XXIX
Cos'è il perdono?
Si può scegliere di abbandonare ogni risentimento e di comprendere chi ci ha ferito, soprattutto quando lo amiamo incondizionatamente. Ma non è scontato pensare che il perdono porti automaticamente alla riconciliazione.
Il perdono è il regalo più bello che si possa donare a qualcuno a cui si vuol bene.
- Grazie... - mormorò Rachid staccandosi dalle labbra di Shirley e asciugandole le lacrime con le dita.
- Per cosa? – gli chiese lei ancora rapita dalla passione di quel bacio dal gusto salato, che cercava sollievo e certezze, come se presagisse l'equilibrio instabile del futuro.
Come se fosse l'ultimo.
Scrutandolo nei suoi occhi scuri e profondi, vi lesse l'antico tormento. Spaventata gli chiese: - Non era mica un bacio di addio questo?
- Lo deciderai tu, dopo che ti avrò confessato tutto.
A volte è più difficile perdonare sé stessi.
Shirley non era mai stata capace di provare risentimento: aveva perdonato suo padre per averle nascosto la verità sulla sua vera madre; aveva perdonato i suoi nonni per non averla accettata subito nella loro famiglia; aveva perdonato Sahid prima ancora di scoprire che fosse suo fratello; avrebbe perdonato anche Martin...
E avrebbe perdonato sicuramente Rachid perché si fidava di lui.
Lo guardò in silenzio e poi, poggiando le mani dietro la sua nuca, lo attirò nuovamente a sé, finché le loro labbra si unirono ancora una volta.
Era così bello poterlo baciare di nuovo che le sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto scalfire quel momento magico.
Avvolta in quell'abbraccio, quando lui si staccò da lei con un lungo sospiro, riaprì gli occhi e il suo sguardo si posò sulle perle di luna di un ramoscello di vischio che pendeva sopra le loro teste: come un piccolo miracolo, chissà come, si era ancorato al tronco del melograno che ricopriva la terrazza con le sue rigogliose fronde.
Ancora una volta gli Dei avevano benedetto il loro amore.
Non sarebbe stato il loro ultimo bacio, ma solo uno di un numero infinito che si sarebbero scambiati.
Ora che erano di nuovo insieme, nessun segreto sarebbe stato così grave da diminuire l'amore che provavano l'uno per l'altro, soprattutto ora che quel loro abbraccio aveva ricucito insieme tutti i pezzi rotti dei loro cuori.
Lui la prese per mano e la fece sedere.
Non sapeva da dove cominciare, ma nei grandi occhi azzurri di Shirley che luccicavano ancora dopo i loro baci, vi lesse tutti i sentimenti che provava: c'era amore, desiderio, gioia, speranza e soprattutto comprensione.
Lo avrebbero guardato ancora in quel modo i suoi occhi quando le avrebbe rivelato tutto?
Le sue labbra delicate e rosee l'avrebbero invitato a baciarla ancora come in quel momento?
Ogni abitante del Sahara lo avrebbe schernito se avesse visto il suo coraggio di invincibile leone del deserto schiacciato dalla forza dei suoi sentimenti.
Fu Shirley allora a esortarlo: - Parlami... ti ho già detto che qualunque cosa mi dirai, non ti amerò mai di meno...
Sentendosi un codardo, lui le fece una carezza sulla guancia per riconoscenza, ma non riusciva ancora ad aprire bocca.
- Dov'è? – le chiese lei dando voce al primo interrogativo della sua anima. – Mylène, mia... madre... è viva?
Dopo interminabili secondi, finalmente Rachid riacquistò l'uso della parola.
- Io non lo so... non so dove sia – le rispose col cuore affranto per non poter dare risposta a quella domanda. - Sono successe tante di quelle cose in questi ultimi cinque anni... Dopo che sei andata via, non ci sono state che guerre e razzie nel deserto. Ho perso tutto: le carovane si sono fermate e mentre io sono andato a Fes per terminare gli studi, i miei uomini, non avendo più animali né cibo, si sono rifugiati nelle oasi più interne dove vivono tutt'ora i miei nonni materni... e la mia promessa sposa...
