32. Noi contro loro
Scivolo tra le ombre della notte di Ys. Ho imparato a conoscerle, ormai. Mi muovo in questo abisso fondo, quasi cieca, ma sicura di ogni altro mio senso.
Colgo gli scricchiolii e gli sciacquii che sono il canto di questo silenzio. Non mi sfugge il più sottile degli odori, la scia di sudore acre nascosta dall'olezzo di cloaca e dagli scarichi delle fognature. Corro rasente ai muri e so esattamente dove devo andare, nel cuore di pietra della città.
La ronda è passata da questo vicolo dieci minuti fa. Significa che adesso i caporali di turno dovrebbero trovarsi ad almeno tre isolati da qui. Non torneranno nei paraggi prima di un altro quarto d'ora almeno.
Tutto il tempo che mi serve.
Il respiro del mio obiettivo si fa più accelerato, meno profondo. È in affanno, forse l'ha finalmente colto la sensazione di essere seguito.
Taglio in un vicolo laterale. Perdo quel poco di contatto visivo che ho, ma dovrei guadagnare in velocità. Va bene così, riesco a udire ancora il tonfo leggero delle sue scarpe sul terreno.
Non è tanto diverso da quando cacciavamo sulle montagne, vero?
I miei passi volano nella polvere del quartiere basso. Svolto a sinistra al primo incrocio e subito a destra. Prendo lo slancio e mi aggrappo al davanzale di un terrazzino in granito, appena al di sopra del livello della strada. Mi arrampico e mi accuccio nell'oscurità.
Quando l'uomo che cerco arriva, è tanto nervoso che fa scattare in continuazione la testa da una parte e dall'altra, nel tentativo di controllare l'intera strada avanti e dietro di sé. Guarda ovunque. Tranne in alto.
Mi lascio cadere sul selciato alle sue spalle. Lui sobbalza e lancia un grido strozzato che per poco non sveglia l'intero isolato.
Lo afferro per la camicia e sibilo a un soffio dalla sua faccia: "Sei impazzito? Fai silenzio, per amor del cielo!"
"Tu" rantola Charlez.
Lo trascino contro il muro della casa più vicina e poi nel passaggio angusto che la separa dall'edificio accanto. Spero solo che questo nascondiglio sia sufficiente. "Di' ancora mezza sillaba a volume così alto e giuro che ti taglio la gola."
"Sei viva" prosegue con orrore nella sua constatazione.
"Lo dici come se ti dispiacesse."
"No! Cioè... Oh, Dio, Chani, lo sai che in quell'arena non avevo scelta. Non avrei mai cercato di farti del male, se..."
"Taci." Gli punto un dito contro il petto. "Non sono qui per vendicarmi."
Un altro giorno, magari. Uno in cui non c'è in palio il mio più grande desiderio.
Charlez calma il proprio respiro. Si sfrega un occhio per passare ad arricciarsi i baffi. Pian piano riacquista confidenza. Gli scappa addirittura un sorriso, su questo suo viso di una bellezza così sfacciata da risultare volgare. "Ne sono felice. Sai comportarti in modo straordinariamente impulsivo, per essere una ragazza così intelligente, ma stavolta è la scelta gius..."
Gli faccio segno di tacere e mi appiattisco contro il muro al suo fianco. Il vigliacco si fa rigido e mi imita.
I passi delle guardie di ronda si avvicinano. Devono essere stati richiamati dallo stupido grido di Charlez. Gli rivolgo l'ennesima maledizione silenziosa e affondo i denti nel labbro inferiore. Il cuore mi martella così forte che mi convinco che mi tradirà.
Il riflesso incantato di una sfera luminosa ci accarezza distratto prima di passare oltre. Le guardie, sono in due, attraversano la strada senza nemmeno notarci.
Quando sono abbastanza lontani mi permetto di rilassarmi. Getto la testa all'indietro contro il muro scrostato e soffio un lungo sospiro. Sopra di me, lontanissima, scorgo l'oscurità abissale della barriera. Vi lascio annegare lo sguardo. È come se il tempo stesse ricominciando a scorrere.
