8.2 Novità

Allie


«Ha lasciato un altro messaggio in segreteria», sospirai, spegnendo il telefono. Ignorare Cam si stava rivelando molto più difficile di quanto pensassi.

«Forse non dovresti allontanarlo così repentinamente, senza dargli nemmeno una spiegazione. Magari potresti incontrarlo e dirgli che non sei più interessata a lui, o qualcosa del genere. In questo modo lo stai uccidendo», suggerì Anna, seduta sul tavolino accanto al divano, mescolando distrattamente il tè appena fatto.

Mi ero stabilita nel suo piccolo appartamento all'interno della Jackson cinque giorni prima, ma non mi ero ancora abituata a quella situazione. Dire che era strano era un eufemismo, perché per diciotto anni Anna ci aveva tenuto nascosto la verità.

Continuavo a ripetermi che era stato per proteggerci, ma restava il fatto che non ci avesse mai detto nulla.

In ogni caso, scoprire che era la mia madre biologica non mi aveva sconvolta come aveva sconvolto Jay: per me era sempre stata lei nostra madre, biologica o adottiva che fosse, quindi non era cambiato poi molto. Mio fratello, invece, non l'aveva presa altrettanto bene; era venuto a trovarmi un paio di volte e l'aveva evitata come la peste.

Prima o poi gli sarebbe passata, ne ero sicura.

«Lo ucciderei di più standogli accanto, quindi è meglio così», le risposi, reclinando la testa sul bordo del divano e chiudendo gli occhi «In più, non sono brava a mentire, capirebbe subito che c'è sotto qualcosa.»

«Beh, mi pare che tu sia riuscita a nascondergli benissimo la tua natura angelica senza che lui sospetti nulla.»

Touché.

Distesi le gambe, stiracchiandomi, annoiata a morte. Volevo tornare a casa, anche se sapevo che non era possibile.

«Quando potrò ricominciare a frequentare le lezioni?», chiesi, voltandomi a guardarla.

Sembrò confusa. «Le lezioni?»

«Sì, sai, ne ho già saltate un sacco per via dell'incidente, non vorrei dover perdere il semestre.»

Tutti pensavano che stessi ancora male, ma non era così. Grazie ai miei poteri e al fatto che Anna fosse una Guaritrice – ora capivo il tipo di legame che ci accomunava anche in questo – ero totalmente guarita in meno di due giorni. Solo che, negli ultimi tre, Anna non mi aveva permesso di uscire di casa per paura che fossi ancora troppo debole per sapermi difendere nel caso mi fosse successo qualcosa, ed essendo lei quasi sempre a lezione oppure ad accudire i più piccoli, ero stata sola per la maggior parte del tempo. Una noia mortale, soprattutto perché non potevo chiamare gli altri per paura che Cam fosse lì.

Quanto avrei voluto potergli dire come stavano le cose, spiegargli la mia situazione... mi sentivo male al solo pensiero che stesse soffrendo a causa mia, e sapevo per certo che era così perché Charlie me ne aveva dato conferma.

A causa mia, molti dei rapporti che si erano creati si stavano spezzando, soprattutto quello tra Jay e Lucy: mio fratello aveva cercato di non mettere in mezzo né me né Cam, ma per Lucy non era lo stesso; avevo ferito suo fratello e, dato che con me non riusciva a parlare, se la prendeva con Jay.

Ma non potevo fare niente per migliorare la situazione, e questo mi faceva impazzire.

«Non riprenderai le lezioni. Né domani né mai.»

La risposta di Anna mi fece lo stesso effetto di una doccia ghiacciata. «Che cosa?»

Sospirò, continuando a mescolare il tè. «Frequentavi il college solo per stare vicino a Cam, quindi ora non ha più senso continuare. Inoltre, non saresti al sicuro, non ci sarebbe nessuno a proteggerti e, se succedesse qualcosa, verrebbero coinvolti degli Umani. È troppo rischioso, capisci? Ci sarebbero troppi testimoni e non avresti il supporto dei Tecnici, saresti abbandonata a te stessa. Non possiamo permettercelo.»

«Quindi non potrò più riavere indietro la mia vita?»

«Sono sicura che i tuoi amici saranno sempre qui per te. Devo andare ora, fai la brava.»

A malapena sentii la porta chiudersi alle sue spalle, immersa com'ero nei miei pensieri.

I miei amici non ci sarebbero stati per sempre, com'era giusto che fosse. Avevano le loro vite, i loro protetti, e io non ero la loro priorità.

Avevo perso Cam, la mia casa, i miei amici... c'era qualcos'altro che poteva essermi portato via? Avevo rischiato di morire, dannazione!

Non avrei permesso agli Antichi di spaventarmi più di così, e non avrei messo in pericolo Anna: tutti lì sapevano che ero ospite nel suo appartamento. Se i Tecnici fossero riusciti ad entrare alla Jackson, mi avrebbero trovata in meno di un minuto.

Mi alzai, soppesando l'idea di lasciare un biglietto: Anna meritava una spiegazione, ma sarebbe comunque stata una traccia della mia permanenza lì. Perlopiù, non ero brava con le parole.

Così raccolsi le mie poche cose, appoggiai il cellulare sopra il tavolo in modo che non potessero rintracciarmi e aprii la porta.

Prima di uscire, lanciai un'ultima occhiata alla stanza.

Era come se non fossi mai stata lì.

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