✿Unexpected Attention - Douma x Reader✿

In tutta la mia vita, mai avrei pensato di incontrare qualcuno con degli occhi così belli: l'arcobaleno era presente in essi, limpido e surreale, tanto che non era la prima volta che mi perdevo ad osservarli.
Il proprietario di quelle iridi era anch'egli un tipo molto affascinante, ma ogni volta che avevo l'occasione di osservarlo più a fondo, comprendevo che ci fosse qualcosa di diverso, in lui.

Nel suo essere.

Ogni volta che lo incontro, qualcosa all'interno del mio subconscio mi suggerisce che questa non sia una coincidenza, di andare via. Scappare il più lontano possibile da quell'individuo, e questo era a dir poco ridicolo, per me.

Insomma, perché sarei dovuta scappare da lui, se fino ad ora si era sempre dimostrato il miglior compagno che avrei mai potuto desiderare? Inoltre non mi aveva fatto assolutamente nulla, nemmeno un piccolo torto avevo subito da sua parte, per questo mi sembrava decisamente ridicolo il fatto che stessi pensando a cose del genere, seppur inconsciamente.

Credo di essermi innamorata persa di lui sin dalla prima volta che i nostri sguardi si incrociarono, in quel giorno primaverile che ricorderò per tutta la vita. Furono in molti a suggerirmi di allontanarmi da lui, di non fidarmi; cominciarono a farlo non appena si accorsero di quello che stava accadendo tra di noi, che ci stavamo frequentando.

Continuo a non capire le ragioni che li spinsero a dire delle cose del genere. D'altronde, nessuno lo conosceva meglio di quanto lo facessi io, ma rieccolo, quell'allarme che invade i miei pensieri, di nuovo. Pronto a straziarmi con quelle sue paranoie prive di fondamento.

-Mi chiedo come la gente possa sparare certe assurdità a volte, Douma.-































Le giornate scolastiche non erano mai state così noiose.

(T/N) non faceva altro se non osservare fuori dalla finestra, i passeri che svolazzano accanto ad alberi e fiori, rendendo il passare del tempo leggermente più sopportabile. Non poteva negare che si fosse svegliata col piede sbagliato, quella mattina, ma semplicemente perché il suo pensiero era costantemente fisso sull'argomento amore, da giorni orsono oramai, e se ne era così tanto focalizzata da dimenticare tutto quello che la circondava.

Poco gliene importava della verifica di matematica che avrebbe sostenuto il giorno seguente, o del piatto che le avrebbe preparato sua madre quando sarebbe tornata a casa: San Valentino era passato da mesi, era vero, ma continuava a pensare a quanto fosse sfortunata rispetto alle sue coetanee.

Ne aveva sentite delle belle, come ad esempio di ragazze che cambiavano il compagno con la stessa rapidità di quanto ci impiegavano per farsi delle nuove unghie finte. Praticamente sempre. A (T/N) non bastava molto per capire che quelle erano arpie di alto livello, odiate da mezza scuola, e allora perché? Perché lei, che era la persona più tranquilla e gentile del mondo, non aveva ancora avuto la possibilità di intraprendere una relazione?

Pretendeva troppo, forse? Poteva essere considerato troppo chiedere di avere un ragazzo al suo fianco? Non le sembrava di chiedere troppo, tantomeno di ottenere sin da subito il suo futuro marito, ma voleva capire cosa significasse amare, dannazione. Era stufa di dover dare consigli a chiunque e a non riceverne altri in cambio.

L'unica vera amica che la aveva sostenuta da quando aveva memoria, era Nezuko, una delle ragazze più popolari della scuola. E come poteva non esserlo?

Oltre che a possedere un cuore buono come il pane, era la sorella minore di Kamado Tanjiro, lo studente modello a cui tutte le studentesse - tranne lei - sbavavano dietro. E a quanto pare, non solo al povero ragazzo toccava portarsi a casa una marea di lettere d'amore.

