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Yunhee

Wooyoung mi sbattè contro la porta di casa sua non appena questa fu chiusa dietro di noi, lui troneggiava sulla mia figura mentre mi teneva le mani attaccate alla superficie di essa e la lingua impegnata a passare su ogni centimetro del mio collo.

Poco dopo si abbassò leggermente per afferrarmi le cosce e sollevarmi, per poi premermi di nuovo contro la porta con forza, facendo unire i nostri bacini ed entrambi mugolammo a quel primo contatto fisico. Sentii le sue dita affondare nella mia pelle dei fianchi ancora coperta dai vestiti, mentre le mie finirono tra i suoi capelli neri, che presi tra due pugni per tirarglieli e fargli uscire qualche suono dalle labbra ancora impegnate sulla mia gola.

Buttai la testa all'indietro, poggiandola di conseguenza contro la porta, chiusi gli occhi e lasciai la bocca aperta, facendo uscire dei sospiri spezzati da tutte le attenzioni che lui mi stava rivolgendo. Il suo bacino tra le mie gambe prese a fare dei movimenti, a strofinarsi contro di me nonostante i vestiti e io mugolai di nuovo, in attesa che facesse qualcosa.

Non attese molto che si voltò e non ebbi nemmeno la possibilità di vedere casa sua perché mi portò immediatamente in camera sua, per poi chiudersi la porta alle spalle nonostante fossimo soltanto noi due lí. Questo lo sapevo perchè mentre eravamo in macchina glielo avevo chiesto e lui mi aveva risposto semplicemente che viveva da solo.

Non aspettò nemmeno un attimo a rivolgersi verso il letto per poi farmi cadere su di esso con poca delicatezza. Lo guardai mentre lui prendeva a sbottonarsi la camicia e a slacciarsi i pantaloni e io feci lo stesso, togliendomi il vestito che avevo indossato quella sera e rimanendo in intimo davanti a lui. Lui ci mise meno tempo rispetto a me a spogliarsi e per questo motivo io rimasi con gli ultimi due pezzi di indumenti indosso mentre lui era completamente nudo.

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Si avvicinò a me e mi tirò per le caviglie, al che io mi lasciai scappare un piccolo urletto che lo fece ridacchiare, per poi prendere a baciarmi le gambe lentamente e andare verso l'alto con le labbra. Soltanto in quel momento potei vedere una parte della sua camera, mi resi conto che aveva un letto matrimoniale e probabilmente una porta che lo conduceva in una cabina armadio, opposta però a quella che portava al corridoio da cui eravamo venuti.

C'erano pochi mobili nella stanza, le pareti erano bianche ed una TV occupava gran parte di quella frontale rispetto alla tastiera dell'enorme letto. Era la prima volta che mi portava a casa sua, solitamente ogni volta che succedeva qualcosa tra noi accadeva sempre nel suo ufficio, o al massimo dentro ad uno dei bagni quando eravamo certi che non c'era più nessuno. Il privilegio di essere la sua segretaria era che potevo rimanere fino a tarda ora all'ufficio senza che nessuno sospettasse nulla.

Quando arrivò alla parte più alta delle mie cosce mi guardò dal basso e poi puntò la sua attenzione di fronte a lui in modo tale che potesse avere una visuale migliore della mia intimità, adesso coperta soltanto da un intimo in pizzo nero, che avevo scelto apposta per la serata nel caso si fosse presentata l'occasione di andarmene con qualcuno. Beh, era successo, anche se non proprio come mi ero aspettata.

«Cazzo, perchè non te le metti anche a lavoro?»mi domandò ad un certo punto mentre le sue dita ora scorrevano leggere sul contorno del materiale sottile, e io gli sorrisi, portandogli le mani tra i capelli e accarezzandogli la cute con delicatezza.

