L'uomo che amava-Drammatico
Willy se ne stava sul suo lettino scomodo della clinica Smeralda. La luce illuminava la stanza bianca, creando dei giochi di luce meravigliosi, ma lui non aveva voglia di guardare la luce, gli recava fastidio alla retina, per questo se ne stava con due buffi occhiali da sole neri, che gli evitavano la visione dei raggi splendenti.
"Infermiera Gisella!" Mormorava. "Chiuda quella finestra, per l'amor del cielo!" Ma la risposta alle sue suppliche era sempre la stessa, un secco e crudo "No!".
Secondo Gisella la luce solare era l'unica cosa in grado di rianimare i pazienti, e renderli un po' più allegri, ma Willy non ne voleva sapere, per lui quel gioco di luce era fastidioso quanto un pugno sullo stomaco.
Aveva fatto installare un separé che lo divideva dagli altri pazienti. Se ne stava 24 ore su 24 isolato dal mondo intero ad osservare il soffitto. Non sopportava i loro pianti di disperazione. Era sul punto di morire e voleva morire in pace.
"State tranquilli." Urlava. "Sono ancora vivo. Non piangete per me.", ma a molti le sue battutine ciniche non andavano a genio, per questo nella stanza era soprannominato come: "Senza cuore."
Lui era il più anziano della stanza, lo si poteva notare dalle sue mani ormai ruvide e dalla sua pelle piena di rughe. Non ammetteva mai la sua vera età alle infermiere, e quando qualcuno gliela chiedeva, lui si limitava a rispondere con: "Sono ancora nell'occhiello della gioventù."
Solo un'infermiera era a stretto contatto con Willy. Il suo nome era Penny, o come la chiamava lui: "La dolce e cara Penny."
Un giorno Penny si sedette sul suo letto. Non c'erano molti pazienti da servire, per questo la donna decise di spendere un po' di tempo con l'uomo.
<<Spero che non disturbo.>> Disse timidamente la ragazza.
<<Sappi che tu non disturbi mai. Solo tu puoi sederti su questo lettino.>> Brontolò l'anziano col broncio.
<<Perché solo io?>>
<<Perché le altre infermiere con il loro sedere in carne mi frantumerebbero qualche osso.>>
<<Sei crudele.>> Scherzò Penny. <<Quindi mi stai dicendo che posso sedermi sul tuo lettino solamente perché mi trovi carina?>>
<<Non sono l'unico a pensare che tu sia carina. l'infermiere di turno, l'altra volta parlava di te. Ovviamente non ti dirò cosa diceva perché sono un gentiluomo.>>
Penny rise alla sua battuta. Quell'anziano aveva un umorismo che solo poche persone potevano capire e lei si riteneva fortunata in quanto era tra quei pochi.
<<Parlami di te!>> Esclamò Penny di botto. <<Cosa vorrai fare una volta uscito da qui?>>
<<Dolce e cara Penny, tu mi piaci anche per il fatto che sei sincera. Davvero pensi che sia tanto matto da non capire ciò che mi stia succedendo? Davvero pensi che non sappia che tutti i pazienti trasferiti in questa clinica sono dei malati terminali?>>
<<Non è detta l'ultima. Moltissime persone che sono state trasferite qui hanno superato le previsioni dei medici. Non si arrenda come fanno tutti. Sii speranzoso.>>
<<Sento crescere il cancro al mio cervello di giorno in giorno. Diventa sempre più grande, sempre più forte. Ha contaminato tutti i miei organi e i miei sentimenti, tra cui la speranza. Vorrei dire che la speranza è l'ultima a morire, ma non posso, perché ella è già morta.>>
Penny si alzò dal letto. Si sentì per un attimo fuori luogo.
<<Scusami.>> Disse la donna. <<Scusami per essere stata invadente.>>
<<Oh, ma come? Non ti ho ancora chiesto se vuoi sposarmi e già scappi?>>
Penny alle parole di Willy riprese a sorridere.
<<Voglio raccontarti la storia della mia vita. Ciò che sono stato e ciò che mi ha fatto diventare così.>> Tuonò Willy togliendosi gli occhiali da sole.
Penny vide per la prima volta il suo sguardo. Aveva degli occhioni blu notte. I suoi occhi parlavano da sé. Si potevano notare tutte le delusioni, le sconfitte, le vincite, gli amori persi, gli amori ritrovati...Tutto!
