Capitolo 15

Ho preso David e mi sono chiusa in camera da letto.
Mi sono accucciata in un angolo con il mio piccolo fra le braccia e ho pianto.
Può fare di tutto a me, ma non può toccare un bambino, il mio.
Chiamo la nonna, in lacrime, lei mi rassicura e mi dice che potrei riuscire a sbarazzarmi di Kevin benedicendo David.
Questo non lo scaccerà via una volta per tutte, ma lascerà in pace David.
Lo porto da lei, e la trovo a casa con tutta una serie di crocifissi, statuine e acque sante o quant'altro.
Mi abbraccia, e prende delicatamente David, poggiandolo su una culla bianca, ed iniziando a pregare.
Mi dice di unirmi a lei, così le porgo la mano e prego.
In quel momento metto da parte il mio orgoglio, atea o di qualsiasi altra religione, ormai non conta più nulla.
Farò di tutto per salvare il mio bambino da quel mostro.
Poi David scoppia in un bagno di lacrime, strilla e si dibatte.
La nonna lo ignora, continuando a pregare, io smetto, mi giro e vedo un'ombra.
Si avvicina verso la culla.
Mi dirigo verso di essa, ma la nonna mi stringe la mano, e mi blocca.
Io chiudo gli occhi, cercando di ignorare il mio bambino che piange, continuando a pregare, in un pianto soffocato.
Apro gli occhi e vedo Kevin, ha le mani in testa e urla, sembra soffrire.
La nonna si fà avanti, gridando "TORNA ALL'INFERNO, DEMONE".
Kevin urla, ed è come se il terreno lo inghiottisse.
Penso che sia tutto finito.
Tutto finito.

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