✿Sweetie Lucky - Zenitsu x Reader✿

Possibile che accada solo a me? Che una strana, assurda, sensazione mi logori il petto con così tanto ardore?

Dei deja-vu mi annebbiano la mente, ricordi di un passato che non ricordo di aver mai avuto mi catapultano in un mondo estraneo, in un'epoca antica.

Delle risate echeggiano all'interno della mia mente, in particolare la visione di un ragazzo dai capelli dorati e dal dolce sorriso mi riscalda il cuore. È così famigliare che anche la tristezza che provo nel vederlo, pare essere così dannatamente reale...

Ma, purtroppo, immagini tristi sono altrettanto frequenti; gocce di sangue che sgorgono da un kimono, una risata gelida mi tiene sotto tiro e l'irritante sguardo di un ragazzo dai capelli corvini e dai tratti demoniaci mi fa venir voglia di urlare, strappare i capelli e pregustare una terribile vendetta che quasi mi spaventa.

Perché tutto questo? Perché sto soffrendo per delle immagini di una vita che nemmeno ricordo?

Che stia diventando pazza?

-Zenitsu... perché il nome di questo ragazzo mi risuona nel petto come una dolce ninnananna?-























Il primo giorno di scuola era alle porte e (T/N), per quanto si sforzasse di essere entusiasta, proprio non lo era. Avrebbe dovuto frequentare l'ennesimo istituto scolastico - "stavolta l'ultimo. A Tokyo ti divertirai, credimi!" aveva affermato sua madre, ma non le credeva più di tanto - e non poteva negare di provare una certa ansia.

Non era una ragazza molto socievole, e fortuna volle che non fosse una di quelle fastidiose snob che si aggiravano per la scuola.Tendenzialmente sulle sue e con un carattere particolare, (T/N) dubitava del fatto che avrebbe fatto davvero amicizia con qualcuno.

"Perché non sono in un anime? Lì sì che sarebbe tutto molto più facile." con un sonoro sbuffo, la (c/c) si diede un'occhiata in giro, alla ricerca di una scatola di cereali che avrebbe dovuto mettere all'interno del carrello, per terminare così la lista della spesa che aveva messo per iscritto sulla bacheca del cellulare.

Ormai stava facendo il conto alla rovescia per l'inizio delle lezioni e, sebbene mancassero tre giorni, doveva provare a rendersi presentabile ed essere aperta. Non doveva fingere di essere qualcuno che non era - odiava le persone che lo facevano - ma doveva comunque far risaltare i suoi pregi e riuscire a stringere amicizia con qualche suo compagno di classe.

I primi giorni, il solo compagno di banco sarebbe andato bene.

"Devo solo..." puntò gli occhi sui vari scaffali, ma dei cereali nessuna traccia: "...essere più ottimista e credere in me stessa..."

Il pessimismo ultimamente era diventato una parte della sua giovane esistenza, per questo doveva perlomeno provare a migliorarsi e a pensare in un futuro migliore. Era difficile, un'impresa che magari l'avrebbe lasciata con l'amaro in bocca, ma chi era lei per non tentare?

Quando chiudeva le palpebre e si apprestava ad addormentarsi, (T/N) veniva catapultata in un luogo differente da quello che viveva lei. Era sicuramente e sempre il Giappone, ma l'era precisa non era mai riuscita ad identificarla con esattezza.

I luoghi che attraversava a piedi erano principalmente campagne o città tradizionali, dove però gli abitanti sembrava non perdessero mai il sorriso. La cosa che più la lasciava di stucco era che, altre volte invece, si ritrovava a percorrere dei sentieri stretti e bui, correndo verso un qualcuno o qualcosa che le creava paura e rabbia assieme.

Stringeva qualcosa in mano, quella che doveva essere senza alcun dubbio una katana, eppure, ogni volta che si avvicinava a quell'abominevole figura, ecco che si risvegliava sul suo letto con affanno, l'impressione di aver appena finito di correre.

Le emozioni erano tante, altrettanto i dettagli del carattere che rispecchiava la sé dei sogni: impulsiva e determinata, rimaneva sui suoi passi ed era molto ottimista verso il mondo circostante, contrariamente a com'era adesso. Inoltre, non riusciva a capacitarsene, ma se i suoi pensieri si concentravano più del dovuto, ecco che due occhi dorati e un sorriso perfetto le annebbiavano la mente, facendole sentire un improvviso magone alla gola.

