Prologo
Lo aveva fatto? Lo aveva davvero fatto?
Una leggera brezza notturna scompigliava i suoi capelli mentre stringeva la sigaretta con le sue mani tremanti. Perché era arrivato a fare ciò? Perché proprio sua figlia?
Era un vigliacco, ecco la verità. Era sempre stato un egoista, ma arrivare fino a quel punto... era finita, finita.
Amava il suo lavoro, aveva sempre aspirato a quel posto da dirigente, era diventata una vera ossessione. Era stato un dipendente modello per tutti quegli anni, aveva chiuso contratti su contratti, ma i piani alti a chi avevano dato quella carica? Al nipote di uno degli azionari, viva la meritocrazia!
Aspirò dalla sigaretta, sbuffando una nuvola di fumo. Aveva bisogno di quel posto, come biasimarlo, poi non poteva farsi umiliare dal quel novellino.
Per prendersi quello che gli spettava, aveva chiesto un piccolo aiuto, solo un piccolo aiuto. Ma sua figlia? Cosa c'entrava la sua bambina in tutta quella merda?
L'aveva sacrificata per il suo ego, ecco come stavano le cose.
Doveva dire, però, che i suoi nuovi amici erano stati impeccabili nella loro parte dell'accordo, quel pivello non lo avrebbe intralciato mai più.
Ma sua figlia? Era davvero il giusto prezzo per quei servigi?
No, non lo era, non lo era per niente.
Non avrebbe mai dovuto formulare quel patto, non riusciva più a guardare negli occhi sua moglie, la sua amata Miriam. Cosa avrebbe pensato di lui?
Il lampione sotto casa si accendeva a intermittenza.
Capì come avrebbe dovuto agire, gli fu tutto chiaro.
Quella notte l'anima di sua figlia sarebbe volata lontano da quel dannato patto e sua moglie non lo avrebbe fermato.
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