1 - Enrico

L'acqua era fredda, invadente, inaspettata. Ruzzolò rapida oltre il colletto, contro la pelle, scavando brividi ghiacciati tra il tessuto e la nuca.

Enrico tastò la pelle bagnata con le dita e le asciugò sui pantaloni, lanciando un'occhiata vaga intorno.

Non guardava nessuno.

Si affrettò verso il supermercato, attento a non sbattere l'ombrello contro quello dei passanti, temendo quella scarica elettrica, quel contatto che gli avrebbe lasciato una contrazione impacciata alla mano, un sorriso smunto sulla faccia.

Non aveva voglia di parlare, quel martedì sera. Voleva solo comprare i biscotti di Maddalena e tornare a casa.

Una mano stringeva il manico dell'ombrello, l'altra oscillava contro il fianco, incapace di stare immobile, di impedirsi di assecondare i suoi passi.

Chiuse l'ombrello, si infilò tra le porte scorrevoli e per un millesimo di secondo lasciò che il soffio tiepido e accogliente del bocchettone dell'aria gli seccasse la pioggia sulla nuca, spandendosi dentro la camicia come un balsamo.

Sgrullò l'ombrello contro il tappeto nero e lo infilò nel portaombrelli alla sua sinistra, sperando di ritrovarlo all'uscita.

C'era calma, quella sera. Un'insolita calma biancastra sospesa sotto i neon, tra i passi umidicci della gente sul linoleum consumato.

I pensieri di Enrico erano morbidi, semplici. C'era una tranquillità sottile anche nella sua testa e per la prima volta dopo tanto tempo, quello che desiderava era attraversare quel momento e lasciarsi avvolgere dal quotidiano movimento del mondo.

Aveva voglia di farsi infrangere, di scontrarsi con l'aria fredda. Voleva che i suoni gli rovinassero addosso, che gli si infilassero sotto la pelle e la smuovessero.

Voleva sentirsi respirare, poggiarsi contro il vuoto nello stomaco e riempirlo di vita leggera.

Colmarlo con lei, dimostrarle di essere all'altezza, finalmente.

La prima cosa stupida che gli era venuta in mente era stata di fermarsi a comprare i suoi biscotti preferiti. Quelli alle mele, che lui detestava.

Però era sinceramente contento di fare quella cosa per lei. Sentiva che la meritava.

Sarebbe stato un modo per farsi perdonare l'umore stanco dei giorni passati, i silenzi stoppacciosi che le aveva dedicato senza spiegarle, senza farsi capire.

Come sempre.

Superò a testa bassa il banco dei salumi, pregando di non incrociare lo sguardo di nessuno. Sfilò svelto tra gli scaffali e il placido brusio dei pochi clienti.

Lanciò uno sguardo verso il reparto dei biscotti e con un lieve sobbalzo del cuore vide che non c'era nessuno.

Accelerò il passo, quel tanto che bastava, e afferrò il pacco ben saldo tra le mani.

Sfilò tra gli scaffali veloce ma non troppo, per non farsi notare da nessuno. Si diresse verso le casse tastandosi le tasche, controllando per l'ennesima volta di aver preso il portafoglio e le chiavi di casa.

Si prese un momento per osservare le cassiere e per cercare di individuare quella che faceva al caso suo.

Temeva le più giovani. Non riusciva a sopportare i loro occhi addosso, la contrazione delle loro labbra. Lo giudicavano inetto, lo osservavano con finta gentilezza, aspettando che il suo sorriso si incrinasse. Faticava a farsi venire fuori le parole, gli rimanevano appese alla gola e uscivano a metà, mal rimestate. Brutte e incomprensibili.

Le signore di mezza età lo mettevano più a suo agio, per fortuna.

Ne individuò una e si mise in fila alla cassa numero sette, stringendo il pacco tra le dita e tastando la forma tonda dei biscotti al suo interno.

Maddalena ne sarebbe stata felice.

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