IV

La stanza dove alloggiava era ben allestita, non poteva lamentarsi di quel letto che era diverso e più comodo da quello in cui dormiva nel suo villaggio o sulla quale si trovava quando era stato rinchiuso nella stanza. Petra gli aveva garantito una pomata per le vesciche ai piedi e dei vestiti puliti,aveva lasciato tutto sul letto poi era andata via.
Era davvero una donna molto gentile e doveva ritenersi fortunato ad aver trovato una persona che accogliesse  uno schiavo in quel modo, nessuno lo permetteva.
In genere era vietato, siccome erano costretti ai lavori forzati la maggior parte di loro.
Si lavò, passando la spugna sulla pelle sporca. L'acqua era profumata e calda. Non era una vasca di lusso come quella dei grandi signori, siccome era una bacinella piena di acqua e sapone, ma non poteva nemmeno lamentarsi.
Finito il bagno, si tirò su e prese un asciugamano per avvolgerselo intorno al corpo. Davanti a sé vi era uno specchio; non era un tipo narcisista, in genere gli era capitato ben poche volte di osservare la sua immagine riflessa su di un fiume mentre passeggiava nei boschi nelle estati precedenti.
I suoi capelli si erano allungati di molto, gli arrivavano fin quasi alle spalle, la pelle era un po' più pallida del solito e nemmeno se n'era accorto. Gli ultimi eventi erano stati davvero catastrofici per lui.
Fece un sospiro rassegnato, poi si andò a vestire; era una divisa composta da una camicia di lino bianco e dei pantaloni più scuri dello stesso materiale, comodo per la calura di quel giorno.
Non appena ebbe finito, si mise seduto sul bordo del letto e osservò il vuoto, ripensando a tutto ciò che era successo in quelle ventiquattro ore: si trovava nella casa di un suo nemico, probabilmente uno che gli aveva ammazzato entrambi i familiari  e teneva imprigionata Mikasa, lui poteva fare di tutto, avrebbe potuto aggredirli  durante la notte. No, non poteva fare delle mosse troppo avventate, doveva studiare il suo nemico, sapere quali fossero i suoi punti deboli e quelli di forza, magari la sua donna avrebbe potuto lasciarla andare. No, non ci dovevano essere dei testimoni  quindi doveva ammazzare anche lei. Ma il problema era come e in quale momento avrebbe potuto farlo.
Il suo flusso di coscienza venne bloccato da qualcuno che stava bussando alla porta, la voce di Petra lo chiamò e aveva bisogno del suo aiuto. Il ragazzo si alzò, magari avrebbe pensato a dopo un piano per sfuggire a tutto ciò, avrebbe pensato a come ammazzare entrambi dopo averli studiati un po'.
Uscì dalla stanza, Petra gli aveva riferito che Levi aveva bisogno di aiuto nel fienile, dove avevano le bestie, non gli spiegò di cosa avesse bisogno ma lui andò lo stesso. Trovò lì l'uomo con una pala in mano, gliela lanciò  e lui la prese al volo:《 spala la merda delle vacche, questa è  la tua prima mansione. Poi raccogli il latte delle capre e le uova delle galline. In giardino ci sono anche delle erbacce da togliere. Fallo bene ed entro  mezzogiorno che la governante ha bisogno di aiuto per sistemare i piatti a tavola prima di pranzo.》
Disse il corvino e solo in quel momento che gli stava faccia e faccia Eren si accorse di quanto fosse basso, ma il solo suo sguardo era abbastanza da fargli accapponare la pelle. Non sapeva ben dire se in senso positivo o negativo,  ma la sua postura e  il modo di guardare gli altri con aria di sufficienza, facevano passare la sua statura in secondo piano. L'uomo se ne andò dopo aver parlato, lasciandolo lì con le sue mansioni da fare.

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