la taverna di mamma Laura
"Si sta svegliando?"
"Non lo so, senbra così..."
"E se fosse morta?"
"Naa,respira."
"Sicura?"
"Tesoro, ho portato i biscotti e il fazzoletto imbevuto nell'acqua calda."
Sentii la stoffa calda adagiarsi sulla mia fronte sudata, come faceva mia madre quando stavo male. Mia madre... che ci faceva il suo ritratto qui? A questo pensiero ebbi un brivido e scossi la testa facendo cadere il fazzoletto dalla mia fronte. Strizzai gli occhi massaggiandomi la tempia, davanti a me continuava a roteare l'immagine di mia madre che mi sorrideva dal murales.Delle voci dissero:
"Ehi! Si sta svegliando! Tutti zitti! Mamma, porta un altro fazzoletto e scalda i biscotti."
Aprii piano gli occhi e misi a fuoco delle teste sopra di me che mi guardavano, sorrisi vedendo la testa rossa a spazzola di Tancheremì che sembrava piuttosto preoccupata. Mi piaceva il lato un po' più dolce e materna della mia nuova amica.
"Dove sono? Cosa mi è successo?"
Chiesi io ( di nuovo la faccia interrogativa che avevo messo su una decina di volte oggi).
"Sei alla taverna di mamma Laura, mia madre."
Disse indicando una donna molto bella con un sorriso benevolo che illuminava tutta la stanza e un vassoio di biscotti fumanti tra le braccia. La signora attraversò la stanza e posò il vassoio sul comodino vicino al mio letto, si sfilò i guanti da forno e si lasciò cadere su una sedia ridendo e dicendo:
"Chiamami pure mamma Laura."
Mi stava particolarmente simpatica la madre di Tancheremì, mi fidai subito di lei, era esattamente il tipo di persona che ti sembra di conoscere da una vita, incuteva sicurezza e tranquillità.Laura aveva dei capelli rossi uguali a quelli di sua figlia, che teneva sciolti in morbidi riccioli sulle spalle. Non portava ornamenti di alcun genere,ma solo un grembiule bianco e un po' logoro, forse a causa degli abbracci possenti della figlia e di tutti gli sforzi per aiutare gli altri, ma che era simbolo di tutto l'amore che la donna provava verso il prossimo. Quale vestito è più prezioso se non un abito che testimonia tutta la semplicità e l'amore di una persona?
"Cosa mi è successo?"
Ripetei io ritornando a fissare Tancheremì intensamente.
"Oh, bhe... "
Disse lei mordendosi il labbro e giocherellando con le dita.
"Stavamo svoltando in un vicolo, quando tu ti sei imbambolata come un pesce lesso davanti al murales della donna misteriosa e sei svenuta. Io ho chiamato aiuto e degli uomini mi hanno aiutato a portarti qui, dove sei rimasta incosciente per ancora mezz'ora circa, poi ti sei svegliata e... bhe... il resto lo sai. Avevamo paura che non ce la facessi. Ti è salita anche la febbre alta."
D'istinto allungai la mano appoggiandomela sulla fronte e scoprii che scottava. 'Ma come non te ne sei accorta?' Direte voi. Bene, ero appena svenuta, avevo i piedi che mi bruciavano ed ero in questo mondo da a malapena due ore, immedesimatevi in me stessa in quel momento e fidatevi, la febbre sarà l'ultimo dei vostri problemi.
La sera stavo meglio e scesi le scale per fare cena insieme agli altri ospiti della taverna. Per tutti ero la ragazza nuova, quella che era svenuta davanti al vicolo del murales senza scarpe.Mi sentivo estremamente a disagio, quindi cercai con lo sguardo Tancheremì, ma di lei non c'era nessuna traccia, forse era in cucina con la madre. Aspettai sulle scale con ancora la vestaglia bianca che mi aveva prestato mamma Laura che mi arrivava fino ai piedi e che aveva le maniche un po' troppo lunghe per me. Sommando la vestaglia al mio colorito spento della febbre, sembravo un fantasma.Accarezzai il mancorrente di legno scuro mentre guardavo la stanza con interesse:
Un fuoco crepitava in un camino di pietra, dando alla stanza una atmosfera calda e rassicurante, in lunghi tavoli comuni di legno di ciliegio erano seduti ogni tipo di uomini e donne che ridevano e parlavano tra di loro Mamma Laura camminava tra i tavoli servendo piatti prelibati ai clienti e parlando sempre con un sorriso benevolo. Io in verità avevo già mangiato a letto,ma ero curiosa di vedere il resto della locanda e poi il gioioso vociare provienente dal piano di sotto era stato un richiamo irresistibile per me.
Sentivo l'odore del pane caldo e del buon mangiare e Tancheremì che aveva un vestitino ( e per la verità anche un sorriso forzato che faceva intendere che quell'abito non fosse dei suoi preferiti) dava un tocco di classe a quel bel quadretto. All'improvviso mamma Laura venne verso di me dicendo:
"Ciao tesoro ,( perchè sì, chiamava
tutti "tesoro") hai ancora fame per caso?"
"No, volevo solo vedere un po' di cose."
Risposi io.
"Allora vieni in cucina, se vuoi puoi stare un po' lì"
Io accettai di buon grado e rimasi tutta la sera in cucina a volte snche aiutando, fino a tardi, quando andai a dormire, finalmente... felice
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