Nezuko, che aveva l'armadietto accanto al suo, non vi era giorno che non ricevesse dichiarazioni dai suoi coetanei: se avesse fatto una lettera dei nomi di tutte le persone che le si erano confessate, avrebbe fatto prima a contare quanti fossero gli abitanti del loro quartiere.

A parte questo, però, fortunatamente Nezuko non era una ragazza che si vantava di quelle enormi avance, anzi, molte volte le era capitato di vederla imbarazzata, di sentirle dire che non aveva nulla di speciale.

"Se solo tutti fossero come te, Nezuko... questo mondo sarebbe certamente migliore."

Si ritrovò a pensare, mentre passeggiava fra i corridoi con un paio di quaderni in mano, subito dopo il suono della ricreazione. La mora era troppo modesta e ingenua, per i suoi gusti.

Non appena giunse davanti al suo armadietto, (T/N) non poté fare a meno di sussultare non appena vide che esso era semiaperto.

Era strano, anche perché lei prima di andare in classe, si assicurava sempre che fosse chiuso. Avrebbe dato la colpa a Nezuko, però la ragazza quel giorno non si era presentata a causa dell'influenza, pertanto non poteva essere stata certamente lei.

"È inutile cominciare a farsi paranoie. O sono io che sono più rimbambita del solito, o è qualcuno che ha voluto farmi uno scherzo."

(T/N) sbuffò appena, provando a calmarsi e ad aprire l'armadietto, per ottenere qualche secondo più tardi uno stupore ancor maggiore.

Al suo interno, messo con cura sopra al suo libro di storia, vi era una bustina color panna, seppur non fosse affatto simile alle tipiche lettere d'amore che Nezuko era solita ricevere.

Il suo primo pensiero fu che, chiunque l'avesse messa lì, doveva essersi sbagliato.

Ma come aveva fatto a sbagliarsi, se tutti in quell'istituto conoscevano la posizione dell'armadietto della sua amica?

Forse era stata l'emozione a giocare un brutto scherzo, chi poteva dirlo. Poco le importava, l'unica cosa che la aveva fatta stare male era che per qualche secondo, si era illusa. Si, perché dopo giorni passati a piangere, aveva sperato che un giorno le sue silenziose preghiere sarebbero divenute realtà, che avrebbe finalmente ottenuto il ragazzo dei suoi sogni e che avrebbe ben presto sperimentato il brivido dell'amore. Che idiozia.

Facendosi ugualmente coraggio e lasciandosi sopraffare dalla curiosità, decise comunque di aprire la busta per vedere cosa vi era scritto nella lettera. Si fermò.

Il foglio che aveva tra le mani, per esempio, non era grottescamente colorato di rosa o rosso come le altre lettere. Era semplice e bianco, solo un semplice pezzo di carta qualunque, e la (c/c) si ritrovò con riluttanza a pensare a chiunque potesse essere il mittente. A Nezuko non piaceva quando il denaro veniva speso per cose inutili, specialmente quando quel denaro poteva essere usato in questioni più importanti, quindi (T/N) rimase molto colpita. Solo da questo, Nezuko avrebbe dovuto dare una possibilità a questo ragazzo. Al suo posto, lo avrebbe certamente fatto.

-Ah, ma cosa dico?-

Scosse appena la testa, tornando al suo intento iniziale: leggere il contenuto di quel foglio.












"Mio Eterno Paradiso,

Mi dispiace doverti parlare attraverso una lettera come questa quando dovrei trovare il coraggio di parlare direttamente con te, invece. Non credo di possedere una mentalità molto debole, ma qualcosa in te mi fa diventare poltiglia. Non riesco a pensare a quando mi sei vicina, è ridicolo.
Sei incredibile, il modo in cui lavori e il modo in cui ti rifiuti di arretrare. Ti ammiro moltissimo.

