il villaggio p2

All'improvviso Tancheremì mi chiese:
" Dove passerai la notte?"
"Non lo so, sai che non sono mai stata qui "
"Per questo sono qui io!"
Mi rispose lei con un mega sorriso da parte a parte. Poi si strinse una cravatta invisibile e assunse una faccia da uomo d'affari vissuto buffissima e tendendomi la mano, come per stringermela. Gliel'allungai ridendo e disse:
"Vice proprietaria della pensione più bella di tutta Dreamland, piacere. Quando arriva qua una nuova persona, siamo le prime a saperlo, così che l'ospite abbia subito un caloroso benvenuto!"
"Oh, bene signora, la ringrazio molto!"
Dissi inchinandomi con una smorfia cordiale.
In risposta Tancheremì mi fece la linguaccia e iniziò a correre gridando:
"Chi arriva per ultima lava i piatti!"
"Nei tuoi sogni!"
Risposi io alzandomi di scatto e iniziando a correre a perdifiato, con le scarpe (che mi ero tolta) in mano e l'erba che solleticava i piedi nudi. Mi sentivo viva come non lo ero mai stata.Corsi come non avevo mai fatto, fino a quando non intravidi un ammasso di casette molto graziose spuntare fuori con i loro rossi tetti a punta alla mia vista, tutte piazzate attorno ad un edificio più grande, come strane pecore marroni situate attorno al proprio pastore, che le guarda con sguardo attento dall'alto della sua altezza.Tancheremì non si vedeva da nessuna parte, a quanto pare avevo vint...
"Bhu!"
"AHHH!"
Tancheremì era spuntata da dietro di me facendomi venire un mezzo infarto.
"Oh, ma a quanto pare abbiamo una principessa dal cuore debole..."
Disse lei in maniera ironica sbattendo le ciglia e sventolando davanti a sè la mano come un ventaglio.
"Sì, sì certo... Dove siamo?
Risposi io ignorandola con le mani sui fianchi, un aria risoluta e battendo i piedi in modo impaziente. In quel momento mi accorsi che nella corsa avevo perso le scarpe mi guardai intorno come se mi aspettassi che le scarpe spuntassero da qualche parte.
"Oh, bhe non vorrai visitare il villaggio senza scarpe..."
"Come facciamo?"
Lei assunse di nuovo la faccia da uomo d'affari vissuto e disse:
"Tranquilla, te le presterò io le scarpe, Cenerentola, andiamo"
"Ok... and... ahi!ia.. ahi! Mo... ahi!"
Risposi io mentre i ciottoli più scheggiati mi punzecchiavano i piedi, anche se il dolore durava poco, perchè ero abituata a schivare (e a volte pestare) i trucchi che mia madre lasciava per terra nella fretta di andare a qualche festa e che io dovevo raccogliere soprattutto per l'incolumità dei miei piedi.Giusto... come stava mia madre? Come aveva reagito alla mia scomparsa? Ad un certo punto girammo in un vicolo, aveva sul muro un murales con una donna sorridente fatta nei minimi partivolari. Ad un certo punto fu come se tutto il mondo intorno a me si fermasse, i miei polmoni si svuotarono e rimasi lì a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua. Quel murales... raffigurava... no, non era possibile... mia... madre?

Hey! Ciao gente! Ammetto che mi mancava un po' questo angolo scrittrice. Comunque lo uso per darvi alcune informazioni:
1.se non siete già iscritti che state aspettando? Fatelo subito!
2. Adesso inizierò a pubblicare anche annunci, perchè prima avevo dei problemi con l'email.
3. Ditemi per favore nei commenti se vi piace o non vi piace questa storia, insomma, fatevi sentire!
4. Guardate anche le altre mie storie
Bye bye!

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