13||events

"Il fatto è che non sempre chi resta in silenzio non ha nulla da dire; spesso il silenzio non è per gli innocenti"

Dopo la storia dei rapinatori tutto il riformatorio si era scosso, iniziando a dubitare della sicurezza dell'edificio. In un momento delicato come quello, ovvero il dover ospitare un pluriomicida per volere di un giudice tutta l'attenzione della città era rivolta a quel riformatorio.

-Avete sentito la notizia? Si stanno mobilitando tutti per il fatto dei tre tipi in nero- Marzia poggiò sul tavolo della cucina di Amber tre giornali che parlavo tutti di quell'edificio cadente.
-Già- Gabriele portò alle labbra la tazza fumante del the precedentemente preparato da Ginette, la rossa aveva portato degli infusi speciali da casa -io ho sentito che vorrebbero organizzare un evento-
-A proposito di cosa?- Si interessò Amber, impegnata a legarsi i lunghi capelli color sabbia dalle punte bianche in una crocchia.
-Sembra che l'azione dei tre abbia mobilitato un po' tutti e quindi vorrebbero protestare contro la scarsa sicurezza del riformatorio- Marzia rispose alla domanda di Amber mentre teneva in mano il giornale.
-La "scarsa sicurezza"?! Ma se ci sono più telecamere qui che una candid camera!- Ginette allargò le braccia per far sembrare la cosa ovvia.
-Ci manca solo che ne mettano anche nei bagni pubblici- Amber poggiò la schiena contro lo schienale della sedia traballante e prese a bere dalla sua tazza. Un'esclamazione di Marzia le fece andare la bevanda di traverso.
-Non ci crederò mai!- esclamò infatti la castana, spalancando la bocca.
-Cosa?- si interessò Ginette portando la zuccheriera nel piccolo angolo cottura.

Marzia accavallò le lunghe gambe e prese a leggere un articolo sul quotidiano che le sue dita affusolate reggevano di fronte a lei. -"Il caso dei tre ragazzi resi sconosciuti tramite i passamontagna neri che hanno fatto irruzione nel riformatorio dell'ala nord del paese ha scatenato mezza europa. I tre ragazzi, poco più che maggiorenni, avrebbero sparato dei colpi a vuoto per poi fare irruzione all'interno dell'edificio. In seguito avrebbero preso degli ostaggi, resi liberi da cause sconosciute"- Amber interruppe Marzia.
-Una delle "cause sconosciute" si è anche beccata una pallottola di striscio- la bionda roteò gli occhi.
-Amber- Ginette poggiò una mano sulla piccola spalla della ragazza -non te la prendere. Sicuramente la polizia avrà omesso la parte dove una ragazza e un pluriomicida li hanno scacciati e hanno salvato gli ostaggi.-
-Il bello è che- Gabriele si intromise, incrociando le braccia -ci sarebbero anche i filmati della sicurezza dell'aula magna, perché non utilizzare quelli?-
-Perché si creerebbero troppe discussioni e troppi quesiti. I giornalisti si farebbero strada tramite delle domande le quali risposte la polizia non vuole dare- Amber finì la sua tisana e la poggiò sul tavolo di legno.
-Amber... Vuoi dire che la polizia...- Gabriele fece cenno di abbassare il tono della voce a Ginette. -quindi la polizia ci sta mentendo?-
-Riguardo alla storia di Lorenzo ha mentito. Me lo hanno detto gli psicologi che lo curano.-
-Ragazzi, fatemi finire- si intromise Marzia richiamando l'attenzione dei tre.

-"La notizia è giunta anche all'estero, dove il famoso cantante Eminem ha rilasciato un commento <Sono stanco di vedere posti come un riformatorio messi in pericolo da cause futili come queste. Il riformatorio è un posto dove un ragazzo cerca di ricominciare una nuova vita che sia più luminosa, proficua e legale della precedente. Andrò io stesso in quel riformatorio. Basta eventi falsi e inutili. Questo evento raccoglierà i giovani talenti che quell'edificio contiene e li farà liberare, così vedrete se parlare a vanvera o se interrogarvi sul fatto che in posti come quelli non ci sono solo delinquenti o gente falsa, ma anche persone pronte per una nuova vita. Pubblicherò sul mio account facebook tutte le direttive per l'evento, un grande concerto dove tutti si potranno esibire.>"-

Tutti spalancarono la bocca, tentando di capire se Marzia avesse parlato tanto per fare o se avesse detto notizie vere. Ma dalla sua mascella aperta in un sorriso ed i suoi occhi spalancati non c'era ombra di dubbio.

