♤16
Wooyoung
Passó una settimana da quando ero venuto a sapere della gravidanza di Yunhee, e in quei giorni non ero riuscito letteralmente a muovermi da casa mia. Probabilmente era stato tutto troppo per me, venire a sapere che probabilmente a breve avrei avuto un figlio con una ragazza che potevo dire ormai ufficialmente mi piacesse ma che però non ricambiava il sentimento.
Yunhee mi piaceva. Mi era mancata durante le feste, ma non per la mancanza di sesso, ma proprio avere la sua presenza accanto a me mi era mancato. Non sapevo quando fosse successo, quando avevo iniziato ad avvertire quella sensazione nella pancia ogni volta che la vedevo o la sentivo parlare, oppure quella voglia matta di toccarla o di baciarla, ma sapevo solo che adesso sarebbe stato difficile per me liberarmene, soprattutto perchè adesso eravamo per certo incastrati insieme l'uno con l'altro.
Non voleva abortire, su questo era stata chiara, o altrimenti lo avrebbe detto sin da subito. Piuttosto il problema ero io, e il fatto che a lei ciò che spaventava di più ero io mi faceva stare male. Certo, anche il fatto che stessi per diventare padre in realtà: non era una cosa che avevo programmato, e sapevo che mi avrebbe scombussolato completamente ogni mio piano.
Non ero pronto a diventare padre. Non sapevo come avrei dovuto comportarmi, cosa fare e come farlo, non sapevo nulla a riguardo. Mio padre non era stato per me un padre da nominare come "esempio da eseguire", e perciò per me era difficile, cosa che non lo era stato affatto per mio fratello maggiore. Lui aveva due anni in più di me, sposato da quattro anni e aveva una figlia di un anno, dopo una relazione che andava avanti dai primi anni di liceo.
Ecco, quello potevo dire chiaramente si trattasse di amore. Loro due si amavano tanto, lo avevo sempre visto, e infatti non appena entrambi si erano stabilizzati con la loro vita, avevano deciso di sposarsi e poi di conseguenza di avere un bambino. Cosí era nata mia nipote, che avevo visto solo al giorno della sua nascita e durante il Natale che avevamo trascorso. Lei era adorabile, e per un attimo avevo pensato a quando anche io avrei avuto tutto questo.
Non pensavo però che ciò sarebbe stato prima del previsto, e inoltre con una donna con cui non avevo una relazione e a cui nemmeno piacevo. Essere stato rifiutato da Yunhee mi aveva fatto male e facevo difficoltà a lavorare con quel tipo di dolore, qualcosa che mai prima d'ora avevo provato. Che si trattasse di cuore spezzato?
Ad aiutarmi ad uscire dai miei pensieri fu il campanello di casa mia, che indicava infatti che qualcuno fosse alla porta. Nonostante sapessi perfettamente di chi si trattasse, dato che io stesso li avevo invitati l mio appartamento, una parte di me non potè che sperare che si trattasse della ragazza che mi aveva mandato a puttane la vita.
Allora mi alzai dal divano ed andai ad aprire la porta e senza sorpresa mi ritrovai davanti i miei amici, che nemmeno mi salutarono e semplicemente entrarono in casa mia, andando diretti verso il tavolo.
«Allora, abbiamo portato il soju.»affermò immediatamente Seonghwa, posando il cartone con le bottiglie sulla superficie del mio tavolo, e io li seguii corrucciando però le sopracciglia, non capendo.
«Perchè? Non ve l'ho chiesto.»domandai infatti, notando subito come San iniziava ad aprirne un paio mentre Yeosang si giostrava nella mia cucina, alla ricerca di bicchieri e schifezze varie nella mia dispensa, come se fosse casa sua.
«Wooyoung, non ci inviti mai a casa tua, deve essere sicuramente successo qualcosa.»sentii dire dal biondo in lontananza e io rimasi stupito da quelle parole: era così raro invitarli a casa mia? E poi, ero così facile da capire per loro?
«Wow, non sapevo che avessi dei codici per voi, per farvi capire che cosa succede nella mia vita.»risposi sincero, andando ad aiutare Yeosang con le diverse buste di patatine che stava trasportando verso il salotto. Non feci domande e semplicemente presi altri sacchetti, capendo che avevano un piano fin dall'inizio: oh, se solo avessero saputo perchè stavobcosì.
«Si, bla bla bla, passiamo ai fatti, su.»ordinò San, versando del soju dentro i loro bicchieri, e io capii subito che non mi avrebbero lasciato stare fin quando non avrei detto cos'era che mi turbava negli ultimi giorni. Ma come diavolo potevo dirgli che avrei avuto un figlio? Rimasi imbambolato in cucina, non sapendo come reagire alla probabile reazione che loro avrebbero avuto nei miei confronti, e ciò non passò inosservato a nessuno di loro.
