Quando il dolore porta a gesti estremi (Riflessioni #4)

Salve a tutti cari lettori, qui è crazygiulia, su Wattpad giulia0494. Sono anche un'utente di EFP, dove mi chiamo crazy lion.

Innanzitutto, ringrazio Demoni di EFP per avermi accolta come collaboratrice del blog. Ne sono onorata!

Oggi parlerò di un argomento che mi sta a cuore e che, purtroppo, mi tocca molto da vicino: il suicidio.

Questa è, purtroppo, la terza causa di morte tra i giovani. L'ho letto da qualche parte, ma non è ciò che mi interessa benché, comunque, tale dato sia drammatico. Quel che conta davvero è che è una tragedia che colpisce tante persone e che lascia chi resta pieno di dolore e domande. Avendo perso un'amica a causa del suicidio, posso dire che ogni lutto è complicato da superare (ne ho subiti tanti in pochissimi anni), in quanto ti rimane una domanda in testa:

"Perché?"

Un quesito che non smetterò mai di pormi. E avendo avuto anch'io brutti pensieri, posso affermare con sicurezza di riuscire davvero a capire cosa si prova quando si è sull'orlo della disperazione e non ce la si fa più. Arriva un momento in cui, per vari motivi, una persona pensa di non riuscire più a vivere, o che la vita non valga la pena di essere vissuta. La sua speranza si indebolisce piano piano, spegnendosi lentamente come una fiamma sempre più debole finché di essa non resta più nulla. E, non vedendo altro che buio attorno a sé, lui o lei decide di togliersi la vita che gli/le è stata donata. Che crediate in Dio o no, la vita è pur sempre un dono. Certo non è facile, ad alcuni dà tanti dolori e difficoltà.

La cosa che mi fa incazzare, in alcune storie, è il modo superficiale e irrispettoso in cui questo tema viene trattato. Non sono spiegati nemmeno troppo a fondo i motivi che portano una persona a un tale stato di sofferenza e che poi culmina in un gesto estremo, la psicologia del personaggio non è analizzata bene (o per nulla) come invece deve assolutamente essere fatto. Oppure viene scritto che il protagonista, ascoltando una canzone, si ferma e non si toglie la vita. No! Una canzone, per quanto bella e profonda, non salva. Se qualcuno è davvero convinto di volerla fare finita lo fa e basta. Le canzoni possono aiutare in momenti di crisi, possono anche far ragionare, cambiare per un po' lo stato d'animo di chi le ascolta, migliorargli la giornata, ma non fino a quel punto.

Dopo il suicidio di una persona cara si rimane scioccati, sconvolti, invece spesso in queste storie o tutti vanno avanti dopo un po' di tempo, oppure solo qualcuno (magari il migliore amico del/della protagonista, che era l'unico che cercava di aiutarlo/a) sta male e soffre in silenzio. Ma come cavolo è possibile che la gente vada avanti come se niente fosse dopo una cosa del genere? Ve lo dico io che ci sono passata: non è umanamente possibile. Ognuno ha il proprio modo di reagire al dolore e questo è giustissimo. C'è chi piange, chi urla, chi prende a pugni le cose, chi invece ci mette un po' per realizzare quanto successo. Ma nessuno che ha perso qualcuno di caro (un amico, un fidanzato, un parente) rimane impassibile di fronte a un fatto tale. Nessuna persona con un cuore, che conosceva quello/a sfortunato/a che si è tolto la vita non fa vedere la sua sofferenza in un modo o nell'altro. Nessuno riprende la propria vita di prima come se niente fosse stato. Ci vogliono mesi, se non anni per farlo, per liberarsi dal senso di colpa che si prova ("Avrei potuto fare qualcosa, aiutarlo di più") ...

Ma c'è un'altra domanda che tanti si pongono, dopo un suicidio:

"Perché l'ha fatto?"

I motivi possono essere tanti.

Mi sono consultata con Demoni di EFP e fanwriter91 ha proposto di aggiungere delle osservazioni che trovo estremamente interessanti a questo proposito. Le metterò in corsivo per differenziarle dal resto del testo.

1) Senso di inadeguatezza. La vittima viene convinta, con parole o fatti, di essere un errore, di essere sbagliata, del fatto che nella società non ci sia posto per lei. Questa condizione implica una totale mancanza di aspettative positive per il futuro. In questa categoria di certo rientra almeno una parte dei suicidi di persone omosessuali.

2) Vergogna. Ci sono stati casi di studenti universitari che, per paura di deludere i genitori, a cui avevano mentito sull'andamento degli esami, hanno preferito togliersi la vita.

3) Incapacità di sopportazione. Questa è diversa dal suicidio per senso di inadeguatezza, perché chi ti danneggia non ti fa sentire sbagliato, ti fa sentire circondato da gente che continuerà a perseguitarti.

Poi ci sono i casi di pazzia (ad esempio, un amante che uccide la compagna e poi si suicida), ma sono a parte.

