♤30

Wooyoung

Passarono le settimane, e finalmente arrivò il giorno in cui avremmo potuto portare Malchin a casa. Tutto era andato secondo i piani, quelle persone erano state arrestate, Yunhee era uscita dall'ospedale e si era ripresa, e tutto era tornato alla normalità. Ancora non era venuta ad abitare da me, ma quel giorno lo avrebbe fatto: una volta portato il piccolo a casa mia, si sarebbe ufficialmente trasferita.

Proprio quel giorno infatti io e Yunhee ci eravamo messi d'accordo: lei era andata in ospedale la mattina, ed era andata a prendere tutti i vestiti, coperte e giochi vari che avevamo portato lí negli ultimi tempi per Malchin, e io sarei andato in serata a prenderlo, mentre lei era a casa mia insieme ai nostri amici a portare gli ultimi suoi scatoloni.

Tutto ciò mi sembrava surreale, non riuscivo ancora a credere di avere una famiglia tutta per me, che a breve non avrei più vissuto da solo e che avrei avuto la mia ragazza e mio figlio dentro le stesse mura. Un anno fa non avrei mai creduto che una ragazza avrebbe potuto rendermi cosí felice con cosí poco, e che mi avrebbe rivoluzionato letteralmente tutta la mia vita.

Parcheggiai l'auto davanti l'ospedale, e subito dopo tirai fuori il telefono dalla mia tasca che aveva suonato e vibrato per più di metà viaggio.

Sorrisi quando lessi gli ultimi messaggi, pensando quanto potesse sembrare lei la bambina in quei brevi e concisi messaggi, una bambina viziata che voleva assolutamente una cosa; ma in realtà lei era una donna adulta che voleva avere suo figlio tra le sue braccia, come ogni madre vorrebbe.

In breve tempo comunque mi trovai dentro quell'edificio dove avevo passato fin troppo tempo per i miei gusti, e poi mi avvicinai ad una delle infermiere, che proprio in quel momento stava compilando alcuni fogli.

«Salve, sono qui per prendere Jung Malchin.»le dissi, attirando la sua attenzione, e lei immediatamente smise di fare quel che stava già facendo e alzò la testa per guardarmi, sorridendomi non appena mi riconobbe.

«Oh, signor Jung! Sua moglie se ne è andata soltanto un'ora fa, era passata a prendere alcune sue cose.»mi informò, anche de io lo sapevo benissimo, e il modo in cui si riferí a Yunhee mi mandò le farfalle dritte nello stomaco.

«Si me lo aveva detto, e comunque non è mia moglie.»le risposi cortesemente, mentre lei mi passava dei fogli ed una penna per firmare gli ultimi documenti per il rilascio del bambino, cosicchè dopo avrebbe potuto finalmente venire a casa per la prima volta.

«Non lo è? Cavolo, dovrebbe diventarlo allora.»commentò lei, lanciandomi uno sguardo per farmi capire di muovermi, ma ovviamente non avevo alcuna fretta: il solo fatto di avere un bambino per noi era tanto, figurarsi un matrimonio.

Ovviamente smisi subito di pensarci quando vidi un'altra infermiera arrivare verso di me con Malchin tra le braccia, io mi mossi subito per prenderlo tra le mie e immediatamente sorrisi quando lo ebbi nelle mie mani. Lo guardai per alcuni secondi, sentendo quanto leggero e fragile fosse nella mia stretta, e giurando a me stesso che lo avrei protetto contro qualsiasi cosa al mondo.

«Ed eccovi il piccolo, pronto per andare a casa.»mi venne detto mentre io ero intento nel guardare solo lui. Quando fui pronto con tutto salutai le due donne che avevo visto spesso in ospedale, e mi girai sui tacchi, uscendo e dirigendomi di nuovo alla mia macchina.

Realizzai solo dopo poco che quella era la prima volta che Malchin era colpito dalla luce del sole che adesso stava tramontando, ed era la prima volta in generale che si trovava fuori all'aperto. La luce che toccava la pelle del suo viso gli davano un colore più scuro e più simile a quello della mia di pelle.

«Stiamo andando a casa, non sei contento? Io lo sono.»commentai, non appena fui alla macchina, andai subito al sedile passeggero dove avevo già sistemato un seggiolino per lui, e lo misi al suo interno, rendendomi conto del fatto che si era addormentato nelle mie braccia. Gli sfiorai le guance con i polpastrelli, sentendo quanto morbide e lisce fossero, e poi chiusi la portiera, facendo il giro dell'auto e mettendomi alla guida.