Rachid fece una lunga pausa per respirare, consapevole di aver toccato un argomento spinoso, ma Shirley lo stupì con la sua ennesima dimostrazione di dolcezza e bontà d'animo.
- È molto bella... - ammise lei con un bisbiglio ricordandosi del dolcissimo viso di Tin Hinan.
- Non saprei - rispose lui in imbarazzo, appena capì che le due donne si erano già conosciute.
- Sono più di dieci anni che non la vedo. Da quando sono partito per andare all'università...
- Ma è assurdo! – esclamò Shirley sorpresa. - Lei è qui, eppure non vi siete mai incontrati?
- No, per tutto il mese precedente il matrimonio gli sposi non devono vedersi: è una sorta di rito di purificazione. Per questo sono rimasto sempre fuori dalle mura del villaggio.
- Quindi non sai che lei... - ma si bloccò timorosa di rivelargli che Tin Hinan le aveva confidato che era innamorata di suo fratello.
- Non voglio sapere niente. Basta parlare di lei!
Prendendole le mani, l'attirò più vicino a sé.
- Ti amo ed è te che voglio sposare... - le disse. – Non desidero altro... solo te!
- Ti amo anch'io – gli disse Shirley con il cuore che batteva forte.
- Ma io non me lo merito... cioè, mi sembra ancora ieri quando mi dicesti che ero solo una bambina viziata che non sapeva badare a se stessa...
- Non ti ho mai detto che eri una bambina viziata! – la interruppe lui contrariato, ma poi sorridendo le dette un bacio sul naso.
- Ti vedevo come una bambina perché avevo paura di ripetere lo stesso errore che ha fatto mio padre con tua madre. E questo mi ha portato a fare una serie di scelte sbagliate... Sono io che non ti merito!
- Raccontami tutto dall'inizio: parlami di mia madre...
- Le somigli moltissimo: hai i capelli del suo stesso colore – le disse prendendo una ciocca tra le sue dita.
- Mio padre la salvò da un agguato che era ancora una ragazzina, ma invece di riportarla tra la gente in cui era cresciuta, la tenne con sé in virtù di un giuramento che aveva fatto a tuo nonno in punto di morte. Per tre anni vagò nel deserto, finché non ottenne giustizia da tutti coloro che avevano partecipato a quel massacro.
Shirley rabbrividì: anche se Rachid non l'aveva detto esplicitamente, comprese che solo la morte di quegli uomini poteva essere la giusta vendetta per un uomo del deserto duro e inflessibile.
- Io avevo solo un anno e Mylène si è presa cura di me come se fossi suo figlio. Quando mio padre ritornò, la sposò e poco dopo nacque Sahid. Sembravamo una famiglia felice; m'insegnò persino a leggere e a scrivere. Amava gli scrittori francesi come Maupassant e Flaubert...
Fece una pausa e poi continuò: - Il suo romanzo preferito era Madame Bovary. Ironico vero? Dopo un paio d'anni cominciò a mostrare insofferenza per il nostro modo di vivere così diverso da quello che sognava, così fuggì... Sahid era ancora troppo piccolo per capire, ma io no. Non la presi molto bene: mio padre mi dovette legare a un tronco di una palma tutte le notti per non farmi scappare. Volevo raggiungerla anche se non sapevo nemmeno dove fosse. Per me era come una madre: avevo appena sette anni.
Si bloccò un'altra volta quando Shirley gli strinse le mani.
Continuava a riempirla di carezze e, guardandola negli occhi, proseguì quel racconto come se non vedesse l'ora di finirlo.
- Quando meno me l'aspettavo, lei tornò. Era incinta di te. Mio padre andò su tutte le furie e sul momento non la perdonò. Come biasimarlo... Così non appena tu nascesti, la ripudiò impedendole di tenersi Sahid. Io e lui fummo abbandonati per la seconda volta. Quella croce che tu porti sempre con te, te l'ho donata io quando sei nata! – le disse indicando il suo ciondolo.
