Erano molti gli eventi che mi avevano portata a quel punto della mia vita, quasi troppi per ricordarli. Ma io li ricordavo tutti, uno per uno, secondo dopo secondo, e finalmente capivo molte più cose. Capivo le amicizie, le bugie, i tradimenti. Ogni cosa mi aveva portata a quell'esatto momento.

Ero stata ingenua, avevo pensato di conoscere ogni cosa, ma mi ero sbagliata. Non sapevo un bel niente.

Sapevo solo quello che avevano voluto sapessi, quello che mi era stato permesso di venire a conoscenza.

Per tutto quel tempo, non ero stata altro che una pedina nelle loro mani, senza nemmeno essermene resa conto.

Pensavo di aver vissuto la mia vita secondo scelte che io avevo fatto, ma non era vero: avevo vissuto la vita che avevano voluto vivessi.

Se la mia storia fosse stata un libro, la prossima pagina sarebbe stata completamente bianca, ancora da scrivere, e in quella dopo ancora ci sarebbe stata una sola parola: fine.

Ormai avevo capito il mio ruolo, sapevo che gioco dovevo giocare, e, finalmente, ogni decisione che avrei perso sarebbe stata soltanto mia.

E sicuramente, una volta scritta quella pagina bianca, si sarebbe arrivati alla conclusione di qualcosa. O di qualcuno.

Se sarebbe stata la mia fine o la loro, però, non avrei saputo dirlo.