VOGLIO FARE L'AMORE CON TE

POV DAVID

Il problema di base nelle borsette è che all'interno trovi di tutto, tranne ovviamente quello che stai cercando.

L'altro problema è che per qualche inspiegabile ragione va sempre a finire che debba trasportarla il ragazzo.

L'unico aspetto positivo è che effettivamente possono svelare arcani retroscena della vita di una donna.

Non che la donna che sta camminando al mio fianco abbia più neanche mezzo segreto da nascondermi. Ormai credo di conoscerla meglio di sua madre. Il ché è anche piuttosto inquietante, dal momento che ancora non l'ho vista nuda. Sorvolando tuttavia su questo dettaglio, ci sono aspetti della sua vita che continuano a sfuggirmi. Me ne sono reso conto appena mi ha chiesto di cercarle un fazzoletto nella tasca interna della borsetta, e invece la prima cosa che le mie dita hanno palpato è stato un preservativo.

Sorvolando quindi anche sul non trascurabile dettaglio che Ashley è vergine, la domanda sorge comunque spontanea: perché questa benedetta ragazza ha un preservativo con sé?

E spontanea sorge anche la seconda domanda: devo dirle che l'ho trovato?

La fisso. E' così emozionata che, conoscendola, tra meno di cinque minuti comincerà a parlare a vanvera, spifferandomi qualche imbarazzante segreto su sé stessa che ancora non so. Trattengo un sorriso nel prendere la decisione di starmene zitto e fingere di nulla: dieci a zero che sarà lei stessa a dirmi di aver infilato un preservativo in borsa. Dio, quanto è dolcemente imbranata.

Ci sarebbe anche da chiarire il motivo per cui ha infilato qua dentro una pietra grossa quanto il palmo della mia mano, ma nella vita ho capito che alle volte è meglio non sapere.

"Questo posto è incantevole", commenta trasognata, girando su sé stessa.

Una folata di vento le solleva una ciocca di capelli dalla spalla, spingendogliela contro la guancia arrossata dal freddo. Ma lei non ci fa caso, occupata com'è ad osservare la natura attorno a noi.

La peculiarità del posto è che, nonostante sia al centro della piccola cittadina, da qualunque angolazione lo si osserva non si notano case o camini fumanti. O peggio ancora i vetri a specchio dei palazzoni delle fabbriche. E' come una piccola oasi di pace in mezzo al caos cittadino.

Sapevo che le sarebbe piaciuto, come sapevo che io avrei adorato vederla qui, in questo posto dove ho passato l'intera infanzia. Condurla fino al lago è stato come accompagnarla direttamente nel mio passato e introdurla a forza nella mia vita.

"Siamo a... quanto?", domanda retorica, ruotando di nuovo su sé stessa. "Duecento metri dal centro? Trecento? Eppure non si vede nessuna casa, non si sentono i claxon delle macchine. Siamo come nel centro del mondo. E'... oddio, è stupendo".

"Lo so", sorrido compiaciuto, sedendomi sopra una radice sporgente di un pino.

"Si possono pescare i pesci di questo lago?".

"Non senza una canna da pesca", rido.

"Giusto", mette il broncio per un istante. Poi si illumina di nuovo. "Però si può fare il bagno".

"Non d'inverno".

"Scommetto che quando avevi la mia età hai portato qui molte ragazze".

"Alla tua età avevo l'apparecchio ai denti e i capelli cotonati".

Dio, quanto è emozionata. Istintivamente mi metto comodo, preparandomi al fiume in piena che sta per travolgermi e facendo mentalmente il conto alla rovescia.

10... 9 ... 8 ...

"Allora sono certa che è qui che hai fatto il tuo primo tiro di sigaretta".

Sollevo il braccio e le indico una panchina dall'altra sponda del lago, occupata da una ragazza che sta leggendo un libro.

"E' stato laggiù, al ballo del diploma. Lucas e io avevamo rubato un pacchetto a mio padre", scrollo la testa al ricordo, camuffando un mezzo sorriso. "Non ne ho mai prese così tante come quella sera".

... 7... 6 ... 5 ...

"Tuo padre vi ha scoperto?".

Annuisco. "Ho provato a far ricadere la colpa su mia sorella ma era ancora troppo piccola e non se l'è bevuta".

"Cosa accadde poi?".

"Abbiamo cominciato a rubarle al nonno di Lucas".

"No", ride, sfilandosi le scarpe e le calze. "Intendevo la sera del diploma".

Fisso le sue calze gettate sull'erba; sono grandi come quelle che indossavo a dodici anni.

"Più tardi mi ero incontrato con la mia ragazza ma... diciamo che i miei progetti per la serata erano un tantinello diversi dai suoi".

"Che progetti avevi?", mi chiede innocente.

Ed io la guardo ovvio, inclinando la testa di lato.

"Oh", abbassa lo sguardo, e nonostante la penombra posso chiaramente vedere le sue guance tingersi di rosa. "Mentre i progetti della tua ex quali erano?".

"Ballare", bofonchio con una smorfia.

... 4 ... 3 ... 2 ... 1...