Il viaggio verso casa mia durò poco, avevo tenuto la musica spenta per non svegliarlo e di tanto in tanto avevo voltato la testa verso di lui per controllare che stesse bene e che tutto fosse okay. Quando arrivai a casa notai subito varie macchine diverse fuori nel parcheggio, questo perchè c'erano ancora tutti gli altri ad aiutare Yunhee a portare i vestiti.

«Allora, io ti avverto, ci sarà una quantità assurda di zii idioti qui dentro, ma tranquillo, li cacciamo subito così saremo solo io, te e la mamma.»dissi a Malchin, che adesso era sveglio, una volta parcheggiato, e lui ovviamente non mi rispose ma mi rivolse un versetto che mi fece sorridere.

In un attimo fui fuori con il piccolo di nuovo tra le braccia, fortunatamente l'aria era calda quindi non dovevo preoccuparmi del fatto che prendesse freddo o meno. Entrai in casa e immediatamente poi sentire le voci dei nostri amici.

«Mio Dio Yunhee, non avevo mai pensato potessi avere tutta quella roba in quel buco di camera.»sentii Jongho dire da lontano, e già mi venne da ridere mentre poggiavo le chiavi della macchina nel piccolo porta oggetti che avevo all'entrata e mi toglievo le scarpe, facendo attenzione a non far cadere Malchin a terra.

«Infatti, da dove è uscita? Da Narnia?»commentò Mingi poi e io mi incamminai verso la fonte delle loro voci che riconobbi si trattasse del salotto.

«Al contrario vostro io metto in ordine ed incastro bene le cose nei miei spazi.»rispose Yunhee con tono acido e io capii già che fosse stanca soltanto dal tono di voce, probabilmente a causa di tutto il trambusto del trasferimento.

«Vi si sente da fuori, abbassate la voce.»dissi io non appena fui insieme a loro, e mi resi conto di alcuni scatoloni vuoti a terra e di altri ancora chiusi, mentre i nostri amici facevano avanti e indietro da una stanza all'altra.

«O magari è perchè sei talmente tirchio da mettere delle pareti di carta pesta per casa tua.»mi prese in giro Seonghwa e io immediatamente alzai gli occhi al cielo, per poi vedere lo sguardo di Yunhee fissarsi sul bambino tra le mie braccia, che la fece esplodere in un sorriso e avvicinare subito a me.

«Oh mio Dio ma c'è Malchin!»esclamò Hongjoong, andando contro quello che avevo detto poco prima riguardo all'abbassare il tono di voce, e poi buttando qualsiasi cosa avesse a terra per precipitarsi verso di me, cosa che fecero anche tutti gli altri, smettendo di fare quello che stavano facendo. Yunhee intanto me lo aveva tolto dalle braccia e se lo era portato al petto, e io potevo sentire il cuore riempirsi di gioia soltanto nel guardarli.

«Guardate come è carino, non riesco ancora a credere che voi due abbiate un bambino sul serio.»commentò Yeosang allungando un dito e toccandogli un braccio, mentre gli altri lo guardavano imbambolati e emozionati, come se stesse facendo qualche acrobazia quando in realtà era fermo ed immobile nelle braccia di sua madre.

«Perchè? Le sveltine a lavoro non ti hanno mai dato alcuna idea?»ribattè San e io immediatamente gli diedi una pacca dietro la nuca, mentre gli altri ridacchiavano alla sua battuta e Yunhee mi lanciava un'occhiata imbarazzata. La scena davanti a me mi stava mandando al settimo cielo, con i miei amici, la mia ragazza e il mio bambino in una cerchia di gioia.

«I pacchi comunque sono finiti, quindi possiamo anche andarcene adesso.»affermò Yunho dopo un po, e rimanemmo un altro po' a parlare e loro a osservare Malchin, fino a quando non fu l'ora che se ne andarono.

«Grazie ancora ragazzi.»li salutammo io e Yunhee mentre uscivano dalla porta. Io subito dopo mi rivolsi alla mora, andandole incontro e abbracciandola da dietro, per poi strofinare il viso nell'incavo del suo collo. Era passato tanto tempo da quando avevamo avuto un po' di privacy e tranquillità, e tutto quello non mi pareva vero.

«Finalmente siamo soli.»mormorò lei, dondolando a mala pena per cullare il piccolo che teneva fra le sue braccia, e io mi sporsi leggermente per lasciargli un piccolo bacio sul cappellino che stava indossando in quel momento.

«E in casa nostra.»aggiunsi io dopo poco, non riuscendo nemmeno a credere al fatto che finalmente convivevamo, che finalmente avevamo un po' di quella meritata normalità che avevamo sempre voluto e cercato fin dall'inizio.

