.

«Il tuo cazzo.»non mi aveva mai parlato così prima d'ora, rispondendo in maniera diretta e facendo richieste, ma nemmeno utilizzando dei termini così volgari. Solitamente il sesso con lei era bello e fatto di suoi gemiti ed incoraggiamenti, non di botte e risposte. E ciò mi mandò ancor di più il cervello in pappa.

«Oh, allora stai diventando proprio una puttana.»le dissi, sfilandole poi le dita da dentro di lei facendola mugolare in contrario, per poi farla abbassare e afferrarle i fianchi tra le mie mani, ponendomi perfettamente all'altezza del suo sedere per prepararmi. Aprii un cassetto della scrivania e ne tirai fuori un preservativo, fortunatamente mi tenevo sempre pronto per ogni eventuale occasione, e allora me lo srotolai contro per poi masturbarmi per qualche secondo, cosi da non perdere l'erezione.

«Visto che me l'hai chiesto così gentilmente...»feci per dire e, immediatamente dopo entrai dentro di lei con pura forza. Un piccolo urletto scappò dalla sua bocca mentre le sue mani andarono a stringersi attorno alla scrivania, talmente tanto che le nocche le diventarono bianche. Mi fermai per un attimo al suo interno, godendomi la sensazione delle sue pareti strette attorno a me e aprii la bocca per respirare, sentendo improvvisamente i polmoni in cerca d'aria.

Poco dopo iniziai a spingermi al suo interno e poi riuscire, prima con movimenti lenti e morbidi e poi aumentando il ritmo. Non passò molto tempo che nel mio ufficio si potè udire soltanto il rumore delle nostre pelli che si scontravano, dei nostri gemiti e grugniti e di lei che mi prendeva al suo interno, creando quel rumore fatto di liquidi ed aria.

«Stavi aspettando me, vero? Che io ti rendessi la mia puttana personale.»le dissi ad un certo punto io, abbassandomi sulla sua schiena e mordendole una spalla quando la sentii immediatamente reagire al mio commento e stringersi attorno a me.

«Woo, ah!»esclamò invece lei, spingendo il suo sedere verso l'indietro in mio favore e io tornai immediatamente nella posizione di poco prima, afferrandole la vita e godendomi di quella visuale, della sua schiena che non stava ferma nemmeno per un secondo perchè si voleva liberare dalla mia presa.

«Esatto, dí il mio nome, perchè solo io sono in grado di farti sentire così.»le dissi e lei immediatamente gemette di nuovo pronunciando il mio nome, prima di fare per sollevarsi leggermente dalla scrivania per cercare una nuova angolazione delle penetrazioni.

«Ah! Sto per...»iniziò a dire e passarono pochi secondo da quando le sentii stringersi convulsamente attorno a me e fermarsi completamente. Capii che avesse raggiunto il suo orgasmo e io continuai a spingere dentro di lei, rallentando solo di un po' per farle sentire le parole che dissi dopo.

«Un'altra volta. Vieni un'altra volta per me.»cercai di convincerla e io già vidi la sua testa iniziare a scuotere in disapprovazione, allora io le tirai uno schiaffo sulla natica e poi gliela strinsi nel palmo della mia mano, godendomi della sensazione del suo corpo sotto al mio che nonostante avesse trovato l'apice del piacere continuava a rispondermi.

«Non posso...»mi disse sospirando pesantemente e io capii che ora fosse anche stanca, anche se non era mai capitato prima d'ora che si stancasse durante un rapporto; c'erano giornate diverse per tutti noi dopotutto.

«Si che puoi.»continuai a spronarla io, riprendendo il ritmo veloce e forte dei miei movimenti e facendole scappare un gemito dalle labbra: quello fu il momento in cui capii che, nonostante tutto, avrebbe eseguito quello che le avevo appena richiesto, che volesse o meno.

«Lo so che non vuoi che io mi fermi.»dissi ancora, puntando gli occhi verso il basso e guardando il punto in cui eravamo uniti fisicamente, il modo in cui entravo ed uscivo dal suo corpo e il modo in cui lei fosse fatta apposta per me.

«Perchè sotto sotto ti piace essere trattata come una puttana, come la mia puttana.»aggiunsi infine dopo essermi chinato per l'ennesima volta sul suo corpo, facendo sempre a non schiacciarla con il mio peso. E, alla fine, tutte le mie parole sembrarono funzionare, perchè lei venne di nuovo con un gemito che sembrò infinito alle mie orecchie e che mi permise di raggiungere il mio stesso orgasmo.

Continuai a muovermi per altri secondi fino a quando non fui completamente svuotato all'interno della gomma del preservativo. In quel momento uscii dal suo corpo e mi spostai, per poi cingerle la schiena con le braccia per farla tirare su.