«Il soju non si berrà da solo, vieni qui a parlare.»mi richiamò infatti Yeosang e io sospirai, facendo dei passi avanti e arrivando finalmente in salotto, dove vi trovai loro tre giá seduti attorno al tavolo con i loro bicchieri in mano, mentre qualcuno di loro sgranocchiava patatine e noccioline.
«Non so come dirlo.»dissi con onestà, sedendomi poi ad un posto libero, e sentii dei grugniti di disapprovazione da parte di ognuno di loro, come se si fossero aspettati questo comportamento da parte mia ed ora fossero infastiditi.
«Dillo e basta, non abbiamo tutta la serata.»mi spronò il più grande, e io sapevo che se lo avessi detto e basta probabilmente sarebbe potuto venire un infarto ad uno di loro, ma dopotutto non c'era un altro modo per dirlo, no?
«Yunhee è incinta.»dissi tutto d'un fiato, prima che potessi pentirmene e non dire nulla. Non riuscii ad alzare lo sguardo per vedere le loro espressioni e le loro reazioni, quindi continuai:
«Ed è mio.»specificai, continuando a guardare il tavolo davanti a me. Nessuno di loro disse niente, e per almeno un minuto ci fu completo silenzio nel salotto di casa mia, cosa che non riuscii ad interpretare.
«Stai cazzo scherzando?»il silenzio fu rotto da San e io immediatamente incontrai i suoi occhi pre primi, che ora erano spalancati ed increduli mentre mi guardavano scuotere la testa.
«Vedi perchè essere gay porta vantaggi? Questo tipo di cose non succedono!»commentò Seonghwa sbattendo il palmo della mano sulla superficie del mio tavolo, e probabilmente in un altro momento avrei riso ma non in quello.
«E ora che cazzo farà? Abortisce, vero?»mi domandò infine Yeosang e io fui confuso da quella richiesta. In realtà era una domanda lecita, ma da come l'aveva posta sembrava che quella fosse una cosa più che scontata.
«No, perchè dovrebbe farlo?»chiesi io di rimando infatti, guardando lentamente ognuno di loro, che si girarono l'uno verso l'altro a guardarsi, come se fossero straniti da come mi stessi comportando. Non capivo il motivo in realtà, certo non è che fosse nei miei programmi avere un figlio, ma quella era una cosa di cui noi quattro non avevamo mai parlato in realtà.
«Chi sei tu, che ne hai fatto di Jung Wooyoung?»domandò ironicamente San e gli altri annuirono per dargli d'accordo, e io capii immediatamente che c'era qualcosa sotto.
«Amico, non so cosa ti passi per la testa, ma tu sei la stessa persona che quest'estate si è scopato almeno una trentina di ragazze.»spiegò in breve Seonghwa e allora capii perfettamente a cosa si stessero riferendo. In realtá non avevano tutti i torti, non era sbagliato credere che io non fossi portato ad essere padre, ma non era nemmeno una decisione che spettava solo a me.
«E in più hai sempre detto che non vuoi una relazione per adesso, no?»continuò a domandarmi il più piccolo, e aveva ragione ovviamente. Era da quando ci conoscevamo che avevo sempre detto di non sentirmi pronto per una qualsiasi relazione con una ragazza che durasse per più di una settimana, e avere un figlio adesso era completamente l'opposto di quello che avevo sempre detto.
«Si ma questo cambia tutto.»risposi io sincero, riferendomi ovviamente alla gravidanza, anche se in realtà non c'era solo quello: anche i sentimenti che iniziavo a provare per Yunhee in realtà facevano gran parte della mia decisione.
«Che diavolo vuoi dire? Vuoi un figlio?»chiese il più grande con voce sbalordita e io non seppi perchè ma mi sentii quasi infastidito dal modo in cui mi stavano parlando, come se non fossi abbastanza per diventare padre.
«No, non voglio un figlio. Solo che...è capitato. Non possiamo mica buttarlo nella spazzatura, adesso.»risposi allora stringendo gli occhi e facendo capire loro che non era successo per nostra volontà ma per sbaglio e che quindi ora non potevamo farci nulla.
«C'è sempre l'aborto.»mi fece notare di nuovo Yeosang, e io nemmeno feci in tempo a rispondergli che l'aborto era qualcosa che nessuno dei due aveva contemplato, che San continuò a parlare.
«O l'adozione.»disse e io dovevo ammettere di averci pensato a quello, ma nel momento stesso in cui ero venuto a sapere della gravidanza c'era stata una sorta di possessivitá in me, accompagnata ad un senso di protezione, che sapevo che col vedere la crescita della pancia della mia segretaria sarebbe aumentato sempre di più.
«Beh, non sono tra le nostre possibilità.»risposi sinceramente allora, anche perchè era vero: non solo da parte mia, ma anche lei non aveva considerato nessuna delle due. Il vero e unico problema in realtà stava tra di noi, tra il rapporto che c'era e tra i nostri sentimenti evidentemente diversi su diversi piani.
