6.4 Cambiamenti



Lucy mi artigliò il braccio, preoccupata e ansiosa.

Avevano provato a cacciarci fuori dalla sala d'attesa varie volte, ma non c'era stato verso.

Nessuno di noi voleva restare nell'appartamento.

Jay e Charlie avevano passato la notte in ospedale, nella stanza di Allie, e Seth e Lucy si erano offerti di restare con me, ma li avevo mandati a casa insieme agli altri, perché era evidente che avessero bisogno di riposare. Ma io non ero riuscito a chiudere occhio.

Ero preoccupato per Allie, così non avevo fatto altro che starmene sdraiato con i nervi tesi fino al mattino, quando gli altri erano tornati e ci eravamo ammassati sul fondo della sala d'attesa del reparto di rianimazione.

Stavamo aspettando da quaranta interminabili minuti.

Lucy si era mangiata a sangue tutte le unghie, Rachel aveva il viso affondato nella spalla di Justin, Amanda era ancorata a Emily e Charlie era continuamente scossa da brividi, mentre Seth e Justin camminavano nervosamente avanti e indietro per tutta la stanza.

Non avevo mai visto Jay così spaventato. Se ne stava seduto in disparte, immobile come una statua di sale. Era pallido come un cadavere, gocce di sudore che gli imperlavano la fronte e gli occhi chiusi, se non per qualche fugace occhiata fuori dalle finestre, dove imperversava un temporale senza precedenti.

Quarantotto minuti d'attesa dopo, Anna comparve sulla soglia, instabile sulle gambe, tanto che dovette appoggiarsi al muro per mantenere l'equilibrio. Quando alzò lo sguardo su di noi, aveva gli occhi pieni di lacrime.

Fummo da lei in un secondo, lo stomaco stretto dall'angoscia e il cuore che mi tuonava impazzito nelle orecchie.

«È viva», mormorò solamente, scossa da un singhiozzo.

Nessuno di noi disse nulla, sotto choc, troppo confusi per capire il significato di quelle parole. Era viva.

Allie era viva e sarebbe tornata da noi.

«Cosa...?», chiese Jay, gli occhi spalancati e lo sguardo pieno di speranza, come convinto di aver sentito male.

Ma Anna rise tra le lacrime, scuotendo la testa incredula. «È viva, risponde agli stimoli. Non sanno come sia possibile, ma è così. È ancora incosciente e non sanno quando e se si sveglierà, come non sanno se possono esserci stati danni minori che non vengono evidenziati dalla TAC, ma è viva. È viva.»

La prima a rendersene effettivamente conto fu Charlotte, che – finalmente – scoppiò a piangere e gettò le braccia al collo di Jay, il quale invece non sembrava ancora aver ben capito che la sorella non era morta. Ma l'avrebbe capito presto.

Allie era una guerriera, e stava lottando con tutta se stessa per restare in vita e per riprendersi quello che avevano tentato di portarle via.

Era ancora tra noi, e lo sarebbe stata per un bel pezzo.

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