«Perchè finirebbero per terra non appena metto piede nel tuo ufficio.»commentai, mentre prendeva a lasciarmi ulteriori baci dove ancora ero coperta dal tessuto dell'intimo, punti dai quali poi partirono migliaia di brividi lungo tutto il mio corpo. Chiusi gli occhi, beandomi di tutte quelle carezze, fino a quando non avvertii i suoi denti sulla mia pelle delle cosce.

«Ah, quindi le hai messe per qualcun'altro?»mi chiese poi mostrandomi un ghigno divertito, continuando con le sue torture per tutto il mio corpo, fino ad arrivare a stuzzicarmi un capezzolo con il pollice mentre l'altra mano iniziava a muovere le mie slip a suo piacimento, per avere maggiore accesso alla mia pelle ancora non macchiata dalla sua bocca.

«Beh, di certo non mi aspettavo di incontrare te, stasera.»gli risposi allora sempre con tono scherzoso ma quell'atmosfera cadde nel momento in cui sospirai a causa dei movimenti circolari del polpastrello sul mio seno e del fatto che mi sfilò anche quell'indumento di dosso.

«Ed è un bene o un male che è successo?»domandò ancora ma io non fui in grado di rispondergli subito, dal momento in cui mi preoccupai quasi subito di alzarmi a sedere e di togliermi il reggiseno, rimanendo altrettanto nuda sotto di lui che ora mi guardava in ecstasy, come se non mi avesse mai vista nuda prima d'ora.

«Ancora devo decidere.»gli dissi e nemmeno due secondi dopo avvertii due dita perforarmi immediatamente, senza alcuna carezza o avvertenza, semplicemente facendomi sfuggire un gemito più alto di quanto mi permettessi di solito. Prese a piegare le falangi al mio interno e sapevo perfettamente che il suo piano quella sera non era quello di farmi venire sulle sue dita o sulla sua bocca come di solito gli piaceva, dal momento in cui più volte mi aveva rivelato che non c'era cosa più eccitante per lui sentirmi venire contro di lui. No, stava muovendo le dita a una gran velocità perchè mi stava preparando per quello che sarebbe venuto dopo, ovvero per quando qualcosa ben più grosso sarebbe stato al mio interno.

«Dì il mio nome, Yunhee.»mi disse mentre continuava a mordere la pelle delle mie gambe, dei miei fianchi e della mia pancia, a lasciare segni che il giorno dopo mi sarei ritrovata sul corpo e che avrei cercato di coprire in ogni modo.

«W-Wooyoung!»urlai allora senza farmi troppi problemi, dopotutto eravamo a casa sua, di notte, e nessuno ci avrebbe sentito probabilmente. Oltre al fatto che quella casa era talmente grande che i nostri suoni si sarebbero dispersi nelle mura, ero alquanto certa che le pareti fossero a prova di rumore.

«Mi piaci quando fai cosí.»ribattè allora, non appena sentì la mia voce entrargli nei timpani, e in quel momento si tirò sul mio corpo, sovrastandomi interamente ma tenendo comunque le dita al mio interno, ancora intente nel darmi piacere anche quando ne infilò un terzo, che mi fece mugolare.

«Quando sei così ubbidiente per me, quando fai tutto ciò che io ti chiedo.»continuò allora e avvertii immediatamente la risposta del mio corpo alle sue lodi, al che dovetti trattenermi anche dal non venire in quel preciso istante. Non sapevo come fosse possibile, ma Jung Wooyoung conosceva ogni mia debolezza e qualsiasi cosa che mi avrebbe dato piacere come se conoscesse il mio corpo da anni, quando in realtà era soltanto un mese circa.

«Oh, ti piace che io ti parli in questo modo?»disse infatti, probabilmente essendosi reso conto del modo in cui il mio corpo mi aveva tradito, facendogli capire quanto le sue parole avessero colpito completamente la mia sanità mentale.