Mi sento un po' imbarazzato nel mettere questa lettera nell'armadietto della tua amica. Ho già visto quanto era pieno il tuo, le lettere di altre persone senza dubbio in lotta per la tua attenzione perché non capisco come nessuno possa guardarti e rimanere attratto. Il mio petto crea un dolore piacevole quando penso a te, a quanto sei bella; è la prima volta che accade.

A volte finisco per non respirare a causa di quanto ti amo. Sei diventata, in pochissimi istanti, il mio eterno paradiso. La tua voce, i tuoi occhi, tutto di te è perfetto.

Mi dispiace di non essermi ancora presentato - ho provato a contattarti per la prima volta e non sono sicuro che abbia davvero funzionato. Sembra che, nonostante quanto io provi ad esserti vicino, ti allontani, o ti mostri disinteressata. Ma va bene, però. So quanti altri ammiratori hai intorno a te e sono pronto a tutto pur di catturare la tua attenzione.

Spero al più presto di tenerti la mano e starti accanto come tanto desidero.

Per favore, dammi una possibilità. Incontriamoci oggi alle 10:25 presso il retro della scuola.


- D"









Instintivamente, (T/N) guardò l'orologio. Erano passati quasi venti minuti dall'orario previsto in quella dichiarazione e dall'inizio della ricreazione. Le dispiaceva moltissimo, per quel ragazzo. Se fosse stata a conoscenza della sua identità, sarebbe andato da lui per riferirgli il motivo per cui Nezuko non si era presentata, che avrebbe tranquillamente potuto riprovare nei giorni successivi.

Perché, diamine, chi non agirebbe in questo modo, dopo aver letto una cosa del genere? In quella dichiarazione scritta, tutto era stato perfetto...

Nezuko era proprio una ragazza fortunata.

Si rigirò la lettera tra le mani tremanti: -Non sapevo però che anche Nezuko avesse un lavoro part-time, non me ne ha mai parlato...-

Il suono della campanella la destò dai suoi pensieri, invitandola a malincuore di tornare in classe. Prima di fare qualunque passò però, ripiegò delicatamente la lettera e se la mise in tasca. Quando sarebbe tornata a casa, si disse, doveva assolutamente chiamare Nezuko.

E fu in quel momento che lo vide.

La prima volta che (T/N) lo vide, temette seriamente di essere stata protagonista di una visione. Si fermò di colpo, incurante degli altri studenti che le passavano accanto o dei richiami dei professori che li incitavano a tornare in classe. Nessun avvertimento, tantomeno il continuo suono della campanella la fece riprendere a camminare e a distaccare gli occhi da quella figura.

Non aveva l'aria di essere un liceale, teneva in mano diverse scatole mentre emetteva di tanto in tanto delle scuse allegre ogni volta che rischiava di scontrarsi accidentalmente con chi gli stava attorno. I suoi capelli erano argentati e particolari, ma la caratteristica che la colpì di quel ragazzo erano le iridi arcobaleno. Com'era possibile che un essere umano possedesse degli occhi del genere?

La sua sola vista colpì (T/N) come un treno merci. Era l'odore dei fiori di loto che germogliavano in una giornata di primavera, era l'odore della frutta appena tagliata in una calda sera d'estate prima di essere servito dalle risate, era l'odore di qualcosa di così buono e così forte che (T/N) aveva il timore di stare per svenire.

-(T/N)! Guarda che la campanella è suonata da un pezzo!-

Era la seconda volta in quella mattinata, che la (c/c) dovette a stento tornare nella realtà, mentre si rendeva conto che Aoi, la rappresentante di classe, aveva appena pronunciato il suo nome con una certa esasperazione, la sua mano era attualmente avvolta attorno al polso di (T/N), stringendola con forza mentre lei continua a rimanere lì come un'idiota per almeno un paio di minuti.