«Voglio farti vedere una cosa.»le sussurrai ad un certo punto, spostandomi di lato e lei mi guardò confusa mentre le afferravo la vita e la tiravo verso il corridoio. La spinsi verso una camera che fino a quel momento era rimasta chiusa, quando lei aveva chiesto una volta che era stata in casa le avevo risposto che si trattava di un semplice sgabuzzino dove tenevo cose vecchie.

Invece quando aprii la porta lei sicuramente notò non si trattasse affatto di uno sgabuzzino. Era in realtà una cameretta che avevo preparato per Malchin, le pareti verde acqua e un armadio avario, dello stesso colore della culla e dell'altro mobile che adornavano la stanza. La culla era decorata con una giostrina di animali, e la copertina anche era di un azzurro chiaro.

Yunhee, dopo essere rimasta un paio di minuti sulla porta ad osservare, si addentrò maggiormente e iniziò a girarsi attorno, con ancora il nostro bambino in braccio. Sfiorò con la mano il mobile sul quale c'erano una lampada e alcuni peluche, e poi si avvicinò alla culla. Si voltò infine verso di me, e potei notare i suoi occhi lucidi, mentre ancora teneva Malchin tra le braccia.

«L'hai fatta tutta tu?»mi domandò e io annuii, avvicinandomi poi al suo corpo e abbracciandola, tenendo di conseguenza il piccolo tra di noi, mentre mi abbassavo per dargli un tenero bacio sulla testa coperta dal cappello.

«Ho iniziato appena mi hai detto della gravidanza e che non avevi intenzione di dare via il bambino, sapevo che lo avrei amato più di qualsiasi altra cosa.»risposi onestamente, per poi prendere il piccolo tra le mie braccia e, notando si fosse addormentato, lo misi nella culla, coprendolo per bene e non lasciandolo nemmeno per un pezzetto scoperto.

«Ti amo da morire Woo, lo sai vero?»mi disse Yunhee e mi colse di sorpresa: già ci eravamo detti quelle due paroline magiche, ma soltanto una volta, perciò mi parve strano sentirle di nuovo in un momento cosí normale per entrambi.

Io mi misi di nuovo davanti a lei e nemmeno le risposi, semplicemente la attirai a me e la baciai sulle labbra, un bacio che comunque le diede la sua risposta, anche se ovvia. Lei ricambiò subito il bacio, portando prima le sue mani sulle mie spalle, poi intorno al collo ed infine tra i miei capelli, tirandomi qualche ciocca e facendomi grugnire.

«Non puoi fare e dire queste cose al tuo ragazzo che è in astinenza da più di metà anno.»le dissi poi staccandomi per un breve tempo dalla sua bocca e lei ridacchiò, dandomi un ultimo bacio a stampo prima di fermarsi e guardarmi negli occhi, dove adesso potevo scorgere gioia e calma.

«Addirittura astinenza?»mi prese in giro e io le lanciai un'occhiatina, prima di stringerla maggiormente a me e farle sentire l'effetto che mi aveva fatto con solo un semplice bacio.

«Tesoro mio, vorrei ricordarti che siamo passati dallo scopare tutti i giorni al nulla in nemmeno una settimana.»le feci notare, perchè era cosí. Dopo che avevamo chiarito le cose lei era stata rapita e dopo che aveva partorito ovviamente non poteva avere alcun incontro sessuale per un po' di tempo, anche se ora poteva visto che si era rimessa più che in sesto.

«Mi stai mandando dei segnali per farmi capire che vuoi fare sesso?»mi domandò e io giurai di sentirmi al settimo cielo: non era nulla di che, ma era troppo tempo che non la toccavo e non l'avevo tutta per me.

«Mh, piuttosto mi piacerebbe fare l'amore con te.»le risposi infine e vidi le sue guance arrossire leggermente prima che si alzasse in punta di piedi per unire di nuovo le nostre labbra, questa volta con più decisione rispetto a prima. Io la tirai contro il mio corpo e mi spinsi all'indietro, fuori dalla stanza che fortunatamente era vicina alla camera da letto, ovviamente lo avevo fatto apposta cosicchè non fossimo troppo distanti da Malchin la notte.

Una volta in camera nemmeno chiudemmo la porta, troppo presi l'uno nell'altra, e semplicemente la spinsi sul letto, andandole poi sopra e continuando a baciarla con passione e quasi fame di lei. Mi mancava cosí tanto e sapere che stavo per riaverla mi faceva impazzire.

