Un nuovo mondo

Ero ancora assorta nel ciondolo a fissarlo con un espressione preuccupata indelebile sul viso. Stavo toccando il povero oggettino mutilato che giaceva inerme nella mia mano e facevo scorrere il mio indice facendo un po' di pressione, come un dottore che sente il cuore al proprio paziente.Girai il ciondolo e guardai attentamente casa mia. La casa in cui mi ero sempre sentita un ospite indesiderata, che voleva imitare in tutto e per tutto le case perfette dei film: una piccola villetta curata, una madre che sorrideva benevola come in una pubblicità dentistica, le siepi perfettamente tagliate nel giardino da favola... tutto era perfetto per un occhio innocente,ma per me era tutto terribilmente falso. Il sorriso della madre era mostrato solo allo specchio e nel giardino ogni piantina avventutiera che provava ad avvicinarsi al cielo era crudelmente troncata con un colpo secco da mia madre.Il disegno sul ciondolo era fatto davvero bene,curato nei minimi dettagli :c'era pure una miniatura di mia mamma che prendeva il sole su un' amaca. All'improvviso sussultai: la minuscola figura di mia madre si era mossa! Si avviò verso casa e poi scomparve all'interno, salì le scale, e dalla finestra di camera mia vedevo l'ombra fare avanti e indietro spostando mobili e gridando qualcosa, forse di smetterla di giocare a nascondino, visto che io sarei dovuta tornare da un pezzo. Mia madre era un'esperta nel fingere: poteva fare un sorriso perfetto, ma falso, senza che nessuno se ne accorgesse. Era bravissima anche a fingere che gliene importasse qualcosa di me. Tornando al ciondolo: se le persone si muovevano, significava che non era un dipinto, bensì qualcos'altro, ma cosa? Un video non poteva essere: era un ciondolo, non un telefono!
Mentre pensavo rigiravo la collana con le dita, quando mi fermai stavo guardando la parte specchiante del ciondolo. Vidi il mio viso incorniciato dai capelli biondi e i miei occhi verdi che tutti mi dicevano essere quelli di mio padre. Invece, odiavo le mie lentiggini perché quelle invece, appartengono a mia madre. Una volta, prima di uscire, rubai il fondotinta a mia madre e coprii quei puntini che odiavo tanto. Il risultato mi aveva reso molto siddisfatta, ancche se a Alexa la mia migliore amica non piaceva che volessi sembrare qualcun'altro e poi a lei le mie lentiggini piacevano molto. Mi piaceva truccarmi. Mi piaceva come il trucco copriva le imperfezioni, le mascherava, rendendole invisibili, insignificanti. Anche la sensazione che il trucco lascia mi piaceva, quella sensazione, di sentirmi perfetta e io avevo davvero bisogno di sentirmi perfetta.
Alle mie spalle vidi un bel prato, con qualche pino, sembrava tutto molto tranquillo, quando una ragazza con i capelli rossi spuntò da non so dove. Una cosa mi balzò subito all'occhio: aveva i capelli cortissimi come un uomo e anche i vestiti non erano certo da ragazza. Da lontano sarebbe sembrata certamente un uomo se non fosse stato per una cosa: aveva negli occhi una luce dolce ma allo stesso tempo agguerrita, sguardo che caratterizza molte ragazze. Mi guardò, non curante di come la guardavo strana e disse:
" Ciao! Io sono Tancheremì! Benvenuta a Dreamland...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top