Shirley non riusciva a crederci: le sembrava tutto così surreale...
- Non abbiamo saputo più niente né di lei né di te per quasi quindici anni. Sahid ha sempre odiato mio padre per questo. Crescendo diventava sempre più ribelle, oltre a covare invidia per me, il figlio maggiore e prediletto. Ma questa è un'altra storia...
Shirley però si ricordava quello che le aveva detto Sahid l'ultima volta che l'aveva incontrato a Marrakech: chi era quella donna che secondo lui Rachid aveva ucciso?
Che cosa era successo veramente?
- Raccontami tutto Rachid: io so solo una mezza versione dei fatti. Ora voglio sentire la tua: so che avete litigato per colpa mia. Quella sera che mi hai scoperta nel palmeto, perché non gli hai detto che ero sua sorella?
- Perché mi aveva detto di essersi innamorato di te. Ma come uno sciocco per non ferirlo con la verità, gli ho raccontato solo la verità che riguardava me: gli ho rivelato che ti amavo anch'io e che avrei voluto sposarti! Ma non ho previsto che il suo odio per me l'avrebbe portato a vendicarsi in quel modo: è stato un miracolo che sia riuscito a ritrovarti nel deserto e a salvarti.
- Ma perché mi ha abbandonata nel deserto? Non riesco a capire...
- Perché crede che io abbia fatto lo stesso con Mylène... - le rispose Rachid, arrivando al punto cruciale.
Shirley sbiancò.
Era vero quindi: Sahid era convinto che Rachid avesse ucciso sua madre! Ma perché?
Lui riprese il suo racconto: - Quando Sahid andò in Francia per studiare, fece di tutto per cercarla. Andò dalla polizia e mise perfino degli annunci sui giornali per farle sapere della malattia di nostro padre. Fu così che lei apprese la notizia, ma invece di voler incontrare quel figlio perduto, si precipitò al capezzale di mio padre. Quando Sahid tornò, lo prese come un tradimento: sua madre aveva preferito stare qui con me e mio padre, invece che con lui.
Shirley provò una gran pena per Sahid e pensò anche a se stessa: sia lei che suo fratello erano cresciuti senza l'affetto della loro madre...
- Mylène rimase con me ad accudire mio padre per diverso tempo – continuò Rachid – e lui finalmente la perdonò, anche se morì poco dopo. Si erano sempre amati, ma per orgoglio si erano riconciliati che ormai era troppo tardi e avevano perso ormai i loro anni migliori.
- Che tristezza! – sospirò Shirley.
- Ma la cosa peggiore fu che il perdono di mio padre non bastò a farla accettare dalla nostra tribù: tutti credevano che portasse il malocchio. Volevano costringerla a un rituale di esorcismo: tu non hai idea di quanto siano violenti questi riti! Ti marchiano con il fuoco e con il sangue, ti uccidono psicologicamente... Tu stessa ti sei resa conto di quanto la mia gente sia superstiziosa. Per evitarle questo supplizio, finsi di averla abbandonata nel deserto a espiare le sue colpe. Ci credettero tutti e ovviamente anche Sahid da allora pensa che sia morta. Non gli ho mai detto che in realtà era viva perché era di nuovo incinta: io e te abbiamo anche una sorella.
Sconvolta da questa notizia, Shirley non riuscì a dire niente.
Tutto il resto passò in secondo piano, persino l'odio di Sahid per Rachid e finalmente comprese anche perché Rachid voleva tenerla lontana da tutto questo coacervo di odio, mistero e vendetta.
- Mi dispiace che tu non l'abbia mai conosciuta. Io volevo solo proteggerti...
- In che senso? – gli chiese non capendo.
- Lei era...
Shirley in un attimo comprese tutto... come era stata così stupida da non immaginarlo prima?
Quella donna che parlava francese e che aveva vegliato su di lei quando era stata ferita cinque anni prima era Mylène... e Amìnah era sua sorella... Ora si spiegava anche perché quella bambina l'aveva chiamata "maman": l'aveva scambiata per la loro madre!
