XXVIII
- Toglile le mani di dosso, lurido figlio di un cane! – sbraitò Martin preso da un odio irrefrenabile.
Rachid si scostò appena da Shirley continuando a tenerla stretta tra le sue braccia e a fissarla negli occhi: come aveva potuto dimenticarsi di Martin?
- Ho detto di toglierle le mani di dosso! – ripeté Martin avvicinandosi di due passi.
- Sono suo marito, come ti permetti! – continuò sempre più sprezzante e irritato.
Shirley tremò tra le braccia di Rachid, ma anche lei non distolse il suo sguardo neanche per un attimo dal suo e in una silenziosa risposta alla sua domanda, le loro anime si parlarono e si intesero in silenzio. Solo allora Rachid si girò lentamente verso Martin come a guardare un viscido verme che strisciava sulla sabbia.
Non gli era mai successo di essere insultato in quel modo: in un'altra vita, avrebbe tirato fuori la spada per lavare l'oltraggio col sangue.
- Se tu sei suo marito, io sono il principe Aladdin! – lo provocò lanciandogli uno sguardo di fuoco che avrebbe potuto incenerirlo.
Martin, seppur timoroso, non si fermò e continuò con un sogghigno beffardo quella lotta verbale.
- Sì... e allora perché non vai dalla tua principessa? Non avete da preparare un matrimonio?
Touché!
Questa volta Rachid rimase in silenzio: non c'era nulla che potesse dire per negare quella verità, per quanto spiacevole, e allora si girò nuovamente a guardare Shirley negli occhi sperando nella sua clemenza.
- Cosa? – sussurrò Shirley che si ridestò da quel sogno, incastrando nella sua mente una serie di dettagli che fino a poco prima non avevano avuto senso.
Era Rachid il promesso sposo di Tin Hinan? E Tin Hinan era innamorata di Sahid?
Si allontanò di scatto da lui, nonostante continuasse a tenerla stretta per non lasciarla andare.
- Dobbiamo parlare! – le disse Rachid, ma lei lo allontanò spingendolo via con le mani che erano ancora poggiate al suo petto.
- Mi hai mentito... - sussurrò Shirley con la voce rotta dal pianto. – Per tutti questi giorni mi hai sempre mentito. No, che dico... non hai fatto altro che mentirmi sia cinque anni fa che oggi...
A quel punto Martin preso da un inaspettato coraggio, catturò Shirley e l'attirò a sé per un braccio, esultando per la sua vittoria.
Ma prima che Rachid si mettesse in mezzo per farle scudo, lei si strattonò dalla presa di Martin e con tutte le sue forze gli mollò un ceffone che ne valeva cento, per tutti quelli repressi che non gli aveva mai dato.
- E tu sparisci! Non voglio più vederti!
E senza aggiungere altro, corse via piangendo.
Shirley si rinchiuse nella sua camera ancora scossa per tutto quello che era successo: Rachid era vivo e le era sempre stato accanto per tutti quei giorni.
Era lui l'uomo vestito di nero quella sera al recinto.
Era lui che l'aveva visitata mentre dormiva.
Era lui che l'aveva osservata di nascosto nell'ombra.
Era lui che l'aveva ritrovata al fiume...
Era sempre stato lui!
Come aveva potuto mentirle, quando non aspettava altro che poterlo riabbracciare? E baciare...
Si erano baciati, sì, come se non fossero mai passati quei cinque anni, come se non si fossero mai lasciati...
Cosa li aveva spinti a farlo?
Stringeva ancora nel palmo della sua mano la croce che pensava di aver perduto, come se sperasse di trovare in quell'oggetto tutti i responsi.
Era lo stemma regale della famiglia di Rachid e mentre ripensava a tutte le cose che lui le aveva detto quando ancora non sapeva chi fosse veramente, si ricordò che le aveva parlato della sua infanzia, trascorsa con sua nonna materna e le sue zie, perché sua madre era morta nel darlo alla luce.
Quindi non erano fratelli come aveva erroneamente sospettato per tutti quei mesi, ma cosa ancora più importante, lui era vivo.
In fondo al suo cuore lo aveva sempre saputo e credeva in lui: ci doveva essere una motivazione per tutto; l'aveva sempre difeso, ma aveva bisogno di riflettere.
C'era sempre stata una donna a impedire il loro amore, ma non era né la madre di Amìnah né sua madre Mylène, bensì una degna e bellissima ragazza, venerata come una principessa del deserto che aveva già annodato la tenda che avrebbe accolto la loro unione e che lei aveva profanato con la sua stupidità.
Era ancora chiusa nella sua stanza quando qualcuno bussò alla porta.
Sulle prime non rispose, ma poi i colpi divennero incessanti e la voce di Martin la raggiunse: - Shirley, apri la porta! Sono con un medico... un vero medico!