Non aveva mai incontrato qualcuno con dei tratti così belli e, sebbene non lo avesse mai visto proferir parola, sapeva che quel ragazzo era alla pari di un angelo. Buono e gentile come pochi, sapeva infonderle una gioia immensa e una sicurezza spropositata.

"Possibile che devo essere così sfigata?" decise di guardare nello scaffale opposto: "Non trovo i miei amati cereali e non troverò mai un ragazzo del genere... che schifo che è la vita."

-La vita non fa schifo! Sii più positiva, (T/N)-chan!-

L'angelo dorato avrebbe detto qualcosa di simile, ne era sicura. Senza che se ne accorgesse, il sorriso tornò ad illuminarle il giovane volto.

Forse, rimanere positiva le sarebbe stato molto utile, e non solo per migliorare le sfaccettature del suo complicato carattere.

La positività, fu la prima cosa che imparò ad apprezzare nella città di Tokyo.


















-Sono proprio felice!~-

Zenitsu camminava tra le strade di Tokyo, l'intento di tornare a casa più forte del solito.

Quel giorno era stato parecchio fortunato: non solo era riuscito a terminare la spesa prima del previsto, ma aveva trovato i suoi cereali preferiti che, essendo rimasta l'ultima scatola, era stato davvero fortunato a trovare.

L'inizio della scuola non era affatto una bella cosa, per lui - l'ansia di andare bene ad ogni singola materia gli faceva perdere quasi del tutto la concentrazione dalle ragazze - e oltre a Tanjiro e Inosuke, non sapeva se avesse altri veri amici all'interno della classe.

-Tanjiro è davvero cieco; così gentile com'è, nemmeno si accorge di tutte le belle fanciulle che gli cadono ai piedi...- brontolò, parecchio scoraggiato e con la felicità che cominciava a sfumare.

Gli voleva un mondo di bene, erano come fratelli, ma era possibile che gli rubasse ogni ragazza che colpiva il suo interesse?

-Non è giusto... non è semplicemente giusto!- sbottò all'improvviso, facendo saltare per lo spavento una coppia di anziani lì accanto: -Anch'io sono gentile e carino, potrei fare strage di cuori anche adesso se lo volessi!-

Con uno scatto fulmineo, anziché tornare a casa per posare la spesa, si diresse verso il giardino vicino al suo bar preferito, un posto abbastanza tranquillo se non fosse stato per i bambini che strillavano e giocavano tra loro. Quel luogo era il suo preferito; lì piantati vi erano degli alberi di glicine e, quando li osservava, non poteva fare altro se non rimanere tranquillo ad ammirarli.

Non se ne spiegava il motivo, ma lo facevano sentire al sicuro.

-Perché sono di nuovo qui?- si rimproverò, sedendosi su una panchina libera: -Mancano tre giorni e ancora non ho finito i compiti delle vacanze... potrei chiedere a Tanjiro di farmeli copiare, ma si arrabbierà!- chiuse gli occhi, una mano accanto alla busta con contenente il cibo comprato: -Anche se Inosuke lo fa praticamente sempre e a lui non dice nulla... ce l'hanno tutti con me!-

Da quando era nato, senza che nessuno sapesse il motivo, aveva avuto la capacità di udire il minimo rumore che provenisse nei dintorni. Che si trattasse di un passerotto, di un suo amico o di una persona che non sopportava, Zenitsu era in grado di scoprirlo senza neanche aver il bisogno di usare lo sguardo.

Ma non era solo quello; durante i suoi riposini, diurni e notturni, con la mente si ritrovava a vivere dei momenti con cui non aveva familiarità. Sembrava che viaggiasse indietro nel tempo di anni, eppure... qualcosa dentro di lui gli suggeriva che la situazione fosse più complessa del previsto.

Vedeva il viso sfocato di una ragazza, dai capelli (c/c) e dalle bellissime iridi color (c/o), che gli sorrideva con una dolcezza tanto disarmante da lasciarlo spiazzato. Il suono che proveniva da lei era particolare si, ma così bello che avrebbe voluto passare le sue giornate accanto a quella bellissima ragazza.

-Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare il suo nome.- Zenitsu sospirò appena: -È un affronto non ricordare il nome di una ragazza così bella.- si alzò, lo sguardo adesso rivolto verso il cielo azzurro.

-Mi chiedo se esista davvero.- un sorriso appena accennato: -Sarebbe bello.-























Quella notte Reader, dopo aver passato una serata piacevole in compagnia di Zenitsu e dei suoi amici, se ne stava appollaiata su una sedia mentre beveva una tazza di tè verde che sorseggiò in estrema tranquillità sotto il mare di stelle che quel giorno, la notte le aveva potuto offrire; in quelle occasioni, le piaceva la sensazione di rimanere all'aperto, anche se era notte e i demoni potevano essere in agguato.

Di solito in quelle notti irreali e tranquille, passava il suo tempo a leggere un libro o a parlare con Zenitsu più del dovuto, ma era troppo pensierosa per concentrarsi: la sua attenzione ricadeva sempre sul biondino in questione, in particolare sul grande peso che si portava alle spalle.

Lei odiava Kaigaku. Con tutto il suo cuore.

Sapeva che, in qualche modo, Zenitsu ripensava a lui e si chiedeva cosa stesse facendo, lo considerava un fratello maggiore da cui prendere spunto; peccato però che questo affetto non fosse ricambiato.

Kaigaku gli aveva rifilato così tante cattiverie riguardanti alla sua "debolezza" che, per quel motivo, Zenitsu era arrivato a non piacersi ancor di più. Certo, faceva tutto il possibile affinché potesse migliorare, ma quelle parole erano diventate delle cicatrici profonde e (T/N) credeva di essere la sola a riuscire a scovarle.

Lei odiava quelle cicatrici.

Sapeva che avevano un significato negativo, ma per Zenitsu esse dovevano essere divenuto molto importanti, perché mai come prima d'allora, a distanza di mesi che non si vedevano, lo aveva visto così determinato. La sua codardia era sminuita - non del tutto magari, ma era già qualcosa - e la sua bontà verso il prossimo era aumentata a dismisura.

"Zenitsu è troppo prezioso per far parte di un mondo così marcio."

Si rese conto di star provando sentimenti contrastanti verso quelle cicatrici invisibili e pensò, per un attimo, che per capire cosa provava Zenitsu in quelle situazioni, era chiederglielo di persona. Una cosa assurda, per lei.

Non avrebbe desiderato vedere la sofferenza solcare quei bellissimi occhi dorati, non se lo sarebbe mai perdonata. Pertanto, seppur era difficile da digerire, avrebbe dovuto continuare ad osservare e capire quanto ancora Zenitsu si sarebbe spinto oltre.

Era ingenuo, molto ingenuo, ma avrebbe compiuto grandi cose nella vita.

E già lo stava facendo.

(T/N) posò la tazza sul suo grembo, dopo aver bevuto con un unico sorso quel che ne era rimasto.

Non riusciva a non pensare a Zenitsu e a ciò che provava per lui, più cercava di reprimere quei sentimenti e più uscivano fuori, non la volevano lasciare in pace; decise di alzarsi e di andare a prendere un altro tè verde per distrarsi.

Rientrò e, non appena si diresse verso il corridoio sinistro, ecco una testa bionda spuntare all'improvviso nella sua visuale. Zenitsu la stava guardando con aria perplessa.

-Me ne stavo giusto tornando in camera. Qualcosa non va...?- chiese (T/N) con un filo di voce.

-In realtà dovrei farti io questa domanda, (T/N)-chan... ultimamente ti vedo con la mente rivolta altrove.- le iridi di Zenitsu si erano addolcite: -Stai bene?-

(T/N) rimase in silenzio e fissò insistentemente la tazza vuota che aveva tra le mani.

-Mi sono fermata e basta, tutto qua. Almeno... credo.-

Non sapeva cosa fare, era imbarazzata per quella situazione inaspettata, ma alla fine decise di alzare lo sguardo per incontrare il suo. Scelta più sbagliata del mondo: quella decisione la rese ancor di più a disagio, come se fosse intrappola in una cella fredda e sperduta chissà dove.

-Umh... (T/N)-chan, se non riesci a dormire puoi anche entrare e dormire con me, Tanjiro e Inosuke! Ma ti avverto, stai attenta: quello stupido cinghiale tira calci nel sonno... è colpa sua se mi sono procurato questo!- e dopo aver tirato su una manica del suo yukata, indicò il livido violaceo presente sul suo braccio destro.