La faccia di (T/N) divenne rosa quando quel ragazzo girò la testa verso di loro, e c'era uno strano bagliore nei suoi occhi - non aveva mai visto qualcosa di più bello, l'arcobaleno che aveva ammirato in svariate giornate di pioggia le pareva fasullo e insignificante, in confronto -, così luminoso che (T/N) dovette girare la testa e interrompere quello scambio di sguardi se non voleva assomigliare ad un pomodoro.

-Aoi.- sussurrò (T/N), e le sue mani erano tremanti mentre afferrava un lembo della divisa scolastica della compagna di classe e guardava in direzione del ragazzo, che tornò alle sue scatole e non le prestò più attenzione: -Guardalo... lui, quel ragazzo... chi è lui?-

-Huh?- Aoi alzò entrambe le sopracciglia, stranita e apparentemente indifferente al modo in cui le mani di (T/N) stavano stringendo disperatamente la sua divisa, mentre la rappresentante socchiudeva gli occhi e guardava nella direzione da cui (T/N) non riusciva a distogliere lo sguardo. Aoi parve illuminarsi all'improvviso: -Oh. Stai parlando di quel ragazzo dagli occhi arcobaleno?-

-Sì...- sospirò (T/N) sognante: -È la prima volta che mi capita di vedere un ragazzo così bello.-

Aoi la fissò, probabilmente non avendola sentita: -Che cosa?-

-Niente.- (T/N) scosse la testa: -Per favore, mi puoi dire se lo conosci? Cioè... se magari ti è già capitato di vederlo?-

Aoi dovette rassegnarsi al fatto che avrebbero saltato i primi minuti della lezione di arte, ma decise di non entrare nell'argomento, per quanto il suo lato responsabile di rappresentante le suggeriva di fare il contrario: -Immaginavo che me lo avresti chiesto. Si chiama Douma, e pare essere in stretto contatto con Kibutsuji Muzan, uno degli uomini più illustri di tutto il Giappone. E non solo.- si fermò e qualcosa come riluttanza fece forma nella sua voce: -È famoso per la sua bellezza, da come puoi aver ben notato, ma si dice che in lui vi sia nascosto qualcosa di tremendamente oscuro. Sono in molti a stargli alla larga, e oltretutto non ho la più pallida idea del motivo per cui uno del suo rango possa essere qui.-

(T/N) era rimasta in completo silenzio, un sorriso le comparì sulle labbra. Aoi sospirò frustrata: non l'aveva minimamente ascoltata.

"Douma... è un nome bellissimo." sussurrò la sua mente, non appena si decise finalmente di seguire Aoi e tornare in classe, incurante della sgridata che la professoressa avrebbe dato loro.

Non accorgendosi dello sguardo insistente che qualcuno le stava rivolgendo.









































-Ora capisci, Nezuko? Devo assolutamente ritrovare quel ragazzo!- (T/N) non smetteva di sorridere raggiante, con lo schermo del telefono premuto contro l'orecchio: -Si chiama Douma e pare sia in contatto con Kibutsuji in persona!-

Sarebbe stata ore ed ore a parlare di quel ragazzo, di quanto fosse bello e di come avrebbe tanto desiderato rivolgergli parola, ma il sole stava per tramontare ed aveva appena terminato il corso pomeridiano di teatro. Non voleva disturbare ulteriormente l'amica, soprattutto perché non era in ottima salute.

-Sono così felice per te, (T/N)! Spero di riprendermi entro il weekend, così lunedì cercheremo di scoprire qualcosa di più sul suo conto!-

-Ti ringrazio, Nezuko.- e la ringraziava veramente con tutto il cuore, sebbene non le avesse ancora parlato di quella lettera. Incontrare Douma le aveva fatto dimenticare l'intera faccenda, ma aveva deciso di parlargliene la mattina seguente con calma. Erano troppo forti le emozioni che stava vivendo in quel momento, ma non era quello il vero motivo; Nezuko era la ragazza più buona sulla faccia della terra, non le sembrava quindi il caso di dirglielo, non le andava di sentire la voce della mora incrinarsi dal dispiacere.