Seppur contrariata, si decise ad aprire e acconsentì a farsi visitare da un uomo fatto venire appositamente per lei, che alla fine non le disse nulla di nuovo: solo che aveva subito una leggera commozione alla testa, ma che con il riposo presto sarebbe stata di nuovo nel pieno delle forze.
Martin cercò di parlarle minacciandola perfino che l'avrebbe lasciata lì da sola nel deserto, ma lei si rifiutò categoricamente: non aveva nessuna intenzione di perdonarlo per come aveva offeso Rachid. E per il modo in cui l'aveva trattata di fronte a lui, come se fosse un oggetto di sua proprietà, non si meritava nemmeno un addio.
Quel giorno anche lo sceicco Ali le chiese di parlarle per sapere come stava, innanzitutto perché si sentiva responsabile di quell'incidente, giacché era stato lui stesso a consigliare i suoi ospiti di fare quell'escursione al fiume. Shirley però gli disse che non doveva affatto sentirsi in colpa, perché dopotutto era stata lei ad avventurarsi da sola su quel sentiero pericoloso.
- È stata un'imprudenza anche di suo marito quella di lasciarla sola! – le disse lo sceicco. - Se non fosse stato per mio nipote che passando di lì, ha sentito la sua richiesta d'aiuto, chissà quando l'avrebbero soccorsa.
- Aveva detto che non aveva più notizie di lui da anni... - gli disse Shirley ripensando a quando aveva conosciuto lo sceicco al ricevimento.
- Infatti, il suo ritorno è stato inaspettato. Qui nel deserto le notizie non circolano molto facilmente... e poi io e mio fratello, il padre di Rachid, non avevamo un buon rapporto... Siamo di madri diverse: nostro padre aveva quattro mogli, tre arabe e una berbera. Da loro ha avuto ben dodici figli: era inevitabile che alcuni di noi si perdessero di vista. La madre di Rachid era una nobile tuareg. Arabi e berberi hanno leggi molto diverse tra loro: i tuareg sono rigidamente monogami e la loro nobiltà si trasmette per via matrilineare, al contrario di noi arabi.
Shirley conosceva bene la differenza tra le due culture; quello che non gli era chiaro e che ancora le sfuggiva, era il ruolo di sua madre Mylène in tutto questo.
Quando scese la sera, era ancora confinata nella sua stanza, ma il dolce suono di un flauto proveniente dall'esterno le rievocò dei ricordi indelebili racchiusi nella sua anima: quella soave melodia era la stessa che aveva ascoltato cinque anni prima!
Uscì sulla terrazza attirata da quelle note e, guardando in basso, vide Rachid intento a suonare il suo zufolo.
Era venuto da lei, come Romeo dalla sua Giulietta.
A quel pensiero sorrise, ma lui non smise di suonare.
- Che fai laggiù? Sveglierai tutti! – gli disse cercando di tenere un tono di voce basso, ma che lui riuscisse a udire comunque.
- Voglio parlarti! – le rispose lui.
- Mi ami? – gli chiese invece lei a bruciapelo come fece Giulietta con Romeo dal suo balcone.
So già che risponderai di sì, e che io crederò a ciò che tu dirai. Ma se lo giuri, potresti poi dimostrarti sleale.
- Madamigella, per quella sacra luna che inargenta le cime di quegli alberi, giuro... - rispose lui recitando i versi dello scrittore dell'amore per eccellenza.
- Sai che non dovresti giurare sulla luna? – gli rispose lei divertita da quella situazione e al tempo stesso non affatto sorpresa che lui conoscesse a memoria quelle strofe di Shakespeare.
- E sai anche che sono capace di buttarmi giù, ma ormai ho imparato la lezione... Sali tu! – gli ordinò Shirley continuando a sorridere.
Dopo qualche istante di esitazione, lui si arrampicò su un albero per raggiungere la terrazza e in un attimo si ritrovò accanto a lei.
Shirley aveva ancora gli occhi rossi di pianto, ma nel vederlo così vicino, provò istintivamente la voglia di abbracciarlo, ma qualcosa la bloccò: lui era serio, ma lei sapeva che dietro la sua freddezza, si nascondeva l'uomo più dolce che avesse mai conosciuto.
Si guardarono intensamente negli occhi, ma fu lui a rompere per primo il silenzio.
- Non dovrei essere qui, ma volevo sapere come stai... Sono felice che tu abbia riacquistato la vista!
Capendo al volo quanto lui temesse di essere scoperto in piena notte in quella situazione sconveniente, Shirley mise subito le carte in chiaro.
- Io e Martin non siamo sposati... lui non è nessuno per me... - gli disse tutto d'un fiato, ma Rachid non mostrò nessuna reazione.
