II

L'aria frizzantina del mattino mi diede la carica giusta per iniziare la giornata al meglio. Adoravo le fresche mattine estive del Circeo, specialmente perché potevo indossare senza problemi la mia felpa preferita, ergo la felpa di Trafalgar Law, ovviamente. Per qualche strana ragione d'estate diventavo piuttosto mattiniera, tant'è vero che il sole era sorto soltanto da pochi minuti. Sentivo comunque una certa tensione nell'aria anche se non riuscivo a capire quale fosse la causa di questo presentimento. Scelsi di non fare l'uccellaccio del malaugurio e non farci caso.
Scesi al piano di sotto e mi sedetti sulla sedia a dondolo per un po'. Dopodiché feci colazione e mi andai a lavare entusiasta. Per le otto e mezzo ero già bella che pronta, presi la bicicletta e mi feci un giro aspettando una chiamata da parte di Viola.
Finalmente la mia stupenda suoneria risuonò nel silenzio del consorzio. Mi fermai e risposi.
-Solito posto tra venti minuti!- esclamò entusiasta.
-Sono già lì!- risposi.
Attaccammo subito dopo quello scambio di frasi e scrissi un messaggio a mia madre, poi riposi il telefono nella tasca dei pantaloncini e mi diressi verso la solita meta.
Quindici minuti dopo ero al circolo aspettando Viola. Stavo lì in piedi in mezzo alla battigia, sfuggendo velocemente all'acqua salata per non bagnare le scarpe bianche fa tennis. Un modo piuttosto buffo per passare il tempo.
Sospirai di sollievo come vidi la mia amica avvicinarsi con un'aria da "ehm... okay..." stampata sul volto.
-Avviamoci va'.- pronunciai.
-Andiamo verso l'avventura!- Mentre camminavamo Viola cominciò a saltellare dalla felicità è dall'emozione. -Allora, se becchiamo per qualche ragione un tipetto vispo con un cappello di paglia lo seguiamo a nuoto se necessario.- dissi.
-Assolutamente! E se vediamo anche un bellissimo giovane uomo con la testa a forma di ananas, lo rapiamo e lo portiamo a casa!- ci demmo il cinque e ci sbrigammo verso il circolo.
Parlando di tattiche varie su come sconfiggere i boss nei giochi e videogame, finalmente giungemmo allo stabilimento giusto. Salutammo gli istruttori che avevo avuto negli anni passati e in particolare parlammo con Viviana, una vecchia amica dei miei zii.
-Allora ragazze, tutto chiaro?- Ci chiese una volta ultimate le spiegazioni su come andare in barca. Noi due annuimmo felici. Gli occhi di Viola si illuminarono di emozione. -Fate attenzione, mi raccomando. E non vi allontanate troppo.- continuò la giovane istruttrice.
-Oke capitano!- le dicemmo avviandoci a piè veloce verso la nostra piccola barchetta.
-Ehi aspetta!- mi disse Viola prima che potessi slegare la barca dal ponte. -Hai preso qualcosa da mangiare?-
Eccallá.
-Ti pare che mi mettevo a fare una gita in mare senza prendere il mezzo di sostentamento fondamentale dopo libri e serie tv?- risposi.
Lei sorrise. -Certo certo.-
Salì sulla barca e le dissi di annodare per bene la vela. Le rispiegai come usare il timone, non che io fossi un'esperta, e uscimmo dal piccolo porto del circolo.
Era tutto tranquillo. Erano passati circa venti minuti e procedevamo un po' a rilento a causa della scarsità di vento di quel mattino soleggiato. Eravamo a malapena all'altezza del paese, probabilmente di fronte al lungomare, e ci tenevamo a debita distanza dalla costa. Più che altro ero io che avevo un enorme desiderio di spingermi il più a largo possibile dato che quando andavo con mio cugino o con altri miei amici questi non mi permettevano mai di andare oltre i venti metri lontano dalla spiaggia. Insomma, una vera rottura per un'amante dell'avventura e dell'oceano come me.
Viola si sentiva completamente a suo agio nel guidare il timone. Io tenevo ben salda la presa sulla vela affinché non sfuggisse e volasse per fatti suoi.
-Ehi Fred.- Iniziò ad un tratto. Mi girai dalla sua parte annuendo. -Hai mai pensato... sì, insomma, di andare via?- domandò un po' insicura.
-Nel senso di fuggire da questo mondo e partire all'avventura? Sì, quello sempre.-
Lei annuì guidando il suo sguardo verso il monte.
Io però continuai a guardarla. -Perché me lo chiedi?-
-Così...- mi rispose. -Piuttosto, non ti sembrano strane quelle nuvole?- indicò un punto alle mie spalle, esattamente nella direzione che avevamo preso. In quell'istante eravamo al di là del porto di San Felice, a una quarantina di metri dai piedi del monte, con gli stabilimenti alle spalle, una corrente che ci trasportava a largo e il vento assente che ci lasciava in balia delle onde.
Effettivamente c'era veramente qualcosa che non andava nelle nuvole che ci si erano scagliate di fronte. L'aria era cambiata paurosamente e iniziai a preoccuparmi.
-Fred? Perché non rispondi?- mi domandò. -Well. We may be in the shittolina.- iniziai. -Ma non ti preoccupare, non ci resta che guidare la nave con i remi verso la riva.-
-Ti informo che nel pacchetto non sono inclusi i remi, genia.- mi rispose cercando di riderci un po' su.
-Ah. Cazzo.- evidentemente feci una faccia talmente idiota che Viola scoppiò a ridere nonostante la situa nella quale ci trovavamo in quel momento.
Ad un tratto iniziò a piovere e venimmo sovrastate dai cupi nuvoloni grigi che fino ad un attimo prima si trovavano a metri di distanza. Non era una pioggia normale, entrambe ce ne accorgemmo subito. Sfortunatamente per noi, la situazione degenerò e in un batter d'occhio ci ritrovammo in un mucchio di guai.

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