Charlez ne approfitta per scostarsi da me e indietreggiare. "Beh, sei stata molto carina a pensare di venire a trovarmi, ma ora Yanna si starà chiedendo che fine ho fatto. Sarà meglio che non stia fuori troppo a lungo."
"Aspetta."
Di malavoglia, l'uomo torna a voltarsi nella mia direzione.
Mi piazzo di fronte a lui con i pugni sui fianchi. "Perché sei venuto a Ys?"
Lui ricusa il mio sguardo. "Cos'è, il momento delle domande profonde?" Emette un verso scocciato. "Non volevo che qualcuno facesse a mio figlio quello che hanno fatto a te. Anche qui è un bel caos, ma nemmeno dopo l'arena di Farkas tornerei indietro."
"Stanno cacciando tutti quelli come noi."
"Lo so."
"Non avranno pietà neanche di Yanna. O di Cedric. Ci vogliono fuori di qui e ci rimanderanno lassù. All'inferno."
Charlez arriccia le labbra. "Ti sei presa il disturbo di cercarmi solo per ricordarmelo? So che pensi che io sia un idiota, ma mi ero reso conto della situazione anche da solo, grazie tante."
"Ti ho cercato per offrirti una possibilità."
Lui sta per scoppiare a ridere, ma ha l'accortezza di trattenersi appena in tempo. "Tu conti meno di zero. Non puoi offrirmi proprio niente."
Deglutisco. Sto per dirlo davvero? "Io da sola forse non conto niente. Ma insieme possiamo cambiare questa città."
L'ho detto.
Le sue sopracciglia scure si aggrottano, disegnando un'unica ruga sulla sua fronte. "Intendi quello che penso?"
"Quanti del vecchio gruppo sono a Ys? Possiamo rifarlo, Charlez. Proprio come un anno fa."
"No, non possiamo."
Ormai le parole mi sfuggono dalla bocca, incontrollabili. "Abbiamo sollevato una rivolta contro gli schiavisti. Abbiamo raccolto un esercito di schiavi fuggitivi e l'abbiamo guidato sulle montagne."
"E poi siamo stati massacrati."
Sollevo il mento. "Stavolta mi accerterò che nessuno tradisca."
"Non ho mai tradito, Chani."
"È la tua occasione per dimostrarlo."
Me lo devi. Lo devi a tutti coloro che hai lasciato morire in quell'alba intrisa di sangue mentre tu ti mettevi in salvo con la tua famiglia.
"Sei proprio disperata per aver pensato a me" mormora alla fine.
"Siamo tutti disperati. E stavolta non puoi fuggire. Resistere e lottare è l'unico modo per proteggere Yanna e tuo figlio."
Charlez si massaggia le tempie. Prende tempo. "Facciamo finta che la tua mi sembri una buona idea" concede. "Raduniamo quelli del vecchio gruppo che sono riusciti ad arrivare a Ys e non si sono ancora fatti cacciare. Racimoliamo un numero accettabile di persone. E poi? Che cosa te ne faresti di questa gente disposta a seguirti?"
"Abbiamo un re da rimettere sul trono."
"Un re... aspetta, ti riferisci a quel tizio che era nell'arena con noi?"
"Ho già pensato a come potremmo fare."
Charlez mi posa entrambe le mani sulle spalle. Per un attimo questo contatto, il calore dei suoi palmi grandi contro il tessuto, risveglia i ricordi. Nel suo profilo ombroso riesco a rivedere l'amico con cui è iniziata la rivolta, il compagno che mi proteggeva, il confidente delle più segrete speranze. Quasi posso sentire di nuovo dentro al petto il bene che gli volevo, un tizzone agonizzante sotto la cenere.
"A quale favola hai creduto, stavolta?" mi chiede, gentile.
"Nessuna favola. Ho un accordo."
"Dei profughi che decidono le sorti del regno di Ys? È una favola scadente come quella degli schiavi che si ribellano ai padroni. Non può funzionare." La sua presa si rafforza, ma non è aggressiva. "Come fai a essere così? Sei furba e coraggiosa, ma basta nominare Lionel e diventi credulona come una bambina. E non provare nemmeno a negare che quel tizio ti abbia convinta ad aiutarlo mettendo in mezzo il tuo amore perduto. Ti conosco."