Dopo aver chiuso la chiamata, con un movimento lento della mano, riprese la lettera, aprendola con estrema cura. Alla fine di quella dichiarazione vi era un'iniziale, una D, e non le pareva di conoscere qualcuno con un nome che iniziasse per quella consonante.

-Un nome ci sarebbe, in realtà...- mormorò emozionata, ma si portò immediatamente una mano sulla fronte. Insomma, cosa le veniva in mente? Doveva concentrarsi sul mittente, senza pensare per qualche minuto a Douma. Eppure, più ci provava e più le sembrava impossibile.

-L'hai letta.-

-Eh-?!- (T/N) si voltò di scatto, trovandosi dinanzi proprio il soggetto delle sue attenzioni. Il suo cuore perse innumerevoli battiti. Se quello era un sogno, avrebbe tanto voluto non finisse mai.

-Perdona la mia scortesia, non volevo spaventarti.- ridacchiò lui, sebbene le sue parole non parvero far intendere quel che aveva appena detto, ma (T/N) era troppo ubriaca d'amore per accorgersene: -Ma ho visto che stringevi tra le mani la mia lettera. Ti avevo aspettata così tanto...-

"Cosa?'

-Come...? Questa lettera, non era per Kamado Nezuko...?- riuscì a parlare per puro miracolo, ma Douma la udì ugualmente, e inclinò la testa di lato, con un sorriso confuso sulle labbra.

-Per Kamado Nezuko? No, era dedicata a te, mio Eterno Paradiso.- quasi le mancò il respiro: -È da un mese che non facevo altro che osservare la tua bellezza, ho fatto di tutto pur di farmi notare, ma non è servito a nulla. Per questo ho deciso di scrivere quella lettera, speravo che sarebbe stata un'idea migliore.-

Douma si era invaghito di lei? Era da un mese che le teneva gli occhi addosso? Com'era possibile che non se ne fosse mai accorta, prima d'allora?

-Un giorno sono venuto qui, in questo istituto, per andare a trovare il mio migliore amico, e mai avrei pensato di incontrare colei che avrebbe mosso il mio cuore così dolorosamente. È strano, sai? È la prima volta che sperimento qualcosa come l'amore.-

-I-Io... non so che cosa dire, d-davvero...- le guance le si tinsero di rosa; si sentiva la protagonista di un film romantico.

-Non serve che tu dica nulla.- il sorriso di Douma si accentuò: -Allora? Vorresti venire ad un appuntamento con me?-

-...s-si. Mi piacerebbe moltissimo.-

Le fu rivolto un sorriso. E tutto attorno a lei divenne insignificante, privo di valore.















Erano passati circa sette mesi da quell'incontro inaspettato, dal giorno più bello della sua vita. Le pareva tutto un sogno, anche adesso che era stretta tra le braccia del suo ragazzo.

"Il mio ragazzo.... suona ancora così strano." a quel pensiero, le venne da sorridere. Non poteva essere più felice di così.

-Qual'è il motivo di questo meraviglioso sorriso, (T/N)?- chiese Douma, accarezzandole una guancia e come se stesse attendendo qualcosa.

-Stavo solo pensando che fosse così bello stare con te...- affermò con tutta la sincerità che possedeva in corpo, facendo sorridere l'altro.

"Grazie." (T/N) avrebbe voluto dire mentre affondava le dita nelle ciocche argentate di Douma: "Per avermi permesso di amarti."

Ma non lo fece, e quando Douma la rimproverò divertito per aver dormito più del dovuto, andò a correre in cucina per fare la colazione ad entrambi.

Tutto ciò che poteva fare era innamorarsi sempre di più.

Accese la TV, nell'attimo esatto in cui una giornalista stava raccontando della morte di tre studenti di sesso maschile. Della sua scuola.