«Sentirmi dire quanto tu sia brava per me, dedita al recarmi piacere in ogni modo possibile e immaginabile?»continuò allora, e io non potei fare altro che annuire e continuare a gemere anche quando portò il pollice ad accarezzarmi il clitoride. In quel momento buttai la testa all'indietro, sentendomi sovrastata dal piacere e chiusi gli occhi, mentre lui abbassò il viso in mezzo ai mostri corpi, concentrandosi sui suoi stessi movimenti.

«Per quanto mi piacerebbe sentirti sulla mia lingua, ho bisogno di essere dentro di te, di scoparti per bene.»commentò poi, sfilando le dita dal mio interno e provocando anche un rumore che in un altro momento sarebbe stato disgustoso ma che in quello invece era tutt'altro. 

«Forte e veloce, come piace a te, mh?»continuò allora mentre allungava la mano che poco prima era stata pressata contro di me verso un comodino di lato, aprendone il cassetto e tirando fuori un preservativo. Lo portò davanti ai suoi occhi, probabilmente per controllare la data di scadenza ma io non gli diedi il tempo perchè gli afferrai il polso e gli tolsi l'involucro tra le mani, per poi aprirlo e tirarne fuori il profilattico.

Senza farmi troppi problemi misi le mani in mezzo ai nostri corpi e mi occupai di infilarglielo sulla sua intimità eretta, cosa che però provocò immediatamente una reazione da parte sua, dato che lo sentii muoversi leggermente contro la mia mano. Non appena però entrambi fummo apposto, lui spalancò il più possibile le mie gambe in modo tale che potesse mettersi in mezzo ad esse, e prese a strofinare la punta contro di me, ancora non ripresa totalmente dal ditalino che mi aveva appena fatto.

«Oddio, Woo...»mugolai infatti, facendomi scappare il suo nome dalle labbra per almeno l'ennesima volta quella sera, un nome che mi era nuovo pronunciare da qualche giorno dato che fino a poco tempo fa non mi ero mai esposta così tanto nel parlare con lui, e lui aveva fatto lo stesso. In realtà quella era una delle poche sere che, anche durante il rapporto, era così chiacchierone; solitamente tendeva a rimanere più riservato, a farmi capire cosa voleva e ad ottenerlo.

«Esatto, devi dire il mio nome, cosicchè ti possa ricordare chi è che ti sta scopando così bene.»affermò poi e subito dopo si decise ad entrare dentro di me tutto insieme, facendomi spalancare la bocca in un urlo soffocato. C'era da dirlo: Wooyoung era praticamente un Dio del sesso. Ogni parte del suo essere mi gridava di saltargli addosso e di fargli fare di me tutto ciò che voleva senza farmi troppi problemi. Sotto sotto sapevo che tutto ciò fosse sbagliato, che ero la sua segretaria e che quindi non potevo permettermi un rapporto del genere, ma purtroppo era più forte di me.

Prese immediatamente a spingere dentro di me, con forza e velocità, senza rimanere un secondo di più fermo. Avevo capito immediatamente quanto fosse eccitato e quanto fosse aumentata la sua eccitazione con quello che mi aveva fatto poco prima, e dai grugniti che stavo sentendo capii che non ci avrebbe messo molto a concludere, come anche me del resto.

«Sto impazzendo per te.»mormorò poi all'altezza del mio viso, per poi guardandomi negli occhi ora spalancati e segnati dalle sopracciglia tirate a causa del piacere che stavo provando, e poi abbassando lo sguardo sulle mie labbra, per più tempo del dovuto.

E fu così infatti che, dopo chissà quanti giorni, unì le nostre labbra in un bacio. La sua bocca era morbida e calda a contatto con la mia, e immediatamente i suoi denti affondarono nel mio labbro inferiore, cosa che mi fcee mugolare ancor di più. Non ci capitava spesso di baciarci, considerato da entrambi qualcosa di troppo intimo per due persone che scopavano senza sentimenti di mezzo, ma quando mi baciava mi sentivo in capo al mondo.