🔞

Entrambi ci aiutammo nello spogliarci, ed entrambi passammo del tempo nell'ammirare e baciare ogni dettaglio del corpo dell'altro. L'ultima volta che ci eravamo visti nudi nulla di tutto quello che adesso era la nostra vita era successo. Lei non sapeva di essere incinta, e tra noi tutto era normale, soltanto una relazione tra il capo e la sua segretaria, qualcosa che non doveva esistere ma che eppure c'era.

In breve fummo nudi l'uno davanti all'altro e io non persi tempo, volevo essere dentro di lei il prima possibile, quindi mi volli sbrigare a prepararla. Scesi dalle sue labbra ai suoi seni, che morsi e leccai, beandomi di ogni suo gemito, per poi scendere sulla sua pancia, dove il segno del cesareo era presente. Allora presi il mio tempo a lasciare baci attorno al taglio, non riuscendo a credere quanto importante quella cicatrice potesse essere.

«Mi rimarrà la cicatrice...»disse lei, non appena capí l'attenzione che le stavo recando, e io alzai lo sguardo soltanto per incontrare il suo...imbarazzato, come se potessi sentirmi disgustato alla sua vista. Allora tornai al suo livello di altezza e la baciai per l'ennesima volta per farla tranquillizzare, e poi le sorrisi.

«Dimostrerà solo quanto tu sia stata brava e coraggiosa, piccola mia. Sarai comunque la più bella per me.»le dissi io con il cuore in mano, e lei sembrò crederci perchè ricambiò il sorriso e poi mi diede un ultimo bacio, poco prima che le mie dita si facessero strada verso il punto tra le sue gambe.

Subito la sentii tremare e rispondere alla mia azione, e quando indice e medio furono al suo interno non potei che lasciarmi andare in un suono di gola, nel sentire quanto fosse calda e bagnata contro la mia pelle.

Scesi di nuovo, mentre sentivo come gemeva il mio nome, per poi allargarle le gambe e mettermi in mezzo ad esse, per infine avventare la sua intimità con le mie labbra e la mia lingua, beandomi del sapore che da mesi sognavo di assaggiare di nuovo.

«Wooyoung!»esclamò lei, portando subito le dita tra i miei capelli, e nel sentirla tirarmeli avvertii l'eccitazione dritta alla mia erezione che ora pregava soltanto di essere liberata. Era diverso da tutte le altre volte in cui avevamo fatto sesso, più profondo e sapere che entrambi ci amavamo rendeva il rutto più intimo.

«Quanto mi era mancato il tuo sapore, non ne hai idea.»mi lasciai sfuggire quando iniziai a leccare ogni parte della sua parte intima, non lasciandomi sfuggire nemmeno un millimetro. Volevo che fosse mia completamente, e in questo modo sapevo che lo fosse al 100%.

Quando avvertii le sue pareti stringersi attorno al mio dito, segno che si stava avvicinando al suo orgasmo, allora mi spostai e smisi di fare ciò che stavo facendo, per poi allungarmi verso il comodino accanto al mio letto e feci per aprirlo, fino a quando la sua mano si avvolse attorno al mio polso. La guardai immediatamente e la vidi scuotere la testa, allora la osservai con fare confuso, non capendo cosa volesse intendere.

«Ho avuto una parte di te dentro di me per mesi. Voglio sentirti al completo.»nel sentirla parlare in quel modo avvertii già la mia reazione tremare e reagire alle sue parole, capendo ancor prima del mio cervello cosa volesse intendere: mi stava chiedendo di non mettermi il preservativo, di venire dentro di lei.

«Sei sicura? Potresti...»le ricordai, come se ce ne fosse bisogno, anche se fremevo dalla voglia di poterla sentire senza nessuna barriera; quella sera non poteva far altro che migliorare.

«Lo so, ma per me va bene, so già che sarai un buon padre per Malchin, e non vedo l'ora che la famiglia diventi ancora più grande. E poi, vorrei anche portare a completo una gravidanza.»continuai a guardarla, incapace di capire una cosa del genere e di percepire la felicità dentro di me.

«Mi fido di te, e voglio stare con te per il resto della mia vita.»aggiunse e io non potei far altro che sorridere e correre a baciarla. Mi ricordavo perfettamente quando lei, una volta scoperta la gravidanza, non voleva dar via al piccolo ma l'unico suo problema ero io, l'unica cosa che la spaventava davvero era una relazione con me. Perciò sentirla dire queste cose, sapere che finalmente le cose tra noi andavano, non poteva che rendermi l'uomo più felice del mondo.

«Dio Yunhee, non hai idea di quanto io ti ami.»le dissi non appena mi fui staccato dalle sue labbra, dopo un bacio che era stato fatto più di denti che di labbra a causa dei nostri sorrisi. Poi, con il cuore a mille a causa dell'eccitazione ma anche di tutti quei sentimenti, afferrai la mia erezione e l'avvicinai alla sua entrata, e mi ci volle poco per essere, finalmente, al suo interno.