- Non sono fatti che mi riguardano – le rispose mascherando la sua gelosia. In realtà aveva già chiarito questo punto con il diretto interessato, rispedendolo a casa e minacciandolo velatamente con tutta la grazia e fermezza che ogni uomo del deserto possedeva.
– Voglio farti una sola domanda...
- Ok! – gli rispose Shirley perplessa.
- Perché sei qui?
Perché si torna sempre dove hai lasciato il cuore...
Shirley, per quanto ricordasse quel suo lato così ostinato, non riusciva ancora a capire come facesse Rachid a mostrarsi così forte pur di nascondere il suo stato d'animo dentro di sé.
Lei avrebbe voluto solo abbracciarlo e baciarlo, ma era arrivato il momento di dirsi la verità, tutta la verità...
- Sono venuta a cercare mia madre – gli rispose studiando ogni più minima reazione dei suoi occhi, per capire quanto lui fosse stato ancora determinato a nasconderle tutto quello che sapeva.
- Quindi lo sai...
Lei continuò a fissarlo negli occhi e poi come una bomba le uscì tutto fuori: - Sì che lo so! So che tu sapevi chi era mia madre fin dal primo momento che mi hai vista, ma che lo hai volutamente nascosto sia a me che a Sahid... Non puoi nemmeno immaginare quanta sofferenza hanno causato le tue menzogne, ma so che avevi i tuoi buoni motivi per farlo. Non ti amerò mai di meno per questo e so che lo sai, che lo senti... - le disse indicandogli con un dito il cuore.
Gli proferì quelle parole accusatorie con un tono così dolce che lasciava trapelare tutti i suoi sentimenti.
Mai come allora si era resa conto che l'essenza dell'amore era il perdono, la fiducia e il coraggio. Per lui avrebbe affrontato qualsiasi prova altre mille volte.
- Da quanto tempo lo sai? – le chiese lui senza più nascondere il suo dolore, consapevole che quando le avrebbe rivelato tutta la verità, sarebbe cambiato tutto.
- Solo da qualche mese... - continuò con gli occhi lucidi, - da quando sono tornata in Marocco: è stato per caso... Ho sempre pensato che questa croce appartenesse a mia madre, invece appartiene alla tua famiglia. All'inizio erano solo ipotesi, pensavo che fossimo fratelli, poi ho creduto che tu fossi persino morto...
Nel pronunciare le ultime parole, non riuscì più a impedire alle lacrime di fuoriuscire.
Quando i suoi singhiozzi divennero strazianti, Rachid l'abbracciò.
- Shhh... ma non lo sono... sono qui... e ti amo ancora con tutto me stesso... - le sussurrò.
- Non dirmelo... - rispose lei irrigidendosi. – So che non puoi stare con me ed io non t'imporrò mai di abbandonare la tua gente per me, di lasciare il deserto dove ci si sente liberi e vicini alle stelle, dove la vita sembra quella di un fiore fragile...
Come non avrebbe mai potuto dominare il vento del deserto...
Ricordava ancora le sue parole e quanto lui l'aveva sempre respinta, perché proveniva da un mondo diametralmente opposto al suo.
Poteva una straniera abituata al lusso delle grandi città, essere amata da lui che conduceva una vita così libera e selvaggia?
"Non sarai mai felice con me, Shirley! Non possiamo amarci, dobbiamo dimenticarci!"
Per tutta risposta lui la zittì imprigionando le sue labbra in un bacio disperato nel tentativo di dissolvere ogni suo dubbio.
Era ancora così ingenua da pensare che fosse solo quello il motivo che li aveva divisi?
Non conosceva ancora tutti i suoi segreti...
"Non ti amerò mai di meno per questo"
Dalle sue dolci labbra che si schiusero ad accogliere il suo bacio comprese che poteva essere perdonato. Per la prima volta nella sua vita, non si sentì più tanto colpevole ed egoista da pretendere il suo amore e il suo perdono.
Era certo che lei l'avrebbe assolto e al diavolo tutto il mondo, la sua gente e il suo matrimonio...
In quegli ultimi cinque anni d'inferno, aveva già scontato la sua pena. Ora non voleva più seguire la ragione, ma solo il cuore.
***
Eccomi qui... spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto... ❤
Quali altri segreti nasconde Rachid secondo voi? 🤔
E Shirley riuscirà a perdonarlo davvero quando saprà tutta la verità che ancora non immagina?
Approfitto di questo capitolo per ringraziarvi per aver sostenuto la mia storia fin qui, regalandomi tanti sorrisi con tutti i vostri commenti... ❤🙏🙏🙏 e con tutto il cuore vi auguro un sereno Natale 🎅🎄🎁
A presto ❤
D.J.
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