SEDUZIONE (PARTE 1)
POV ASHLEY E DAVID
SECONDA FILA, TERZO BANCO DALLA FINESTRA (ASLHEY)
PUNTO 1. Sorridere timidamente.
La testa è leggermente reclinata in avanti, perpendicolare rispetto al collo massimo di 30 gradi, quasi come a segnalare deferenza nei confronti di una persona importante. In questo modo gli occhi sembrano ancora più grandi. Il sorriso è appena accennato e non scopre i denti.
Va bene.
Non ci riuscirò mai.
Non è questione di pessimismo ma di limiti. Siamo obiettivi! Per riuscire nel mio intento non basta della buona volontà ma una laurea in scienze matematiche.
Santo cielo, io non so nemmeno che significhi perpendicolare!
Vorrei sapere chi è il folle che redige certi stupidi articoli e chi è ancora più folle da decidere di pubblicarli.
Sicuramente non sono donne.
Siamo sinceri. Tanto per cominciare, quale donna possibile, mentre cerca di sedurre un uomo, se ne sta a valutare i gradi di perpendicolarità con cui deve tenere reclinata la testa? A meno che non voglia far colpo su un ingegnere, ovviamente.
Ma anche in quel caso cosa dovrebbe fare?
Mi scusi bel giovanotto, potrebbe prestarmi il suo righello? Sa, vorrei sedurla!
Inoltre io parto svantaggiata. Qua non si tratta soltanto di perpendicolarità ma di concorrenza. Mi guardo attorno e noto che tutti i miei compagni stanno fissando David con un'espressione che sta a significare reverenza nei confronti di una persona importante. Sfido io! E' il nostro professore. Per forza lo guardano tutti in questo modo!
E' proprio questo il deficit di certi articoli di giornale; non tengono conto che tra la campionatura di cavie umane usate nella ricerca di una percentualità di calcolo cui lo scopo è proiettare tutti quanti in un'unica modalità prestabilita di atteggiamenti, c'è sempre una deficiente che si distingue dalla massa. C'è sempre una studentessa, da qualche parte e in qualche scuola, che si invaghisce del professore. Perciò nel mio specifico caso, fissare David con reverenza non mi porterà a sedurlo ma solo a fargli credere che ho qualche problema alla cervicale.
Volto pagina.
PUNTO 2. Leccarsi le labbra.
Uno dei gesti più comuni che le persone usano per esprimere all'esterno una sensazione interna di piacere. Normalmente fatto in modo assolutamente inconsapevole. Alcuni studiosi pensano che la nascita di questo gesto sia legata all'aumento della salivazione data da un cibo delizioso di cui si cercano inconsciamente i resti sulle labbra.
D'accordo. Questa è facile.
A parte Lucy Aderson che sta spillucchiando un cornetto non mi pare ci sia nessun altro che si stia leccando le labbra.
Ce la farò. Lo sento.
Lo so!
Sto già gongolado.
CATTEDRA – DAVID
Lascio vagare lo sguardo attraverso l'aula, giusto per concedermi la possibilità di guardare Ashley senza dare nell'occhio.
Ma porca p.....
Capisco di non essere esattamente il professore più severo dell'intero corpo insegnanti, e indubbiamente riconosco che la mia giovane età funga da deterrente per l'attenzione di alcuni studenti.
Ma qui si sta esagerando, Cristo!
E' chiaro come la luce del sole che Aslhey sta approfittando della nostra relazione per prendersi delle libertà di cui altrimenti non potrebbe godere.
E per carità, io non avrei nemmeno nulla in contrario a concedergliele.
Peccato che lei tenta a dimenticare che quando entro in aula non ci siamo solo io e lei, ma altre venti persone che, lo so bene, prese dalla noia stanno scommettendo soldi vero su chi mi fotterò per prima.
Lo so perché mi sono casualmente imbattuto in una di queste bische clandestine. Di solito le fanno in mensa, sotto gli occhi di tutti. Sinceramente, quelli della mia epoca erano leggermente più furbi dei giovani d'oggi.