-Ti fa male?-

-No, non mi fa male! Ma dormire con quello lì è un'impresa ben peggiore di dover combattere contro i demoni...- brontolò piano e (T/N) sorrise.

-Il tuo amico mi piace, non sarà un fastidio. Anzi, io credo invece che voi due andiate molto d'accordo!-

Un barlume di gelosia attraversò gli occhi di Zenitsu ma, dopo aver udito le sue parole, sussultò: -Noi non siamo amici! Quello svitato passa le giornate a farmi innervosire e...- continuò a lamentarsi per un altro paio di minuti ma (T/N) sapeva che, nonostante le parole pronunciate, i due andavano molto d'accordo.

-Ma... sei sicuro che non sarò di troppo?-

-Cosa-?! Ma tu non sei mai di troppo, (T/N)-chan! Non dirlo più!- le prese improvvisamente, e dolcemente, le mani: -La vita non fa schifo, sii più positiva, (T/N)-chan!-

La (c/c) venne colta alla sprovvista.

-Come...-

-Tutti hanno notato che non stai bene con te stessa.- mormorò preoccupato: -Persino Inosuke, quindi pensa a quanto debba essere grave la cosa! Non meriti di essere triste, di stare male... non tu che sei una ragazza bellissima, intelligentissima, e... perfetta!-

Il viso di (T/N) si era arrossato, ma non era la sola ad essere in quello stato: Zenitsu aveva iniziato a ridere nervosamente.

-Quello che voglio cercarti di dire è che... chiunque ti vorrebbe al proprio fianco, perciò sorridi!-

Lei non rispose; rimase in silenzio anche dopo che Inosuke e Tanjiro l'avevano salutata.

Zenitsu rimase a fissarla malinconicamente - (T/N) non poté fare a meno di sentirsi in colpa - e dopo qualche minuto si addormentò. Quando si assicurò che stesse effettivamente dormendo, decine di minuti dopo, si avvicinò con cautela verso la sua figura dormiente e avvicinò le sue labbra alla fronte per dargli un bacio.

-Buonanotte, Zenitsu.-

Si rimise al suo posto rimanendo seduta e portò le ginocchia all'altezza del petto. D'un tratto però Zenitsu si rialzò quasi impacciatamente per ricambiare il bacio sulla fronte.

-Auguro una buonanotte anche a te, (T/N)-chan...- si risdraiò nuovamente e si addormentò.

Quel gesto aveva sorpreso così tanto (T/N) che si ritrovò a sclerare interiormente, per poi sdraiarsi sul futon a sua volta.

Non poteva fare a meno di notare un sorriso sulle labbra di Zenitsu: probabilmente stava sognando il loro maestro, qualche evento passato o Nezuko, della quale (T/N) sospettava che Zenitsu avesse una cotta.

Quel pensiero però non la fece esitare.

-Ti...- sospirò: -...amo.-

Tornò ad immergersi nei suoi pensieri e si addormentò, come se nulla fosse mai veramente successo.


(T/N) si svegliò di soprassalto, stupita dal sogno appena avuto.

Erano le tre del mattino e, a distanza di poche ore, sarebbe dovuta andare a scuola e conoscere gente nuova.

"Non posso rimanere sveglia, devo assolutamente riaddormentarmi o potrei rischiare di arrivare il primo giorno di scuola in ritardo..." pensò, rimettendosi sotto le coperte. Non si era neanche accorta che un paio di lacrime le erano sfuggite, rigandole le guance con noncuranza.

Ignara che qualcun altro avesse fatto lo stesso, simile e piacevole, sogno.







-Sei sicura di star bene?-

Era la millesima volta che glielo chiedeva, ma Zenitsu non poteva fare a meno di essere preoccupato. Stava correndo di corsa, inseguendo Inosuke che gli aveva rubato il pranzo, ma era andato a sbattere contro a quella ragazza meravigliosa che, dopo qualche secondo di sgomento, era scoppiata in un pianto silenzioso.

Era un completo idiota; pochissimi giorni di scuola erano passati e già si era comportato in modo deplorevole.