«E cosa c'è tra le vostre possibilità?»domandò ancora il biondo e io non seppi rispondere. Cosa c'era tra le nostre possibilità? Avere un figlio nonostante non fossimo nemmeno in una relazione? E che stabilità avremmo dato a questo figlio? Probabilmente nessuna, e vivere con dei genitori separati non era tra le migliori delle vite, io lo sapevo bene.
Ma non potevo nemmeno costringerla a stare con me. Non mi voleva in quel senso, non voleva avere nulla a che fare con me in maniera romantica, e come biasimarla? Avevo instaurato con lei una relazione principalmente sul sesso, senza mai chiederle se lei avesse altre aspettative da un uomo, senza sapere nulla sul suo passato. Sapevo solo che non viveva coi suoi genitori da quando era diventata maggiorenne, e nient'altro. Come poteva fidarsi di me a tal punto da mettermi in mano suo figlio, anche se in parte era anche mio?
«Il fatto è che non le piaccio, e non vuole un figlio con me.»affermai senza nemmeno rispondere alla domanda che mi era appena stata posta. Sapevo che probabilmente tutti e tre sarebbero rimasti stupiti da quella mia uscita, dato che più volte avevano pensato che a me piacesse Yunhee, e probabilmente quello era il momento per ammetterlo.
«Perchè, tu vuoi un figlio con lei?»mi domandò confuso San, e io alzai gli occhi per guardarlo, come a far capire a lui e agli altri due che non era quello il punto della mia affermazione.
«Oh mio Dio, ti piace Yunhee?»fortunatamente Seonghwa lo capì e io mi voltai a guardare lui, per poi annuire a nessuno in particolare e a tornare con gli occhi sul tavolo, non sapendo cos'altro dire.
«Cazzo, lo sapevo io.»sentii il moro mormare a bassa voce e io ebbi l'impulso di dire un "sì, tutti voi lo sapevate", ma me lo tenni per me; chissà da quanto tempo provavo quei sentimenti nei suoi confronti e da quanto tempo li ignoravo, cacciandoli nel retro del mio cervello.
«Beh, c'è differenza però tra "ti piace" e "vorresti avere un figlio con lei", no?»fece notare poi Yeosang e sì, aveva ragione, ma era diverso per la situazione in cui ci trovavamo. No, non volevo un figlio, e non lo volevo adesso nemmeno con lei, perchè non ero pronto. Ma adesso? Lei lo voleva senza di me, io non lo volevo ma volevo lei, in che diavolo di situazione mi trovavo?
«Si ma adesso come adesso il figlio già è presente.»risposi allora, perchè era ovvio che trovavo le differenze tra quelle due frasi, ma non potevo tenerle in considerazione nella mia condizione.
«Cavolo, parli come un padre di famiglia.»mormorò il più grande e io gli lanciai un'occhiataccia, prima di prendere una bottiglia e versarne il contenuto in un bicchiere, e avvicinarmelo alle labbra. Mandai giù il sapore amaro di quel liquido e poi guardai le bollicine al suo interno.
«Comunque a lei io non piaccio, quindi non so cosa succederà.»commentai ad un certo punto, per poi riprendere a sorseggiare lentamente la bevanda, adesso sentendomi lo sconforto sulle spalle: il non sapere quello che sarebbe successo mi faceva stare male, e non poco.
Di nuovo cadde il silenzio, perchè ovviamente nessuno di loro poteva essere in grado di consolarmi. Non era come tranquillizzare il proprio amico dopo una rottura, era molto più complicato visto che io e Yunhee non stavamo nemmeno insieme, e per di più lei era incinta di me.
«Lascia perdere per il momento, va bene? Aspetta che sia lei a venire da te.»propose dopo un po' San, dandomi una leggera pacca sulla spalla, io sorseggiai il mio soju e annuii soltanto, non sapendo cosa rispondere.
«È una cosa importante quanto per te tanto per lei, quindi abbi pazienza e aspetta che anche lei sia pronta.»aggiunse invece Yeosang, e io gli sorrisi di rimando, sperando che avesse ragione e che aspettare mi avrebbe aiutato.
«Esatto, per il momento godiamoci gli ultimi attimi della tua vita prima che sia sommersa da pappette e pannolini!»concluse Seonghwa e io, nonostante tutto, sentii una sensazione strana nello stomaco al solo pensiero: non qualcosa di sgradevole, anzi, era addirittura piacevole pensare a me in quel modo.
«Non sei divertente.»gli dissi e poi gli altri invece risero, e io per un attimo riuscii a sentirmi anche più leggero, cosa che non mi capitava da giorni ormai.
«Oddio, quindi questo significa che uno di noi potrebbe essere il padrino?»domandò tutto ad un tratto Yeosang ed io grugnii capendo una cosa: quella serata avrebbe aiutato di certo a svagare il cervello.
Ok siamo a metà storia finally
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