L'altra cosa che Ashley tende a dimenticare è che io sono a tutti gli effetti un suo professore e che non posso per nessuna ragione mostrare verso di lei qualche preferenza.
Tutto sommato mi chiedo come sia possibile per lei dimenticare questi due dettagli fondamentali. Dovrebbe intuirlo che se fossimo da soli qui dentro, lei sarebbe già senza vestito, sdraiata di schiena sulla cattedra e ... vabhé...
Mi schiarisco la voce e mi sistemo la cravatta, assumendo la classica espressione austera che solitamente ammutolisce intere classi. Soprattutto quelle del primo anno.
Il silenzio cala sopra le nostre teste e si sentono solo le mie dita tamburellare nervose sopra il legno della cattedra.
"McBerry!", la richiamo all'improvviso. Attendo che lei sollevi gli occhi su di me e poi volto la testa verso sinistra. "Anderson!".
La ragazza si posa colpevole una mano davanti alla bocca e noto un certo trambusto sotto il suo banco, come il suono di carta stagnola spiegazzata. Come sospettavo stanno mangiando di nascosto! Ma che cazzo! La ricreazione è tra quindici minuti. Perché devono per forza farmi fare la parte del rompi coglioni?
"Lo sapete leggere l'orologio?", domando retorico.
Entrambe mi fissano stupite, poi si osservano di striscio, confuse, e tornano a me.
"Qualcuno qua dentro", mi rivolgo ai loro compagni, "potrebbe cortesemente spiegare alle due signorine dove devono posizionarsi le lancette dell'orologio per segnare le dieci e mezza?".
Una risatina generale si solleva dall'ultima fila prima che la secchiona di turno sollevi il braccio, inconsapevole che in realtà la mia non era una vera richiesta.
Sollevo gli occhi al cielo e le faccio segno di abbassare il braccio.
"Abbiamo fatto qualcosa?", domanda la vocina di Ashley.
"Sì, avete appena chiesto al vostro professore, che per inciso sarei io, di mettervi una nota disciplinare sul registro".
I suoi occhi si sgranano, per nulla colpevoli, squadrandomi con rabbia.
"E perché?", mi sfida, sollevando il mento.
"Aslhey, dai, piantala", le soffia contro Lucy Anderson. "Professore, mi scusi. Non volevo mancare di rispetto ma...".
"Ma lo ha fatto comunque", la interrompo, alzando la voce.
Incrocio le mani dietro la schiena e avanzo lentamente verso loro due, aggirando la cattedra.
"Mi... mi scusi", balbetta la Anderson, abbassando lo sguardo.
Solo Ashley continua a sostenere i miei occhi, senza nemmeno tentare di nascondere il suo stupore.
Probabilmente era davvero convinta che le avrei concesso qualunque tipo di atteggiamento senza riprenderla. Ma non posso punire una studentessa e graziarne un'altra. Non posso nemmeno far intuire a qualcuno che sono dispiaciuto di doverlo fare. Sono costretto a usare con lei lo stesso tono che uso con tutti, ad essere freddo e distaccato. A chiamarla per cognome... sebbene l'unica cosa che desidero è poterla abbracciare davanti a tutti, baciarla senza timore che qualcuno ci veda, parlarle usando il suo nome. Amarla senza conseguenze...
"Metta via immediatamente la sua colazione", ringhio basso, liquidando la Anderson. "La ricreazione comincia tra quindici minuti".
La ragazza mi ubbidisce all'istante e per l'aula si sente lo stropicciarsi di altra carta.
Aslhey è ancora immobile, i pugni chiusi sopra il banco, il mento sollevato senza timore.
Dio, quanto è testarda.
E' bellissima.
"Non stavo mangiando", si difende Ashley.
Inarco un sopracciglio. "No?",
"No".
