XVI
Si risvegliò poco dopo, la vista ancora offuscata e la testa che ancora agli girava. L'ultima cosa che ricordava era di essere caduto dal cavallo. Levi era in una casa, il corpo era attraversato dai brividi perché i suoi vestiti erano bagnati e sporchi di fango. Era la casa di Erwin. La riconobbe dalle pareti e poi c'era lui che si stava avvicinando.
<Non dovresti fare movimenti bruschi.> Gli disse nel tentativo di aiutarlo, ma quest'ultimo si andò a scansare:<ce la faccio da solo> sussurrò, appoggiando una mano sul materasso e tirandosi un po' su mettendosi seduto così sul letto.
<Cosa ci facevi nel bosco da solo. È pericoloso viaggiare con il tempo in queste condizioni.>
Il biondo cercò deviare l'argomento con quello che sembrava una specie di rimprovero, si avvicinò al camino dove prese una teiera che era appoggiata sul fuoco. Essa emanava un odore buono di infuso di camomilla.
<Stavo venendo proprio da te.> Un forte dolore alla testa, costrinse il corvino ad appoggiare le dita sulla tempia, dove toccò un tessuto: Erwin gli aveva fasciato la testa. Era stata una botta bella pesante, allora.
<Per qualcosa ? > Chiese l'altro:<ah, ti ho fasciato la testa. Hai preso davvero una bella botta, è una fortuna che tu sia sopravvissuto.> proseguì poi, andando a versare il contenuto della teiera in due bicchieri per poi porgerne uno al corvino. Questo subito accettò, gli infusi erano il suo punto debole, dopo la pulizia e infatti nelle condizioni nella quale versava non erano delle migliori.
<Oh sì certo, parliamo di quello che hai fatto alla ragazza. Mikasa.>
Disse Levi in un sibilo, dopo aver fatto un sorso dell'infuso.
Il biondo era confuso:< l'ho solo curata, come mi hai detto tu. Cosa c'è che non va ?>
<Non fare il finto tonto. Erwin. La ragazza, ha detto che le hai messo le mani addosso. Come hai potuto farle una cosa del genere, sapendo in cosa consiste la nostra missione ? Il nostro scopo è quello di salvare la gente, non farle del male !> Levi cercò di alzarsi dal letto, ma venne colpito da un forte dolore al capo, l'ennesimo, che lo costrinse a rimettersi nuovamente seduto sul letto. Lanciò delle maledizioni al tempo e al suo cavallo.
<Levi, calmati!>
Il più grande rise, era una risata dovuta la nervoso.
<Non le ho fatto niente. Quella lì è pazza! Si è inventata tutto e già era pazza quando me l'hai portata qui!>
A quel punto, fece per controbattere ma non ne aveva le forze. Aprì la bocca ma nessuna parola uscì da essa, le palpebre erano pesanti e ci mise poco tempo la sua vista a offuscarsi. Prima di cadere in un sonno profondo, vide un sorriso espandersi sul viso del suo 'amico' e delle parole raggiungere il suo orecchio, in modo ovattato:<buonanotte, Levi.>
Eren era preoccupato, girava avanti e indietro per la stanza, Mikasa era stesa sul suo letto e dormiva da un bel po'. Pensava che era un bel po' di tempo che non avesse chiuso occhio. Ma, per fortuna, ora era al sicuro da Erwin. L'avrebbe pagata cara.
Continuava a piovere, non voleva poi che si fosse fatto male durante il tragitto.
Un fulmine squarciò l'aria e la finestra tremò. Temette la sua rottura in mille pezzi.
Eren arrestò i suoi passi, quando sentì un rumore provenire dal piano inferiore. Forse era tornato.
Non vedeva l'ora di vederlo. Uscì dalla sua stanza come un fulmine, ma lui non era lì: sull'ingresso, vi era Petra che stava togliendo il cappotto bagnato e lo stava attaccando sull'appendiabiti. Lei si andò a voltare e gli fece un sorriso cordiale:<Eren. Che cattivo tempo, vero ?>
Lui rimase lì, impalato sulla punta delle scale:<sì...>
<Dai, vieni, ho bisogno di una tisana.> Lei si andò a sedere vicino al camino, su una poltrona e riprese a leggere un libro che aveva appoggiato sul tavolo. Sapeva che le piaceva leggere e, prima di uscire di casa quella mattina, l'aveva vista sulla stessa poltrona con lo stesso libro in mano.
Hanji non era in casa, era andata a fare spesa in città, quindi toccava a lui adoperarsi in cucina.
Aveva imparato qualcosa da Hanji e alcune cose gliele aveva anche spiegate Levi. Sapeva che fosse un grande amante del tè. Accese i fornelli.
Non sapeva a che gusto la donna preferisse l'infuso, quindi tornò nella sala da lei ma non la vide più seduta sulla poltrona. Al suo posto, infatti, vi era il libro verde.
<Eren>
Lo stava chiamando, lui si voltò e lei era lì, sulla soglia della porta. Le sue mani, le sue mani morbide, non stavano sfogliando con delicatezza le pagine di un libro, ma tenevano in mano un fucile.
La donna lo guardava cupa in viso.
<Petra. Ma che...>
<Muori .>
Sussurrò e premette il grilletto. Fu inevitabile per il ragazzo schivare il colpo. Venne colpito in pieno petto, non sentì nulla. I suoi occhi si chiusero e basta.
Non ebbe nemmeno la consapevolezza di non aver rivisto Levi per l'ultima volta.
Spazio autrice
Volevo avvisarvi che tra pochi capitoli Il libro finirà!
Per gli interessati che seguono altre ship; ho scritto anche una dabihawks (my Hero academia) e la troverete tra le mie storie con il nome di "war prize"
Buon proseguimento~
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