22||respect us

"Si capisce che si è innamorati di una persona quando si è disposti a fare qualsiasi cosa per lei"

Amber tornó in sala prove suscitando varie domande da parte dei suoi amici: "dove hai trovato quella chitarra?!"
"È bellissima, sembra te la sia portata da casa!"
"Perché hai un sorriso da ebete stampato in faccia?"

In effetti era così, era veramente felice. Anche il solo pensare al ragazzo moro le migliorava la giornata. Quei suoi bellissimi occhi, il suo sorriso... È il suo nome pronunciato da lui le facevano andare in tilt il cervello.

Da un lato non capiva il suo cambiamento radicale. Se prima era impulsivo e violento ora era dolce e timido. Forse era solo bipolare, probabile.

Marzia stava provando le note basse e dei vibrati, le lunghe dita scivolavano lungo il collo dello strumento, stringendo e premendo a volte le corde. Appena le pizzicava ritraeva subito il dito per passare alla nota successiva.

Amber si stava schiarendo la voce e provava qualche scala con lo strumento a corde.

-Quindi sicura che verrà Lorenzo per il piano?-
La bionda annuì -Mh, almeno spero, sai con lui non sono mai sicura di nulla.- sospiró. Era vero.

Ad un tratto sentì due braccia stringerla da dietro e appena si voltó sorrise bel vedere un timido ghigno sulla faccia del moro.

-Ma compare tipo Udinì?- Marzia ridacchió e Amber le fece la linguaccia.

-Donna di poca fede- inizió lui -mai dubitare del sottoscritto.- e sorrise, unendo le loro labbra in un bacio dolce.
-Devo lasciarvi soli?- Marzia in queste situazioni si sentiva il terzo incomodo anche se per nulla al mondo sarebbe voluta stare al posto loro.
-No, in realtà- Lorenzo si staccó e si incamminó verso il pianoforte, Gine e Gab erano improvvisamene spariti.
-Volevo solo fare qualche prova con il pianoforte, per vedere quanto siamo messi male da uno a dieci- e gli rivolse un'occhiata -ma sbaglio o gli manca qualche tasto?-

Le ragazze ridacchiarono.
-Dai, fai una magia- disse Amber -fallo suonare-
-Ma funziona- affermó lui, sedendosi -solo che mancano un botto di tasti- sospiró lui assumendo un'espressione pensierosa.

Si riscosse solo quando avvertì due mani che stavano scivolando verso il basso e venne scosso da un brivido quando avvertì due labbra soffici contro il suo collo. Infine Amber posó la testa sulla sua spalla, lasciandogli un bacio a stampo sulla guancia.
Squadrò il pianoforte e allungó una mano per poi premere i sei tasti della musica "Per Elisa". Non ricordandosi più come andare avanti il moro poggió una mano sulla sua allungato le dita ossute sui toni alti e una mano sui toni bassi, andando avanti con la composizione. Continuó finchè non la terminó dopo averla suonata senza interrompersi.

-Visto che ci riesci?- Amber si sedette accanto a lui imbracciando la chitarra e prendendo a suonare la stessa musica ma con la chitarra.
Si unì Lorenzo accompagnandola con il piano è in seguito Marzia con il violoncello, facendo i bassi che i primi due strumenti non riuscivano a fare.

Furono interrotti bruscamente da un sibilo elettronico e da un "prova, prova" proveniente dalla stanza adiacente alla sala prove.

Probabilmente avevano sistemato il palco.

-Ragazzi, è ora.-

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-Bella regà!- Eminem si fece sentire con la sua voce profonda dal microfono e il suo saluto rimbombó per le casse sonorizzate, facendo andare in visibilio la folla di ragazzi.

-Benvenuti a questo evento! Durante queste quattro ore si esibiranno tutti i ragazzi capaci di far uscire un qualcosa di piacevole da un qualsiasi strumento musicale, o dalla propria gola.-

Amber strinse la mano di Lorenzo, era in ansia.

Che cosa strana, non le capitava mai.