"Quindi lei ha l'abitudine di leccarsi le labbra in continuazione".
"Affatto", sibila.
Sgrano gli occhi, irritato dal suo tono. "Si alzi in piedi".
"No", scrolla le spalle.
"Ora!", tuono.
Messa alle strette si guarda attorno, registrando gli occhi degli altri studenti puntati contro di lei.
"Non ho fatto niente", mormora, meno sicura di sé, sollevandosi lentamente dalla sedia.
E in questo preciso istante devo combattere contro me stesso per non raggiungerla in due lunghe falcate e accoglierla tra le mie braccia. Ma ho una parte da recitare davanti a tutti questi spettatori inconsapevoli di quanto ami Ashley. Un solo errore e mando a fanculo l'intero spettacolo. Il sipario scenderebbe su di noi, dividendoci; nessuna risata per noi attori, nessun applauso da parte del pubblico.
La condannerei.
E' assurdo che per proteggerla e amarla devo per forza comportarmi come uno stronzo.
"Mi guardi", la incito di colpo.
Lei alza gli occhi, e il suo sguardo la dice lunga su ciò che sta pensando. Non le passa nemmeno per la testa che non è mia intenzione umiliarla. Non considera che, dal momento che avevo ripreso Lucy Anderson, ora sono costretto a riservarle lo stesso atteggiamento.
No! Certo che no! Lei ovviamente pensa solo che sono un emerito imbecille. Logico!
E poi mia sorella mi sgrida quando le dico che le donne farebbero meglio a pensare un po' di meno!
Guarda che succede quando lo fanno!?
"Non le darò una nota disciplinare", cerco di tranquillizzarla, sebbene la mia voce non trasmetti nessuna emozione.
Per un momento non so nemmeno io se ho usato questo tono per mantenere una facciata di distacco o perché sono furioso con lei.
Voglio dire, è offesa perché essendo il suo professore mi sto comportando da professore. Cosa si aspetta da me?
"Ma gradirei parlarle in privato al termine delle lezioni". Faccio saettare gli occhi verso l'altra sua compagna. "E anche con lei, signorina Anderson".
La ragazzina annuisce, intimorita dal mio sguardo, quindi faccio cenno ad Ashley di rimettersi seduta.
"Che sia l'ultima volta che vi vedo mangiare durante le mie lezioni", ribadisco.
E ne sono certo, mentre lei sta sistemandosi sulla sedia, ha mimato con le labbra un vaffanculo.
Ah, ragazzina, questa me la paghi.
SECONDA FILA, TERZO BANCO DALLA FINESTRA
"Vaffaculo al test", mormoro tra me e me mi risiedo.
Non avrei nemmeno preso in considerazione di leggere una pagliacciata simile se non fosse che sono entrata in aula con la ferma intenzione di cercare di riconquistare David Sentfhort con il linguaggio del corpo.
D'accordo, forse farlo in classe non è stata una brillante idea. Ma mi rifiuto di arrendermi.
Il leccarsi le labbra era in effetti fraintendibile, ma sono assolutamente sicura che col punto 4 del test andrà tutto bene.
PUNTO 4: Mordicchiarsi il labbro
E' anche questo un modo di esprimere piacere. Alcuni studiosi collegano questo gesto al piacere che il neonato prova nel mordicchiare il seno materno durante la dentizione.
Non andrà affatto bene.
Innanzitutto, per rigor di logica il seno è una parte del corpo che dovrebbe interessare gli uomini. Quindi, non dovrebbero essere loro a mordersi il labbro nel tentativo di sedurci?
Inoltre ho appena rischiato una nota disciplinare sul registro solo per essermi leccata le labbra un paio di volte. Cosa mai potrà farmi se ora attacco a mordermele?
Il punto 4 fa schifo.
PUNTO 5: ... Ma stiamo scherzando? Non voglio nemmeno leggerlo!
SCUSATE IL RITARDO... AVEVO OSPITI IN CASA. SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE
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