La sensazione era nuova ma allo stesso tempo ero abituato, essere dentro di lei dopo tutto quel tempo senza nulla a dividerci per me fu troppo, e un gemito acuto uscí dalla mia gola nello stesso momento in cui fui a fondo, momento in cui anche lei si lasciò andare in un mezzo urlo.

«Non durerò molto...»le feci sapere e lei nemmeno fu in grado di rispondermi, perchè immediatamente iniziai a muovermi, prima con calma e poi sempre con più velocità e forza. Portai le labbra sulle sue, a scambiarci l'ennesimo bacio della serata e a ingoiare ogni suo suono che mi mandava sempre più in ecstasy.

Forse fu la quantità di tempo che era passata, o forse fu il fatto che fossi dentro di lei senza preservativo, o furono i sentimenti che erano coinvolti, ma non passò tanto che mi sentii già pronto a venire, il mio orgasmo a pochi secondi dall'arrivare.

«Youngie, sto per...»lei sembrava di essere dello stesso parere perchè avvertii subito dopo le sue pareti stringersi convulsamente attorno a me, cosa che mi mandò ancor più fuori di testa.

«Vieni piccola, voglio sentire quanto mi ami.»le sussurrai all'orecchio, prima che lei si lasciò andare in un urlo liberatorio e io venni dentro di lei, riempiendola completamente col mio seme e gemendo come mai avevo fatto prima d'ora. Mi era sempre piaciuto divenire vocale durante i miei rapporti, ma mai cosí tanto.

Rimanemmo un paio di minuti fermi, entrambi presi nel recuperare il respiro, fino a quando io presi le mie ultime forze per baciarla delicatamente ed uscire da lei, per poi guardare in basso e vedere il miscuglio dei nostri liquidi proprio in mezzo alle sue gambe. Immediatamente mi piegai a terra e presi la maglietta che indossavo poco prima, infine la passai sulla sua apertura per pulirla almeno un po'.

🔞

Quando tutto fu fatto ritornai a darle attenzioni e nessuno dei due si preoccupò del fatto che eravamo nudi: in quel momento quella sembrava la cosa più giusta per entrambi, cosí l'abbracciai soltanto, e lei poggiò la testa sul mio petto.

«Vuoi un altro figlio?»le chiesi poi, curioso di capire cosa tutto quello che avevamo fatto poteva significare per lei: dopotutto, avere un bambino per caso e volerne uno erano due cose completamente diverse.

«Non ho detto questo, solo che non vedo dove sia il problema, no? Volevo averti al completo e non mi interessa delle conseguenze.»mi spiegò e io annuii, capendo più o meno cosa intendesse: alla fine per me avere un altro bambino non era un problema, dopotutto eravamo giovani e non avevamo più problemi tra di noi, anzi, le cose andavano a gonfie vele.

«Beh, se vuoi un altro bambino, basta chiedere.»le dissi prendendola in giro, e lei mi diede una spallata nelle costole, facendomi gemere questa volta per il dolore, mentre lei rise di gusto.

«Sei il solito.»mi rispose infine, per poi poggiarsi su un gomito e allungare il collo verso di me, per guardarmi negli occhi. Rimanemmo qualche secondo incastrati l'uno negli occhi dell'altra, con timidi sorrisi sui volti e intenti nell'imprimere quel momento per sempre.

«E per la cronaca, anche tu sei una buona mamma.»le dissi e lei sorrise, dandomi un bacio, ma fummo interrotti quando sentimmo un pianto che veniva da fuori la nostra camera. Entrambi gememmo contro le nostre labbra e poi ci separammo, con in sottofondo Malchin che piangeva.

«Ti amo, lo sai?»le dissi infine, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lei mi sorrise, annuendomi e dandomi un ultimo bacio, gentile e veloce, proprio come piacevano a me.

«Anche io, Woo.»mi rispose, prima che entrambi ci vestimmo per andare a vedere cosa non andasse con il nostro bambino.

La serata finí cosí, me e Yunhee che tenevamo Malchin tra le nostre braccia, cercando di farlo calmare, fino a quando fu sera e ci mettemmo a dormire, portandolo nel nostro letto e mettendolo in mezzo, cosa che sembrò fu l'unica cosa in grado di calmarlo.

Non potei credere quanto le cose per me fossero cambiate, quanto la mia vita fosse stata rivoluzionata semplicemente da uno stupido sentimento che avevo provato per la mia segretaria: dal desiderio.

Fine.

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