♤29
Yunhee
Quando aprii gli occhi, incontrai con lo sguardo una forte luce che mi spinse a richiuderli e a sbattere più volte le palpebre. Lo feci per un po' fino a quando riuscii ad inquadrare meglio ciò che mi circondava, capii di essere in una stanza e dai numerosi rumori di "bip" e macchinari vari capii di trovarmi in una stanza d'ospedale.
Ed improvvisamente mi ricordai tutto. Di come ero stata rapita e tenuta prigioniera per un mese, di come Wooyoung mi aveva trovata e salvata, e poi portata all'ospedale per una singola ragione: una perdita di sangue. Improvvisamente iniziai a spaventarmi, a guardarmi intorno agitata, fino a quando non incontrai gli occhi di una infermiera, che non appena si accorse del mio sguardo sorrise.
«È sveglia.»la sentii dire ad un'altra persona accanto a lei, forse un dottore, il quale si avvicinò a me con il sorriso e iniziò a controllarmi, tirando fuori vari attrezzi per visitarmi. Io d'altro canto in quel momento mi sentivo a pezzi, stanca nonostante mi fossi appena svegliata e più confusa che mai. Cosa mi era successo? Dov'erano tutti i miei amici? Dov'era Wooyoung?
«Ben svegliata Yunhee.»mi disse il dottore, facendomi aprire gli occhi e sparandomi al loro interno una luce per vedere i miei riflessi e io istintivamente li richiusi, infastidita da tutta quella luce improvvisa.
«Che è...successo?»chiesi poi con voce più roca di quanto mi aspettassi, ma alla fine era anche plausibile, visto il modo in cui ero arrivata all'ospedale, anche de ancora non sapevo esattamente cosa mi fosse successo.
«Sei arrivata in ospedale piena di lividi e ferite su tutto il corpo, ma cosa più importante è stata una perdita di sangue causata dalla gravidanza.»mi venne spiegato e quella era in realtà la parte che ricordavo, i lividi e le ferite causate da tutti i colpi che avevo preso nella durata dello scorso mese, e da tutte le torture che avevo subito da parte di quegli uomini che mi avevano tenuta in trappola solo per attirare l'attenzione.
«Abbiamo svolto un cesareo d'urgenza su di te, e tu ora stai più che bene, dovrai rimanere qui soltanto per alcuni controlli.»continuò poi il medico e io d'impulso guardai subito in basso, sulla mia pancia, che adesso era leggermente più piatta dell'ultima volta che ricordavo di averla guardata.
Spalancai gli occhi e immediatamente sentii l'agitazione nelle vene, non riuscendo a capire: ero incinta a mala pena di sei mesi, come poteva stare il bambino adesso? E soprattutto, era sopravvissuto a tutto quello che avevamo passato? Dopotutto, avevo avuto quella perdita di sangue improvvisa...
«Dov'è...»feci infatti per dire, guardandomi attorno con fare agitato, incontrando le espressioni preoccupate ma allo stesso tempo sollevate dei medici che continuavano ad osservarmi, io non capivo nessuna delle loro espressioni. Poi, tutto ad un tratto, incontrai un paio di occhi scuri a me fin troppo familiari.
Vidi immediatamente una scintilla attraversare gli occhi di Wooyoung, adesso brillanti rispetto a quando lo avevo visto poco prima di svenire nella sua auto. E soltanto con uno sguardo capii che tutto sarebbe potuto andare per il verso giusto, che in realtà nulla di ciò che avevo temuto o dubitato nel corso dell'ultimo mese poteva essere vera, perchè lui adesso era lí con me, era al mio fianco forse nel momento più brutto della mia vita.
E stranamente lui era sempre una figura positiva, anche quando avevo scoperto della gravidanza, lui non si era tirato indietro nemmeno per un attimo, dandomi la forza di andare avanti per la mia strada che, inequivocabilmente, si era incrociata con la sua.