Ricambiai il bacio per quanto mi fu possibile, dal momento che stavo tenendo la bocca aperta dalla quale uscivano i miei gemiti ritmati ai suoi movimenti di bacino dentro di me. Quella era anche la prima volta che lo stavamo facendo in un luogo normale, su un letto, e non contro una parete dura che poteva essere la sua scrivania o direttamente il pavimento.

Quando aumentò ancor di più, se possibile, la forza delle sue spinte mi uscì un secondo urlo dalla bocca e lui questa volta me l'attappò con le sue labbra e la sua lingua che si fece immediatamente strada nella mia gola. Pochi secondi dopo però fu costretto a separarsi perchè anche lui, come me, stava per raggiungere l'apice e gli veniva possibile pensare a qualsiasi altra cosa che non fosse il proprio orgasmo.

«Vieni contro di me, voglio sentirti mentre mi stringi.»mi disse poi sulle mie labbra e io mugolai di nuovo a quelle parole, chiudendo gli occhi e lasciando aperta la bocca che di tanto in tanto ancora si scontrava con la sua, morbida al contatto e carnosa.

«Wooyoung, sto...»mormorai spontaneamente, come se volessi avvertirlo soltanto qualche secondo prima di venire contro di lui, di raggiungere il mio orgasmo e lasciandomi andare a tutti quei mugolii e gemiti che avevo cercato di trattenere fino a quel momento: non mi importava di nulla se non del mio stesso piacere.

«Continua così, avanti, o-oddio.»mi disse ancora, probabilmente riferendosi al modo in cui le mie pareti svolgevano degli spasmi attorno a lui e allora io lo feci, facendolo infine gemere quando venne nel profilattico al mio interno, riempiendolo fino all'orlo.

Per almeno un paio di minuti rimanemmo così, lui sopra di me e io che cercavo di riprendere il respiro, fino a quando Wooyoung non si sfilò da me, facendo attenzione a come muoveva il preservativo, e poi rotolò su un fianco, rimanendo per un attimo immobile.

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Io mi feci coraggio e dopo un po' mi alzai a sedere e girai la testa da un lato all'altro per cercare i miei vestiti. Ovviamente dovevo sbrigarmi, o sapevo che i miei amici avrebbero sospettato della mia mancanza, inoltre avevo un bisogno urgente di farmi una doccia e di certo non avrei chiesto al mio capo di potermela fare nel suo bagno.

«Dobbiamo tornare al locale, o qualcuno si renderà conto che siamo spariti.»affermai infatti, alzandomi in piedi ed afferrando i miei vestiti da terra, infilandomi uno alla volta ogni capo di abbigliamento sotto i suoi occhi attenti. Quando mi girai lo trovai ancora nudo, con il lenzuolo a coprirlo soltanto per una parte, mentre non segnava alcun cenno di voler fare quello che gli avevo appena richiesto. Infatti gli rivolsi un'espressione per fargli capire che doveva sbrigarsi e allora lui alzò gli occhi al cielo e si mise a sedere, per poi cercare i suoi vestiti come avevo fatto io poco prima.

«Come se non lo sapessero tutti, ormai.»borbottò lui a bassa voce, mentre si rimetteva gli stessi abiti con cui era venuto in discoteca. In silenzio anche lui si rivestì, probabilmente ci avrebbe pensato dopo a lavarsi, ed infine senza dire una parola uscì fuori dalla stanza. Io lo seguii verso l'esterno della sua casa fino a quando entrambi non fummo dentro la sua auto, diretti di nuovo al locale.

«E tanto per la cronaca, i miei amici sanno di noi, e suppongo che anche i tuoi lo sappiano dal modo in cui Mingi ti prende in giro ogni volta che sono nella stessa stanza insieme a voi.»commentò ad un certo punto, quando arrivammo proprio davanti al locale dalla quale ora stavano uscendo alcune persone.

Io rimasi in silenzio, quello che aveva appena detto era vero, dopotutto era vero che anche i miei amici lo sapevano. E a pensare ai miei amici mi venne in mente Yunho, che avevo totalmente dimenticato fino a quel momento.

