IX

Il messaggio inviatogli da Erwin conteneva ulteriori parole:'la ragazza dice di chiamarsi Mikasa. Vieni qui.' non aveva specificato dove fosse il posto, ma già aveva un'idea del luogo. Erwin viveva in una casa in legno,isolata dalla città, nei boschi.
L'aveva costruita lui con le sue mani, per starsene in tranquillità, proprio con un territorio che confinava con altri villaggi indiani, ormai vuoti da tempo per le numerose guerre civili volte a conquistare il loro territorio. Ed era proprio a questo che, sia lui che Levi, volevano mettere fine e doveva esserci un contributo anche da parte di tutti nativi nel voler essere salvati. Non aveva idea di cosa potesse pensare Eren, se fosse d'accordo o meno, lui voleva vedere solo sua sorella Mikasa e non si era espresso su altro..
Doveva avvisarlo che lei fosse da Erwin, ma non poteva andare con lui senza creare nessun sospetto nei confronti di Petra. Aspettò quindi che la cena finisse, che Petra si addormentasse e che potesse trovare Eren finalmente nella sua stanza per potergliene parlare.
Infatti, fece come le sere addietro, si ritrovò nella stanza del ragazzo. In quel momento Levi era faccia e faccia con lui, in procinto di annunciare la notizia.
<Abbiamo trovato tua sorella.>
Affermò il corvino, il quale parve vedere una scintilla di felicità negli occhi del più piccolo.
Eren, dal canto suo, si sentì sollevato che almeno Mikasa fosse viva.
<Ma non puoi venire con me. Cercherò di farla venire qui.>
Gli disse, l'altro sembrava sul punto di controbattere e lo fece.
Non poteva lasciare che fosse l'altro a salvare sua sorella, era un compito che aspettava a lui. Ne valeva del suo onore di nativo americano.
<No. Vengo anche io. Devo vedere con i miei occhi che lei è viva e respira.> Gli disse, mettendo in gioco la sua diffidenza nei confronti dei due uomini.
Il corvino fece un sospiro pesante, incrociando le braccia al petto.<ti ho già detto che non posso rischiare la pelle per un moccioso.>
<È mia sorella. Me ne frego del tuo orgoglio.>
Disse il castano, alzando un po' la voce. Non poteva impedirgli quello.
<Non è del mio orgoglio che sto parlando. Petra...> Rimase in sospeso la frase. Avrebbe voluto dire al ragazzo della situazione con la donna, oppure doveva stare in silenzio ?
<Petra ?> Intervenne il giovane con il sopracciglio inclinato, in attesa che l'altro terminasse di parlare.
<Petra non deve sapere nulla.>
Non doveva proprio sapere nulla. Sarebbe saltato tutta la sua copertura che aveva impiegato anni a crearla.
<Dammi almeno un motivo valido. Lei sembra essere apposto.>
Questa volta il giovane storse il naso, quella che a lui sembrava una menzogna in realtà era solo la verità.
<Ascoltami bene. Lei non sa che questa è una copertura. Non siamo nemmeno realmente sposati, lei si vede con un altro uomo e se venisse a scoprire tutto questo il sarei impiccato, probabilmente e voi uccisi. Quindi, fai come ti dico e stattene buono almeno per un altro poco.>

Eren rimase immobile a quelle sue parole. Erano state troppe informazioni dette in una sola volta e Levi che invece voleva mantenere ancora per un po' con lui quella buona facciata da bravo marito.
Scosse la testa e fece un respiro profondo. Doveva concentrarsi, se quello che gli aveva detto Levi fosse vero allora gli toccava fare davvero come diceva lui.
<Va bene. Aspetterò.>
Sussurrò infine, mettendosi seduto sul bordo del letto. Levi, da parte sua, si sentì sollevato come se si fosse tolto un grosso peso che gravava sulle sue spalle.
<Allora domani mattina andrò da Erwin e cercherò di portarti qui tua sorella.>

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