«Yunhee.»vidi le sue labbra muoversi e mormorare il mio nome e io immediatamente sentii i miei occhi riempirsi di lacrime. In quel momento c'eravamo soltanto io e lui, era l'unica cosa che contava e di cui mi importava: volevo essere stretta a lui e volevo che non mi lasciasse mai andare.
«Wooyoung.»riuscii soltanto a dire, e poi lui si mosse proprio in base ai miei desideri: camminando velocemente si precipitò nella stanza, venendo verso di me e portando le labbra sulle mie, davanti a tutti i dottori, in una stanza d'ospedale in cui mi ero appena risvegliata.
Quel contatto mi mandò più su di giri della morfina. Capii che Wooyoung per me era tutto, che non sarei potuta vivere senza di lui. Wooyoung era l'unico che aveva avuto la possibilità di spezzarmi più volte senza mai farlo, e l'unico che si era preoccupato di non vedermi a pezzi per causa mia o di altri. Aveva raccolto i miei pezzi e li aveva messi insieme, facendomi capire cosa fosse il sentimento che c'era tra noi: amore, un amore che di certo non avrei mai trovato da nessun'altra parte.
«Va tutto bene, stai bene. Stiamo bene.»disse non appena ci staccammo da quel bacio che aveva tante cose non dette di mezzo, e tante emozioni che l'uno provava per l'altro. Io gli sorrisi, adesso più felice che mai, continuai a guardarlo negli occhi e poi dopo un po' si mise di nuovo dritto in piedi, si voltò verso una nuova infermiera che era rimasta sulla porta, con un macchinario pieno di fili a portata di mano. Io guardai prima lei e poi lui con fare confuso, fino a quando lui non mi prese la mano e fece cenno di avvicinarsi alla donna.
Mi ci volle poco a capire di cosa si trattasse. Dentro c'era un minuscolo corpo rosa scuso, legato a vari cavetti rumorosi, e per un attimo pensai che quello fosse il bambino, che probabilmente non ce l'aveva fatta. Ma poi vidi il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente e probabilmente il mio cuore si fermò per un attimo, non riuscendo a credere ai miei stessi occhi.
«È un maschio, Yunhee.»mi disse Wooyoung, e io immediatamente ignorai ogni dolore che sentivo al corpo per avvicinarmi quanto più possibile al macchinario che capii subito si trattava di una culla neonatale, dove venivano posti i bambini nati prematuri per aiutarli a concludere la loro crescita. Coperto totalmente con un vestitino bianco e un cappellino per tenerlo al caldo, gli occhietti chiusi e sdraiato morbidamente su un lenzuolo altrettanto bianco.
«Oh, mio Dio...»riuscii soltanto a mormorare, portandomi la mano alla bocca e sentendo di nuovo un enorme groppo alla gola. Era maschio, ricordavo che nè io nè Wooyoung volevamo un maschio, ma adesso che lui era lí probabilmente ero la persona più felice del mondo: il sesso non mi importava affatto infondo, sarebbe stato il bambino con la crescita a decidere cosa voler essere, ma nel frattempo per me era perfetto cosí com'era.
«Sei stata bravissima, amore mio.»sentii Wooyoung mormorare per poi avvertirlo avvicinarsi a me e posarmi un bacio tra i capelli, nonostante fossero sporchi dal momento che non li lavavo da un mese oramai. Io in quell'esatto istante scoppiai a piangere: da una cosa cosí brutta come quella che avevo dovuto vivere, era uscita fuori una cosa cosí bella che non credevo più fosse possibile avere per me.
«Non piangere, piccola.»mi disse Wooyoung, prendendomi il viso tra le sue mani e asciugandomi le lacrime, ma ovviamente era tutto inutile dal momento in cui io non riuscivo a smettete di piangere a causa si tutta l'emozione che stavo provando in quel momento.
«Credevo che lo avremmo perso...»mi feci scappare poi tra un singhiozzo e l'altro, e allora Wooyoung si sedette sul mio letto e mi abbracciò, mentre io alle sue spalle continuavo a fissare la piccola culla dove era posto il mio tesoro più grande, il mio piccolo miracolo, pensando a quanto poco poteva bastare per fare in modo che averlo non sarebbe stato possibile per me.