-Cazzo- Gabriele si lasciò andare in un sillogismo francese.
-Cazzo è la parola giusta- Ginette rincarò la dose.
-Oh mio Dio- Amber piegò la bocca in un sorriso e si mise le mani nei capelli -Conosceremo Eminem!- Gabriele fermò il suo entusiasmo.
-Frena frena un attimo. Per andargli vicino dovresti saper suonare qualcosa, secondo me.-
-Io suono il violoncello- Marzia alzò la mano e tutti alzammo un sopracciglio. -non fate quelle facce, in quella casa c'era anche un palco scenico e per saltare alcune notti mi esibivo... Non giudicatemi.- fece lei con voce piccola.
-Tranquilla Marzia, qui nessuno ti giudica o mai ti giudicherà- la consolò Amber, suscitando il suo solito sorriso sbilenco. -Io canto e suono la chitarra- aggiunse la bionda girandosi verso il gruppo.
-Uh-Uh! Io suono il pianoforte!- Ginette sembrò felice, ma la stessa cosa non si poteva dire di Gabriele, il quale aveva sulla faccia una faccia annoiata.
-Che hai Gab?- Ginette gli si avvicinò, provocando un arrossamento sulle goti del ragazzo biondo-castano.
-Io non suono niente e vorrei lo stesso conoscere Marshall.- si lamentò lui.
-Ci farai da accompagnatore- ridacchiò Marzia, appoggiando il giornale sul tavolo.
-Gab- lo richiamò Amber -ma tu non sei bravo con il computer?-
-Certo, gli mostro come si hackera un sito, o come ritagliare i bordi di una foto, yee- fece lui con finto entusiasmo.
-Non intendevo questo, potresti farci da fonico, insomma potresti occuparti di far funzionare le casse o gli strumenti- la bionda fece illuminare il volto del ragazzo.
-Hai ragione... Amber sei un genio!- per riflesso incondizionato Gabriele abbracciò Ginette, stringendola forte a sé, facendo diventare il volto della ragazza dello stesso colore dei suoi capelli.

Amber era contenta, finalmente aveva un obbiettivo, un pensiero fisso oltre a quello di Lorenzo. La sua attenzione fu attirata da un articolo di un giornale che nessuno aveva aperto, dove parlava di un'altro evento.
-Ragazzi- attirò l'attenzione del gruppo -non credo sua finita- disse prendendo in mano il foglio di carta, iniziando a leggere la notizia.

-"La notizia dell'irruzione al riformatorio da parte di tre ragazzi con un passamontagna nero sta facendo il giro del mondo, ecco un commento del sindaco <Quello che è successo ieri è una cosa inaccettabile. Crediamo che gli aggressori siano ragazzi influenzati dalla troppa violenza, dovuta ai videogames>"- si sentì un sonoro sbuffò da parte di Gab.
-Ceeerto tutta colpa dei videogiochi. Credeteci- incrociò le braccia e si passò una mano fra i capelli, rimettendo a posto un ciuffo ribelle.
-"<Tuttavia pensiamo di calmare gli animi dei giovani trattenuti all'interno del riformatorio tramite una visita della scuola elementare a pochi passi dalla costruzione. L'incontro avverrà il 22 del mese prossimo. Una settimana prima del fatidico evento indetto dal cantante statunitense, Eminem. I bambini incontreranno i ragazzi più calmi, quelli con una condotta più esemplare. Chi avrà una condotta peggiore delle aspettative li incontrerà lo stesso, con le manette. Dobbiamo far imparare a questi giovani che il mondo non gira attorno a loro.>"-

-Che cosa?!- Ginette commentò il fatto -ma sono completamente impazziti?!-
-Io odio i bambini- commentò con uno sbuffo Gabriele.
-Ma tu manco sei un paziente, non li devi incontrare-
-Io adoro i bambini!- a Marzia si illuminarono gli occhi e prese un cuscino dal divanetto di Amber -li spiazzerei giorno e notte!- e prese ad abbracciare il cuscino, simulando sia un bambino.
-A me non fanno ne caldo ne freddo, ovvero: se stanno zitti, bene, se rompono impareranno a volare molto presto- mormorò Ginette, attorcigliando una ciocca rossa al suo dito.

Ad Amber si riempì il cuore, aveva di cosa nutrire i propri pensieri.

Almeno per quella notte, i suoi demoni se ne saranno stati buoni e zitti, rimpinzati dai fitti pensieri riguardanti gli eventi.

Avrebbe provato un silenzio che ogni ragazzo dovrebbe provare, derivante dal fatto di essere in pace con sé stesso.

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