XIV
Mikasa sembrava... Diversa. Erano passati diversi giorni, mesi, dall'ultima volta in cui l'aveva vista; a parte il fatto che aveva tagliato i capelli più corti, ma il suo sguardo era così vuoto e inespressivo, aveva perso quella lucentezza negli occhi che la contraddistingueva. Aveva notato questo, Eren, a primo impatto quando lei si era presentata davanti ai suoi occhi. Era li, di fronte a lui, che se ne stava in silenzio. Era anche più silenziosa del solito.
<Mikasa>
<Eren.>
Disse lei, entrambi si avvicinarono e si diedero un abbraccio; sentì tutto il profumo di lei, gli entrò dritto nelle narici. Gli era davvero mancata, la strinse più forte. Finalmente, sua sorella era lì con lui. Si trovavano nella stalla, il corvino era appena tornato il prima possibile dopo aver prelevato la ragazza, e li stava guardando sulla soglia con le braccia conserte. Era davvero felice di vedere Eren così tanto contento per aver rivisto sua sorella, poi lasciò soli i due, uscendo fuori dalla stalla, magari avevano delle cose da dirsi e lui non voleva intromettersi nei loro affari di famiglia.
Rimase quindi fuori dalla stalla, con la schiena contro un muretto e le braccia conserte. Sentiva il vento fresco dell'estate che si infilava tra i suoi capelli corvini e andava a smuoverli di conseguenza.
Nella stalla, invece, Eren potette confidarsi con Mikasa siccome il corvino non era lì e quindi il rischio che potesse sentire non era molto alto.
Il ragazzo si avvicinò a sua sorella, accarezzò il suo viso:< Hey, tutto bene ? Ti vedo strana.>
Lei sembrava titubante, come se avesse timore di qualcosa per poterne parlare.
Si avvicinò maggiormente a lui fino ad appoggiare la testa contro il suo petto, con le mani congiunte in preghiera:<lui...lui mi ha fatto del male.> In quel momento la voce della ragazza tremava, quasi sul punto di piangere. Infatti, piccole lacrime scesero lungo le sue guance.
<Mikasa...chi...chi ti ha fatto del male ?>
Subito l'animo del ragazzo si accese come un fuoco ardente, qualcuno aveva fatto del male a sua sorella non doveva passarla liscia.
Lei continuava a singhiozzare e scuoteva la testa, non ne voleva parlare.
<Ha detto che se ne parlo mi ucciderà.> Mormorò con la voce impastata dal pianto, mentre si copriva gli occhi con le braccia.
Il ragazzo aveva il cuore spezzato, soprattutto nel sapere che entrambi avessero avuto una vita difficile a causa della loro razza. Decise di prendere lui le redini in mano, afferrò il viso della ragazza delicatamente e la costrinse ad alzare lo sguardo nel suo. I suoi occhi pieni di lacrime furono un duro colpo al cuore difficile da digerire per lui.
<Mikasa. Ci sono io qui che ti proteggerò. Ora dimmi. Chi ti ha fatto del male.>
Sibilò, arrabbiato, immaginandosi già di prendere a pugni colui che le aveva fatto del male.
<Erwin. Mi ha fatto lui del male.>
Ammise poi la ragazza, ancora attraversata dai singhiozzi che le andavano a scuotere il petto.
Rimase interdetto da quella confessione, non seppe cosa pensare se non andare a parlare con Levi.
Il viso del ragazzo si fece tanto cupo, lo abbassò e strinse furioso le mani.
<Rimani qui.> La ragazza non ebbe nemmeno modo di controbattere che lui era già fuori, di fronte a Levi; il palmo della sua mano infatti si era scontrata con il viso del corvino.
<Che diavolo ti prende?!>
Ora l'altro si teneva il viso con una mano, mentre sulla sua guancia si era estesa una macchia rossa per la forza che aveva utilizzato Eren.
La guancia gli pulsava come non mai.
<Parlane a quello stronzo del tuo collega, che ha toccato mia sorella! Mi avete mentito entrambi, non me lo sarei aspettato da te !>
La voce di Eren era fredda e distaccata. Era davvero deluso dai suoi comportamenti.
Levi sgranò gli occhi. Lui non c'entrava assolutamente nulla in quella faccenda.
<Cosa ?>
<Hai capito benissimo. Erwin ha messo le mani su mia sorella. E tu glielo hai permesso. Ti credevo diverso, Levi Ackerman.>
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