«Invece è forte proprio come la sua mamma.»mi disse il moro, facendomi piangere ancora di più. Lui rimase a consolarmi, lo fece velocemente e io in breve riuscii a riprendermi, asciugandomi il naso e mettendo su un sorriso, stavolta però fatto di vera e propria gioia.
«Come lo vogliamo chiamare?»ci venne chiesto da una infermiera, la quale era rimasta in silenzio insieme alle altre persone nella stanza per tutto quel tempo, per darci almeno quel minimo di privacy di cui avevamo bisogno.
«È un guerriero, gli serve un nome adatto.»risposi subito, girando lo sguardo prima verso il piccolo e poi su Wooyoung, il quale già stava sorridendo, probabilmente perchè in testa sua aveva già deciso il suo nome.
«Persiste fino alla fine.»aggiunse poi e io immediatamente capii il nome che voleva dargli. C'era stato un giorno in ufficio, in cui avevamo passato una pausa pranzo insieme, e avevamo visto qualche pagina su internet di nomi per bambini che avessero qualche significato: perciò quando disse quella cosa capii immediatamente di quale nome stesse parlando.
«Bene, per il momento potrà rimanere qui, ma a breve lo sposteremo in un'altra stanza.»fummo informati da una seconda infermiera e annuimmo, continuando ad osservare la vetrata che ci divideva dal piccolo corpicino che avevamo a soli pochi centimetri da noi.
«Come sta?»mi feci coraggio a chiedere, avendo avuto quella domanda nella mia testa fino a quel momento e avendo trovato soltanto adesso il coraggio di porla, essendo tanta anche la paura di ottenere una risposta che non mi sarebbe piaciuta.
«Siete stati molto fortunati, molto spesso a questa giovane età un neonato non sarebbe in grado di sopravvivere ad un trauma del genere, invece lui è molto forte.»spiegò in breve e io mi sentii sollevata, tant'è che riuscii anche a tirare un sospiro di sollievo, una sensazione che stavo avvertendo fin troppo nell'ultima ora.
«Si riprenderà?»domandò poi invece Wooyoung accanto a me, adesso tenendomi stretta a lui con un braccio attorno alla mia schiena, dandomi tutto quel calore che in quel mese mi era mancato.
«Dovrà rimanere nell'incubatrice neonatale fino a quando riuscirà a respirare da solo e potrà essere in grado di nutrirsi autonomamente. Il sangue perso da Yunhee fortunatamente non era un segno di aborto ma soltanto qualche perdita da gravidanza, che non sono inusuali. Nonostante la giovane età il bambino è grande sopra la media, quindi non ci saranno grossi problemi.»quanto terminò la spiegazione entrambi stavamo annuendo, sentendoci totalmente fortunati ad avere un bambino cosí forte.
«Quindi, abbiamo un nome?»ci venne domandato ancora una volta e io guardai brevemente Wooyoung, gli sorrisi e lui ricambiò, e entrambi sapevamo quale fosse il nome nonostante nessuno dei due l'aveva detto all'altro.
«Mal-Chin, Jung Malchin.»risposi infine e immediatamente le infermiere ci fecero i complimenti, dicendo che era un nome molto bello e più che azzeccato all'intera situazione in cui ci eravamo trovati.
«Purtroppo non possiamo attuare la solita procedura di mettervelo tra le braccia, ma potete toccarlo e parlargli attraversi appositi oblò ai lati della culla neonatale. Cosí il piccolo potrà sentirsi amato già da adesso e sarà meglio per lui.»ci venne detto infine dal medico e io mi sentii irrequieta al solo pensiero di poter sfiorare la sua pelle, finalmente dopo tutti quei mesi avevo la possibilità di vederlo e toccarlo senza la mia pancia di pezzo, e pensare che la sua pelle per una buona parte era mia, fatta completamente da me.