Il sorriso sparì dalle sue labbra.

Era da un paio di giorni che si era sparsa la notizia della loro scomparsa, e anche se l'avevano presa di mira dall'inizio dell'anno, non poteva fare a meno di dispiacersi per loro. Nessuno aveva il diritto di fare una fine del genere.

Erano stati ritrovati vicino i pressi di un canale, i corpi mutilati e il terrore visibile negli occhi. Chiunque aveva avuto la possibilità di conoscerli anche solo di vista, era consapevole che quel trio non fosse raccomandabile e dovevano aver fatto qualche sciocchezza, se adesso si ritrovavano in quello stato, privi di vita.

Delle braccia le strinsero dolcemente la vita da dietro, un mento venne poggiato sopra la sua testa.

-Non devi essere dispiaciuta, meritavano di morire.- la voce di Douma risuonò così fredda alle sue orecchie, che involontariamente si ritrovò a tremare.

-Nessuno merita un destino del genere... lo sai...-

-Non ti prenderanno più di mira, ora che non fanno parte di questo mondo. È un vero peccato che dei ragazzi debbano essere costretti a raggiungere le viscere dell'Inferno. Non trovi anche tu che sia uno scenario triste?-

(T/N) smise di parlare, lo sguardo puntato sullo schermo.

-Ah, basta parlare di argomenti tristi. Parliamo d'altro. Cos'hai intenzione di preparare, per colazione?-

-... pensavo a della cioccolata calda.- il sorriso tornò sulle labbra, ma le parole di Aoi che le aveva rivolto nei mesi precedenti, tornarono a tormentarle la mente.










È famoso per la sua bellezza, da come puoi aver ben notato, ma si dice che in lui vi sia nascosto qualcosa di tremendamente oscuro. Sono in molti a stargli alla larga.

È in stretto contatto con Kibutsuji Muzan. Non è molto saggio decidere di frequentarlo.

Kibutsuji è crudele, spietato, così come i suoi sottoposti. È disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.

(T/N), lo sai cosa si dice anche sul conto di Douma, non è vero?

(T/N)?

Ehi, mi stai ascoltando?











-Amore mio, c'è qualcosa che ti turba?- il tono di voce di Douma si fece improvvisamente preoccupato. Ma perché, invece, per la prima volta dopo mesi le parve una preoccupazione fasulla?

-...no, davvero. Sto bene.- prese del latte, mentre la presa di Douma parve farsi sempre più ferrea.

-Lo spero.- il tono parve essere sollevato - minaccioso?: -Non permetterò a nessuno di farti del male.-

Una risata le sfuggì dalle labbra, tornando alla solita allegria quotidiana: -Lo so. E ti amo.-

Un bacio. Una risata allegra - malata.

-Ti amo anch'io, (T/N).-

In cantina, un fermaglio blu a forma di farfalla giaceva sul freddo pavimento.












































❇️Angolo Autrice❇️

Ecco a te, mia carissima chlorijs! Spero con tutto il cuore che questa OS ti sia piaciuta, perché mi sono divertita a scriverla! Avevo in mente un finale differente, ma alla fine ho optato per questo, una sorta di finale aperto. Appena ho trovato su Pinterest l'ultima fan art, l'ispirazione è venuta da sola, ed è stato d'obbligo per me ambientare questa mini storia in un contesto moderno✨

Parole usate = 3380

Curiosità = inizialmente, Reader doveva essere a conoscenza della vera identità di Douma. Inoltre, le lettere di Nezuko - la maggior parte - erano state scritte da Douma per (T/N), ma quei tre bulli per farle un dispetto le hanno spostate nell'altro armadietto. Questo è stato uno dei motivi principali della loro morte.
Nel manga i capelli di Douma sono in realtà argentati, ma nella stragran parte delle fan art viene rappresentato con i capelli biondi.

Alla prossima richiesta!

- LadyFraise💜

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