"E i tuoi progetti con me quali sono?", butta lì, fingendosi indifferente. E subito solleva le braccia di scatto. "Oh, no. Non rispondere. Voglio dire, è normale che tu abbia quel... tipo di progetto. Infatti, per quanto io non dia nulla per scontato, prima di partire, mentre stavo preparando i bagagli, ho infilato un preservativo in borsetta. E' una cosa stupida, lo so. Voglio dire, tu sarai pieno di preservativi. Probabilmente la mia titolare potrebbe rifornirsi dalla tua scorta personale. E' solo che ritengo sia un bene essere preparati per ogni evenienza. E' una lezione che ho imparato a quattordici anni, davanti casa. E me la ricordo ancora molto bene. Mia mamma mi aveva detto di portarmi lo spray anti zanzara ma io non le avevo dato ascolto e la sera avevo le gambe e le braccia scorticate a furia di grattarmi. Insomma, so bene che lo spray non può essere paragonato a dei preservativi, ma il succo del discorso è sempre lo stesso: prevenire è meglio che curare".

Trattengo a stento una risata. Lo avevo detto che non mi sarebbe servito indagare. Questa ragazza ha una capacità innata nel fare figure di merda. Chissà com'è vivere così?

"E' un po' come con il gloss per le labbra. Lo sanno tutte che non puoi uscire senza mettere il rossetto in borsetta. Perché è automatico che al primo cocktail che si beve, il rossetto si trasferisce dalle labbra al bordo del bicchiere. E non è che poi puoi fermare la prima ragazza che passa e chiederle: mi presti il tuo gloss? Insomma, è anti igienico. Suppongo funzioni così anche per i preservativi, no? Dovrebbero inventare anche i gloss usa e getta".

Incrocio le braccia e poso la schiena al tronco dell'albero, mettendomi in una posizione comoda. Non avevo dubbi che al termine del conto alla rovescia sarebbe partita in quarta e, da come sta straparlando, sospetto che la faccenda andrà per le lunghe.

"E poi anche la professoressa di francese tiene sempre un preservativo in borsetta. Lo so perché una volta ho perso una stupida scommessa con quella strega di Lucy Anderson e per penitenza ho dovuto nascondere un assorbente all'interno della borsetta della prof. E la cosa peggiore di tutte è stato dover restare tutto il giorno chiusa in bagno perché mi si erano macchiati di sangue i pantaloni. Qualcuno ne parla ancora. E' stato umiliante. Più umiliante di quella volta che stavo guardando la TV con la nonna e poco dopo ci siamo accorte che stavano mandando in onda un film a luci rosse. In realtà io me ne sono accorta. La nonna no. L'aveva scambiato per un documentario sulle gravidanze e ogni volta che la protagonista simulava un orgasmo, la nonna commentava con frasi tipo: hai visto quanto urla poveretta? Deve essere in travaglio...".

Abbasso la testa di scatto, nascondendo una risata, ma lei nemmeno ci fa caso. Tipino curioso, sua nonna. Devo ricordarmi di chiederle di presentarmela.

"... Così ha iniziato a indottrinarmi sui rischi riguardo al sesso e su quanto sia facile rimanere incinte. E' stata lei a rivelarmi l'esistenza dei preservativi e per un anno ne sono rimasta sconvolta. Soprattutto perché, dalla descrizione che mi fece, sembrava fossero dei palloncini che andavano legati ai testicoli. Da quella volta ho chiesto a mia madre di non gonfiare mai più palloncini alle feste del mio compleanno perché avevo paura che poi sarebbe nato un fratellino o una sorellina...".

"... è stata una lezione di vita che non dimenticherò. Per questo, da quando ti conosco, ho sempre con me una scorta...".

Mi faccio più attento, captando al volo il significato nascosto dietro questa confidenza.

"... Questa volta ne ho portato uno solo però, perché immagino che, come prima volta, sentirò dolore e poi non mi andrà più di farlo per qualche giorno...".

"Vuoi fare l'amore con me?", mormoro veloce, prima di pentirmene.

"Sì", risponde dolce, senza alcuna esitazione. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Mi sollevo di scatto e la raggiungo a grandi passi, fermandomi a pochi centimetri dal suo petto. E' talmente bassa che sono costretto a posarle un dito sotto il mento e sollevarle il volto per poterla guardare negli occhi.

"Sei consapevole di quello che mi hai appena detto?", domando.

"Più o meno", sorride imbarazzata.

"Perché vuoi fare l'amore con me?", la stuzzico.

Gli occhi le slittano verso il basso e un rossore seducente le tinge le guance. "Voglio che tu sia il primo".

Scrollo la testa. Per quanto queste parole mi abbiano lusingato, non è la risposta che stavo cercando. E' troppo facile così.

"Te lo chiedo di nuovo: perché vuoi fare l'amore con me?".

"Perché non ho alternative".

Sento la pelle della fronte corrugarsi, cercando di intuire il senso della risposta. "Non ti ho fatto alcuna pressione".

"Oh sì, lo fai continuamente", sorride, dolce.

La scruto negli occhi, in cerca di qualche cedimento, ma l'espressione rimane inalterata, a conferma che sta davvero pensando ciò che ha appena detto.

"Mi dispiace, non era mia intenzione", mi scuso.

La mano di Ashley scatta in su, contro la mia guancia, lasciando che il velo di barba le graffi i polpastrelli.

"Lo fai ogni volta che mi guardi, ogni volta che pronunci il mio nome. Percepisco il tuo desiderio anche solo quando in classe fai l'appello. E quando mi baci non mi lasci più alcuna alternativa. Perché elevi il mio desiderio a dei picchi talmente insostenibili che mi è impossibile immaginare di trascorrere un altro giorno senza averti dentro di me".

Mi umetto le labbra, sentendo improvvisamente la gola secca, e per un attimo chiudo gli occhi, lasciando che le sue parole mi scivolino dentro come una carezza.

"Dimmelo di nuovo", sussurro, posando le labbra contro la sua fronte. "Dimmi perché vuoi fare l'amore con me".

"Perché ti amo".


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top