🔞

La guardai in viso e nonostante quello che avevamo appena fatto la trovavo bellissima: il leggero trucco le colava lungo i lati degli occhi e i capelli erano tutti impicciati e incasinati a causa di tutte le volte in cui li avevo tirati. Io presi ad abbottonarmi i pantaloni in silenzio e lei sembrò seguire il mio esempio perchè, quando ritornò in possesso delle sue forze necessarie si mise di nuovo in piedi e iniziò a sistemarsi di nuovo i vestiti, afferrando anche le slip che erano finite sul pavimento.

«Wooyoung, mi hai strappato le mutande, adesso come faccio?»mi fece notare, mettendomi il cumulo di tessuti davanti alla mia faccia e io alzai gli occhi al cielo e sorrisi, prima di prenderle un polso nelle mani e tenerla ferma mentre la continuavo a guardare negli occhi.

«Torna a casa, dirò che sei malata se qualcuno chiede.»proposi allora per poi allontanarmi da lei e andare a prendere un paio di asciugamani dal mio bagno. Tornai da lei e gliene diedi uno, che utilizzò per pulirsi in mezzo alle gambe, mentre io cominciai a passarlo sul bordo della scrivania, dove era stata lei poco prima.

«Toglimi una curiosità, i nomignoli ti fanno eccitare?»non mi resi nemmeno conto che quelle parole uscirono dalla mia bocca, questo fino a quando mi voltai verso di lei e la vidi con le guance arrossate. Non sapevo nemmeno che una cosa del genere mi avesse mai sfiorato i pensieri, ma dato che ormai c'ero valeva la pena sentire la sua risposta.

«Solitamente no, voglio dire con...altre persone con cui sono stata non ci ho mai fatto caso.»mi disse infatti abbassando gli occhi al pavimento e continuando a strofinare il panno tra le sue gambe.

«Però con te sto scoprendo nuove cose che mi piacciono, in realtà.»aggiunse poi, quando ebbe finito di asciugarsi e portando l'asciugamano in bagno di nuovo. Io corrucciai le sopracciglia sentendo quelle sue parole e in quel momento non volli far altro che sentirla dirmi ciò che gli piaceva.

«Ah si? Per esempio?»domandai allora, andandole incontro e buttando entrambi gli asciugamani in una cesta, lei però non sembrava volermi dare una risposta perchè velocemente uscí dal mio bagno facendo finta di nulla. Allora io la seguii e immediatamente le afferrai un polso per bloccarla e la tirai indietro, facendola voltare e stando di conseguenza faccia a faccia con lei.

«Dimmelo.»ordinai allora, e notai subito come il suo viso divenne ogni secondo più rosso, cosa che mi fece sorridere, capendo subito che si vergognava di dirmi quello che provava in quel momento.

«Ti sto mettendo in imbarazzo?»le chiesi poi portandole una mano ad accarezzarle il viso e a spostare delle ciocche di capelli dalla sua fronte e a quel punto lei alzò gli occhi nei miei prima di darmi una leggera spinta con le mani per allontanarmi dal suo corpo, cosa che però non accadde.

«Smettila.»mi disse e io scoppiai a ridere, prima di prenderle la faccia tra le mani e avvicinare il suo viso al mio, e per un attimo fui spinto dal volerla baciare ma mi trattenni, dal momento che avevamo già fatto sesso e che quindi non potevamo lasciarci andare una seconda volta dopo l'intensità della prima.

«Aww, lo sai che sei proprio carina in questo momento?»le dissi allora guardandola negli occhi e lei grugní sentendosi adesso a disagio anche per ció che le avevo appena detto, io ridacchiai di nuovo e poi la lasciai andare, facendo un passo indietro.

«Dai, dimmelo.»affermai nuovamente e lei in un primo momento sembrò star pensando ma poi sospirò e alzò gli occhi al cielo, mordendosi il labbro inferiore.

«Quando mi parli, in generale. Mi piace.»confessò e io nel sentire quelle parole fui di nuovo pronto per un secondo round ma mi trattenni, semplicemente sorridendole e annuendo, per poi allontanarmi e andare alla mia scrivania.

«Buono a sapersi, allora.»risposi infine, cominciando a mettere in ordine le cose su di essa e avvertendo i suoi occhi puntati sulla mia schiena, come se volesse chiedermi qualcosa.

«Adesso vai a casa, avanti.»le dissi infine e mi voltai un attimo per guardarla annuire, infine si voltò sui tacchi per uscire dall'ufficio e alla fine rimasi da solo, ripulendo quello che avevamo appena fatto con un flebile sorriso sul volto.

Ho finito di scrivere questa ff😩😩non vedo l'ora che leggiate i prossimi capitoli

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