I

Marocco, 30 anni dopo


Per giorni e giorni, la sola e unica vista che aveva offerto l'orizzonte era stata l'interminabile e sconfinata immensità delle acque dell'Atlantico, che costituiva un tutt'uno con la volta celeste. Ma quel giorno finalmente, qualcosa di appena visibile divideva la volta del cielo e lo specchio d'acqua leggermente increspato in due emisferi ben distinti.

Shirley attraversò il ponte della nave in quella direzione con lo sguardo fisso verso il sole, che lentamente sorgeva all'orizzonte, tingendosi del più bel rosso che mai avesse visto in vita sua. Eppure, non era quel particolare che l'aveva costretta a volgere lo sguardo in quella direzione; non era quel meraviglioso spettacolo mattutino che l'aveva costretta a salire sul ponte prodiero della nave ad ammirare l'orizzonte che in quel punto si tingeva di oro. Si trovava lì con il cuore palpitante d'emozione perché, nel punto più lontano dove poteva arrivare il suo sguardo, dove il mare e il cielo si fondevano, aveva appena avvistato una linea di costa sottile e scura.

Tra qualche ora finalmente avrebbe rivisto il paese che non aveva mai dimenticato nel profondo del suo cuore, e che ora, ne era certa, le avrebbe fatto rivivere tutti i ricordi meravigliosi che ancora riempivano la sua vita e la sua esistenza.

Non tutti i suoi ricordi però erano belli: ce n'erano alcuni che erano molto dolorosi ed era inevitabile che proprio in quel momento riaffiorassero nella sua mente.

Erano passati cinque anni dall'ultima volta che nel medesimo modo era arrivata in Marocco. Una stupenda mattina di cinque anni prima, aveva avvistato un lembo di terra a levante dal ponte della nave su cui aveva viaggiato.

Poi, quando aveva toccato terra, era iniziata la sua avventura, un'avventura che s'intrecciava con il suo passato fino ad allora a lei del tutto oscuro.

Con gli occhi lucidi, non si era accorta che anche altri passeggeri stavano uscendo dalle loro cabine, poi però un brusio di voci sorprese e meravigliate, che si faceva sempre più forte, le fece capire che non era più sola in quel punto della nave ad ammirare la terra che si avvicinava.

Shirley in quel momento sentiva immensamente il bisogno di restare sola con se stessa per raccogliere tutte le sue idee.

Così, trascinata da quel forte desiderio di solitudine, si diresse come un essere trascendentale verso il luogo più remoto e solitario della nave.

Si sedette in un angolo appartato e per diverso tempo rimase a fissare il piccolo diario di un colore rosso vermiglio che stringeva tra le mani.

Era aperto alla prima pagina e i suoi occhi si erano riempiti di lacrime non appena si erano fissati sulla dedica scritta da lei stessa con lettere minute e tondeggianti.

«A mia madre
Mylène Legros
mai conosciuta»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top