Io posso dire che anche la depressione, causata da problemi in famiglia o altre gravi difficoltà, può portare al suicidio. È una gran brutta malattia. Pensate, viene anche chiamata "cancro dell'anima".

Ora vorrei soffermarmi su un altro tema collegato a questo: il tentato suicidio. Fortunatamente, alcune persone si salvano e ce la fanno grazie ai medici, o anche solo perché capiscono che stavano commettendo un errore, o che c'era ancora qualcosa per cui lottare e quindi si fermano.

In alcune storie ho visto questo tema trattato con leggerezza. Dopo un tentativo di suicidio, i medici salvano il paziente, se è in pericolo di vita - e qui bisogna informarsi molto bene a riguardo a seconda del tipo di tentativo di suicidio (ingestione di farmaci? Taglio delle vene?) e sulle procedure da seguire. Non serve descriverle nel dettaglio, basta qualche riga per spiegare a quella famiglia, distrutta e in attesa di notizie, cosa si andrà a fare. Dopodiché, quando la persona sta meglio, i dottori la fanno parlare con uno psicologo/psichiatra o la trasferiscono in psichiatria dove rimane per giorni o settimane. Nelle fanfiction che ho letto non solo mancava qualsiasi tipo di spiegazione o di rassicurazione ai familiari, ma una volta ristabilita la persona tornava a casa con la famiglia. Certo, i familiari possono aiutare moltissimo. Ma non è abbastanza. Serve l'aiuto di una figura professionale, competente, che sia di ulteriore supporto e magari non solo per l'aspirante suicida ma anche per la famiglia stessa, gli amici, il fidanzato o la fidanzata, se il/la protagonista ce l'ha. Sono tutte persone che rimangono inevitabilmente colpite dall'accaduto.

Se non si riescono ad affrontare tutte (o le più salienti) sedute psicologiche (capisco che non sia facile), si potrebbe scrivere che l'aspirante suicida va da uno psicologo e poi lui, in varie situazioni, ricorda ciò che quel professionista gli ha detto e questo gli dà una gran mano a riprendersi anche se poi, ovvio, tutti possono aiutarlo; ma la forza deve venire da dentro, da lui, anche se è dura. E anche questo è interessante: parlare della psicologia del personaggio per far capire che, attraverso un'evoluzione, se vogliamo chiamarla così, riesce a comprendere che deve vivere non solo per gli altri ma anche per se stesso, perché lui vale e che non è affatto sbagliato. Riporto alcune cose che mi ha riferito la mia psicologa, anche se in un altro contesto un po' diverso, che comunque calzano a pennello.

"Concentrati sul presente, quando stai male. Ascolta i rumori e le voci che ti circondano, annusa il profumo dell'aria, goditi la sensazione del vento tra i capelli, del sole sul viso o della pioggia che batte contro i vetri. Oppure chiama qualcuno, parlagli e digli come ti senti. In questo modo non sarai da sola nel tuo dolore."

Credetemi, la prima volta sembra una stupidaggine, ma non lo è. L'ho provato su me stessa. La prima volta non è cambiato niente, ma nel tempo sì. Ascoltare il presente, ciò che abbiamo intorno, aiuta a non vivere sempre di ricordi e di passato e a stare meglio. Ecco, basterebbero anche solo cose del genere per rendere lo scritto migliore, per dargli profondità e valore.

Comunque, purtroppo spesso tutto ciò non avviene nelle fanfiction. Ed è brutta, come cosa. Trattare tematiche delicate come queste va benissimo ed è anche una cosa molto bella, ma se fatta bene e con maturità e consapevolezza.

Mi ripeto e insisto ma non capisco, perché cazzo la gente che scrive queste storielle superficiali non si documenta per fare un lavoro migliore? Soprattutto, dovrebbe farlo anche per una questione di rispetto per chi queste cose le vive sul serio. Perché non legge articoli di psicologia o testimonianze di persone che hanno tentato di uccidersi? Potrebbero essere di grande, grandissimo aiuto! Ci sono storie bellissime che trattano questi temi con tatto e sensibilità, per fortuna. Ma ce ne sono altre, con le quali sono veramente incazzata, che non lo fanno. Non hanno rispetto per la sofferenza altrui. Ovviamente sto parlando in generale, non mi riferisco a nessuna fic in particolare.

Infine, vorrei dire una cosa a chi scrive le fanfic che ho criticato: vi prego, vi supplico autrici, autori, mentre scrivete, provate a mettervi nei panni della vostra protagonista perché è questo che deve fare un bravo scrittore, essere empatico. Pensate a come si sente lei e trasportate in voi i suoi sentimenti mentre scrivete. Documentatevi. Non abbiate paura di farlo. Informatevi tanto, tanto, tantissimo! Più lo farete meglio sarà. E soprattutto, portate rispetto per chi soffre.

crazygiulia

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