«Ci vediamo a lavoro.»lo salutai allora, per poi uscire dall'auto senza dire nient'altro e dirigermi proprio all'interno del posto. La musica tornò a trapanarmi le orecchie e immediatamente chiusi gli occhi come d'istinto, per poi riaprirli l'istante dopo per andare alla ricerca dei miei amici.

Non volevo rimanere lì dentro un istante di più, quella sera per me era stata una catastrofe. Avevo voluto organizzare una serata in discoteca per distrarmi dal lavoro, dal mio capo e da tutto il resto e non solo mi ritrovavo proprio il mio capo a ballare ma me lo ero anche portato a letto dopo che il mio migliore amico, che io non potevo che vedere sotto un aspetto platonico, mi aveva baciata.

Ed ora le cose tra noi sarebbero diventate strane. Io non sapevo come reagire, come comportarmi, perchè non mi era mai nemmeno capitato in realtà di avere un problema del genere. Yunho era il mio migliore amico da sempre, e non potevo capacitarmi del fatto che mi avesse baciato. Non volevo rovinare nulla tra di noi, ma di certo non potevo nemmeno fingere che andasse tutto bene e che...

«Yunhee, dove cazzo eri?!»una voce a me conosciuta interruppe i miei pensieri e l'attimo dopo riuscii a scorgere tre chiome di capelli appartenenti ai miei tre amici e coinquilini, ovviamente quello che aveva appena parlato era Hongjoong: tipico da lui abbandonare il posto di lavoro per andare alla ricerca della sua amica che fino a qualche minuto fa stava scopando senza nemmeno aver avvertito nessuno.

«Ci hai fatto cagare sotto, pensavamo ti avessero rapita!»gli diede man forte Jongho per poi tirarmi un leggero pugno contro la spalla, al quale io feci finta di rimanere ferita quando in realtà non lo ero.

«Sto bene, sono andata con...»feci per dire ma mi resi conto immediatamente dopo che, quando stavo per pronunciare il nome di quella determinata persona, Wooyoung passò in mezzo a noi quattro con la più nonchalance del mondo e i miei occhi non poterono non rimanere incollati alla sua figura.

«Ah, certo, ora capiamo tutto.»commentò allora Mingi con un tono di chi la sapeva lunga e io alzai gli occhi al cielo perchè di certo in quel momento non avevo nè la forza nè la pazienza di combattere anche con quelle stupide battutine che non riuscivano mai a tenere per più di dieci minuti.

«Dov'è Yunho?»domandai poi volendo cambiare tema e tutti e tre si guardarono l'uno con l'altro, cosa che mi fece capire che c'era qualcosa che non quadrava con quella spiegazione.

«Ha preso un taxi ed è tornato a casa.»mi rispose Jongho scrollando le spalle e poi guardando gli altri due come a cercar di comunicare qualcosa attraverso i loro sguardi, qualcosa che però era una prerogativa soltanto mia e di Yunho. Yunho, che adesso era sparito nel nulla dopo avermi baciata.

«Ci ha detto quello che è successo. Vuoi parlarne?»aggiunse poi Hongjoong e io immediatamente mi sentii come colta con le mani nel sacco non appena sentii quelle parole. Ovviamente sentirmi la paternale da uno dei tre in quel momento era l'unica cosa che volevo sentire, per questo motivo aprii la mia borsa e ne tirai fuori le chiavi della macchina, per fargli capire.

«No, voglio tornare a casa e dormirci su.»dissi infatti, e tutti e tre semplicemente annuirono in silenzio, guardandomi in viso con mezzi sorrisi che nascondevano una grande preoccupazione che però non dovevano avere.

«Va bene, allora andiamo.»affermò Mingi e tutti e quattro ci dirigemmo verso l'uscita, con l'intenzione completa di tornare a casa, anche se sapevo bene che a casa c'era comunque lui ad aspettarmi.

Che concetto strano di "serata di merda" che ha Yunhee

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