<<Da giovane ero un circense molto famoso, un trapezista per l'esattezza.>> Iniziò il suo racconto viaggiando nel tempo ormai andato. <<Il migliore... Così mi definivano. Lavoravo in uno dei più prestigiosi circhi del mondo, tutto andava alla grande, fino all'arrivo di una ragazza. Quando arrivò e la vidi per la prima volta, il tempo parve fermarsi. Per me fu amore a prima vista, mentre per lei ne passo di tempo prima che si invaghisse di me. Anche lei era una trapezista, ma ogni qualvolta volta che ci esibivamo insieme, la gente guardava solo me. A lei ciò dispiaceva ma non lo dava a vedere, anzi, si teneva tutto dentro. La gente mi amava, mi applaudiva, addirittura mi chiedeva degli autografi come se fossi una star del cinema. Tutto ciò mi faceva sentire un Dio. Passarono mesi, finalmente lei si innamorò di me. Eravamo una coppia invidiata da tutto il circo, facevamo faville insieme. Poi un giorno qualsiasi, la mia carriera si frantumò come un vaso di terracotta. Ci dovevamo esibire. Mi convinse a non indossare l'imbracatura, in quanto secondo lei avremmo riscosso più applausi. Mi convinse e fui uno stupido a fidarmi. La prima parte dell'esibizione era filato tutto liscio come l'olio, ma nella seconda parte dell'esibizione...Oh, non andò nulla com'era previsto. C'era un'acrobazia dove io saltavo e lei doveva afferrarmi, ma così non fu, e io caddi nel vuoto.>>
<<È orribile.>> Disse Penny scioccata.
<<Lo sarebbe stato se io fossi morto, ma per fortuna mi procurai solamente qualche osso rotto. Non potei esibirmi e il direttore mi licenziò in quanto secondo lui la mia carriera fosse rovinata. Scoprì che non si era trattato di un incidente ma di un vero e proprio sabotaggio. Sun...Così si chiamava lei. Scoprì che mi tradiva col domatore di leoni e insieme avevano pianificato il tutto per togliermi di scena, in modo che gli occhi fossero puntati solamente su di lei.>>
<<Questa è un tentato omicidio. Li ha denunciati?>>
<<No, perché io nonostante tutto l'amavo. Non volevo rovinarle la vita, così me ne sono stato in disparte. Caddi in una terribile depressione. Tentai il suicidio per ben due volte...Se non fosse stato per il mio miglior amico, adesso sarei cenere alla cenere. Il peggio non era ancora finito per me. Il mio migliore amico morì in un incidente, e a distanza di poco mi fu diagnosticato il cancro, e dopo vent'anni di girovagare senza meta, eccomi qua, a raccontare questa squallida storia.>>
<<Non è squallida. Lei è un uomo meraviglioso e soprattutto forte.>>
<<Grazie, cara e dolce Penny, ma non sono un eroe, tantomeno forte e meraviglioso. Anch'io ho fatto i miei sbagli. Mi ero innamorato anche di un uomo. Il suo nome era Arthur. Ci siamo amati per ben tre anni, ma poi a causa della mia codardia l'ho lasciato. Questo è stato uno dei miei più grandi rimpianti. Chissà, forse staremmo ancora insieme.>>
<<Quindi lei...>>
<<Si!>> Disse fiero. <<Sono bisex. A me non importa se hanno un pene o una vagina, perché io mi innamoro del loro cuore...>>
<<Facciamo un gioco.>> Disse Penny stingendo la mano di Willy. <<Immagina che quel giorno tu non l'abbia lasciato.>>
<<Ma...>
<<Immagina. Apri la tua creatività.>> Lo interruppe. <Chiudi gli occhi e pensa. Cosa saresti stato?>>
<<Sarei stato una persona migliore.>>
Penny sorrise, i suoi occhi si riempirono di lacrime. Aveva scoperto una parte di Willy che solo poche persone conoscevano.
<<Immagina...>> Ripeté Penny asciugandosi le lacrime.
Willy iniziò ad immaginare...Immaginò un mondo diverso. Un mondo più felice. Lui era insieme ad Arthur nell'altare. Si stavano sposando e non c'era uomo più commosso del suo futuro marito. Magari avrebbero adottato qualche bambino, e magari il loro figlio avrebbe generato a sua volta altri bambini. Willy si immaginò circondato in quel lettino da tutta la sua famiglia. Sembrava vero...Sembrava vivido. Solo quando riaprì gli occhi ricadde nella triste realtà. Accanto a lui c'era solo l'infermiera Penny che gli stringeva ancora la mano. Willy si sentì terribilmente solo. Inizio a piangere, e straziato dal dolore, pronunciò:
<<Morirò solo?>>
<<No, mio caro Willy. Ci sarò io accanto a te.>>
Il destino infame fece di tutto per far ciò che le promesse non venissero rispettate.
Passarono giorni, Willy si aggravò. Per tutto il tempo prima della sua morte mormorava:
<<Penny...>>
Ma Penny non c'era, in quanto era stata trasferita in un altro ospedale.
Willy morì solo, senza nessuno accanto a lui. Al funerale non c'era un anima viva, a parte il prete. Penny quando arrivò al funerale per farsi perdonare poggiò sulla tomba una rosa...Il fiore preferito dell'anziano. Pregò per l'anima dell'uomo. Pregò molto... Ma infondo Penny dentro il suo cuore sapeva che Willy era in un posto migliore di questo. Un posto dove poteva finalmente rincorrere i suoi sogni senza nessun vincolo.
Parole: 1445
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