Si complimentó mentalmente per fare dell'ironia si se stessa, era impazzita completamente. Si rilassó sentendo delle dita ossute intricarsi fra le sue e un respira caldo sulla sua spalla.

-Ansiosa?- le domandò lui mentre Marshall accoglieva il primo musicista.
-E se qualcosa andasse male?- la bionda giró la testa per incontrare i suoi occhi.
-Andrà tutto bene, Amber- qua frase era stata detta con un tono fermo, ma sembrava non riferirsi solo a quel dato evento. Sembrava qualcosa di più.

Amber decise di aprire un discorso a parte per smorzare l'aria pesante che si era creata. Lorenzo era in grado di essere vicino ad una persona ma allo stesso tempo lontano, a volte il silenzio poteva essere una barriera inespugnabile.

-Sai che i miei nonni hanno una fattoria?-
-Si?-
-Già. Quando non so dove andare mi facevo portare da loro. Sono così tranquilli, così pacati... Ti ascoltano sempre-
-Vorrei conoscerli-

La coppia emise una smorfia di dolore nel sentire una nota stridula di un partecipante.

-Farebbe piacere anche a me. Poi là c'è la campagna, è un luogo di pace ancora non toccato dall'essere umano- sospiró.
-Ti piacciono gli animali?- chiese la bionda al moro.
-Se non ti sbranano posso anche andarci d'accordo.- fece lui sorridendo sereno con un'alzata di spalle. -Hai un preferito alla fattoria?-
-Bhe ne ho più preferiti: un Golden Retriever di nome Emily, un gatto Persiano di nome Lily e un colombo chiamato Zefiro-
-Un colombo?-
-Si, un colombo. L'ho addestrato- si autocomplimentó lei.

-Bene bene, molto bene- Il ragazzo biondo si passó una mano sulla fronte perlata di sudore -ora tocca al gruppo numero 83-

-Cazzo, siamo i prossimi- Marzia prese a stringersi le mani al petto, anche lei era tesa.

Dopo quello che sembró una melodia interminabile eseguita da un violino elettrico finalmente fu chiamato il gruppo 84, l'ultimo della serata.

Mentre salì sul palco potè notare molti sguardi rivolti a Lorenzo, alcuni di odio e disprezzo, altri di timore. Il moro intanto aveva abbassato lo sguardo e aveva riposto le mani dentro le tasche, vergognoso.

Amber provó un moto disprezzo vedendo quella scena.

-Fatelo scendere dal palco, quello ci ammazza tutti!-

Questa voce rimbombó per tutta la sala e fu accolta con dei cenni di assenso.

Questo era troppo.

Amber era consapevole di essere invidiata da molte ragazze e bramata da molti ragazzi per la sua forma fisica, nonostante lei ci tenesse a non mostrarsi in giro.

In quel momento quello di cui si era vergognata durante tutta la sua vita le stava tornando utile.

Si levò la giacca in pelle nera e la gettó a terra, levandosi anche la canottiera bianca e restando in un corpetto aderente nero con una zip in metallo davanti. Il tutto fu accompagnato da dei commenti poco gentili dalle ragazze e da dei sospiri bramosi maschili.

Amber guardó la folla in modo terribile, con uno dei suoi sguardi più truci e attiró Lorenzo verso di se (che intanto era rimasto a guardare la scena immobile).

Si alzó sulle punte e lo bació in bocca, sul palco davanti a tutti. Lorenzo da parte sua diventó più rosso di un peperone, tutti i globuli rossi del suo sangue erano stati trasferiti sulla sua faccia. Quel gesto era un gesto liberatorio, di ribellione e di dolcezza.

Si staccó e lo guardó negli occhi, prima di sorridere e di far sorridere anche lui.

Si al microfono, imbracciando la chitarra mentre il ragazzo si sedeva con ancora un sorriso da ebete stampato in faccia.

Marzia sorrise dolcemente alla scena appena vista e si sedette davanti al violoncello, impugnandolo e reggendo l'archetto in posizione iniziale.

Anche Lorenzo pose le lunghe dita sui tasti dei pianoforte e rivolse uno sguardo ad Amber, così come fece Marzia.

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