Il suo viso si riempì di lacrime quando ne ebbe la conferma da Rachid.
- Sei stato tu ad allontanarla da me? Come potevi pensare che questo avrebbe reso la mia vita più felice? Doveva essere mia la scelta, non tua!
Rachid sapeva che questa sarebbe stata la cosa più difficile da accettare: l'aveva ingannata e mentre lei piangeva, in silenzio, la sua anima si spezzò di nuovo in mille pezzi per averle causato l'ennesimo dolore.
Si odiava per quello che le aveva fatto.
- Credimi, me ne pento ogni giorno e so che non merito il tuo perdono – le disse distrutto dalle sue lacrime. - Pensavo di farlo per il tuo bene...
Poi le parole gli morirono in gola: come faceva Shirley a sapere che l'aveva allontana da lei? Li aveva ascoltati parlare?
- Ma quindi eri cosciente quando ti vegliava? – le chiese.
- Sì, ma come una stupida ho equivocato tutto... Se avessi saputo la verità, non sarei andata via. Sono stata io a lasciarti perché mi sentivo ferita: pensavo che tu amassi quella donna... Come potevo pensare che lei era mia madre?
Incredulo Rachid ebbe un moto di rabbia: - Mi hai mentito anche tu? Io ti ho lasciata andare via perché credevo non volessi vivere nel deserto. Siamo stati due pazzi!
- Pensavo anch'io che saresti stato più felice senza di me, perciò posso capirti. Spero che anche tu riesca a perdonarmi...
Nonostante la rabbia, Rachid l'abbracciò.
- Basta piangere! Basta... - le disse baciandole ogni singola lacrima.
- Ti prometto che non ti nasconderò più niente da ora in poi. Il mio unico rammarico è che non so come rimediare al danno che ti ho causato. Se sapessi dove si trova ora tua madre, ti porterei subito da lei. Solo Zahîrah sapeva dove si nascondeva, ma il suo segreto rimarrà sempre tale ora che non c'è più.
- Zahîrah? – domandò Shirley più a se stessa, mentre le immagini di quel giorno infernale in cui era morta le rievocarono un ricordo confuso che aveva completamente rimosso fino a quel momento.
- Ait-Ben-Haddou! – sussurrò.
- Cosa? – le chiese Rachid.
- Si trova ad Ait-Ben-Haddou. Zahîrah ha cercato di dirmelo in punto di morte. Ecco chi dovevo cercare... Lei lo sapeva che Mylène era mia madre. Portami subito da lei! – gli ordinò alzandosi e cominciando a fare su e giù per la stanza come se volesse fare i bagagli.
Rachid la fermò per dirle che era piena notte e che non doveva illudersi di trovarla ancora lì: erano passati cinque anni. Inoltre, pensò tra sé e sé, portarla via a pochi giorni dal suo matrimonio non sarebbe stata una semplice fuga romantica, ma avrebbe scatenato una faida familiare epocale: nel deserto se ne sarebbe parlato per secoli...
Poi la guardò negli occhi che lo supplicavano e si arrese: non c'era niente e nessuno più importante di lei.
- Lo farò – le promise. - Ma partiremo domani all'alba.
Solo così finalmente Shirley si calmò e, dopo essere rimasti a parlare, a immaginare il loro futuro insieme e a baciarsi teneramente per ore, quando l'adrenalina si dissolse, si addormentò tra le sue braccia.
***
Vi lascio in silenzio alle vostre riflessioni...
Io non ho più niente da dire dopo questo capitolo, a parte che è stato il capitolo più difficile da scrivere, ma ormai penso che ogni indizio o depistaggio, ogni mezza verità e ogni punto interrogativo abbia avuto la sua risposta...
Il vischio porterà gioia e fortuna nelle vite di Shirley e Rachid... ❤
Auguro anche a voi lo stesso: che il nuovo anno porti soprattutto serenità nelle nostre vite segnate.
Buon 2021! 🍾🥂🎆🎇✨🎉🎊
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