XX
Il vento gli muoveva i capelli, che non aveva mai più tagliato da allora. Osservava l'orizzonte, Mikasa era silenziosa al suo fianco. Finalmente tutto quello aveva odore di libertà. Doveva tutto a Levi, che non c'era più. Non poteva negare che gli mancasse, ma era stato grazie a lui che era scappato da quel posto. Ora, lui e Mikasa, potevano essere felici e vivere in una città tranquilla,senza nessun tipo discriminazione.
Non pensava che ce l'avrebbe fatta eppure...eppure gli doveva tutto.
<Si sta facendo tardi. Dobbiamo andare.> La voce della ragazza lo riportò alla realtà. Lei era seduta sull'erba, con il vestito chiaro che si muoveva mosso dal vento, si era tirata su e si era passata le dita sul tessuto di esso.
Da quanto tempo era lì a osservare il tramonto ?
<Tu entra in casa, io starò ancora qui.> fortuna che avevano una casa proprio ai piedi della collina. Una casa che potevano permettersi, siccome in quel posto era garantito a tutti il lavoro, anche a degli indigeni come loro.
La notte sarebbe calata a breve, voleva ancora rimanere lì, un altro po', ad osservare il tramonto prima che sarebbe sparito, dando cosi spazio a stelle e a pensieri.
Lei, in silenzio, si allontanò da lui, sapendo già che voleva essere lasciato in pace.
Lo sguardo chiaro di Eren si posò sull'erba e, in quel verde immenso, vide qualcosa del colore diverso spiccare. Si chinò e lo raccolse; era un dente di leone.
Aveva raccontato a Levi che, secondo la tradizione, una volta soffiato sui soffioni questi costituivano tutti i pensieri che fuggivano via dalla testa. Lui così fece, tanti piccoli steli bianchi si librarono in aria e così anche i suoi pensieri.
Lì vide sparire dopo un breve tragitto e poi voltò le spalle, scendendo dalla collina.
Fine.
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