Capitolo 3

Sono andato a trovare Evangeline.
Mi sentivo in dovere di portale almeno un fiore, dopo quello che è successo, probabilmente a causa mia.
È più serena, ma sembra drogata, l'hanno imbottita di tranquillanti.
I suoi genitori sono abbastanza scossi, avendo ricevuto la notizia che loro figlia soffre di una grave forma di epilessia.
Io non ci crederò mai.
Quelle contorsioni, non sono certo frutto di una povera epilessica.
Mi sento una persona orribile.
Josh mi ha chiamato in preda ad una specie di crisi isterica.
Mi ha detto di essere rientrato in casa e di aver trovato sangue che portava in bagno.
È entrato e ha trovata sua madre sgozzata nella vasca.
Ha chiamato subito il 911, ma ha sentito la porta aprirsi poco dopo, e sua madre è comparsa viva e vegeta, chiedendogli abbastanza spaventata, cosa avesse visto.
È andato in bagno a controllare ma non c'era più nulla.
L'ho rassicurato e gli ho detto che più tardi sarei andato da lui.
Prima di uscire dalla stanza d'ospedale Evangeline mi ha fatto segno con la mano di avvicinarmi.
Sorrideva con un ghigno di chi non ragiona più con la propria testa.
Un miscuglio fra drogata e posseduta.
Mi sono avvicinato e mi ha mostrato il braccio.
Sul polso destro aveva una cicatrice.
Una stella.
L'ho guardata negli occhi e lei ha iniziato a ridere incessantemente.
Sono corso via e sono andato da Jessie.
In lacrime mi ha detto di aver trovato il suo gatto morto in giardino, sgozzato, la sua zampa destra era stata amputata.
Cosa sta succedendo?!
Mi sento scoppiare la testa, questa situazione è surreale.
Non sono riuscito a passare da Josh, ma gli ho promesso che domani avremo parlato con calma, e che troveremo una spiegazione a tutto questo.
Sono andato a letto, e ho fatto di nuovo quello strano sogno del bosco.
Questa volta mi sentivo ansioso e spaventato.
Camminavo a passo veloce, come se qualcuno mi stesse inseguendo.
La strada non finiva mai.
Poi mi sono svegliato.

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