«Vi lasciamo qualche minuto col bambino, poi lo porteremo con gli altri e l'ora delle visite sarà finita.»ci venne detto infine e noi due annuimmo. In breve tempo ci trovammo da soli ed entrambi non sentimmo il bisogno di nemmeno dircelo; semplicemente fu un movimento spontaneo il nostro, quello di infilare mani e braccia all'interno della culla, per toccarlo.
La sua pelle era delicata, morbida e liscia, come se in realtà non fosse vero. Troppo perfetto per quello che aveva passato, piccolo ed indifeso ma al contempo forte e coraggioso. Mi aveva dato la spinta ad andare avanti ed era anche grazie a lui che ad oggi mi trovavo ancora qui.
«Cosa succederà adesso?»domandai poi dopo aver letto anche l'ultima risposta alla foto e aver sorriso involontariamente, per poi rivolgere lo sguardo a Wooyoung, il quale era presissimo a fare delle lievi carezze alle gambe di Malchin.
«Innanzitutto quelle persone finiranno in prigione per quello che hanno fatto a te e al piccolo, questo te lo assicuro.»iniziò a dire, e io ovviamente non mi stavo riferendo a quello, ma alla nostra relazione adesso che c'era anche il bambino, ma sentire quelle parole mi fece sentire più sollevata in un certo senso.
«E poi...possiamo pensare a noi. Alla nostra famiglia.»continuò lui e io annuii, guardandolo negli occhi, occhi che avevo imparato ad amare col tempo che lo conoscevo e che di rimando amavano me: riuscivo a sentirlo sulla pelle, tutto l'affetto e il sentimento che lui sentiva nei miei confronti, ed ogni volta che ci toccavamo mi ricordava quanto io reciprocavo quello che sentiva nei miei confronti.
«Voglio che tu e il piccolo vi trasferiate da me.»concluse poi, e io dovevo immaginarmi una cosa del genere, dopotutto ciò avrebbe fatto bene al piccolo e anche a noi come coppia, ma ciò mi spaventava.
«Non credi sia troppo presto per noi? Voglio dire, la nostra relazione...»non avevo mai avuto la possibilità di vivere con altre persone che non fossero i miei amici o la mia famiglia, e pensare di condividere completamente la mia vota a trecentosessanta gradi con un'altra persona in un'altra situazione mi avrebbe spaventato, ma mi fidavo di Wooyoung e di ciò che c'era tra noi; avevo solo paura che fosse troppo presto e che entrambi avremmo potuto aver bisogno di un po' di tempo, vista la quantità di cose che erano successe in breve tempo.
«Sono sicuro della mia decisione. Voglio vivere con te, voglio svegliarmi la mattina insieme a te, immaginarci prendere cura di nostro figlio, e passare ogni istante della mia vita insieme a voi.»mi interruppe e io sentii un'esplosione di farfalle al mio interno, soltanto al pensiero di poter fare ciò che aveva appena detto mi rendeva felice: già sapevo ormai quindi quale poteva essere la mia risposta.
«Non voglio aspettare, stare lontano da te mi ha fatto capire quanto tempo abbiamo buttato a rincorrerci e quanto invece possiamo avere in futuro.»concluse, per poi alzarsi in piedi e tirarmi le mani fuori dalla culla per tenerle nelle sue, mentre mi guardava negli occhi e mi sorrideva.
«Ti amo da impazzire, Yunhee. Amo te e questo bambino.»disse infine e io mi sporsi per baciarlo sulle labbra, finalmente riuscivamo ad ammettere i nostri sentimenti l'uno per l'altro, e a renderci di conseguenza più felici.
«Ti amo anche io, Woo.»gli risposi, per poi baciarlo teneramente un'ultima volta sulle labbra e poi inserendo di nuovo le mani all'interno della piccola teca, per poi parlare con il mio ragazzo del più e del meno riguardo tutto quello che ci veniva in mente, fino quando qualcuno non sarebbe arrivato a chiamarci.
Penultimo capitolo...
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