-Si, sto bene... Zenitsu.-

-Oh, sono felicissimo che tu-...!- si fermò di colpo. Sbaglio o lei aveva appena pronunciato il suo nome?

-Come fai a sapere come mi chiamo?- chiese, ma prima di darle la possibilità di rispondere, il suo volto si illuminò: -Ah, ho capito! Tu sei la nuova arrivata della classe di Kanao e Aoi, non è vero? Nezuko ti ha vista qualche volta a ricreazione mentre era con loro, e dice che ispiri molta simpatia!- un sorriso raggiante: -Devi essere (T/N)!-

-Si, questo è il mio nome.-

La voce di lei si era fatta malinconica, ma Zenitsu non ne riuscì a comprendere il motivo.

"Deve aver sbattuto la testa, accidenti..." spaventato che le avesse potuto fare del male, le mise una mano sulla spalla: -Aspettami qui, vado a chiamare l'infermiera. Possibile che non sia qui? Prendersi cura dei suoi studenti è il suo lavoro!-

Si preparò ad uscire dalla stanza e andare a chiamare qualcuno, anche solo un professore, ma si sentì tirare indietro: (T/N) lo aveva afferrato per un lembo della divisa scolastica.

-Non ricordi?- la sua voce era diventata ancora più triste e il cuore di Zenitsu perse un battito: -Non trovi che il mio viso sia familiare?-

-Sei una ragazza meravigliosa, il tuo è un viso che non potrei mai dimenticare, (T/N)-chan!- ridacchiò, provando ad alleggerire la tensione che si era creata: -Ma purtroppo, credo di non averti mai vista prima di oggi... magari di sfuggita nei corridoi!-

-Nono.- la (c/c) fece no col capo: -Non intendevo in quel senso. È che...- si fermò di colpo: -No, non importa, lascia perdere. Non vorrei arrecarti ulteriore fastidio.-

Il suono che proveniva da lei era cambiato nuovamente, stavolta pareva essere in qualche modo diventato insopportabile da ascoltare. Avrebbe smesso di farlo, se solo avesse potuto.

Zenitsu riprese a parlare, diventando serio e colpevole insieme: -Mi dispiace, sono sincero, ma non ricordo nulla. Forse ci siamo conosciuti quando...-

Si bloccò. Un lampo al ciel sereno era comparso tra i meandri di quel passato che credeva fosse unicamente frutto della fantasia della sua mente addormentata.

I volti che ne erano protagonisti assieme al suo si fecero nitidi per la prima volta, in particolare quello della ragazza dall'aspetto divino che-

'Oh." sbatté un paio di volte le palpebre, sotto lo sguardo incerto di (T/N): "Ora si spiega ogni cosa."

-Sono sempre in ritardo.-

-Che cosa intendi?-

Zenitsu fece un amaro, e nostalgico, sorriso.

-Quando sei stata trasformata in demone, non ho potuto fare nulla per impedirlo. Ho mantenuto la promessa, ho vendicato te e il nonno uccidendo Kaigaku... ma sono andato avanti solo grazie a Tanjiro e gli altri. Ero così triste e solo, un vero egoista...- la abbracciò di slancio, sentendo (T/N) tremare un poco al contatto.

-Ma in questo momento, ti giuro che farò il possibile per rimanere per sempre al tuo fianco, fino al resto dei miei giorni.- Zenitsu riprese a sorridere, stavolta con un leggero colorito roseo che gli invadeva le guance.

-Perché sei l'evento fortunato che tanto aspettavo accadesse, (T/N)-chan. E prometto di amarti per il resto dei miei giorni.-


























❇️Angolo Autrice❇️

Ed ecco qui la One-Shot dedicata a Zenitsu, in onore del suo compleanno che è oggi! Il nostro bambino sta crescendo così in fretta *sigh* (・ัω・ั)
Spero che ti sia piaciuta, itz_otaku_francy_uwu! Anche se questa One-Shot, vorrei dedicarla anche a stefywgf, che mi ha fatta venire l'ispirazione per questa ZenitsuxReader, anche se abbastanza inconsapevolmente!

Parole usate = 3102

Curiosità = possiamo dire che questa One-Shot è una sorta di sequel della prima ZenitsuxReader che ho pubblicato, anche se volendo potete considerarla una One-Shot a parte!

- LadyFraise💜

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