Charlez è un vigliacco e un fanfarone, ormai è passato tempo da quando l'ho capito. Allora perché la sua accusa mi brucia così tanto? "Bev è sincero" ribatto, in modo più brusco del necessario. E con un volume troppo alto.
Una luce si accende dietro una finestra della casa di fronte.
"È uno di loro!" protesta Charlez.
È tutto e niente, è una creatura dal potere ancestrale e un ragazzo smarrito. E posso giurare che non è uno di loro più di quanto non sia uno di noi.
Posso?
Sul serio?
Sollevo una mano per mettere a tacere i miei dubbi insieme a quelli dell'uomo. "Bevin è il re che per la prima volta ha aperto le porte di Ys alla superficie ed è l'unica speranza che ha la nostra gente di non essere cacciata fuori, o arrestata, o processata. Ci tratteranno come bestie, se non faremo qualcosa per fermare i principi reggenti. Qualcosa come rimettere Bev sul trono."
Charlez lascia ricadere le braccia. "Lui ti piace!" esclama, con il tono di chi ha fatto una grande scoperta.
"Che cosa? No."
"È il modo in cui pronunci il suo nome."
"Smetti di dare aria alla bocca."
"Lo stesso modo in cui pronunci il nome di Lionel."
Mi colpisce con la precisione consentita solo a chi ci conosce troppo bene. La sua accusa supera le mie difese per spaccarmi il cuore e liberare il ricordo di occhi verdi e labbra morbide che vi avevo rinchiuso dentro. Al sicuro, pensavo.
Scuoto la testa. "Il re di Ys? Sarebbe una fantasia assurda perfino per me, lo sai."
Impossibile. Proibito anche solo pensarlo.
"Quindi la vostra è solo un'intesa di convenienza?"
"Certo."
"E vorresti coinvolgere il vecchio gruppo di Mont Maudit."
Raddrizzo la schiena. Ora sono tornata su un terreno sicuro. "Da soli non valiamo niente. Le streghe e gli stregoni di Ys possono schiacciarci con la loro magia. Ma insieme... insieme siamo forti. Abbiamo la nostra disperazione, e il desiderio di sopravvivere, e glieli sbatteremo in faccia, e saranno la più terribile delle armi."
I secondi passano nel silenzio e mi uccidono, ognuno un po' di più.
"Chissà, Chani" mormora infine Charlez. "Chissà se il tuo cuore spezzato smetterà mai di trascinarci tutti a fondo con te."
"Tu..."
"Sono dalla tua parte. Almeno per dimostrarti che non merito il tuo odio."
Mi tremano le ginocchia. "Grazie." Non pensavo che gli avrei mai più rivolto una parola del genere.
Il sollievo deve aver annebbiato le mie percezioni, perché mi accorgo del brusio solo quando il tempo per nascondersi è passato. Le guardie di ritorno dal giro di ronda sfilano davanti alla strettoia in cui siamo e stavolta non si lasciano sfuggire il dettaglio di due profughi intenti a confabulare.
"Ehi, voi due!"
Scatto fuori dal nascondiglio. Charlez fa lo stesso, ma nella direzione opposta. Mi butto in avanti appena in tempo per evitare un dardo di energia magica che esplode in una cascata di detriti nel muro dietro la mia testa. Raccolgo una manciata di polvere e la getto sui volti dei due stregoni prima che abbiano il tempo di pronunciare la formula di un altro incantesimo. I loro occhi lacrimano, la tosse risale dalle gole riarse. Butto a terra con uno spintone il più vicino e spezzo il fiato dell'altro con un colpo diretto al plesso solare.
Approfitto del momento di confusione per aggrapparmi alla camicia di Charlez. "Tra una settimana. Al Tempio della Dea. Con tutta la gente che riesci a radunare" sussurro.
Un cenno del suo mento. Ha capito.
Apro le dita per lasciarlo andare.
Ed entrambi ci dileguiamo nelle ombre.
Il passato di Chani si chiarisce sempre più e sta per cambiare il corso degli eventi futuri. La nostra protagonista ha ancora tanti (ed enormi) segreti, ma è ancora troppo presto per parlarne.
Mi piacerebbe sapere che cosa pensate che succederà adesso!
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